30 gennaio 2025
Perché un seme possa sviluppare la sua potenzialità di dare frutto, occorre che trovi un terreno fertile, un terreno bello come dice l’evangelo (Mc 4,8). Gesù, con questa immagine del seme annuncia la Parola, semina la Parola di Dio nel cuore degli umani (Mc 4,14). Tutti quelli che ascoltano e accolgono la Parola di vita nel terreno buono del loro cuore hanno, poi, la responsabilità di diventare a loro volta seminatori, ovvero testimoni.
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29 gennaio 2025
Il seme del Regno è la Parola: non la sola Parola scritta, ma anche quella orale. Ogni parola è Parola di Dio se detta sul cuore, se detta per amore. Il vero problema è la sua ricezione. La parabola evangelica del seminatore è la Parola in atto, è la stessa Parola (il termine “parola” viene proprio da “parabola”). E questa parabola è in due atti: prima la trasmissione e poi la sua ricezione. Sono due momenti diversi: la parola detta dev’essere poi interpretata.
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28 gennaio 2025
Il testo proposto oggi alla nostra riflessione è davvero urtante. Gesù dice che sua madre non è più sua madre, che i suoi fratelli non sono più suoi fratelli, che le sue sorelle non sono più sue sorelle. Perché mai Gesù arriva a far saltare un legame che in realtà è innegabile? Infatti, non si può negare un legame di sangue che effettivamente esiste.
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27 gennaio 2025
Gli scribi, come d’altronde la famiglia di Gesù citata nel versetto precedente (quando dice: “è fuori di sé”), sono colpiti dall’alterità di Gesù, del suo insegnamento e delle sue azioni, e tentano di collocarlo in qualche categoria già conosciuta: pazzo o indemoniato.
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25 gennaio 2025
Queste parole del Risorto seguono il racconto delle donne fuggite dal sepolcro “piene di spavento e di stupore” (Mc 16,8), dell’incontro con Maria di Màgdala e poi con i discepoli, rimproverati “per la loro incredulità e durezza di cuore” (Mc 16,14). Nonostante la loro mancanza di fiducia e la loro incapacità a riconoscerlo (forse perché i loro occhi erano troppo annebbiati dal pianto, cf. Mc 16,10), Gesù Risorto invia tutti ad annunciare la buona notizia.
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24 gennaio 2025
Gesù è stato un uomo amante della relazione e dell’amicizia e fin dagli inizi del suo ministero i vangeli attestano la presenza accanto a lui di uomini e donne con cui ha condiviso fatiche e speranze della sua missione. Un gruppo allargato di discepoli tra i quali a un certo punto sceglie i Dodici che diventeranno i suoi più stretti collaboratori. “Dodici”, come le dodici tribù provenienti dai figli di Giacobbe che componevano il popolo di Israele.
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23 gennaio 2025
Gesù si ritira e la folla lo segue, questi due movimenti sono descritti diverse volte nei vangeli: Gesù cerca tempi e spazi di solitudine e silenzio e in concomitanza la folla lo cerca, lo insegue. Questa tenacia della folla colpisce molto Gesù e lo muove a compassione come esplicitano bene gli episodi narrati della moltiplicazione dei pani.
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22 gennaio 2025
«È lecito in giorno di sabato, fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?». Con questa domanda ancora una volta Gesù mette a nudo la nostra religiosità chiedendoci implicitamente la ragione profonda del nostro essere credenti e quindi delle nostre azioni religiose. Siamo infatti all’ultima di cinque controversie con le quali Gesù pone in discussione alcuni usi del tempo legati a interpretazioni restrittive delle legge, e in particolare del comandamento del riposo sabbatico.
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21 gennaio 2025
L’episodio delle spighe raccolte in giorno di sabato e la controversia ad esso legata è raccontato pure nei vangeli di Matteo (Mt 12,1-8) e di Luca Lc 6,1-7). Anche in questi testi è seguito dalla guarigione dell’uomo dalla mano paralizzata avvenuta di sabato, nella sinagoga, gesto che fa emergere la decisione di condannare Gesù.
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20 gennaio 2025
Il digiuno è buono oppure no? Gesù sembra aprire ai discepoli, a colui che presta ascolto alla sua parola, la via del discernimento. A chi vorrebbe una via sicura, Gesù offre una responsabilità da accogliere nella libertà di scegliere.
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18 gennaio 2025
Il brano odierno di Marco comprende due episodi legati da un’unica narrazione che, al cuore di questo capitolo secondo del vangelo, custodisce un tesoro di grande sapienza spirituale. Gesù, vedendo Levi, lo invita alla sequela e viene subito accolto nella sua casa. L’immediata adesione all’appello di Gesù rappresenta quindi l’origine del movimento che anima l’intera sequenza, perché tutto poi si svolge con estrema naturalezza e spontaneità. Gesù può chiamare chiunque alla sua sequela e chiunque cerchi un posto alla sua tavola è ben accetto.
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17 gennaio 2025
Nella memoria di Antonio, padre dei monaci solitari, meditiamo queste parole del discorso della montagna dal vangelo secondo Matteo. Gesù ci offre dei criteri di discernimento che ci aiutano a vigilare sulle nostre relazioni con il Padre, con i fratelli e le sorelle, con i beni della creazione. Siamo chiamati a fare una scelta tra la schiavitù della ricchezza, della paura e della preoccupazione costante, e una relazione con Dio che può rendere luminoso il nostro orizzonte liberato dalla paura, nella fiducia che il Padre sa ciò di cui abbiamo bisogno.
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16 gennaio 2025
In questo passo del vangelo incontriamo un lebbroso che supera le barriere sociali e religiose del suo tempo per avvicinarsi a Gesù con un atto straordinario di fede. La sua domanda, “Se vuoi, puoi purificarmi” (v. 40), non è solo una supplica, ma un riconoscimento profondo della propria condizione e della misericordia divina.
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15 gennaio 2025
Vi è un “subito” che ci accompagnerà nella lettura del vangelo di Marco di queste settimane e che è posto all’inizio del brano odierno. Subito dopo il battesimo Gesù è spinto dallo spirito nel deserto; subito dopo la chiamata i discepoli lasciano parenti e reti e lo seguono; subito Gesù inizia il suo ministero terapeutico guarendo; subito, entrato nella casa di Pietro, guarisce sua suocera ed ella all’istante, rialzata e tornata alla vita piena, si mette a servirli.
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