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28 novembre

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PAISIJ VELIČKOVSKIJ (1722-1793)
monaco

Le chiese ortodosse ricordano oggi lo starec  Paisij Veličkovskij, maestro di intere generazioni di monaci. Paisij nacque nel 1722 a Poltava, in Ucraina. Desideroso di una profonda vita spirituale, egli entrò nell'Accademia teologica di Kiev. Deluso dai sistemi troppo ispirati alla teologia delle scuole occidentali e poco radicati nella tradizione patristica, egli partì alla volta dell'Athos, dove giunse all'età di 24 anni. Uomo di grande dolcezza, amante della sapienza e capace di utilizzare i moderni metodi scientifici per esplorare il pensiero dei padri, Paisij trovò presto riunita attorno a sé una folta schiera di monaci romeni e slavi. Cominciò allora a organizzare comunità cenobitiche, che strutturava attorno al duplice polo della preghiera di Gesù, da lui appresa al Monte Athos, e dello studio dei padri. Grazie a Paisij e ai suoi compagni furono tradotte per la prima volta in lingua romena e slava moltissime opere patristiche. È a lui che si deve l'edizione in slavone della Filocalia, cioè dell'antologia composta da Nicodemo Aghiorita di testi dei padri orientali sulla preghiera del cuore. Per il suo discernimento e l'enorme numero di discepoli di diverse nazionalità che aveva accolto e saputo riconciliare attorno a sé, Paisij esercitò un profondo influsso sulla vita spirituale di generazioni di cristiani e di monaci. Paisij morì il 15 novembre del 1793 nel monastero romeno di Neamţ, di cui nel 1779 era divenuto starec.


TRACCE DI LETTURA

Così si edifica la vita comunitaria dei cenobi: per prima cosa, figli miei occorre che chi presiede sia molto versato in tutte le divine Scritture, in pieno possesso del dono di un vero e retto discernimento, capace di istruire e di guidare i suoi discepoli secondo la potenza delle sante Scritttire. Abbia amore vero e sincero per tutti. Sia mite e molto umile, molto paziente. Sia assolutamente libero dalla collera. In secondo luogo, i discepoli siano nelle sue mani come utensili nelle mami dell'artista, come argilla nelle mani del vasaio, corne la pecora nelle mani del pastore. Non posseggano beni particolari, nulla di nulla, nemmeno un ago. Non confidino in se stessi a proposito di nulla, ma solo nel loro padre spirititale.
(P.Veličkovskij, Lettere)

La vera obbedienza consiste in questo: nel non pensare che si servono gli uomini, bensì il Signore. Dall'obbedienza nasce l'umiltà e l'umiltà è il fondamento di tutti i comandamenti, così come l'amore ne è la sommità. Perciò sforzatevi, nei limiti delle vostre possibilità, di compiere tutti i comandamenti del Signore. Umiliatevi l'uno davanti all'altro; preferite l'altro a voi stessi e abbiate amore secondo Dio tra di voi. Allora ci sarà in voi un'unica anima e un unico cuore nella grazia di Cristo.
(P. Veličkovskij, Istruzioni ai monaci)


PREGHIERA

Diffusore per grazia
della vita monastica,
come un'ape laboriosa
hai nutrito le nostre anime
di scritti patristici,
guidando ciascuno di noi
sulla via della salvezza,
per cui ti cantiamo:
rallegrati, sapiente padre Paisij,
rinnovatore della paternità spirituale
nelle nostre terre.


LETTURE BIBLICHE

Eb 13,7-16; Lc 6,17-23


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Giovanni di Dio (+ 1550), religioso (calendario ambrosiano)
Caprasio (III-IV sec.?), vescovo e martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (19 hatūr/ ḫedār):
Dedicazione della chiesa di San Sergio e Bacco a Rosafa (Chiesa copto-ortodossa)
Bartolomeo, apostolo (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Margaretha Blarer (+ 1541), madre di comunità a Costanza

MARONITI:
Stefano il Giovane (+ 764), martire
Irenarco di Sebaste (+ 303), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Stefano il Giovane, osiomartire
Irenarco, martire
Paisij Veličkovskij, monaco (Chiesa russa)

SIRO-OCCIDENTALI:
Giuliano (+ 595), patriarca di Antiochia

SIRO-ORIENTALI:
Andrea, apostolo (Chiesa malabarese)

