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28 marzo

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (19 baramhāt/maggābit):
Aristobulo (I sec.), uno dei 70 discepoli (Chiesa copta)

LUTERANI:
Ruperto (+ 718), evangelizzatore e vescovo a Salisburgo

MARONITI:
Fileto il Senatore (II sec.), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Ilarione di Pelecete (+ 754), igumeno e confessore
Bojan «Enravota» (IX sec.), martire (Chiesa bulgara)
Stefano il Taumaturgo (IX sec.), monaco e confessore (Chiesa melkita)

27 marzo

al-Ḥallāğ (+ 922)
giusto tra le genti

All'alba del 27 marzo 922, muore decapitato il maestro sufi al-Ḥallāğ , dopo una notte intera passata in agonia su di un patibolo a forma di croce. Nativo del villaggio persiano di Tūr, Hūsayn ibn Mansūr al-Ḥallāğ era stato educato da giovane nelle scuole coraniche e sufi della sua terra.
Uomo di temperamento forte, al-Ḥallāğ decise di rompere ogni legame col proprio passato per darsi alla predicazione itinerante di una Verità che, pur non posseduta, lo accompagnava ormai come un tormento. Dopo diverse peregrinazioni attraverso l'oriente, al-Ḥallāğ si stabilì a Baghdad e decise di iniziare un pellegrinaggio interiore nel proprio cuore, vera dimora di Dio. La sua identificazione amorosa con l'Amato, meta di ogni sufi, lo portò a formulare insegnamenti ritenuti fortemente sovversivi, fino alla celebre affermazione: «Io sono la Verità», con la quale, lungi dal proclamarsi l'incarnazione di Allāh, egli voleva semplicemente ricordare che solo chi fa totalmente spazio in sé all'Altro può giungere a proclamare l'unità divina e il nome ineffabile di Dio. Ma il suo invito al pellegrinaggio interiore fu inteso come una condanna del pellegrinaggio alla Mecca, pilastro della religione islamica, e al-Ḥallāğ fu condannato a morte.
Nella sua Passione, narrata in modo straordinario dai suoi discepoli, egli poteva così consumare la propria ricerca di Dio, facendo totalmente spazio nella propria vita alla presenza divina nel sacrificio di sè per amore. Come hanno giustamente rilevato alcuni maestri cristiani del nostro tempo, la memoria di al-Ḥallāğ e della sua passione d'amore per l'Unico è uno dei messaggi antidolatrici più forti che la storia delle religioni abbia offerto all'intera umanità.


TRACCE DI LETTURA

Ti fa posto il mio cuore tutto intero,
lì non c'è spazio per cosa creata.
Tra la pelle e le ossa Ti trattengo,
che ne sarà di me se mai Ti perdo?

Il Tuo Spirito s'è impastato col mio,
come l'ambra col muschio odoroso.
Se qualcosa Ti tocca, mi tocca:
non c'è più differenza, perché Tu sei me.

I pellegrini vanno alla Mecca, e io da Chi abita in me,
vittime offrono quelli, io offro il mio sangue e la vita.
C'è chi gira attorno al Suo tempio senza farlo col corpo,
perché gira attorno a Dio stesso, che dal rito lo scioglie.

Ho visto il mio Signore con l'occhio del mio cuore,
Gli ho chiesto: «Chi sei?», m'ha detto: «Tu!».
Il Tuo «dove» non appartiene al «dove»,
ché in Te nessun «dove» esiste.
Né c'è un'immagine da immaginare
che ci faccia scoprir dove Tu sei.
Tu sei Colui che contiene ogni «dove»
fino al «non-dove»: e dove mai sei Tu?
Nel mio estinguermi s'estingue l'estinzione
e nella mia estinzione T'ho trovato
(al-Ḥallāğ , Dīwān)


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (18 baramhāt/maggābit):
Isidoro di Pelusio (+ 433 ca), martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Meister Eckhart (+ 1327), mistico a Strasburgo e a Colonia

MARONITI:
Matrona di Tessalonica (IV sec.), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Matrona di Tessalonica, martire

