Warning: getimagesize(images/preghiera/martirologio/martirologio_novembre/11_14_andrej.jpg): failed to open stream: No such file or directory in /home/monast59/public_html/plugins/content/multithumb/multithumb.php on line 1563

Warning: getimagesize(images/preghiera/martirologio/martirologio_novembre/11_14_andrej.jpg): failed to open stream: No such file or directory in /home/monast59/public_html/plugins/content/multithumb/multithumb.php on line 1563

Warning: getimagesize(images/preghiera/martirologio/martirologio_novembre/11_14_bernardin.jpg): failed to open stream: No such file or directory in /home/monast59/public_html/plugins/content/multithumb/multithumb.php on line 1563

Warning: getimagesize(images/preghiera/martirologio/martirologio_novembre/11_14_bernardin.jpg): failed to open stream: No such file or directory in /home/monast59/public_html/plugins/content/multithumb/multithumb.php on line 1563

Warning: getimagesize(images/preghiera/martirologio/martirologio_novembre/11_11_teodoro.jpg): failed to open stream: No such file or directory in /home/monast59/public_html/plugins/content/multithumb/multithumb.php on line 1563

Warning: getimagesize(images/preghiera/martirologio/martirologio_novembre/11_11_teodoro.jpg): failed to open stream: No such file or directory in /home/monast59/public_html/plugins/content/multithumb/multithumb.php on line 1563

Warning: getimagesize(images/preghiera/martirologio/martirologio_novembre/11_11_kierkegard.jpg): failed to open stream: No such file or directory in /home/monast59/public_html/plugins/content/multithumb/multithumb.php on line 1563

Warning: getimagesize(images/preghiera/martirologio/martirologio_novembre/11_11_kierkegard.jpg): failed to open stream: No such file or directory in /home/monast59/public_html/plugins/content/multithumb/multithumb.php on line 1563

Warning: getimagesize(images/preghiera/martirologio/martirologio_novembre/11_09_cristalli.jpg): failed to open stream: No such file or directory in /home/monast59/public_html/plugins/content/multithumb/multithumb.php on line 1563

Warning: getimagesize(images/preghiera/martirologio/martirologio_novembre/11_09_cristalli.jpg): failed to open stream: No such file or directory in /home/monast59/public_html/plugins/content/multithumb/multithumb.php on line 1563

14 novembre

Multithumb found errors on this page:

There was a problem loading image 'images/preghiera/martirologio/martirologio_novembre/11_14_andrej.jpg'
There was a problem loading image 'images/preghiera/martirologio/martirologio_novembre/11_14_andrej.jpg'
There was a problem loading image 'images/preghiera/martirologio/martirologio_novembre/11_14_bernardin.jpg'
There was a problem loading image 'images/preghiera/martirologio/martirologio_novembre/11_14_bernardin.jpg'

GREGORIO PALAMAS (1296-1359)
monaco e pastore

Nel 1359 muore nella sua sede episcopale di Tessalonica Gregorio Palamas, monaco e pastore tra i più amati nel mondo bizantino. Di famiglia costantinopolitana, Gregorio era stato coinvolto nel movimento di rinascita esicasta, che aveva fatto del monte Athos un grande polo di attrazione in un'epoca di forte declino dell'impero bizantino. Uomo molto colto, formatosi nelle migliori scuole della capitale, egli unì nella sua esperienza monastica una profondissima vita interiore, animata dalla pratica della preghiera di Gesù, a una notevole verve da polemista. Quando infatti Barlaam il Calabro accusò di eresia tutti quei monaci che fondavano la loro vita spirituale sulla ripetizione del Nome del Signore, Gregorio si gettò in prima persona nella difesa dei «santi esicasti», dando vita a una teologia al tempo stesso fedele alla tradizione patristica e tuttavia profondamente originale. Importante fu la sua distinzione fra l'essenza e le energie di Dio, che ebbe il merito di rendere ragione sia della radicale alterità di Dio rispetto all'uomo, sia del suo libero donarsi a coloro che vivono nella preghiera un'autentica esperienza spirituale. Coinvolto nelle controversie del tempo, Gregorio conobbe la scomunica e la prigionia inflittegli dal patriarca di Costantinopoli Giovanni Caleca, ma dal successore di quest'ultimo, Isidoro, fu poi riammesso alla comunione ecclesiale, fino a diventare arcivescovo di Tessalonica.
Cantore di un Dio che è «fuoco d'amore divorante», Palamas ha lasciato ai posteri una delle più alte e complete dottrine sulla divinizzazione dell'uomo, vero fine dell'economia divina secondo la tradizione orientale.


TRACCE DI LETTURA

Il Figlio di Dio, nel suo incomparabile amore per gli uomini, non si è limitato a unire la sua divina Ipostasi alla nostra natura, ricoprendosi di un corpo animato e di un'anima dotata d'intelligenza, per apparire sulla terra e vivere con gli uomini; ma poiché si unì - miracolo incomparabilmente sovrabbondante - alle ipostasi umane stesse, confondendosi con ogni fedele per la comunione al suo santo corpo - egli infatti diventa un sol corpo con noi e fa di noi un tempio della Divinità tutta, visto che nel corpo stesso di Cristo abita corporalmente tutta la pienezza della Divinità -, come non illuminerebbe egli coloro che comunicano degnamente al raggio divino del suo Corpo che è in noi, portando luce nella loro anima, come egli illumina gli stessi corpi dei discepoli sul Tabor? Allora questo corpo, fonte della luce della grazia, non era ancora unito ai nostri corpi; esso illuminava dal di fuori coloro che gli si accostavano e inviava l'illuminazione all'anima con la mediazione degli occhi sensibili; ma oggi, poiché è mescolato con noi ed esiste in noi, egli illumina l'anima proprio dal di dentro.