27 novembre

SIDDHARTA GOTAMA BUDDHA (ca. 560-480 a.C.)
giusto tra le genti

Siddharta Gotama, nato attorno al 560 a.C., era figlio del raja del paese dei Sakya, regione che si estende dalle pendici dell'Himalaya fino al fiume Gange. Era dunque destinato a esercitare potere sugli uomini e a possedere grandi ricchezze. Ma l'esperienza diretta e violenta che Siddharta fece delle tre ineluttabili realtà che pongono radicalmente in crisi la felicità umana: la vecchiaia, la malattia e la morte, segnò per lui l'inizio di un cammino di rinuncia alla mondanità che caratterizzerà tutta la sua esistenza. Accanto a questa triplice esperienza, decisivo fu per il giovane principe l'incontro con l'ascesi monastica, che in un primo tempo egli seguì con estremo impegno e abnegazione. Tuttavia, proprio a partire dal riconoscimento dell'orgoglio che molto spesso si cela dietro a un'ascesi radicale, Siddharta visse la crisi definitiva, che lo porterà a rientrare in se stesso per scoprire che nel suo intimo abitava il Buddha, cioè l'Illuminato. Dopo un tempo di profonda solitudine, abbandonata ogni altra forma di ascesi, Siddharta si sentì risvegliato a una nuova vita, e cominciò a predicare a tutti coloro che incontrava la sua via alla pacificazione interiore e all'armonia con tutte le creature, sino alla morte, avvenuta secondo la tradizione quando egli aveva ottant'anni. La sua vicenda colpì a tal punto i cristiani, che attorno all'VIII secolo, in ambiente palestinese, la storia del cambiamento occorso nella vita di Gotama Buddha in seguito al suo incontro con un monaco tibetano diede origine alla famosissima Vita di Barlaam e Joasaf; diffusa poi anche in lingua latina in tutta la cristianità. In essa il principe indiano Joasafat, convertitosi al cristianesimo grazie all'incontro con il monaco cristiano Barlaam, diventa annunciatore di una via di gioia interiore e di pace con tutto il creato. Barlaam e Joasaf sono ricordati dalle chiese ortodosse il 26 di agosto, e sono iscritti alla data odierna nel Martirologio Romano.


TRACCE DI LETTURA

Disse il Sublime, ormai prossimo alla morte: «Chi dà, acquista merito; chi si raccoglie in se stesso, non suscita odio; chi è intelligente, si astiene dal male; chi ha posto fine alla brama, all'avversione, all'errore, sta in pace». Quindi il Sublime disse all'onorevole Anando: «Andiamo, Anando, verso il fiume Hirannavati e passiamo all'altra sponda, per fermarci nel bosco di sala dei Malla. Là giunto, il Sublime disse all'onorevole Anando: «Per favore, Anando, preparami tra due alberi di sala un giaciglio, col capo a settentrione: sono stanco, Anando, e voglio coricarmi». «Sì, Signore!», rispose Anando, obbedendo al Sublime. E il Sublime si adagiò sul fianco destro, come il leone, un piede sull'altro piede, raccolto e cosciente. Ora i due alberi di sala erano allora in piena fioritura, fuori stagione, e i loro fiori cadevano sul corpo del Sublime, mentre effluvii e suoni celesti si effondevano per l'aria, in gloria del Sublime. Ed egli disse ad Anando: «Ora vedi, Anando, la festa che fa la natura in gloria del Compiuto. Ma i monaci e le monache, i seguaci e le seguaci pregiano, onorano, venerano e gloriano il Compiuto seguendo la Dottrina, persistendo nella Dottrina, procedendo sulla diritta via della Dottrina. Perciò io vi esorto, o monaci: periscono tutte le cose; lottate senza tregua». Questa fu l'ultima parola del Sublime. Quindi si immerse in una serie di estasi successive, finché fu completamente estinto. E con l'estinzione del Sublime, un fremito scosse la terra e passò per l'universo.
(Da Gli ultimi giorni di Gothama Buddha)


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Facondo e Primitivo, martiri in Galizia (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (18 hatūr/ ḫedār):
Filippo, apostolo (Chiesa copta)

LUTERANI:
Virgilio di Salisburgo (+ 784), vescovo ed evangelizzatore in Carinzia

MARONITI:
Giacomo l'Interciso (+ 420), martire
Barlaam e loasaf (vedi notizia sul Buddha)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Giacomo il Persiano, megalomartire

SIRO-OCCIDENTALI:
Giacomo l'Interciso, martire

SIRO-ORIENTALI:
Giacomo l'Interciso, martire

26 novembre

LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Silvestro (+ 1267), abate (calendario monastico)

COPTI ED ETIOPICI (17 hatūr/ ḫedār):
Giovanni Crisostomo (+ 407), patriarca di Costantinopoli (Chiesa copta)