26 marzo

Giovanni di Dalyatha (VII-VIII sec.)
monaco

La quarta domenica di quaresima la Chiesa assira fa memoria di Giovanni di Dalyatha, mistico tra i più grandi della storia cristiana.
Giovanni, chiamato anche Saba o il «Vegliardo», nacque nella seconda metà del VII secolo nel villaggio di Ardamust, a nord-ovest di Mossul. Egli fu iniziato allo studio delle Scritture nella scuola del suo villaggio, quindi frequentò il monastero di Apnimaran e, intorno all'anno 700, divenne monaco nel monastero di Mar Yozadaq. Dopo sette anni, si ritirò in solitudine sulla montagna di Dalyatha, forse nei pressi dell'Ararat, e da essa prese il nome.
Negli anni di solitudine, Giovanni approfondì la propria vita spirituale e si esercitò nell'arte della contemplazione, imparando a discernere l'intimo legame tra la creazione e il Creatore, e alimentando il proprio spirito grazie all'incontro quotidiano con la natura e i suoi simboli. Malgrado la lontananza dai suoi simili, egli non perse mai quei tratti di profonda umanità che caratterizzeranno tutti i suoi insegnamenti.
Raggiunto da alcuni discepoli, Giovanni mise per iscritto i frutti della sua profonda esperienza interiore. Influenzato dalle opere di Evagrio, di Macario, di Dionigi Areopagita e di Gregorio di Nissa, egli sottolineò tuttavia in modo ancor più radicale rispetto ai suoi maestri come il grado più elevato della vita cristiana sia quello della carità e dell'amore.
Giovanni morì in una data imprecisata, in quella solitudine in cui più che a fuggire il mondo aveva imparato ad amare ogni creatura.


TRACCE DI LETTURA

I miei occhi sono stati bruciati dalla tua bellezza
ed è stata divelta davanti a me la terra sulla quale avanzavo;
la mia intelligenza è stupita per la meraviglia che è in te
e io, ormai, mi riconosco come uno che non è.
Una fiamma si è accesa nelle mie ossa
e ruscelli sono sgorgati per bagnare l'intera mia carne,
perché non si consumi.
O fornace purificatrice,
nella quale l'Artefice ha mondato la sua creatura!
O abito di luce, che ci hai spogliati della nostra volontà
perché ce ne rivestissimo, ora, nel fuoco!
Signore, lasciami dare ai tuoi figli ciò che è santo,
non è ai cani che lo do.
Gloria a te! Come sono mirabili i tuoi pensieri!
Beati coloro che ti amano,
perché risplendono per la tua bellezza
e tu dai loro in dono te stesso.
Questa è la resurrezione anticipata
di coloro che sono morti in Cristo.
(Giovanni di Dalyatha, Lettere)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Harriet Monsell di Clewer (+ 1883), fondatrice della comunità di San Giovanni Battista

COPTI ED ETIOPICI (17 baramhāt/maggābit):
Lazzaro, amico di Gesù (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Ludgero (+ 809), evangelizzatore e vescovo in Vestfalia
Karl Schlau (+ 1919), testimone fino al sangue in Lettonia

MARONITI:
Gabriele, arcangelo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Sinassi dell'arcangelo Gabriele
Montano e Massima di Sirmio (+ 304 ca), martiri (Chiesa romena)

SIRO-ORIENTALI:
Giovanni di Dalyatha, monaco (Chiesa caldea e assira)

25 marzo

Leggi tutto: 25 marzo

Annunciazione del Signore

In questa solennità si ricorda il celebre episodio biblico dell'annuncio recato dall'angelo a Maria di Nazaret.
Maria, presentata da Luca come personificazione del resto povero e umiliato di Israele, di coloro che non attendono altro che la venuta del Messia, è nell'episodio odierno della Scrittura colei che, accogliendo mediante l'ascolto la parola di Dio recata dall'angelo, concepisce nel proprio grembo per opera dello Spirito santo il Figlio di Dio, la Parola dell'Altissimo fatta carne.
Maria è chiamata per questo nella tradizione patristica la nuova Eva, la madre di tutti i credenti: nei credenti, infatti, mediante la fede, il Signore ha deciso di stabilire la sua dimora.
Le prime tracce di una festa dell'Annunciazione risalgono alla prima metà del VI secolo, a Costantinopoli. La festa si diffuse progressivamente dalla capitale bizantina a tutto l'oriente e l'occidente. La sua collocazione nella data odierna, legata alla fissazione del Natale al 25 dicembre, le dona un tono marcatamente cristologico, rafforzato dal fatto che in occidente il 25 marzo era legato fin dall'antichità alla memoria dell'incarnazione, della passione e della resurrezione di Cristo.
Per mantenere il legame della festa odierna con il Natale e consentirne nel contempo la celebrazione solenne, l'antica liturgia mozarabica preferiva commemorare l'annunciazione il 18 dicembre, mentre quella siriaca dedica tuttora alla pericope lucana dell'annuncio a Maria le ultime due domeniche prima del Natale, quella ambrosiana riserva tale pericope per la domenica di avvento detta dell'Incarnazione.


