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12 ottobre

ELIZABETH FRY (1780-1845)
testimone

La chiesa anglicana ricorda in questo giorno Elizabeth Fry, riformatrice delle prigioni.
Elizabeth Gurney era nata a Earlham (Norfolk) nel 1780. A vent'anni sposò Joseph Fry, commerciante londinese e quacchero di stretta osservanza. Ammessa come ministro nella Società degli Amici, Elizabeth divenne una predicatrice famosa. Quando venne a conoscenza delle squallide condizioni che regnavano a quel tempo negli istituti di detenzione del suo paese, essa decise di dedicarsi con ogni mezzo ad alleviare il deplorevole stato delle detenute di Newgate.
Nel 1820 Elizabeth fu tra i fondatori del rifugio notturno per i senzatetto di Londra, e cominciò in quell'anno a viaggiare in tutta l'Europa, battendosi per la riforma delle prigioni in ogni paese del Vecchio Continente. Ispirata da un forte radicalismo evangelico, Elizabeth Fry smise di lottare soltanto il giorno della sua morte, avvenuta il 12 ottobre del 1845.


TRACCE DI LETTURA

Elizabeth Fry odiava la pena capitale e sebbene assistere a un'esecuzione le logorasse i nervi, ogni volta rimaneva a pregare con le donne condannate a morte nel carcere di Newgate sino al momento della loro esecuzione. I prigionieri allora erano spesso condannati a morte per aver rubato somme modeste o per qualche contraffazione: lei li faceva sedere deliberatamente davanti a sé, ai primi posti nelle riunioni di preghiera.
(R. Symonds, Ben più dei rubini )


PREGHIERA

Dio misericordioso,
tu soffri accanto a tutti coloro
che hai creato,
e l'intera tua creazione
è avvolta dal tuo amore:
aiutaci a rimanere saldi nella verità,
a lottare contro la povertà
e a condividere il tuo amore
con chi ci sta accanto;
saremo allora,
come la tua serva Elizabeth Fry,
strumenti della tua pace.
Attraverso Gesù Cristo,
tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
Is 58,6-11; Eb 13,1-3; Mi 25,31-46


 
LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Vilfrido di Ripon (+ 709), vescovo, missionario
Elizabeth Fry, riformatrice delle prigioni
Edith Cavell (+ 1915), infermiera

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Edvige (+ 1243), religiosa (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (2 bābah/ṭeqemt):
Venuta in Egitto di Severo di Antiochia (Chiesa copto-ortodossa)
Gregorio di Nissa (+ 395), vescovo (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Elizabeth Fry, benefattrice in Inghilterra

MARONITI:
Probo, Taraco e Andronico di Anazarbe (+ 304), martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Probo, Taraco e Andronico, martiri
Onofrio Garegeli (+ 1733), monaco (Chiesa georgiana)

11 ottobre

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Giovanni XXIII (1881-1963)
pastore e testimone di ecumenismo

A Roma, nel 1963, si spegne all'età di 82 anni Angelo Roncalli, divenuto papa di Roma nel 1958 con il nome di Giovanni XXIII.
Era nato in una numerosa e povera famiglia di contadini della campagna bergamasca, dalla quale aveva imparato a riconoscere nella povertà una benedizione del Signore.
Reso forte nella fede fin da giovane grazie alla semplice ma solida educazione ricevuta, Roncalli maturò già negli anni del seminario alcune intuizioni che faranno di lui un uomo profetico per tutte le chiese. Avviato dai suoi superiori alla carriera diplomatica, egli divenne nunzio in Bulgaria, poi a Istanbul e a Parigi. Ovunque operò per la riconciliazione fra i cristiani, attingendo con rispetto ai tesori custoditi in ogni tradizione ecclesiale. In Turchia Roncalli ebbe modo anche d'interrogarsi riguardo alla presenza della chiesa in un mondo non cristiano.
Eletto patriarca di Venezia nel 1953, egli affinò nella ritrovata veste di pastore la sua visione della chiesa, chiamata a essere povera e in ascolto del vangelo, tesa a lavare i piedi agli uomini, e misericordiosa perché essa stessa generata dalla misericordia di Dio.
Il 28 ottobre del 1958, Roncalli fu eletto a sorpresa vescovo di Roma. Giudicato un pontefice di transizione, papa Giovanni mostrò invece i frutti maturi della sua sensibilità pastorale. Nel gennaio del 1959 annunciò la convocazione di un concilio ecumenico, auspicando una nuova pentecoste su tutta l'assemblea dei credenti in Cristo.

