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14 marzo

Gabra Manfas Qeddus (XIV-XV sec.)
monaco

Il 5 del mese di maggābit, corrispondente al nostro 14 marzo, i cristiani di Etiopia ricordano Abuna Gabra Manfas Qeddus, anacoreta tra i più venerati nella Chiesa etiopica.
Non è agevole ricostruire storicamente la vita di colui il cui nome significa «servo dello Spirito santo». Secondo i sinassari etiopici egli nacque nella città egiziana di Neḥisā, che abbandonò molto presto per intraprendere un lungo cammino anacoretico nella terra di Kabt.
Gabra Manfas Qeddus rappresenta in modo emblematico il tipo dell'eremita che si separa dal mondo per fare spazio all'intera creazione nella sua incessante intercessione.
Raffigurato nell'iconografia tradizionale in compagnia di leoni e di pantere e rivestito solamente dei propri lunghi capelli, Gabra Manfas Qeddus visse probabilmente a cavallo tra il XIV e il XV secolo, spostandosi a più riprese lungo l'altopiano etiopico e diventando ovunque un importante riferimento spirituale.
Sempre secondo la tradizione, alla sua morte il Signore fece il patto di concedere la vita eterna a quanti si sarebbero affidati alla sua intercessione.


TRACCE DI LETTURA

Signore nostro Dio, tu che scruti i cuori e conosci ogni pensiero degli uomini prima ancora che si formi, guarda verso di noi dalla dimora del tuo Santo.
Signore, tu che perdoni e sei clemente, porta a compimento la tua misericordia su questo tuo servo, che è venuto a te perché chiamato a questa vocazione santa e pura. Tutti i suoi pensieri siano rivolti a te, affinché egli possa farsi carico del tuo giogo che è leggero e che conduce alla vita eterna. Egli ha fuggito ogni concupiscenza e desiderio malvagio, e si è rifugiato nella tua misericordia, perché tu possa rinnovarlo. Rendilo saldo nella lotta, vigilante nella conoscenza dei misteri, in vista della loro piena rivelazione, affinché sia reso degno dell'indicibile gioia e di ricevere la gloria che non verrà mai meno nel tuo regno.
(
Liturgia etiopica, Preghiera per la professione monastica)


LETTURE BIBLICHE
Rm 14,1 e ss.; 1P 4,1 e ss.; At 17,19 e ss.; Mt 6,19 e ss.


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Rodrigo e Salomone (+ 857), martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (5 baramhāt/maggābit):
Sarapamone di Scete (?), monaco (Chiesa copto-ortodossa)
Gabra Manfas Qeddus, monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Matilde (+ 968), regina, moglie di Enrico I
Frierich Gottlieb Klopstock (+ 1803), poeta ad Amburgo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Benedetto da Norcia (+ 547), monaco

13 marzo

LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Leandro (+ 600 ca), vescovo di Siviglia (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (4 baramhāt/maggābit):
Concilio di Djazirah BenicOmr (II sec.) (Chiesa copto-ortodossa)
Esichio il Palatino (+ 303), martire (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Georg von Ghese (+ 1559), testimone fino al sangue in Italia settentrionale

MARONITI:
Teofane di Singriana (+ 817)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Traslazione delle reliquie di Niceforo (847), patriarca di Costantinopoli

12 marzo

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Simeone il Nuovo Teologo (949 ca-1022)
monaco

Il 12 marzo del 1022, nel monastero di Santa Marina, sulla riva asiatica del Bosforo, conclude i suoi giorni terreni Simeone il Nuovo Teologo, monaco e spirituale tra i più amati nell'oriente cristiano. Solo l'evangelista Giovanni e Gregorio di Nazianzo sono stati soprannominati, prima di lui, «teologi». Nella tradizione bizantina tale titolo indica coloro che hanno ricevuto la conoscenza di Dio attraverso un'esperienza personale e che sono stati capaci di trasmetterla alla chiesa.
Simeone nacque attorno al 949 in Asia Minore, e fu inviato ancora giovane a Costantinopoli per perfezionare gli studi. Poco attratto dalla possibile carriera che gli si prospettava presso la corte bizantina, Simeone conobbe un tempo di dubbi e di ricerche. La sua vita cominciò ad assumere un certo ordine quando egli incontrò il monaco Simeone del celebre monastero costantinopolitano di Studio. Sotto la guida dell'anziano studita, Simeone imparò l'arte della preghiera senza distrazioni. Dalla sua intensa esperienza di preghiera, egli attinse la certezza che l'amore di Dio è effuso nel cuore dei credenti mediante il dono dello Spirito. Divenuto monaco e poi igumeno del monastero di San Mama, egli fu soprattutto un sapiente trasmettitore di questa semplice certezza che gli derivava dalla propria personalissima esperienza di incontro con Dio. Poco compreso negli ambienti della capitale, Simeone fu costretto all'esilio sulla riva asiatica del Bosforo. Qui egli raccolse vecchi e nuovi discepoli nel nuovo monastero di Santa Marina, e si dedicò fino alla morte alla loro guida, attraverso scritti spirituali e liturgici di grandissimo valore.