(Gregorio Palamas, Triadi  I,3,38)


PREGHIERA

Luminare dell'ortodossia,
sostegno e maestro della chiesa,
bellezza dei monaci,
difensore invincibile dei teologi,
Gregorio taumaturgo, vanto di Tessalonica,
annunciatore della grazia,
supplica senza sosta
per salvare le nostre anime.


LETTURE BIBLICHE

Eb 13,7-16; Mt 5,14-19


Leggi tutto: 14 novembreANDREA ŠEPTYC'KYJ (1865-1944)
pastore

Le chiese cattoliche di rito bizantino della Galizia e dell'Ucraina occidentale hanno vissuto fin dai tempi dell'Unione di Brest (1596) diverse peripezie, legate al mutare delle potenze regnanti nelle loro terre. La chiesa greco-cattolica dell'Ucraina, in particolare, ha conosciuto nel XX secolo una persecuzione senza precedenti, soprattutto a partire dal momento in cui essa fu abolita da uno pseudo-sinodo voluto da Stalin nel 1946 con la collaborazione di una parte della gerarchia ortodossa. Da quel momento i greco-cattolici videro crescere a dismisura tra le proprie file il numero dei martiri e dei confessori. Volendo ricordare un grande esempio di testimonianza cristiana, il nome che più naturalmente viene alla mente di ogni cattolico ucraino è quello di Andrea Šeptyc'kyj, metropolita di Lviv e Halyč dal 1900 al 1944. Nativo della Galizia, Šeptyc'kyj fu uomo di preghiera e di grande erudizione. Come pastore si occupò soprattutto di orfanotrofi, di ospedali e di istituzioni educative, e nel mutare dei regnanti sul suo paese (per ben sei volte nel tempo del suo episcopato), divenne un vero padre per il suo popolo. Al sopraggiungere delle persecuzioni sovietiche prima, e poi di quella nazista con l'occupazione dell'Ucraina, egli difese pubblicamente i deboli, soprattutto gli ebrei, ai quali dedicò una celebre lettera pastorale. Šeptyc'kyj soffriva molto per la divisione tra le chiese, e fu un ecumenista ante litteram, facendo conoscere in occidente la ricchezza delle chiese d'oriente. Sebbene infatti fosse figlio di ferventi cattolici latini, aveva presto riscoperto le proprie radici passando alla chiesa cattolica di rito bizantino.
Nel 1939 egli scrisse a papa Pio XII per chiedergli la benedizione in vista del martirio. Sebbene non sia morto martire, Šeptyc'kyj può a buon diritto essere ricordato come un confessore della fede e della speranza cristiane.


TRACCE DI LETTURA

A partire da ora, per mandato di Cristo, non sono più solamente un fratello per voi, ma anche un pastore, vostro padre; devo vivere soltanto per voi, lavorare per voi con tutto il cuore e tutta l'anima, consacrarmi a voi in ogni cosa e, se necessario, deporre la mia vita per voi. Oggi, rivolgendomi a voi per la prima volta attraverso questa lettera pastorale, vorrei, cari fratelli, esprimervi non solo i miei saluti più sinceri, ma anche mostrarvi tutto il mio cuore e l'amore paterno di cui Cristo ha riempito la mia anima. Oggi seppur soltanto a parole - parole ben povere - vorrei dichiararvi la mia sollecitudine e l'amore paterno che nutro per voi. Sono forse un medico, un agronomo o un politico, dato che mi trovo a parlare di salute, di prosperità e di educazione? Nient'affatto: non sono né medico, ne agronomo, né politico, ma sono un padre, e un padre non resta indifferente dinanzi a ciò che riguarda i suoi figli. Gesù mi ha chiesto di condurvi sulle vie della salvezza e per questo mi ha dato un cuore umano e un amore umano. Egli allora mi perdonerà se oggi non comincio col predicarvi la parola di Dio, e parlo invece di cose umane della vostra vita; sono certo che non si scandalizzerà di questo. Dopo tutto, anche lui, prima di mettersi a insegnare, ha assunto il dolore e la sofferenza umane e le ha condivise per tutta la sua vita. Anch'egli, prima di cominciare a predicare in occasione del suo primo miracolo di Cana di Galilea, consacrò la vita familiare e mostrò la sua sollecitudine per l'aspetto terreno della vita umana, mutando l'acqua delle giare in vino prelibato.

(A. Šeptyc'kyj, Prima Lettera pastorale)


Leggi tutto: 14 novembreJOSEPH LOUIS BERNARDIN (1928-1996)
pastore

Nella notte tra il 13 e il 14 novembre 1996 muore dopo una lunga lotta contro la malattia Joseph Louis Bernardin, arcivescovo cattolico di Chicago.
Nato nel 1928 nella Carolina del Sud da una famiglia di emigrati italiani, Joseph fu ordinato presbitero nel 1952. Eletto vescovo ausiliare di Atlanta a soli 38 anni, egli assunse un ruolo di primo piano nell'episcopato statunitense, guidando la difficile transizione post-conciliare nella chiesa cattolica americana. Fu un instancabile tessitore di comunione fra le diverse componenti, spesso in rotta fra di loro, della chiesa nordamericana.
Nominato arcivescovo di Cincinnati, e più tardi di Chicago, Bernardin guidò la conferenza episcopale statunitense, assumendo posizioni chiare in difesa della pace, senza risparmiare forti critiche alle politiche militari del suo paese.
Contemporaneamente, egli cominciò una riflessione sulla necessità di spostare l'attenzione dalla chiesa a Cristo, riflessione che costituirà il filo rosso degli ultimi anni del suo cammino spirituale, fino a informare tutto il suo ministero di servo della Parola.
Dopo aver affrontato e superato, senza ricorrere a esenzioni e privilegi, le false accuse di molestie sessuali che gli erano state rivolte da un uomo malato di mente, Bernardin si trovò nel 1995 di fronte alla diagnosi di un male inguaribile.
Egli fece degli ultimi due anni della sua vita un instancabile pellegrinaggio fra i sofferenti della sua diocesi, malati, carcerati ed emarginati di ogni sorta, per annunciare quell'amore per la vita che aveva illuminato tutta la sua esistenza e il suo ministero di pastore.