LUTERANI:
Corrado di Costanza (+ 975), vescovo di Costanza

MARONITI:
Pietro (+ ca 311), patriarca di Alessandria, martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Alipio lo Stilita (VI-VII sec.),monaco
Nicone il Metanoeite (+ 998), monaco

VETEROCATTOLICI:
Corrado di Costanza, confessore

25 novembre

CATERINA DI ALESSANDRIA (IV sec.)
martire

Le chiese ortodosse ricordano oggi Caterina di Alessandria, martire e testimone della sapienza di Dio. La chiesa cattolica ha invece lasciato cadere dal suo calendario, nell'ultima riforma del 1969, la celebrazione della santa, mentre la chiesa anglicana ne ha conservato la memoria in tono minore. Caterina costituisce in effetti uno degli esempi più evidenti dell'enorme impatto che può avere sulla vita di intere generazioni di cristiani una vicenda i cui contenuti storici sono assai tenui, e che deve invece moltissimo alla fede e all'immaginazione degli agiografi. Secondo la tradizione, Caterina era una ragazza di nobile famiglia alessandrina che, a motivo della propria fede, fu processata dall'imperatore romano del tempo, Massimino Daia; poiché rifiutava di apostatare, lo stesso imperatore le chiese di sposarlo e di avere così salva la vita, ma Caterina rifiutò. Nel corso delle sue peripezie essa convertì al cristianesimo con la sua grande sapienza quasi tutti i suoi interlocutori, compresa la moglie di Massimino. La tradizione narra che dopo il martirio che Caterina affrontò assieme a tutti coloro che aveva condotto alla fede, il suo corpo fu trasportato da un angelo sul monte Sinai, nel luogo dove ancor oggi sono custodite le sue spoglie, presso il monastero a lei dedicato. Probabilmente questo racconto, di formulazione medievale, vuole rendere conto del trasferimento delle reliquie della santa da Alessandria al Sinai, avvenuto in epoca a noi ignota. La vicenda di Caterina è stata trasmessa in molte versioni letterarie: in particolare, in occidente, mediante la sua passio latina e la Vita narrata nella Leggenda aurea di Jacopo da Varazze. Il suo culto ha conosciuto una larghissima diffusione, grazie soprattutto all'opera missionaria degli ordini mendicanti.


TRACCE DI LETTURA

L'occhio puro e freddo, quanto basta per fare a pezzi la nostra città, quel suo sguardo, quel diniego che si appella alla verità. Il letto, la tavola, è confortevole l'uomo carponi là in mezzo. Ma il pericolo, è quell'occhio in cui brilla l'esistenza di Dio. Allora se taglieremo il collo a questa colpevole innocenza, non si tratterà altro, lo abbiamo accertato, che di legittima difesa.
(P. Claudel, Caterina di Alessandria)


PREGHIERA

È stata accolta la tua preghiera,
o donna di mente
divina:
poiché quelli che con fede
invocano il tuo nome, o venerabile,
il Sovrano li salva dalle tentazioni
e dà loro salute,
liberandoli da ogni sorta di mali,
dell'anima e del corpo.
Per questo, Caterina,
pieni di gioia noi ti diciamo beata.


LETTURE BIBLICHE

Ef 6,10-17; Lc 21,12-19


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Caterina di Alessandria, martire
Isaac Watts (+ 1748), innografo

COPTI ED ETIOPICI (16 hatūr/ ḫedār):
Dedicazione della chiesa di Sant'Onofrio (Chiesa copta)

LUTERANI:
Caterina, martire in Egitto

MARONITI:
Clemente (I-II sec.), papa

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Caterina di Alessandria, megalomartire
Mercurio di Cesarea (III sec.), megalomartire

VETEROCATTOLICI:
Caterina di Alessandria, vergine e martire

24 novembre

LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Colombano (+ 615), abate (calendario monastico)
Maria Anna Sala (+ 1891), vergine (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (15 hatūr/ ḫedār):
Menna il Taumaturgo (III-IV sec.), martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Giovanni Ecolampadio (+ 1531), riformatore a Basilea
John Knox (+ 1572), riformatore in Scozia

MARONITI:
Caterina (IV sec.), vergine e martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Clemente (I-II sec.), vescovo di Roma e Pietro (+ 311 ca), vescovo di Alessandria, ieromartiri
Stefano di Dečiani (+ 1331), martire
Urošica (XIII-XIV sec.), monaco
Nestore, Efrem, Eutimio (XVI sec.), anacoreti (Chiesa serba)

VETEROCATTOLICI:
Clemente di Roma, vescovo

23 novembre

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CLEMENTE DI ROMA (I-II sec.)
pastore e martire