TRACCE DI LETTURA

Dona il Paraclito, o Salvatore; mandalo, come hai promesso,
mandalo anche ora
a chi ti cerca e attende il tuo Spirito.
Non tardare, o compassionevole, non trascurare,
o misericordioso, non dimenticare chi ti cerca
con l'anima assetata.
Non privare me, indegno, di questa vita
e non disprezzarmi, o Dio, non abbandonarmi.
Le tue viscere di pietà io ti presento,
ti metto davanti la tua misericordia e ti offro, o mediatore,
il tuo amore per gli uomini.
Non ho faticato, non ho compiuto opere di giustizia,
tu però non mi hai trascurato: mi hai cercato e mi hai trovato.
(Simeone il Nuovo Teologo, dall'Inno 41)


PREGHIERA

Sei divenuto un teologo
della trascendente e incomprensibile Trinità,
e hai brillato della Luce triuna, o ispirato.
Dall'alto ti fu data una bocca di sapiente
e da essa sono fluiti fiumi di teologia.
Abbeverandoci ad essi,
noi gridiamo di gioia:
«Rallegrati, o giusto,
Simeone dalla mente divina»


Leggi tutto: 12 marzo

Massimiliano di Teveste (+ 295)
martire

 

Il 12 marzo del 295 viene eseguita in Numidia la condanna a morte del giovane Massimiliano di Teveste, primo obiettore di coscienza cristiano al servizio militare.
Giunto all'età prescritta dalla legge, Massimiliano oppose un netto rifiuto allorché fu chiamato a compiere, come tutti i cittadini romani, il servizio di leva nell'esercito.
Arrestato, egli fu chiamato in giudizio nel foro. Alle domande del proconsole che gli chiedeva per quale ragione si opponesse al servizio militare, Massimiliano rispose, con molta semplicità e fermezza, che in coscienza non riteneva compatibile il vangelo con l'esercizio di qualsiasi forma di violenza.
Per timore che un simile atteggiamento potesse diffondersi tra i cristiani, ormai numerosi nell'impero, Massimiliano fu condannato alla pena capitale, immediatamente eseguita.
La sua presenza nel Martirologio Romano risuona come un perenne monito per tutti coloro che ritengono di poter compaginare con disinvoltura le esigenze radicali del vangelo con gli ordinamenti imposti dalle società umane.


TRACCE DI LETTURA

Il proconsole Dione disse: «Come ti chiami?». Massimiliano rispose: «Ma perché vuoi sapere il mio nome? Io non posso servire nell'esercito, perché sono cristiano». Il proconsole disse: «Preparatelo». Mentre lo preparavano, Massimiliano replicò: «Non posso servire nell'esercito, non posso fare del male: sono cristiano». Dione disse: «Servi nell'esercito, se non vuoi morire». Massimiliano rispose: «Non servo, mozzami pure il capo; io non milito nell'esercito di questo mondo, ma in quello del mio Dio». Il proconsole disse: «Chi ti ha indotto a questo?». Rispose: «Il mio animo, e colui che mi ha chiamato».
(Acta Maximiliani )


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Gregorio Magno (+ 604), papa (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (3 baramhāt/maggābit):
Cosma III (+ 933), 58° patriarca di Alessandria (Chiesa copto-ortodossa)
Eufrasia (IV sec.), martire (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Gregorio Magno, vescovo a Roma

MARONITI:
Gregorio Magno, papa e confessore

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Teofane di Singriana (+ 817), igumeno

SIRO-ORIENTALI:
Gregorio Magno, papa (Chiesa malabarese)