Papa Giovanni riuscì ad aprire i lavori del concilio, e a dare con discrezione e discernimento i giusti impulsi affinché i padri conciliari si aprissero al soffio dello Spirito. Morì senza vedere i frutti della sua opera, ma nella pace e nella serenità dei poveri in spirito, lasciando un ricordo straordinario tra le genti di tutto il mondo che ne avevano riconosciuto il cuore di pastore.


TRACCE DI LETTURA

Nato povero, ma da onorata e umile gente, sono particolarmente lieto di morire povero, avendo distribuito secondo le varie esigenze e circostanze della mia vita semplice e modesta, a servizio dei poveri e della santa chiesa che mi ha nutrito, quanto mi venne fra mano - in misura assai limitata del resto - durante gli anni del mio sacerdozio e del mio episcopato. Apparenze di agiatezza velarono talora, anzi sovente, nascoste spine di affliggente povertà e mi impedirono di dare sempre con la larghezza che avrei voluto. Ringrazio Dio di questa grazia della povertà di cui feci voto nella mia giovinezza, povertà di spirito e povertà reale; e che mi sorresse a non chiedere mai nulla, né posti, né danari, né favori, mai, né per me, né per i miei parenti o amici.

Nell'ora dell'addio, o meglio dell'arrivederci, ancora richiamo a tutto ciò che più vale nella vita: Gesù Cristo benedetto; la sua santa chiesa, il suo Vangelo, e nel Vangelo, soprattutto il Pater noster, e nello Spirito e nel cuore di Gesù e del Vangelo, la verità e la bontà, la bontà mite e benigna, operosa e paziente, invitta e vittoriosa.
(Papa Giovanni XXIII, Testamento spirituale).


PREGHIERA

Dio dell'amore,
oggi noi facciamo memoria di Giovanni,
vescovo e papa della tua chiesa:
in lui ci hai concesso di vedere l'ardente passione
per l'unità dei cristiani e per la pace sulla terra,
la bontà e la sapienza del pastore,
la semplicità e l'audacia profetica dell'umile.
Concedici di camminare verso di te,
mostrando il tuo amore per tutti gli uomini,
in Gesù Cristo, nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE
1Gv 4,7-18; Gv 21,15-22


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Ethelburga (+ 675), badessa di Barking
Giacomo il Diacono (VII sec.), compagno di Paolino

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Alessandro Sauli (+ 1592), vescovo (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (1 bābah/ṭeqemt):
Anastasia la Romana (+ 251 ca), martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Huldrych Zwingli (+ 1531), riformatore a Zurigo

MARONITI:
Filippo, diacono (I sec.)
Memoria dei Padri del VII concilio ecumenico, il II di Nicea (787)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Filippo, apostolo, uno dei 7 diaconi
Teofane il Confessore (+ 850 ca), vescovo di Nicea, innografo
Cirillo e Maria (+ 1337 ca), genitori di Sergio di Radonež (Chiesa russa)

10 ottobre

LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Paolino (+ 644), vescovo di York, missionario
Thomas Traherne (+ 1674), poeta, autore spirituale

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Casimiro (+ 1484) (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (30 tūt/maskaram):
I figli di Zebedeo
Miracolo operato dal Signore in favore di Atanasio l'Apostolico (Chiesa copta)

LUTERANI:
Bruno di Colonia (+ 985), vescovo

MARONITI:
Eulampio ed Eulampia sua sorella (IV sec.), martiri a Nicomedia

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Eulampio ed Eulampia, martiri

9 ottobre

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ABRAMO, padre di tutti i credenti nel dio unico
profeta

Scelto da Dio per diventare una benedizione per tutte le genti, Abramo è definito nella Scrittura “amico di Dio” e “padre di tutti i credenti”. La tradizione ebraica vede in Abramo l’esempio dell’amore verso Dio e, appellandosi ai “meriti dei padri”, chiede al Signore di perdonare il suo popolo e far venire il Redentore. La tradizione cristiana ha visto in lui l’esempio della fede e un modello ascetico nel suo distaccarsi dalla terra e nel suo obbedire incondizionato a Dio. La liturgia ha legato il suo nome al riposo dei giusti nel paradiso. Il culto di Abramo, attestato già in Siria e in Egitto, si è diffuso in oriente e occidente al volgere del primo millennio. L’Islam esalta in Abramo il profeta, peregrinante verso l’unico Dio e difensore della sua unicità.