TRACCE DI LETTURA

Oggi è rivelato il mistero che è da tutta l'eternità:
il Figlio di Dio diventa Figlio dell'uomo;
partecipando a ciò che è inferiore,
ci rende partecipi delle cose più alte.
Adamo all'inizio fu ingannato:
cercò di diventare Dio, ma non vi riuscì.
Ora Dio diventa uomo,
per divinizzare Adamo.
Si rallegri la creazione ed esulti la natura:
l'arcangelo sta con timore davanti alla Vergine,
e con il suo saluto: «Rallegrati» reca
l'annuncio gioioso che il nostro dolore è finito.
O Dio, che ti sei fatto uomo per la tua misericordiosa compassione,
sia gloria a te!
(Orthros, Liturgia ortodossa, Orthros della festa dell'Annunciazione)


PREGHIERA

Signore Dio nostro,
oggi noi riviviamo
l'annunciazione dell'angelo alla vergine Maria,
che accogliendo la tua parola
ha permesso al Verbo di farsi carne:
rendici disponibili come lei
a compiere la tua volontà
e ad acconsentire alla salvezza
che tu ci doni in Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE
Eb 10,4-10 (vigilia); Is 7,10-14; Ef 1,3-12; Lc 1,26-38


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Annunciazione di nostro Signore alla beata vergine Maria

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Annunciazione del Signore (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (16 baramhāt/maggābit):
Michele I (+ 767), 46° patriarca di Alessandria (Chiesa copto-ortodossa)
Giusto (II sec.), patriarca di Alessandria (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Annunciazione della nascita del Signore a Maria
Ernesto il Pio (+ 1675), duca di Sassonia

MARONITI:
Annunciazione della Vergine

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Evangelizzazione della santissima Madre di Dio e sempre vergine Maria
Basilio di Poiana Mārului (+ 1767), esicasta (Chiesa romena)

SIRO-OCCIDENTALI:
Annunciazione alla Madre di Dio

SIRO-ORIENTALI:
Annunciazione del Signore alla Madre di Dio (Chiesa caldea e malabarese)

VETEROCATTOLICI:
Annunciazione a Maria

24 marzo

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Leggi tutto: 24 marzoOscar Arnulfo Romero (1917-1980)
pastore e martire

San Salvador, 24 marzo 1980: alle ore 18,30, mentre sta celebrando l'eucaristia, cade ucciso da un sicario Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo della capitale.
Era nato a Ciudad Barrios, da una famiglia di razza mista, e aveva maturato la propria vocazione presbiterale dopo aver praticato il lavoro di falegname nel borgo in cui era cresciuto. Compiuti gli studi a Roma durante il secondo conflitto mondiale, Romero rientrò in patria, dove gli furono conferiti incarichi di sempre maggior responsabilità nella chiesa salvadoregna. Alla morte dell'arcivescovo Luis Cháver y Gonzales, grande difensore di poveri e oppressi, l'arcidiocesi del Salvador era lacerata da profonde divisioni; Romero fu designato come successore di Cháver, tra la generale soddisfazione dei settori conservatori della società, che lo ritenevano portatore di una spiritualità innocua e disincarnata. Ma nella drammatica situazione politica e sociale del suo paese, monsignor Romero cominciò a denunciare con forza le ingiustizie e le violenze subite dai contadini e dai poveri del Salvador, confrontando coraggiosamente la realtà quotidiana con l'Evangelo e le sue esigenze. Promotore del dialogo e della riconciliazione in seno alla chiesa e al paese, nei tre anni del suo episcopato nella capitale la sua popolarità crebbe enormemente; ma assieme al favore dei poveri, egli si attirò anche l'ostilità dei potenti e di parte della stessa gerarchia cattolica nel suo paese.
Fedele al proprio motto episcopale, «sentire con la chiesa», Romero si sacrificò fino a donare la vita per promuovere una profonda conversione del corpo ecclesiale, unico cammino in grado di abilitare la chiesa stessa a denunciare il lato oscuro del mondo.


TRACCE DI LETTURA

Dio in Cristo vive vicinissimo a noi.
E Cristo ci ha dato una norma: «Avevo fame e mi hai dato da mangiare». Dove c'è un affamato, Cristo è vicinissimo a noi. «Avevo sete e mi hai dato da bere»: quando uno bussa alla tua porta e ti chiede dell'acqua, è Cristo, se lo guardi con fede. E del malato che desidera una visita Cristo ti dice: «Ero infermo e sei venuto a visitarmi». E Cristo è nel carcerato. Quanti oggi si vergognano di prestare testimonianza a favore di persone innocenti! Quale terrore è stato seminato nel nostro popolo se persino gli amici tradiscono gli amici appena li vedono cadere in disgrazia! Se vedessimo che è Cristo l'uomo bisognoso, l'uomo torturato, l'uomo prigioniero, l'uomo ucciso, lui in ogni figura umana calpestata così indegnamente lungo le nostre strade, scopriremmo questo Cristo calpestato come moneta d'oro che si raccoglie con cura e si bacia, né certo ci vergogneremmo di lui.
(O. A. Romero, Parole pronunciate il 16 marzo 1980 )


