4 ottobre 2025
Lode, rivelazione ai piccoli, reciproca conoscenza tra Gesù e il Padre, un duplice invito: venite a me e prendete il mio giogo. Questi gli snodi, o i detti di Gesù, raccolti nel brano odierno di Matteo: si tratta di un testo importante e difficile. Ha un parallelo in Luca 10,21-22 per quanto riguarda la preghiera di lode (esultanza nello Spirito) e l’affermazione sulla conoscenza tra il Padre e il Figlio. In Luca tuttavia il contesto è diverso e mancano gli inviti ad andare a Gesù e prendere il suo giogo, entrambi legati alla promessa del “ristoro”, della cessazione del lavoro e della fatica.
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3 ottobre 2025
Il brano del Vangelo odierno è una breve sintesi a conclusione del viaggio itinerante dei discepoli e Gesù tra le città del lago di Galilea, esperienza che sembra risolversi in un fallimento. Nonostante le guarigioni e i segni là compiuti questo brano di Luca termina cioè in maniera brusca, quasi fosse un ripensamento. Il lettore è quindi invitato a considerare il viaggio svolto finora da un’altra prospettiva, per discernere l’importanza dei gesti compiuti come delle parole proclamate. È come se le ultime parole affidate ai settantadue discepoli fossero un invito a spingersi alla ricerca dei presupposti del loro stesso camminare insieme: “La messe è molta ma gli operai sono pochi”.
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2 ottobre 2025
In cammino verso Gerusalemme Gesù rivela ai suoi discepoli e a noi tutti le dure esigenze della sequela. Il cammino stesso è annuncio del regno di Dio, è urgenza, scopo primario del suo passare in mezzo all’umanità facendo del bene e guarendo. Per questa urgenza invia altri settantadue discepoli in missione. Questo secondo invio è raccontato solo da Luca. Il numero settantadue indica che l’annuncio è per tutte le genti e non solo per le pecore perdute della casa di Israele.
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1 ottobre 2025
ll brano odierno presenta tre incontri che rivelano il cuore pulsante della sequela cristiana: la libertà radicale come condizione esistenziale per seguire Cristo. Non sono racconti casuali, ma una progressione pedagogica che svela la natura trasformante dell'adesione al vangelo. Gesù "indurisce il volto" (Lc 9,51) per andare a Gerusalemme: la strada che porta alla Pasqua diventa così metafora del cammino di ogni discepolo.
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30 settembre 2025
Oggi grazie alla memoria di san Gerolamo, appassionato e folle di amore per le sacre Scritture, “spalanchiamo” tutto il nostro essere per fare uscire ciò che ci abita e guardare oltre superando le tante barriere mentali e spirituali che ci sono di impedimento.
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29 settembre 2025
Natanaele sembra un uomo del nostro tempo, assomiglia a ciascuno di noi nella nostra pretesa di poter vedere tutto in maniera trasparente. Pensa di riconoscere chi sia davvero la persona che stava davanti a lui: “Maestro, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele” (v. 49). Si poteva dire qualcosa di più su Gesù? È come se per lui la verità di colui che incontra sia divenuta trasparente, nonostante non fosse ancora arrivata l’ora della rivelazione del Cristo (cf. Gv 2,4). Con tutta la sua dimestichezza della Scrittura, la sua conoscenza del bene e del male (secondo la letteratura rabbinica, questo indica il riferimento all’albero di fichi: cf. v. 48), Natanaele sembra poter dischiudere e scrutare il mistero stesso dell’Innominabile.
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27 settembre 2025
Il vangelo oggi, nella sua brevità, ci aiuta a cogliere la contraddizione radicale che esso è per il nostro modo di pensare, per chiamarci a cambiare mentalità e ad assumere il pensiero di Gesù.
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26 settembre 2025
Il brano che ascoltiamo oggi segue la moltiplicazione dei pani, il miracolo a cui hanno partecipato le folle e ora Gesù inizia la sua salita a Gerusalemme. Gesù inizia il suo cammino verso il compimento della sua vita, si ritira in preghiera, in un luogo solitario, in un luogo-tempo di intimità con il Padre, e i suoi discepoli lo accompagnano.
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25 settembre 2025
Il vangelo di oggi segue l’invio in missione dei dodici apostoli e inizia con l’inserzione di un riferimento a Erode che è incuriosito da quanto sente dire a proposito di Gesù e si domanda perplesso: “Chi è dunque costui ?” (v. 9).
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24 settembre 2025
«In quel tempo Gesù disse: Ti rendo lode…». A leggere con attenzione il testo greco scopriamo che nella traduzione CEI è stata omessa una piccola parola apparentemente insignificante, che però a ben vedere insignificante non lo è affatto. Il testo originale dice: “In quel tempo Gesù, rispondendo, disse...”. Poiché prima non c’è alcuna domanda, il verbo “rispondendo” sembra fuori luogo, ed ecco che si è pensato bene di eliminarlo! Sappiamo però che non ci sono solo domande formulate a parole, ci sono anche quelle che emergono silenziosamente dalle situazioni di vita in cui veniamo a trovarci continuamente. E spesso sono proprio queste le domande a cui è più difficile dare una risposta adeguata. A quale situazione risponde dunque Gesù?
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23 settembre 2025
Che cosa significa essere cristiani? Andare a messa la domenica? Partecipare ad alcuni atti di culto e, forse, dedicare qualche ora alla settimana ad “opere religiose” (opere di carità, catechesi, ecc.)? Poi, per il resto la nostra vita scorre come quella di tutti gli altri esseri umani. Ѐ tutto qui?
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22 settembre 2025
“Voi siete luce nel Signore, camminate come figli della luce”: questa affermazione che è anche una esortazione di Paolo ai cristiani di Efeso (EF 5,8) può essere un buon commento al breve brano evangelico di oggi, brano costituito dalle ultime parole di Gesù nel discorso in parabole secondo Luca.
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20 settembre 2025
Abbiamo fatto talmente abitudine alle parabole – e a questa del seminatore con relativa spiegazione, in particolare – che ormai capita sovente anche a noi quello che accadeva agli “altri”, esterni alla cerchia dei discepoli di Gesù: “leggendo non vediamo cosa sta scritto, udendo non comprendiamo”. Sappiamo già tutto: chi sono i vari personaggi, il seminatore, il seme, i diversi terreni, la roccia, le spine, gli uccelli…
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19 settembre 2025
Gesù, Figlio dell’unzione, “profumo” (7,46) che si spande “di città in città, di villaggio in villaggio” (8,1) guida donne e uomini che “seguono le sue tracce” (Cfr. 1 Pt 2,21) verso l’ “amare più Lui della propria vita…”, l’essere capaci di “portare la propria croce” (14,26-27).
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