Agli inizi del II secolo muore martire Clemente, secondo la tradizione terzo vescovo di Roma e autore di un'Epistola ai Corinzi, che è uno dei più toccanti testi letterari della cristianità primitiva. Secondo il Liber Pontificalis, Clemente nacque nel I secolo nel quartiere romano di Montecelio. Di lui si sa con certezza che fu vescovo a Roma sotto gli imperatori Galba e Vespasiano, e che, a nome degli anziani della sua chiesa ritenne opportuno intervenire per riportare la concordia nella chiesa di Corinto, lacerata da divisioni riguardanti l'autorità nella comunità cristiana. Nella sua lettera, con un tono umile e al tempo stesso pieno di sapienza e di parresia evangeliche, Clemente ricorda ai cristiani di Corinto che la via dell'unità e della pace tracciata da Cristo passa per l'umiliazione e la sottomissione reciproca per amore, secondo gli insegnamenti di san Paolo, che costituivano un legame profondo tra i cristiani di Roma e quelli di Corinto. La sua fama di uomo mite ed evangelico crebbe a tal punto che nei secoli successivi fiorirono numerose tradizioni a suo riguardo. Secondo alcune di esse, Clemente morì martire in Crimea, dove fu annegato per ordine dell'autorità romana.


TRACCE DI LETTURA

Chi può spiegare il vincolo della carità di Dio? Chi è capace di esprimere la grandezza della sua bellezza? L'altezza ove conduce la carità è ineffabile. La carità ci unisce a Dio: «La carità copre la moltitudine dei peccati». Nulla di banale, nulla di superbo nella carità. La carità non ha scisma, la carità non si ribella, la carità tutto compie nella concordia. Senza carità nulla è accetto a Dio. Nella carità il Signore ci ha presi a sé. Per la carità avuta per noi, Gesù Cristo nostro Signore, nella volontà di Dio, ha dato per noi il suo sangue, la sua carne per la nostra carne e la sua anima per la nostra anima.

(Clemente di Roma, Epistola ai Corinzi 49)


PREGHIERA

Creatore e Padre eterno,
il tuo martire Clemente
ha reso testimonianza con il sangue
all'amore che proclamava
e al vangelo che predicava:
donaci un cuore riconoscente
mentre celebriamo la tua fedeltà
rivelata a noi nelle vite dei tuoi santi
e rafforzaci nel nostro pellegrinaggio
alla sequela di tuo Figlio, Gesù Cristo,
nostro Signore, che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE

Pr 15,1-4; Fili 3,17-4,3; Lc 14,7-11


Leggi tutto: 23 novembreCOLOMBANO (ca 550-615)
monaco

Il 23 novembre del 615 si spegne nel monastero di Bobbio, sull'Appennino tosco-emiliano, Colombano, monaco irlandese e pellegrino per Cristo. Ciò che sappiamo di lui è contenuto principalmente nella Vita scritta dal discepolo Giona di Bobbio. Nativo della provincia irlandese di Leinster, Colombano sentì presto la chiamata a lasciare la propria terra, secondo l'esempio di Abramo, caro a tutti i monaci, per porsi in cammino verso la patria dei cieli, sulle tracce di Cristo.
Dopo essersi formato alla vita monastica nel celebre cenobio gallese di Bangor, Colombano proseguì il suo cammino lasciando i paesi celtici assieme a dodici compagni. Arrivato in Bretagna attorno al 590, iniziò a fondare monasteri e a svolgere un'azione missionaria. Uomo di forte personalità e di radicale attaccamento al vangelo, egli si scontrò spesso con i potenti del suo tempo, e fu costretto a più riprese a ripartire per nuove peregrinazioni. Alcune sue fondazioni, in particolare quella di Luxeuil, in Francia, divennero centri importanti dell'irradiamento monastico irlandese in Europa. Colombano fu esiliato da Luxeuil a causa dei suoi aspri rimproveri al re Teodorico, e dopo un tempo trascorso presso il lago di Costanza raggiunse Bobbio, due anni prima della morte. Colombano fu un aperto sostenitore delle tradizioni ecclesiali irlandesi, e non esitò a rivolgersi a Gregorio Magno per esporre le ragioni dei cristiani irlandesi sulla data della Pasqua e sulle nuove discipline penitenziali da loro introdotte in tutta l'Europa. Le sue regole monastiche ebbero una certa diffusione, ma saranno più tardi soppiantate dall'imposizione a tutto l'occidente della Regola di san Benedetto.