PREGHIERA

Signore nostro,
il tuo servo Oscar Romero
ha preferito essere perseguitato e morire
piuttosto che rinnegare i suoi fratelli poveri e oppressi:
il dono della sua vita, libagione versata per i poveri,
renda più preziosa la nostra fede in te
e più trasparente la nostra testimonianza
per la giustizia in mezzo agli uomini.
Per Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE
Ger 11,18-20; Gv 12,24-26


Leggi tutto: 24 marzoPaul-Irénée Couturier (1881-1953)
presbitero e testimone di ecumenismo

Nel 1953 si spegne a Lione Paul-Irénée Couturier, presbitero cattolico la cui vita è un'incontestabile e sincera testimonianza di quell'ecumenismo a cui, anche grazie a lui, la Chiesa cattolica approderà con il concilio Vaticano II.
Couturier era nato a Lione nel 1881. Dopo aver ricevuto una formazione scientifica, entrò in seminario e fu ordinato presbitero. Quando aveva 39 anni, egli fece un'esperienza determinante: mosso dal desiderio di alleviare le sofferenze degli emigrati russi nella regione lionese, ne conobbe la vita e la fede e si convinse della profonda unità che già esisteva con i cristiani d'oriente.
Approfondendo la propria conoscenza del cristianesimo ortodosso, Couturier approdò a Chevetogne, dove fu profondamente toccato dagli scritti del cardinal Mercier e da dom Lambert Beauduin. Diede così inizio a quella che diverrà la «settimana di preghiera per l'unità dei cristiani», convinto che il cuore dell'ecumenismo sia la preghiera stessa di Gesù: «che tutti siano una sola cosa».
Couturier fu anche all'origine del Gruppo di Dombes, nato per promuovere una maggiore conoscenza fra cattolici e protestanti francesi. Egli avviò un'impressionante rete di rapporti epistolari, con i quali seppe intessere la trama essenziale di amicizia e di stima fra cristiani sul cui fondamento prenderanno avvio i grandi dialoghi ecumenici.
Alla sua morte i messaggi di cordoglio giunti al vescovo di Lione da tutte le chiese cristiane testimoniarono l'unanime riconoscimento all'impegno evangelico di un uomo che aveva saputo dare un'anima all'ecumenismo.


TRACCE DI LETTURA

Ogni generazione è chiamata a porsi di nuovo la domanda: che cosa fate voi per guarire il corpo spezzato di Cristo? Da molto tempo, da secoli, la carità, vincolo dell'unità, si è affievolita. L'unità è stata spezzata, i cristiani sono stati disgregati dalla ferita del peccato. E le divisioni persistono perché nei cuori la carità è ancora fredda.
La carità riprenderà la sua fiamma, la sua fiamma di calore luminoso, nel dolore, nell'umiltà, nel pentimento, nella preghiera, nella supplica, nell'ardore e nella perseveranza della preghiera. La preghiera è un combattimento con Dio in cui si trionfa per mezzo della forza stessa di Dio.
(P.-I. Couturier, Opuscoli )


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Walter Hilton di Thurgarton (+ 1396), canonico agostiniano, mistico
Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, martire

COPTI ED ETIOPICI (15 baramhāt/maggābit):
Sara della Tebaide, reclusa (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Veit Dietrich (+ 1549), teologo a Norimberga

MARONITI:
Artemone di Seleucia (I sec.), vescovo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Vigilia dell'Evangelizzazione della santissima Madre di Dio e sempre vergine Maria
Artemone, vescovo di Seleucia
Alessio di Goloseevo (+ 1917), monaco (Chiesa ucraina)

VETEROCATTOLICI:
Gabriele, arcangelo

23 marzo

LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Turibio de Mongrovejo (+ 1606), vescovo (calendario romano)

COPTI ED ETIOPICI (14 baramhāt/maggābit):
Eugenio, Agatodoro ed Elpidio di Cherson (IV sec.), vescovi e martiri (Chiesa copto-ortodossa)
Dionigi (+ 264), patriarca di Alessandria (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Wolfgang von Anhalt (+ 1566), sostenitore della Riforma

MARONITI:
Nicone (+ 251), martire
Rebecca ar-Rayyes (+ 1914), monaca

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Nicone di Sicilia e 199 compagni, monaci e martiri
Giovanni Chachuleli (X-XI sec.), monaco (Chiesa georgiana)

22 marzo

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (13 baramhāt/maggābit):
I 40 martiri di Sebaste (+ 320)

LUTERANI:
August Schreiber (+ 1903), missionario a Sumatra

MARONITI:
Sergio Paolo (I sec.), discepolo dell'apostolo Paolo e vescovo di Narbona

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Basilio di Ancira (+ 362 ca), ieromartire

VETEROCATTOLICI:
Nicola della Flüe (+ 1487), confessore