TRACCE DI LETTURA

Come vescovo ho cercato di dare forma all'annuncio del valore unico che ha la vita umana, e di ricordare a me e agli altri la nostra comune responsabilità di fronte ad essa. Ora che la mia vita volge lentamente al declino, man mano che il mio destino terreno si fa più chiaro, giorno dopo giorno, non mi sento angosciato, ma piuttosto riconfermato nella mia convinzione riguardo alla meravigliosità della vita umana, dono che sgorga dall'essere stesso di Dio e che è affidato a ciascuno di noi. La verità è che ogni vita ha un valore infinito. La mia ultima speranza è che i miei sforzi siano stati fedeli alla verità del vangelo della vita, e che voi possiate trovare in questo vangelo la visione e la forza necessarie per promuovere e nutrire il grande dono della vita che Dio ha voluto condividere con noi.

(J. L. Bernardin, Annuncio pubblico della morte imminente. Settembre 1996)

Quello che vorrei lasciare dietro di me è una semplice preghiera: che ognuno di voi possa trovare ciò che ho trovato io, un dono speciale di Dio per tutti noi: il dono della pace. Quando siamo in pace, troviamo la libertà di essere più pienamente noi stessi, perfino nei tempi peggiori. Ci distacchiamo da ciò che non è necessario e abbracciamo quello che è essenziale. Ci svuotiamo, affinché Dio possa lavorare in maniera più piena dentro di noi. E diventiamo strumenti nelle mani del Signore.

(J. L. Bernardin, Il dono della pace)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Samuel Seabury(+ 1796), primo vescovo anglicano in Nordamerica

COPTI ED ETIOPICI (5 hatūr/ ḫedār):
Apparizione della testa di Longino il Centurione (Chiesa copto-ortodossa)
Tutti i santi (Chiesa copto-cattolica)
Abba Yoḥanni di Dabra 'Asā (XIII sec.), eremita;
Fine della Stagione dei Fiori (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Gottfried Wilhelm Leibniz, (+ 1716), pensatore cristiano a Hannover

MARONITI:
Filippo, apostolo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Filippo, apostolo
Gregorio Palamas, arcivescovo di Tessalonica (Chiesa greca)

SIRO-OCCIDIENTALI:
Filippo, apostolo

SIRO-ORIENTALI:
Giosafat (+ 1623), martire (Chiesa malabarese)

13 novembre

Leggi tutto: 13 novembre

GIOVANNI CRISOSTOMO (ca 347-407)
padre della chiesa e pastore

Nel 407 muore in esilio Giovanni Crisostomo, padre della chiesa e pastore. Giovanni nacque ad Antiochia attorno al 347. Ricevuto il battesimo in età adulta, entrò presto a far parte del clero antiocheno come lettore. Intrapresa la vita cenobitica, dopo soli quattro anni egli abbandonò il monastero per praticare una vita più appartata. Ma la sua salute non gli permise di perseverare in tale proposito; egli accettò dunque l'invito del vescovo che lo richiamava in città per farne un suo stretto collaboratore. Per dodici anni, allora, Giovanni, soprannominato per la sua eloquenza Crisostomo cioè «bocca d'oro», predicò a tempo e fuori tempo; nelle sue omelie egli denunciò gli abusi e le colpe del clero, e assunse la difesa dei poveri condannando le ingiustizie sociali. Nel 397 fu eletto patriarca di Costantinopoli, e si preoccupò subito di rinvigorire la vita spirituale della diocesi, riformando il clero e le comunità monastiche. Al tempo stesso istituì ospedali e si adoperò per alleviare i disagi delle fasce più povere della popolazione. Poiché non risparmiava nella sua ardente predicazione né i ricchi né i potenti, Giovanni fu deposto dalla carica episcopale ed esiliato. Richiamato dopo breve tempo, poté riprendere la sua attività pastorale, ma soltanto per due mesi. Arrestato mentre celebrava la Pasqua a Costantinopoli, fu nuovamente esiliato.
Stremato ormai dalle faticose tappe del suo esilio, Crisostomo morì il 14 settembre del 407, lontano dal gregge che aveva tanto amato. La sua festa è anticipata di un giorno in occidente e posticipata al 13 novembre in oriente, per evitarne la sovrapposizione con l'Esaltazione della Croce.