Sta scritto nel Siracide: “Abramo fu grande padre di una moltitudine di popoli, nessuno fu trovato simile a lui nella gloria” (Sir 44,19).


TRACCE DI LETTURA

Secondo la Lettera agli Ebrei, Abramo è soprattutto il credente la cui fede, messa costantemente alla prova, si manifesta nell'obbedienza.
Secondo la tradizione sinagogale, Abramo è innanzitutto l'antenato, colui che gli ebrei salutano con il titolo di «Abramo, nostro padre».
Ma la narrazione relativa ad Abramo presenta un altro aspetto. Benché il vocabolario della speranza non si incontri nel testo ebraico relativo al patriarca, il proprio del destino di Abramo è di vivere sotto il suo segno. La speranza inaugura la storia santa, segna con il suo sigillo i diversi episodi dell'esistenza patriarcale, decide la sorte dei suoi discendenti, apre nuove possibilità all'umanità. Dall'istante in cui JHWH si è rivolto ad Abramo, ogni cosa è stata rinnovata o piuttosto chiamata ad esserlo.
(R. M. Achard,  Attualità di Abramo)


PREGHIERA

Dio misericordioso,
che in Abramo
ci hai dato il padre dei credenti,
tu hai voluto che nella sua discendenza
fossero benedette
tutte le genti della terra:
guarda al popolo dell'alleanza
e delle promesse
e al popolo delle profezie
che ti invoca quale Misericordioso,
e fa' che al più presto,
attraverso la rivelazione di Gesù Cristo,
si faccia l'unità di quanti credono in te,
unico Dio,
benedetto nei secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE
Gen 17,1-7; Eb 11,8-22; Gv 8,50-58


Leggi tutto: 9 ottobreTICHON DI MOSCA (1865-1925)
pastore

La notte del 7 aprile 1925 cessa di battere il cuore malato di Tichon, patriarca di Mosca e di tutta la Russia. È l'epilogo di una vicenda umana tragica e straordinaria nello stesso tempo.
Figlio di un parroco di provincia, Vasilij Bellavin nacque nel 1865 a Toropec, nei, pressi di Pskov. Dopo gli studi, dovendo scegliere tra il matrimonio e la vita monastica prima dell'ordinazione presbiterale, optò per la seconda assumendo il nome di Tichon.
Uomo di grandi doti umane, Tichon fu consacrato vescovo di Lublino a soli 32 anni. A Lublino, come in tutte le sedi in cui eserciterà il ministero episcopale, egli fu uomo di ascolto e di grande equilibrio, capace di dialogare con cattolici e protestanti, fino a desiderare e progettare cammini di unità, che con la chiesa anglicana giungerà molto prossima al compimento.
Costretto dalla potente influenza di un'igumena locale ad abbandonare la diocesi di Lublino, Tichon fu mandato come vescovo nella missione ortodossa d'America. In America egli poté esprimere tutta la sua larghezza d'animo, divenendo riferimento di tutti gli ortodossi del Nuovo continente e gettando le basi per un'unica chiesa ortodossa americana, che mai sarà realizzata.
Trasferito nel 1907 a Vilnius, poi a Jaroslavl', nel 1917 divenne metropolita di Mosca e presiedette il Concilio della Chiesa russa, che ripristinò il titolo di patriarca, conferendolo allo stesso Tichon nel dicembre di quel medesimo anno.
Benché si fosse tenuto al di fuori della politica e cercasse unicamente di confortare i fedeli santificando con la sua intercessione una chiesa ormai votata al martirio, il suo fu un lento calvario. Deposto nel 1923, arrestato, confinato e recluso, Tichon seppe illuminare con la luce interiore del suo cuore l'estrema solitudine dei cristiani russi, ponendo così un segno di quella speranza escatologica che costituisce da sempre l'anima più vera del cristianesimo russo.