VETEROCATTOLICI:
Gregorio Magno, vescovo e dottore della chiesa

11 marzo

Sofronio di Gerusalemme (+ 638 ca)
pastore

Nativo di Damasco, Sofronio aveva ricevuto una solida istruzione che gli aveva permesso di assimilare in profondità i classici antichi, soprattutto le tragedie greche, nonché la ormai ampia letteratura cristiana dei primi secoli. Fu un uomo dotato di un'ampia gamma d'interessi e versato in molte professioni e discipline. Interessato allo studio delle Scritture, si recò nel monastero palestinese di San Teodosio, dove strinse una duratura amicizia con Giovanni Mosco, del quale divenne figlio spirituale e che gli dedicherà più tardi il suo Prato spirituale. Assetato di ulteriori incontri e conoscenze, Sofronio si recò assieme a Giovanni in Egitto, dove conobbe i grandi dotti e gli spirituali dell'epoca, divenendo poco alla volta un fine teologo.
La sua vita assunse una direzione decisiva con il suo ritorno in Palestina: fattosi monaco, dopo qualche anno, nel 634, fu eletto patriarca di Gerusalemme. In questa veste, egli contribuì in modo sapiente al dibattito teologico, senza cedere ai poco convincenti compromessi che alcuni avanzavano per riavvicinare sostenitori e oppositori del concilio di Calcedonia. Ma, soprattutto, Sofronio difese i cristiani palestinesi dall'avanzata araba, grazie a un sapiente connubio di mitezza, franchezza e diplomazia.
Accanto ai suoi scritti dogmatici, egli ci ha lasciato importanti opere agiografiche e liturgiche. Si deve probabilmente a lui la prima versione degli Improperi del Venerdì santo impiegati poi per secoli nelle liturgie occidentali.


TRACCE DI LETTURA

O meraviglia! Perché esito a dire il mistero?
Un tempo la croce precedeva la resurrezione; ora, invece, se l'è presa come guida e precorritrice.
O meraviglioso scambio!
Coloro che hanno celebrato prima la lietissima solennità della resurrezione, vedendo seguire ad essa la beata esaltazione della croce, hanno la sua potentissima compagnia che cammina con loro durante i viaggi di terra e che naviga con loro sul mare, che presiede all'universale salvezza, difende da ogni avversità e con i fatti mostra che la sua forza onnipotente ha abbracciato tutti i confini della terra, riempie tutto e giunge senza fatica dappertutto, salvando i fedeli dalle difficoltà, facendo risplendere la salvezza per i credenti e rendendo inefficaci i piani di tutti i nemici.
(Sofronio di Gerusalemme, Omelie 3,2)


PREGHIERA

Dalla tua bocca di teologo
hai fatto risuonare insegnamenti su Dio,
beatissimo Sofronio,
parlando in modo chiarissimo del Padre senza principio,
del Figlio anch'egli senza principio
e dello Spirito santo ad essi coeterno,
e con sapienza hai definito
la dottrina del Verbo.
Per l'intercessione dei tuoi santi, o Dio,
abbi pietà di noi e salvaci.


LETTURE BIBLICHE
Eb 13,7-16; Mt 5,14-19


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (2 baramhāt/maggābit):
Macrobio (III-IV sec.), vescovo di Nicio, martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Pionio (+ 250), martire in Asia Minore

MARONITI:
Sofronio di Gerusalemme, vescovo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Sofronio, patriarca di Gerusalemme
Sofronio di Vraca (+ 1813), vescovo e confessore (Chiesa bulgara)

10 marzo

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (1 baramhāt/maggābit):
Gregorio (+ 604), papa di Roma (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
I 40 soldati di Sebaste (+ 320), martiri in Armenia

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Quadrato di Corinto e compagni (+ 258), martiri

VETEROCATTOLICI:
I 40 martiri di Sebaste

9 marzo

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I quaranta martiri di Sebaste (+320)

Oggi in molte chiese d'oriente ricorre la memoria dei quaranta martiri di Sebaste, che il Martirologio Romano ricorda il 10 marzo e la chiesa armena il sabato dopo la metà della quaresima. La dodicesima legione dell'esercito romano era accampata agli inizi del IV secolo nella cittadina armena di Sebaste. Di fronte all'ordine dell'imperatore Licinio, il quale aveva comandato a tutti i militi romani di offrire sacrifici agli dei, quaranta soldati opposero un fermo rifiuto, a motivo della loro fede cristiana. Immediatamente processati, essi furono condannati a morire di freddo, dopo esser stati lasciati completamente nudi su di un lago gelato dal rigore dell'inverno. La vicenda dei quaranta martiri di Sebaste fu presto narrata e proposta come esempio di testimonianza comunitaria resa a Cristo fino al dono della vita. Nell'iconografia tradizionale si sottolinea l'aiuto reciproco che i quaranta martiri si prestarono gli uni agli altri di fronte alla morte ormai certa.
Secondo la tradizione, fu Emmelia, madre di Basilio di Cesarea, a far costruire la prima chiesa dedicata alla loro memoria, che si estese rapidamente a tutte le chiese cristiane.