TRACCE DI LETTURA

Che cosa fanno i prìncipi e i re della terra con tutti i loro tesori? Costruiscono superbi palazzi, mura difensive per le città, piazzeforti, usano anche catenacci, solide porte, guardie per proteggere i loro tesori. Gesù Cristo agisce in modo opposto. Il tesoro che egli affida è semplicemerte racchiuso in un vaso di argilla, come dice san Paolo. Ma se questo tesoro è prezioso, perché il vaso che lo contiene ha la fragilità dell'argilla? È di proposito, affinché il tesoro, lungi dal dovere la sua preservazione al vaso, lo preservi lui da ogni rottura.
(Giovanni Crisostomo, Omelie)


PREGHIERA

Signore Dio,
forza di quelli che sperano in te,
tu hai dato a Giovanni Crisostomo
una parola forte
,
un annuncio persuasivo del tuo vangelo
e un grande coraggio
nella prova e nella persecuzione:
accorda anche a noi
di essere degni e instancabili
annunciatori di Gesù Cristo,
tuo Figlio, nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE

Is 50,4-10; Mt 5,13-16


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Charles Simeon (+ 1836), presbitero, teologo evangelico

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Omobono (+ 1197)
Francesca Cabrini (+ 1917), vergine (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (4 hatūr/ ḫedār):
Giovanni e Giacomo di Persia (IV sec.),vescovi e martiri (Chiesa copta)
Abbā Abaido (?), monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Ludwig Harms (+ 1865), missionario in Bassa Sassonia

MARONITI:
Giovanni Crisostomo, confessore

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Giovanni Crisostomo, patriarca di Costantinopoli

SIRO-OCCIDENTALI:
Giovanni Crisostomo, vescovo

VETEROCATTOLICI:
Imerio (VII sec.) eremita ed evangelizzatore

12 novembre

GIOVANNI IL MISERICORDIOSO VI - VII sec.
pastore

Dopo il concilio di Calcedonia del 451, la cui recezione in Egitto fu particolarmente problematica, si ebbero ad Alessandria due patriarcati, uno copto e l'altro melkita, cioè fedele all'imperatore bizantino. Nonostante le grandi tensioni e divisioni in seno alla chiesa, vi è tuttavia un patriarca melkita di Alessandria stimato e amato anche dai copti: è Giovanni il Misericordioso, vissuto tra il VI e il VII secolo e ricordato addirittura nell'antico calendario copto di Abū' Barakāt. Giovanni era figlio del governatore bizantino a Cipro, ed era nato nella città di Amathous, sulla costa meridionale dell'isola. Alla morte della moglie e dei figli, egli si dedicò totalmente ai poveri. Sarà un'occupazione che lo accompagnerà per tutta la vita, fino a valergli l'appellativo di «misericordioso». Eletto patriarca melkita di Alessandria nel 610, Giovanni entrò nel vivo dei problemi politici del tempo, come l'avanzata dei Persiani e le pretese dell'impero bizantino verso l'Egitto, e difese il compito specifico della chiesa di fronte alle ingerenze dei poteri secolari. Al centro dei suoi impegni pastorali vi fu soprattutto il sostegno dei bisognosi: egli riuscì a far destinare la gran parte delle risorse della chiesa agli ultimi, coinvolgendo i ceti ricchi della popolazione nelle sue iniziative evangeliche.
Giovanni morì a Cipro, attorno al 619. I suoi illustri biografi (Giovanni Mosco, Sofronio il Sofista, Leonzio di Neapolis per l'oriente, e Anastasio il Bibliotecario e Jacopo da Varagine per l'occidente) lo hanno fatto conoscere e amare in tutte le chiese cristiane.


TRACCE DI LETTURA

Giovanni, patriarca di Alessandria, mentre una notte vegliava e pregava, vide una fanciulla bellissima con una corona di foglie d'ulivo. Si stupì Giovanni, e le chiese chi fosse. Rispose quella: «Io sono la Misericordia che ha fatto discendere dal cielo il Figlio di Dio: prendimi in sposa e bene te ne verrà». Il santo capì che l'ulivo stava a significare la misericordia, e da quel giorno divenne così misericordioso che tutti lo chiamarono l'«elemosiniere». Chiamava i poveri i suoi signori, e un giorno convocò tutti i suoi servitori e disse loro: «Andate per la città e fate una lista di tutti i miei signori, senza tralasciarne alcuno». Ma quelli non capivano; allora il santo spiegó: «Quelli che voi chiamate poveri io li chiamo miei signori e mio aiuto, perché questi solo ci possono aiutare e aprirci un giorno le porte del regno celeste».
Jacopo da Varagine, Leggenda aurea


PREGHIERA

La fonte della misericordia,
Giovanni, imitatore di Cristo,
riversa sui bisognosi
i suoi teneri sentimenti di compassione.
Venite, poveri, saziamoci,
imitando in spirito la sua letizia;
egli infatti,
ospitando Cristo nei poveri
con amore misericordioso,
come un tempo Abramo,
è stato fatto degno della beatitudine,
e con franchezza intercede
perché sia fatta misericordia
alle nostre anime.


LETTURE BIBLICHE

2Co 9,6-11: Mt 5,14-19


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Giosafat (+ 1623), vescovo e martire (calendario romano e ambrosiano)
Teodoro Studita (+ 826), abate (calendario monastico)
Emiliano della Cogolla (+ 574), abate (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (3 hatūr/ ḫedār):
Ciriaco di Corinto (IV sec.), monaco (Chiesa copta)
Madḫānina Egzi' (XIII-XIV sec.), monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Clnristian Gottlob Barth (+ 1862). predicatore delle missioni nel Württemberg

MARONITI:
Teodoro Studita
Martino (+ ca 655), papa
Giovanni il Misericordioso, vescovo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Giovanni il Misericordioso, arcivescovo di Alessandria:
Nilo l'Asceta (V sec.), monaco
Stefano Uroš Il Milutin (+ 1321), re dei serbi (Chiesa serba)

11 novembre

Multithumb found errors on this page:

There was a problem loading image 'images/preghiera/martirologio/martirologio_novembre/11_11_teodoro.jpg'
There was a problem loading image 'images/preghiera/martirologio/martirologio_novembre/11_11_teodoro.jpg'
There was a problem loading image 'images/preghiera/martirologio/martirologio_novembre/11_11_kierkegard.jpg'
There was a problem loading image 'images/preghiera/martirologio/martirologio_novembre/11_11_kierkegard.jpg'
Leggi tutto: 11 novembre