TRACCE DI LETTURA

Figli miei! Anche se ad altri sembrerà debolezza questa santa mitezza della chiesa, questi nostri appelli alla paziente sopportazione dell'inimicizia contro i cristiani e della cattiveria, questa contrapposiione degli ideali cristiani alle prove, e alla normale inclinazione umana ai beni della terra e alle comodità della vita mondana; eanche se alla mentalità mondana sembrerà «insopportabile» e «crudele» la gioia che trova la sua sorgente nella sofferenza a causa di Cristo, noi preghiamo voi, per tutti i nostri figli ortodossi, di non abbandonare questa disposizione cristiana, l'unica che porta alla salvezza; di non deviare dal cammino della croce, che Dio ci ha mandato dall'alto, per il cammino mondano della violenza e della vendetta. Non adombrate questa vostra eroica saldezza cristiana con il ritorno a un'idea della difesa del bene ecclesiale, che svilirebbe la chiesa e abbasserebbe voi al livello delle azioni di coloro che la bestemmiano. Signore, proteggi la nostra
Russia ortodossa da un tale orrore!
(Tichon di Mosca, Lettere ai fedeli )


PREGHIERA

Regola di fede
e immagine di mansuetudine,
maestro di continenza
ti ha dimostrato la verità dei fatti.
Veramente, con l'umiltà,
tu hai raggiunto vette eccelse
e con la povertà la ricchezza.
Padre e patriarca Tichon,
prega Cristo nostro Dio
di salvare le nostre anime.


LETTURE BIBLICHE
Eb 7,26-8,2; Gv 10,9-16


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Dionigi, vescovo di Parigi, e compagni (+ 250 ca), martiri
Roberto Grossatesta (+ 1253), vescovo di Lincoln, filosofo, scienziato

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Dionigi, vescovo, e conpagni, martiri
Giovanni Leonardi (+ 1609), presbitero (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (29 tūt/maskaram):
Ripsima, Gaiana e compagni (III-IV sec.), martiri (Chiesa copta)

LUTERANI:
Justus Jonas (+ 1555), teologo in Sassonia

MARONITI:
Giacomo, fratello del Signore, confessore

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Giacomo di Alfeo, apostolo
Andronico di Antiochia e Atanasia sua sposa (V sec.), monaci
Tichon, patriarca di Mosca (Chiesa russa)

8 ottobre

SERGIO DI RADONEŽ (1314-1392)
monaco

Nel 1392 muore nella Laura della Trinità, da lui stesso fondata, Sergio di Radonež, monaco russo. Bartolomeo, questo il suo nome di battesimo, era nato a Rostov, a nord di Mosca, ma all'arrivo delle orde tatare fuggì con la sua famiglia a Radonež. Alla morte dei genitori, Bartolomeo si ritirò assieme al fratello nella foresta, dove iniziò una vita di preghiera e di solitudine in un ambiente fortemente ostile e inospitale. Ricevuto l'abito e il nome monastico di Sergio, egli costruì una piccola cappella in legno dedicata alla Trinità. A poco a poco, la foresta di Radonež si popolò di uomini desiderosi di vivere un monachesimo povero e semplice, per godere pienamente della libertà dei figli di Dio. Costretto dal patriarca di Costantinopoli, da cui allora la Russia dipendeva, ad adottare la regola cenobitica dei monasteri studiti, Sergio diede vita a numerose fraternità monastiche in tutta la Russia, e non lesinò consigli e servizi agli uomini di stato e di chiesa del suo paese, in un'epoca di grandi turbolenze. Egli predicò una pace universale e cosmica, insegnando così a generazioni di monaci a pregare perché il mondo lacerato dall'odio sia pervaso dall'amore trinitario. È ispirandosi agli insegnamenti di Sergio che l'arte iconografica di Andrej Rublev raggiungerà una profondità e una tenerezza incomparabili. Sergio è, assieme a Serafino di Sarov, il santo più amato e venerato della Russia, e il monastero della Santa Trinità da lui fondato è tuttora il centro teologico e spirituale della Chiesa ortodossa russa.