TRACCE DI LETTURA

Quand'ebbero udito la sentenza, si levarono con gioia sino all'ultimo indumento, e corsero verso la morte che li attendeva nel lago gelato, esortandosi l'un l'altro come per la condivisione d'un bottino: «Non è di abiti comuni che ci siamo spogliati, bensì dell'uomo vecchio, quello che si corrompe nei piaceri illusori.
Ti ringraziamo, Signore, perché con queste vesti abbiamo deposto il peccato. Eravamo stati rivestiti a causa del serpente, ora siamo spogliati a motivo di Cristo. Cosa daremo in cambio al Signore che per primo si è spogliato per noi? Rude è l'inverno, ma com'è dolce il paradiso! Doloroso il gelo, ma com'è piacevole la consolazione! Sopportiamolo un poco, e sarà il seno di Abramo a riscaldarci».
(Basilio di Cesarea, Omelia 19)


PREGHIERA

David esclamava profeticamente nei salmi:
«Siamo passati per il fuoco e per l'acqua,
poi ci hai tratti fuori al refrigerio».
Voi, martiri di Cristo,
con le opere stesse avete adempiuto questa parola:
siete passati per il fuoco e per l'acqua,
e siete entrati nel regno dei cieli.
Intercedete dunque, o quaranta lottatori,
perché ci sia donata la grande misericordia.


LETTURE BIBLICHE
Eb 12,1-10; Mt 20,1-16


Leggi tutto: 9 marzoCaterina de' Vigri, da Bologna (1413-1463)
monaca

Caterina è una figura spirituale emblematica del periodo rinascimentale. Nasce a Bologna l'8 settembre 1413, figlia di Giovanni de' Vigri dottore in legge al servizio di Nicolò III d'Este. Come consuetudine dell'epoca, Caterina a nove anni viene mandata alla corte estenese di Ferrara, come dama di compagnia di Margherita, figlia di Nicolò; quì viene cresciuta ed educata apprendendo le varie arti, la musica, la poesia, la miniatura. Nel 1426, forse stanca e delusa dalla vicissitudini della vita di corte, lascia gli Estensi per unirsi a un gruppo di donne animate dal desiderio di vivere radicalmente il vangelo nella vita comune e nella preghiera. Inizialmente orientate verso la regola di Agostino, esse però non professarono mai nessuna regola fino a quando presero la forma di piccolo nucleo francescano desideroso di vivere la regola primitiva di santa Chiara. Caterina professò la regola di Chiara nel 1432, nell'erigendo Monastero del Corpus Domini che papa Eugenio IV approverà con Bolla papale nel 1435.
Donna di profonda vita interiore, pittrice e musicista, letterata e scrittrice, Caterina fu per lungo tempo maestra delle novizie e proprio per loro sentì il dovere di mettere per iscritto i frutti della propria esperienza di fede, per aiutarle ad affrontare la lotta spirituale. Nei suoi scritti trapela la sapiente compaginazione di tutto ciò che Caterina ha ricevuto: conoscenza del mondo e dei suoi problemi, devotio moderna, insegnamenti della tradizione monastica e spiritualità francescana; ogni cosa è letta alla luce di quella che per la santa bolognese è l'arma principale della lotta spirituale: la familiarità con le Scritture.
Scelta nel 1456 come madre badessa per la fondazione di un nuovo Monastero a Bologna, Caterina fece ritorno nella città in cui era nata, dove visse gli ultimi sette anni di vita guidando le sorelle alla conoscenza dell'umiltà e della misericordia divine. Il suo corpo è conservato e venerato incorrotto nel santuario del Corpus Domini, adiacente all'omonimo monastero.