MARTINO DI TOURS (317-397)
monaco e pastore

Martino nacque nel 317 in Pannonia, l'odierna Ungheria, ed era figlio di un soldato romano. Tutto ciò che si conosce di lui è dovuto al suo biografo, Sulpicio Severo, che lo fece amare in tutto l'occidente. Costretto dal padre ad arruolarsi nell'esercito imperiale, nei venticinque anni di servizio prestato all'imperatore, Martino ebbe modo di incontrare e di accogliere la fede cristiana. La leggenda vuole che la svolta decisiva della sua vita avvenisse alle porte di Amiens, quando il giovane soldato, ancora catecumeno, donò a un povero la metà del proprio mantello, dopo averlo tagliato in due con la spada. La notte successiva, Martino vide in sogno che il Cristo stesso era rivestito del mantello che egli aveva offerto a quel mendicante. Lasciato l'esercito, Martino si diede alla vita monastica, fondando a Ligugé, assieme a Ilario, il primo monastero della Gallia. Eletto vescovo di Tours, egli restò fedele alla sua vocazione monastica, e fondò a Marmoutiers un cenobio che rimase fino alla fine la sua dimora. Per questo suo genere di vita, fondato sulla comunione fraterna, la condivisione dei beni, la preghiera comune e la predicazione, Sulpicio lo definì «Uomo veramente simile agli apostoli». Martino si prodigò fino all'ultimo dei suoi giorni per annunciare il vangelo nelle campagne, creando le prime parrocchie rurali. Morì a Candes, nei pressi di Tours, l'8 novembre del 397, e fu il primo santo che non aveva subito il martirio a essere ricordato nella chiesa indivisa.


TRACCE DI LETTURA

Un giorno il diavolo, dopo essersi fatto precedere da una luce abbagliante, avvolto in essa per trarre più facilmente in inganno Martino grazie alla luminosità dello splendore che aveva assunto, vestito con abiti regali, coronato di un diadema di gemme e d'oro, con calzari ricamati in oro, il volto disteso e l'espressione lieta, si presentò a Martino che pregava nella sua cella. Non appena lo vide, Martino rimase di sasso: tutti e due osservarono a lungo un silenzio assoluto. Poi il diavolo per primo disse: «Riconosci, Martino, colui che vedi. Io sono il Cristo. In procinto di ritornare sulla terra, ho deciso dl manifestarmi dapprima a te». Martino rispose: «Per quanto mi riguarda, io non crederò che Cristo sia venuto se non in quella veste e con quell'aspetto in cui subì la passione, se non porterà i segni della croce».

(Sulpicio Severo, Vita di Martino 24,4-7)


PREGHIERA

Signore,
Dio di tenerezza e d'amore,
Martino, nel povero,
ti ha rivestito del suo mantello
e tu, nel battesimo,
lo hai rivestito dell'uomo nuovo,
fino a costituirlo
pastore del tuo popolo:
concedici in questa sua memoria
di ravvivare
la nostra compassione per gli ultimi
e di rinnovare la nostra conversione
verso di te, o Padre.
Per Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE

Mi 6,6-8 (o Is 61,1-3); Mt 25,31-40


Leggi tutto: 11 novembreTEODORO STUDITA (759-826)
monaco

In questo stesso giorno, nell'826, conclude la sua radiosa parabola terrena Teodoro Studita, confessore della fede e riformatore della vita monastica in Oriente. Nato nel 759 da una nobile famiglia della capitale bizantina, Teodoro entrò in un monastero dell'Asia Minore a 22 anni, assieme al padre e ai fratelli. Convinto testimone della fede apostolica, egli conobbe in vita esili e persecuzioni. In un tempo di lotte iconoclastiche difese infatti l'uso delle immagini nella liturgia, e contestò i comportamenti antievangelici degli imperatori, attirandosi ogni sorta di ostilità. Costretto dalle incursioni arabe a rientrare a Costantinopoli, Teodoro fu eletto igumeno del monastero di Studio. Mosso dal profondo desiderio di rinnovare la vita monastica in senso cenobitico, egli fece di Studio un centro monastico il cui irradiamento si estenderà nelle epoche successive. Il Typikón (la regola) di Studio ispirerà infatti numerosissimi ordinamenti comunitari dell'oriente bizantino. La testimonianza di fede di Teodoro è giunta a noi attraverso la collezione delle sue Catechesi, in cui ogni giorno l'igumeno di Studio spezzava il pane della Parola per i suoi fratelli, fortificandoli nella fede e invitandoli a una sequela radicale di Cristo. Il messaggio dei suoi scritti, profondamente umano e cristiano prima ancora che monastico ha nutrito spiritualmente intere generazioni di cristiani orientali.


TRACCE DI LETTURA

Fratelli, se anche noi desideriamo camminare sulle tracce dei santi, non limitiamoci ad osservare ciò che può giovare a noi stessi, ma preghiamo per il mondo intero, avendo compassione di quanti vivono una vita deviata, di coloro che si ostinano nell'eresia, di quanti sono trascinati alla perversione, di coloro che vivono nelle tenebre; in poche parole, per tutti gli uomini, secondo la raccomandazione dell'Apostolo, facciamo preghiere e suppliche. In questo modo, prima ancora di rendere servzio agli altri, gioveremo a noi stessi, poiché saremo penetrati e purificati dal dolore che sorge di fronte alla scoperta che anche in noi abitano le passioni malvage; purificati e liberati dalla passione, ci sia concesso di ottenere la vita eterna in Cristo nostro Signore, al quale appartengono la gloria e la potenza con il Padre e lo Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli.