TRACCE DI LETTURA

È proprio dei pellegrini affrettarsi verso la patria, ed è egualmente loro caratteristica sperimentare la precarietà durante il cammino, la sicurezza invece nella patria. Affrettiamoci dunque verso la patria, noi che siamo viandanti. Dio è così grande che non si può vedere in tutta la sua grandezza. Tuttavia bussiamo forte, soprattutto qui, sia per entrare in cielo da veri familiari, sia per comprendere in modo più chiaro i beni che ci aspettano.

(Colombano, Istruzioni 8,1)


PREGHIERA

Signore,
tu hai meravigliosamente riunito
in san Colombano
la sollecitudine per l'evangelizzazione
e l'attaccamento alla vita monastica:
fa' che per la sua preghiera
anche a noi sia dato di porre
tutte le nostre forze
nella ricerca del tuo amore
e nell'accrescimento di coloro
che hanno fede in te.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

1Re 19,16.19-21; Mt 7,21-27


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Clemente, vescovo di Roma, martire

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Clemente I, papa e martire
Colombano, abate (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (14 hatūr/ ḫedār):
Martino (+ 397), vescovo di Tours (Chiesa copta)

LUTERANI:
Clemente di Roma, vescovo
Colombano, evangelizzatore dell'Irlanda

MARONITI:
Anfilochio (+ 400 ca), vescovo di Iconio
Sisinnio (IV sec.), vescovo di Cizico

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Anfilochio, vescovo di Iconio
Gregorio (VI-VII sec.), vescovo di Agrigento
Antonio Sihastrul (XVI-XVII sec.), esicasta (Chiesa romena)

SIRO-ORIENTALI:
Clemente, papa e martire (Chiesa malabarese)

VETEROCATTOLICI
Colombano, evangelizzatore dell'Irlanda

22 novembre

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Leggi tutto: 22 novembreCECILIA (II-III sec.)
martire

Pressoché tutte le chiese cristiane fanno memoria, in questa data o in altre corrispondenti, di Cecilia, vissuta tra il II e il III secolo, che subì il martirio assieme al marito Valeriano e al cognato Tiburzio per ordine del prefetto romano Turcio Almanachio. Storicamente, tutto quello che si sa di lei è che apparteneva all'illustre famiglia romana dei Cecilii. Giovane cristiana, Cecilia era molto sollecita nell'aiutare economicamente la chiesa e i suoi pastori. Un terreno da lei donato alla diocesi diverrà il cimitero dei papi di Roma. Cecilia era inoltre una donna coraggiosa, che in tempo di persecuzione diede rifugio a molti cristiani nelle sue proprietà. La sua celebrità è dovuta al racconto della sua passio, uno dei più letti nell'antichità. Promessa sposa a un pagano di nome Valeriano, Cecilia convinse sia lui che il cognato Tiburzio a diventare cristiani e a condurre una vita casta e irreprensibile. Entrambi condivideranno con lei la testimonianza suprema della fede. Cecilia è nota in tutto il mondo come patrona dei musicisti: secondo la tradizione, mentre al suo matrimonio la gente si dava ai festeggiamenti cantando e suonando musiche festose, Cecilia non cessava di intonare un inno nel proprio cuore a Dio perché le fosse concesso di custodire la verginità per il regno dei cieli.


TRACCE DI LETTURA

I soldati che circondavano la santa la esortavano a sottomettersi al volere dell'imperatore e molti si lamentavano perché una così bella fanciulla voleva affrontare la morte. Disse allora Cecilia: «Buoni giovani, morire non è perdere la propria gioventù ma cambiarla in una migliore: è come dare fango e ricevere in cambio oro; consegnare una vile dimora e riceverne in cambio una preziosa e ornatissima. Ecco, il mio Signore rende il centuplo di quanto gli si offre».
(Jacopo da Varagine, Leggenda aurea)


PREGHIERA

Ascolta, Signore, la nostra preghiera,
e, per intercessione
della vergine martire santa Cecilia,
rendici degni di cantare le tue lodi.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

Os 2,16-17.21-22; Mt 25,1-13


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Cecilia, martire a Roma

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Cecilia, vergine e martire

COPTI ED ETIOPICI (13 hatūr/ ḫedār):
Zaccaria (+ 1032), 64° patriarca di Alessandria (Chiesa copto-ortodossa)
Le miriadi di angeli (Chiesa etiopica)

LUTERANI :
Cecilia, martire a Roma

MARONITI:
Gioacchino e Anna, genitori della vergine Maria
Cecilia, martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Filemone, apostolo, Appia, Archippo e Onesimo (I sec.), discepoli dell'apostolo Paolo
Cecilia di Roma e compagni, martiri
Michele il Soldato (?) (Chiesa bulgara)

VETEROCATTOLICI:
Cecilia, vergine e martire