TRACCE DI LETTURA

Quando Dio per la sua clemenza si degnava di far visita alla mia mente, subito me ne accorgevo per questo segno infallibile e verace: cioè che egli era preceduto dalla santa aurora della sua umiltà la quale, entrando in me, immediatamente mi faceva abbassare il capo interiore ed esteriore, al punto che mi pareva d'esser la radice principale di tutte le colpe passate, presenti e future. E così, giudicandosi la mia mente cagione di qualunque difetto avesse riscontrato nelle sue vicine, io conservavo vero amore e dilezione nei loro riguardi. E allora sopraggiungeva il radiante sole e il fuoco cocente, il Cristo, e con l'umiltà ricevuta la mia anima si riposava in pace senza bisogno d'altro mezzo, tanto da poter dire:
«O alta nullità, il tuo agire è tanto forte
che apri tutte le porte ed entri all'infinito».
(Caterina da Bologna, Le sette armi spirituali )


PREGHIERA

Dio nostro Padre,
donaci la sapienza d'amore
che illuminò santa Caterina da Bologna,
sposa fedele del tuo Figlio;
fa' che portando ogni giorno la nostra croce
sperimentiamo i benefici della resurrezione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE
Ct 8,6-7 (oppure 2Cor 4,6-10.16-18); Lc 10,38-42


LE CHIESE RICORDANO...

ARMENI:
Amēnawag (+ 1335), neomartire

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Francesca Romana (+ 1440), religiosa (calendario romano)

COPTI ED ETIOPICI (30 amšīr/yakkātit):
Ritrovamento della testa di Giovanni il Battista (452) (Chiesa copta)

LUTERANI:
Bruno di Querfurt (+ 1009), vescovo in Polonia

MARONITI:
I 40 martiri di Sebaste

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
I 40 martiri di Sebaste

SIRO-ORIENTALI:
I 40 martiri di Sebaste

8 marzo

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Leggi tutto: 8 marzoGiovanni di Dio (1495-1550)
testimone

Il discernimento della propria vocazione non sempre passa per vie piane e lineari. Lo testimonia Giovanni di Dio, di cui oggi ricorre la festa secondo il Calendario romano. Nato nel 1495 a Montemoro-Novo, in Portogallo, Giovanni Ciudad subì un primo grosso trauma quando, non ancora decenne, fu sottratto misteriosamente e per sempre alla sua famiglia, e fu condotto a fare il pastore in Spagna, a Oropesa. Arruolatosi in seguito nell'esercito spagnolo, egli percorse con scarsa fortuna e diverse disavventure la carriera militare, finché non decise di lasciare le armi per fare il venditore ambulante di libri a Granada. Secondo il suo biografo, qui avvenne l'incontro determinante con la predicazione di Giovanni di Avila: ne fu folgorato a tal punto che decise di diventare una sorta di folle per Cristo. Dopo un drammatico periodo trascorso in manicomio, egli ne uscì con una sola idea per la propria vita: assistere gli ammalati e i poveri abbandonati di Granada. Giovanni, che aggiunse a questo punto la qualifica «di Dio» al proprio nome, divenne il riferimento fondamentale per gli emarginati della città, e a lui cominciarono a unirsi altri uomini desiderosi di servire Cristo nei poveri e negli infermi. Giovanni di Dio morì l'8 marzo del 1550 e dopo la sua morte, sebbene egli mai avesse cercato di fondare un ordine religioso, grazie al suo esempio nacquero i «Fatebenefratelli», così chiamati dal saluto con cui Giovanni e i suoi discepoli erano soliti mendicare aiuto per i loro malati nelle vie di Granada.


TRACCE DI LETTURA

Per vincere il mondo, il diavolo e la carne, è necessario non confidare in se stessi, perché si cadrà mille volte al giorno in peccato, ma confidare solo in Gesù Cristo e unicamente per il suo amore e per la sua bontà non peccare, né mormorare, né fare del male, né danno al prossimo, ma desiderare per il prossimo ciò che vorremmo facessero a noi; e desiderare che tutti si salvino; e amare e servire solo Gesù Cristo per quello che lui è, e non per timore dell'inferno.
(Giovanni di Dio, Lettera alla duchessa di Sessa)


PREGHIERA

Signore,
che in san Giovanni di Dio
hai fatto risplendere la tua misericordia,
concedi anche a noi
di esprimere con le opere
la sua carità verso i poveri e i malati
per essere accolti fra gli eletti nel tuo regno.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE
Gc 2,14-17; Mt 25,31-45


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Edward King (+ 1910), vescovo di Lincoln
Felice (+ 647), vescovo, apostolo degli Angli orientali
Geoffrey Studdert Kennedy (+ 1929), presbitero, poeta

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Giovanni di Dio, religioso (calendario romano)

COPTI ED ETIOPICI (29 amšīr/yakkātit):
Policarpo (+ 167 ca), vescovo di Smirne, martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Tommaso d'Aquino (+ 1274), dottore della chiesa in Italia

MARONITI:
Francesca Romana (+ 1440), monaca
Giovanni di Dio, religioso

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Teofilatto (+ 842), vescovo di Nicomedia e confessore