(Teodoro Studita, Piccola catechesi 52)


PREGHIERA

O Dio,
che per mezzo del santo abate Teodoro
hai dato nuovo impulso
e splendore alla vita cenobitica,
fa' che noi,
conformandoci alla passione di Cristo
nella perseveranza,
possiamo divenire partecipi del suo regno.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

2Cor 4,7-15; Gv 15,1-8


Leggi tutto: 11 novembreSØREN KIERKEGAARD (1813-1855)
testimone

L'11 novembre del 1855 si spegne a soli quarantadue anni nella nativa Copenaghen Søren Aabye Kierkegaard, filosofo, teologo luterano e testimone di una spiritualità radicalmente evangelica. Ereditata in gioventù dal padre una marcata simpatia per i grandi esponenti del pietismo tedesco, alla morte del genitore, Søren entrò in possesso anche di un lascito cospicuo che gli permise di dedicarsi alla ricerca intellettuale e di pubblicare a proprie spese i libri - moltissimi - che scriverà nella pur breve esistenza. Formatosi in un mondo pervaso dal pensiero hegeliano, Kierkegaard si ribellò interiormente ai suoi maestri e prese a ricercare una verità diversa da quella dell'idealismo, proponendo un accesso alla verità attraverso la «via della vita». La verità cristiana è infatti per Kierkegaard non quella derivante dall'unità razionale di un sistema di pensiero, bensì quella derivante dall'esperienza personale, l'unica per cui valga la pena di vivere e di morire. Per Kierkegaard l'incontro con Dio avviene soltanto nell'umiliazione dell'intelligenza, quando l'uomo, vinta ogni illusione di poter conoscere la verità con le sole proprie forze, vive rapito e assorto nel senso delle cose eterne e le testimonia accanto agli altri giorno dopo giorno. Il teologo danese espresse questa eccedenza di senso dell'esperienza religiosa soprattutto nelle sue opere poetiche e in brevi ma dense meditazioni religiose. L'influsso dei suoi scritti sul pensiero etico e soprattutto religioso del XIX e del XX secolo fu enorme. Con la sua parresia evangelica egli criticò pensatori e pastori illustri del suo tempo, ridando respiro alla fede e alla cultura cristiane che rischiavano di arenarsi nelle secche del dogmatismo.


TRACCE DI LETTURA

O santo Spirito, noi ti preghiamo per noi e per tutti.
O Spirito di vita, qui non mancano forze, educazione, prudenza:
no, anzi ce n'è fin troppo.
Ciò di cui abbiamo bisogno è che tu ci tolga la forza che ci porta a perdizione: prendila e donaci la vita. Certamente l'uomo prova un brivido mortale quando tu, per diventare la sua forza spirituale, lo privi della forza naturale.
Oh, se le stesse creature irragionevoli capiscono alla fine il bene che loro viene poi quando il cocchiere regale prende in mano le briglie - ciò che dapprima le faceva rabbrividire in un moto di ribellione -, non sarebbe l'uomo in grado di comprendere quale beneficio tu gli fai quando gli togli la forza e gli dai la vita?.

(S. Kierkegaard, Allo Spirito santo)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Martino, vescovo di Tours

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Martino di Tours, vescovo

COPTl ED ETIOPICI (2 hatūr/ḥedār):
Pietro III (+ 490 ca), 27° patriarca di Alessandria (Chiesa copto-ortodossa)
Abba Libanos (V-VI sec.), monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Martino di Tours, vescovo e benefattore in Gallia

MARONITI:
Martino, vescovo di Tours
Mena d'Egitto (+ 304), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Mena d'Egitto, martire
Vincenzo di Saragozza, diacono, e Valerio (+ 304), vescovo, ieromartiri
Teodoro Studita, igumeno e confessore
Serapione Zarzmeli (IX sec.), igumeno (Chiesa georgiana)

VETEROCATTOLICI:
Martino di Tours, vescovo

10 novembre

LEONE MAGNO (+ 461)
pastore

Nell'anno 461 muore a Roma papa Leone I, chiamato dai posteri «Magno» per l'ampio respiro della sua azione pastorale e dei suoi pronunciamenti teologici. Originario di Roma, o forse dell'Etruria, Leone visse in un periodo di gravi conflitti e di forti instabilità politiche in Oriente come in Occidente. Eletto diacono della chiesa di Roma, egli fu spesso chiamato a ricomporre contese e divisioni di ogni sorta, e la sua opera di pace gli valse l'elezione a papa nel 440 da parte del clero e del popolo della città. Predicatore sapiente ed esigente, Leone seppe intervenire nelle controversie teologiche cercando sempre vie di riconciliazione e riconducendo al vangelo le fazioni contrapposte. Fu coinvolto negli animati dibattiti cristologici del V secolo, seguiti alla condanna degli insegnamenti di Nestorio, e i suoi pronunciamenti, scritti sotto forma di lettera al patriarca di Costantinopoli Flaviano, divennero la base della fede proclamata dai padri riuniti in concilio a Calcedonia nel 451. In essi Leone parlò con semplicità e franchezza evangeliche dell'umiltà di Gesù, vero Dio fattosi vero uomo a motivo della sua compassione per le sue creature. Negli scritti di Leone Magno emerge un costante annuncio gioioso della salvezza cristiana attraverso la partecipazione al mistero pasquale di Cristo. Nessun uomo, afferma Leone, deve sentirsi escluso dalla vocazione a entrare nella nuova umanità escatologica di cui Cristo è la primizia. Negli ultimi anni del suo pontificato egli difese Roma dagli Unni, trattando personalmente con il re Attila, e ottenne dai Vandali, entrati ormai nell'Urbe, che non incendiassero la città e non uccidessero i suoi abitanti.