TRACCE DI LETTURA

Pregate per me, fratelli, perché sono rozzo e privo di saggezza. Ho ricevuto un talento dal re del cielo, di cui dovrò rendere conto, perché mi è stata affidata la cura di un gregge di pecorelle dotate di parola. Mi riempiono di timore le parole del Signore: «Chi scandalizza uno solo di questi piccoli, sarebbe meglio per lui che gli fosse messa al collo una macina da asino e fosse gettato nel mare». Quanto peggio sarà per chi avrà fatto perdere molte anime a causa della sua stoltezza! Potrò dire con audacia: «Ecco, sono io e i figli che mi hai dato, Signore»? Potrò mai ascoltare la voce divina del pastore dei grandi e dei piccoli, del grande Signore, che per la bontà del suo cuore dice: «Servitore buono e fedele! Entra nella gioia del tuo padrone»?
(dalla Vita di san Sergio)


PREGHIERA

Sei vissuto nell'ascesi
e nell'esercizio delle virtù,
quale vero combattente di Cristo:
in questo si rallegrò in te
lo Spirito santo, a opera del quale
tu fosti reso luminosamente bello.
Ma come colui che ha l'ardire
di accedere alla santa Trinità,
ricordati del gregge
che hai sapientemente radunato,
e non dimenticare,
come hai promesso,
di visitare i tuoi figli,
santo Sergio nostro padre.


LETTURE BIBLICHE
Gal 5,22-6,2; Lc 6,17-23


 LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Anselmo di Lucca (+ 1086), vescovo (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (28 tūt/maskaram):
Apatil e Herais (III sec.), martiri (Chiesa copta)

LUTERANI:
Johann Mathesius (+ 1565), predicatore in Boemia

MARONITI:
Pelagia la Penitente (IV-V sec.)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Pelagia la Penitente, monaca
Sergio di Radonež, taumaturgo e protettore della Russia (Chiesa russa)
Arsenio il Grande (+ 887), patriarca (Chiesa georgiana)
Dositeo di Kiev (+ 1776), monaco (Chiesa ucraina)

VETEROCATTOLICI:
Demetrio di Tessalonica (+ 306 ca), martire

7 ottobre

LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Beata Maria vergine del rosario (calendario romano e ambrosiano)
Sergio e Bacco di Rosafa (+ 300 ca), martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (27 tūt/maskaram):
Eustazio, Teopista, Agapio e Teopisto (II sec.), martiri (Chiesa copta)

LUTERANI:
Heinrich Melchior Mühlenberg (+ 1787), evangelizzatore in Nordamerica

MARONITI:
Sergio e Bacco, martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Sergio e Bacco, martiri
Stefano Primo Incoronato (+ 1224), monaco
Davide (Nemanja) e Vladislav (XIII sec.), monaci (Chiesa serba)

SIRO-OCCIDENTALI
Sergio e Bacco, martiri

6 ottobre

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BRUNO IL CERTOSINO (ca 1030-1101)
monaco

Nel 1101 muore nel romitorio di Serra, in Calabria, Bruno, fondatore della Certosa. Nato a Colonia intorno al 1030, egli aveva dapprima compiuto gli studi nella celebre scuola cattedrale di Reims, fino a diventarne in giovanissima età scholasticus, cioè maestro di teologia.
Dopo aver posto mano alla stesura di un commento sui Salmi e averne intrapreso un altro sulle epistole paoline, Bruno visse anni difficili al servizio del vescovo Manasse, notoriamente simoniaco. Maturato un certo disgusto per la mondanità della chiesa di quel tempo, Bruno rifiutò, alla deposizione di Manasse, l'elezione ad arcivescovo di Reims, e iniziò a pensare a una forma di vita conforme al suo desiderio di ricerca del Signore nella solitudine e nel silenzio.
Dopo un tempo trascorso vicino a Molesme, decise infine di ritirarsi nei pressi di Grenoble, sul massiccio della Chartreuse, da cui prenderà il nome l'Ordine certosino, dando così inizio a una forma di vita fortemente eremitica.
Chiamato da papa Urbano II, suo antico discepolo, Bruno dovette lasciare i propri compagni per recarsi a Roma al suo servizio. Ma di fronte ai dissidi tra il pontefice e l'impero, egli prese la decisione di ritirarsi definitivamente in Calabria, dando vita all'eremo di Serra.
Animo vigilante, uomo di desideri e di amore ardente per il Signore, egli poté così dedicarsi all'ascolto della parola di Dio e all'attesa del suo Regno nella preghiera. È la preghiera, secondo Bruno, che porta l'uomo a consolidare la propria umanità nella lotta che silenziosamente ha luogo nel cuore, giorno dopo giorno.


