Mi hai creato: non lasciare che vada perduto!
Due cose riconosco in me, Signore:
la natura, che tu hai creato,
il peccato che io vi ho aggiunto.
Riconosco che con la colpa ho deformato la natura,
ma ricordati che sono un soffio che va
e non ritorna (Sal 78,39).
Da me stesso, infatti, non posso retrocedere dal peccato.
Orsù, togli da me quello che ho fatto io,
rimanga in me quello che hai fatto tu,
così che non perisca
quello che hai redento con il tuo sangue,
e non perda la mia malizia
quello che ha redento la tua bontà.
Signore, Dio mio, se ho operato così da essere un reo per te,
perché non sono riuscito a fare
ciò per cui sarei un servo per te?
Se dunque ho perso la mia innocenza,
forse che per questo ho perso la tua misericordia?
Se ho commesso ciò per cui potresti condannarmi,
forse che tu hai perduto
ciò per cui mi puoi salvare? (cf. Gb 9,28 Vulg.).
È vero, Signore. La mia coscienza merita la condanna,
ma la tua misericordia supera ogni offesa.
Perdonami, dunque,
poichè per la tua potenza non è difficile,
per la tua giustizia non è sconveniente,
per la tua clemenza non è insolito
perdonare chi commette il male.
Poiché mi hai creato non lasciare che mi perda,
poiché mi hai redento non condannarmi.
Poiché mi hai creato nella tua bontà,
non perisca la tua opera a causa della mia iniquità.
Riconosci in me ciò che è tuo,
e togli da me quello che è mio.
Guarda a me infelice,
tu che sei tenerezza immensa,
a me che sono scellerato,
tu che sei misericordia universale.
Infermo, mi rivolgo all’onnipotente,
ferito, corro dal medico.
Conservami la dolcezza della compassione,
tu che alla fine hai sospeso la spada della vendetta.
Cancella il gran numero dei miei peccati,
rinnova la moltitudine delle tue misericordie.
Benché io sia immondo, tu puoi mondarmi,
benché io sia cieco, tu puoi illuminarmi,
benché io sia malato, tu puoi guarirmi,
benché io sia come morto tu puoi risuscitarmi.
Comunque sia, buono o cattivo, sono sempre tuo.
Se tu mi scacci chi mi accoglierà?
Se tu mi disprezzi chi volgerà su di me lo sguardo?
Tu puoi rimettere più di quanto io possa commettere,
puoi perdonare più di quanto io possa peccare.
Non mi opprima un piacere nocivo,
almeno non mi opprima un’abitudine perversa.
Preservami da desideri illeciti e cattivi,
da pensieri vani, dannosi, impuri,
dalle fantasie di spiriti maligni,
dalle sozzure della mente e del corpo.