TRACCE DI LETTURA

Ringraziamo, o amatissimi, Dio Padre mediante il suo Figlio nello Spirito santo, lui che, «per la grande carità con cui ci ha amati, ha avuto compassione di noi, e mentre eravamo morti a causa del peccato, ci ha fatti rinascere in Cristo», per essere in lui una nuova creatura e da lui nuovamente plasmati. «Spogliamoci perciò dell'uomo vecchio con le sue azioni», e una volta divenuti partecipi della nascita di Cristo, rinunciamo alle opere della carne.
Riconosci, o cristiano, la tua dignità, e, divenuto partecipe della natura divina, non voler ricadere nell'antica abiezione con una vita indegna. Ricordati del tuo capo e di quale corpo tu sei membro. Rammentati che tu, strappato dal potere delle tenebre, sei stato inserito nella luce e nel regno di Dio. Mediante il sacramento del battesimo sei divenuto tempio dello Spirito santo: non cacciar via da te con azioni perverse un ospite tanto grande.

(Leone Magno, Sermone I sul Natale del Signore 3,1-3)


PREGHIERA

Dio nostro Padre,
che hai reso forte il tuo servo Leone
nella difesa della fede:
riempi la tua chiesa dello spirito di verità,
perché guidata dall'umiltà
e governata dall'amore
essa possa prevalere
contro le forze del male.
Attraverso Gesù Cristo, tuo Figlio,
nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE

MI 2,5-7; 1P 5,1-11 (o 2Cor 5,14-20); Mt 16,13-19


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Leone Magno, vescovo di Roma, maestro della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Leone Magno, papa e dottore della chiesa (calendario romano e ambrosiano)
Litanie della vigilia di san Martino (calendario rnozarabico)

COPTl ED ETIOPICI (1 hatūr/ḥedār):
Ciriaco di Gerusalemme (+ 361 ca), vescovo e martire (Chiesa copto-ortodossa)
Cleopa (I sec.), dei settanta discepoli (Chiesa copto-cattolica)
Na'akweto La'ab (+ 1250), re (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Leone Magno, vescovo a Roma
Karl Friedrich Stellbrink (+ 1943), testimone fino al sangue a Lubecca

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Olimpa, Rodione, Sosipatro, Terzo, Erasto e Quarto (I sec.), apostoli
Oreste di Tiana (+ 304), martire
Arsenio (+ 1266), arcivescovo dei serbi (Chiesa serba)
]ov di Počajiv (+ 1651), monaco
Teofilo di Kyiv (+ 1853), folle per Cristo
Costantino di Kyiv (+ 1937), vescovo (Chiesa ucraina)

9 novembre

Multithumb found errors on this page:

There was a problem loading image 'images/preghiera/martirologio/martirologio_novembre/11_09_cristalli.jpg'
There was a problem loading image 'images/preghiera/martirologio/martirologio_novembre/11_09_cristalli.jpg'

NETTARIO DI EGINA (1846-1920)
monaco e pastore

La Chiesa di Grecia ricorda oggi uno dei suoi santi più popolari: Nettario di Egina, monaco e metropolita di Pentapoli. Al secolo Anastasio Kephalas, Nettario nacque a Silyvria, in Tracia, nel 1846. Dopo 10 anni di soggiorno sull'isola di Chio, egli ricevette la tonsura monastica al Nuovo Monastero, assumendo il nome di Lazzaro, che muterà in Nettario l'anno successivo, quando riceverà l'ordinazione diaconale. Raggiunta Atene, Nettario conobbe il patriarca di Alessandria Sofronio che gli finanziò gli studi di teologia e lo ordinò presbitero nella chiesa alessandrina di San Saba. Apprezzato predicatore, Nettario fu eletto metropolita di Pentapoli dallo stesso Sofronio, ma la sua radicalità evangelica gli attirò l'ostilità degli ambienti patriarcali. Allontanato dall'Egitto, Nettario tornò in Grecia, dove resse per quindici anni una scuola ecclesiastica per poi ritirarsi nel monastero della Santa Trinità di Egina, costruito per suo volere nel 1904. Nettario fu conosciuto e amato in tutta la Grecia attraverso i suoi scritti spirituali, ma anche per la serenità con cui seppe accettare le molte umiliazioni patite a motivo della sua irreprensibilità. Egli morì a 74 anni, l'8 novembre del 1920.


PREGHIERA

I credenti onorino Nettario,
figlio di Silyvria e custode di Egina,
che, da vero amico della virtù,
si è mostrato servo di Cristo,
ripieno di Dio.
Egli infatti fa scendere
ogni sorta di bene su coloro
che con timore filiale esclamano:
Gloria a Cristo che ti ha glorificato!
Gloria a colui
che in te ha operato prodigi!
Gloria a colui che attraverso di te
ha portato benefici a ogni uomo.


Leggi tutto: 9 novembreMARTIRI EBREI DELLA NOTTE DEI CRISTALLI (+ 1938)

Già nel 1935, in occasione dell'emanazione della «Legge per la tutela del sangue e dell'onore tedesco», Hitler aveva ribadito che qualora la «questione ebraica» non fosse stata risolta politicamente, sarebbe stato necessario avviare una «soluzione finale». Il 7 novembre del 1938, un ebreo polacco di 17 anni, malato di mente ed esasperato dall'espulsione da poco avvenuta di diciottomila ebrei polacchi dalla Germania, uccide a Parigi un diplomatico tedesco. Per i nazisti è la conferma del complotto internazionale ordito dal popolo ebraico contro la Germania. Ormai decisi a portare a compimento il loro progetto di sterminio degli ebrei, la notte del 9 novembre 1938 i nazisti organizzano in tutta la Germania un pogrom dalle conseguenze devastanti: 191 sinagoghe vengono bruciate, 7.500 negozi di proprietà degli ebrei sono distrutti, 91 ebrei sono uccisi e 26.000 deportati nei campi di concentramento. Per l'impressionante spettacolo delle migliaia di vetrine rotte lungo le strade, l'assalto nazista verrà ricordato come la «notte dei cristalli». La comunità internazionale, giunta immediatamente a conoscenza dell'accaduto, non rivolge che delle minime proteste contro gli organizzatori del massacro.


TRACCE DI LETTURA

Gridate da ogni lembo di terra, da sotto ogni pietra, gridate dalla polvere, dalle fiamme, dal fumo - è il vostro sangue, la vostra linfa, il midollo delle vostre ossa, è la vostra carne, la vostra vita! Gridate, gridate forte! Gridate dalle viscere delle bestie nella foresta, dei pesci nell'acqua - vi hanno divorati. Gridate dai forni. Gridate, piccoli e grandi. Voglio sentire le vostre grida, le vostre voci, i vostri singhiozzi. Grida, popolo ebraico massacrato, grida, grida più forte!
Y. Katzenelson, Il canto del popolo ebraico massacrato


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Margery Kempe (XIV-XV sec.), mistica

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Dedicazione della basilica lateranense (IV sec.) (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (30 bābah/ṭeqemt):
Abramo di Manūf (IV sec.), solitario(Chiesa copta)
Il re Yesḥaq (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Emil Frommell (+ 1896), predicatore nel Baden e a Berlino

MARONITI:
Matrona la Giusta (V-VI sec.), monaca

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Onesiforo e Porfirio (V sec.), martiri
Matrona di Costantinopoli, igumena
Teoctista di Lesbo (IX sec.), monaca
Nettario di Egina, vescovo di Pentapoli (Chiesa greca)
Claudio, Castorio, Sinforiano, Nicostrato e compagni di Pannonia (+ ca 304), martiri (Chiesa romena)

8 novembre

ELISABETTA DELLA TRINITÀ (1880-1906)
monaca

La chiesa cattolica ricorda oggi Élisabeth Catez, meglio conosciuta come Elisabetta della Trinità. Nata nel 1880 ad Avor, nei pressi di Bourges, in Francia, Elisabetta trascorse l'infanzia a Digione. Donna dal carattere difficile, profondamente segnata dalla scomparsa del padre quand'era ancora bambina, essa ebbe una gioventù tormentata. In conflitto con la madre che contrastava la sua vocazione religiosa, la ragazza divenne un'eccellente pianista e frequentò gli ambienti dell'alta società, pur custodendo un profondo amore per la vita interiore. A ventun anni Elisabetta entrò nel Carmelo, per vivere radicalmente la chiamata a rientrare in quella che lei stessa chiama «la cella del cuore», destinata a divenire dimora della Trinità. La sua vita monastica non fu altro che ricerca dell'inabitazione di Dio nel cuore e nel cuore, nella propria coscienza, Elisabetta cercò di offrire uno spazio materno perché lo Spirito potesse generare in lei il Verbo. Colpita da una grave forma di tubercolosi, visse l'ultimo anno della propria vita sopportando sofferenze atroci. Ma Elisabetta ritrovò proprio nel momento più difficile e angosciante la pace a cui aveva a lungo anelato. Grazie all'assiduità con le Scritture, soprattutto con i testi di san Paolo, essa riuscì a fare della sua croce un cammino di amore senza riserve, come testimoniano i testi dei suoi Ritiri, scritti poco prima di morire. Elisabetta morì l'8 novembre del 1906, appena ventiseienne, dicendo: «Vado alla luce, all'amore, alla vita».


TRACCE DI LETTURA

Rimanete in me. È il Verbo di Dio che dà quest'ordine, che esprime questa volontà. Rimanete in me non per alcuni istanti, alcune ore che devono passare, ma rimanete ... stabilmente, abitualmente. Rimanete in me, soffrite in me, lavorate, agite in me. Rimanere in me per donarvi a ogni persona e a ogni cosa, penetrate sempre più in questa profondità. È proprio questa la solitudine in cui Dio vuole attirare l'anima per parlarle. Ma per comprendere questa parola così misteriosa è necessario non fermarsi alla superficie: bisogna penetrare sempre più nell'Essere divino con il raccoglimento. «Mi lancio verso la meta», esclamava Paolo. Così noi dobbiamo discendere ogni giorno in questo sentiero dell'abisso che è Dio, lasciandoci scivolare con fiducia e amore. «L'abisso chiama l'abisso»: laggiù avrà luogo l'impatto divino; è laggiù che l'abisso del nostro nulla, della nostra miseria, incontrerà l'abisso della misericordia, dell'immensità del tutto. È laggiù che troveremo la forza di morire a noi stessi e che, perdendo le nostre sembianze, saremo trasformati in amore. «Beati i morti che muoiono nel Signore».
Elisabetta della Trinità, Il cielo nella fede


PREGHIERA

O Dio, ricco di misericordia,
che hai dischiuso
alla beata Elisabetta della Trinità
il mistero della tua arcana presenza
nell'anima del giusto,
e l'hai resa adoratrice in spirito e verità,
per sua intercessione
fa' che perseveriamo nell'amore di Cristo,
per essere tempio dello Spirito
a lode della tua gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

Ef 1,3-10.13-14; Gv 14,23-26


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Santi e martiri d'Inghilterra

COPTI ED ETIOPICI (29 bābah/ṭeqemt):
Demetrio di Tessalonica (+ ca 306), martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Willehad (+ 789), vescovo a Brema

MARONITI:
Michele arcangelo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Sinassi di Michele e Gabriele arcangeli e di tutte le potenze incorporee