TRACCE DI LETTURA

Io abito in un eremo, da ogni lato molto distante dalle abitazioni degli uomini, nelle lontane regioni della Calabria insieme a dei fratelli che conducono vita monastica - alcuni dei quali sono ben istruiti - e che, perseverando con saldezza nei loro posti di sentinella nelle cose di Dio, attendono il ritorno del loro Signore per aprirgli subito appena busserà.
Quanta utilità e gioia divina, poi, la solitudine e il silenzio dell'eremo apportino a coloro che li amano, lo sanno solo coloro che ne hanno fatto l'esperienza. Qui, infatti, agli uomini forti è consentito ritornare in se stessi e abitare con se stessi quanto a loro piace, coltivare assiduamente i germogli delle virtù e cibarsi con beatitudine dei frutti del paradiso. Qui si acquista quell'occhio dal cui sereno sguardo d'amore è colpito lo Sposo e attraverso il quale, se senza macchia e puro, si vede Dio. Qui si celebra una tranquillità solerte e si gusta il riposo mediante un quieto agire. Qui Dio dispensa ai suoi atleti, per la fatica della lotta, la ricompensa desiderata, cioè quella pace che il mondo non conosce, e la gioia nello Spirito santo.
(Bruno, Lettera a Rodolfo il Verde 6)


PREGHIERA

Dio nostro,
tu hai chiamato Bruno
all'ascolto della tua parola
nella solitudine e nel silenzio:
accordaci di saper conservare
nella nostra vita quotidiana
una profonda comunione con te
senza distrazioni
e di vivere gioiosamente
la nostra solitudine.
Per Cristo nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE
Es 32,7-14; Lc 9,57-62


Leggi tutto: 6 ottobreWILLIAM TYNDALE (ca 1494-1536)
martire

Il 16 ottobre del 1536 finisce i suoi giorni strangolato e poi arso nel cortile del castello di Vilvoorde, in Belgio, William Tyndale, primo traduttore della Scrittura in lingua inglese.
William era nato attorno al 1494 nel Gloucestershire. Aveva studiato a Oxford e a Cambridge, venendo a contatto con le idee riformatrici di John Wycliff e dei Lollardi (riformatori inglesi). Colpito dalla scarsa conoscenza delle Scritture che era facile riscontrare presso il clero inglese di quel tempo, Tyndale decise di dedicarsi anima e corpo a una traduzione integrale della Bibbia in lingua corrente, anche avvalendosi dell'edizione erasmiana del Nuovo Testamento greco.
Rivoltosi al vescovo di Londra per ottenere sostegno al suo progetto, ne fu fortemente sconsigliato. Amareggiato, William decise allora di lasciare definitivamente il suo paese. Stabilitosi ad Amburgo, egli si mise all'opera, e presto inviò le prime copie delle sue traduzioni in Inghilterra. Attaccato a più riprese anche per le sue simpatie verso il movimento della Riforma, nel 1535 Tyndale fu arrestato e accusato pubblicamente di eresia. Senza alcun processo, fu decretata ed eseguita la sua condanna a morte.
La sua traduzione delle Scritture, tanto osteggiata dalle autorità civili ed ecclesiali, costituirà paradossalmente la base della Authorised Version, meglio nota come «Bibbia di re Giacomo», la più amata e diffusa versione inglese dell'Antico e del Nuovo Testamento.


TRACCE DI LETTURA

Lettore, io ti esorto, presta la cura necessaria per accostarti con una mente pura, e come dice la Scrittura, con un occhio semplice alle parole della salvezza e della vita eterna; grazie ad esse se ci pentiamo e presteremo loro fede, potremo nascere di nuovo, essere ricreati, e godere i frutti del sangue di Cristo. È un sangue, il suo, che non grida vendetta, come quello di Abele, ma che ci ha acquistato la vita, l'amore, il favore, la grazia, la benedizione e ogni promessa contenuta nelle Scritture per coloro che credono e obbediscono a Dio; e lo stesso sangue sta fra noi e l'ira, la vendetta, la maledizione e tutte quelle cose che la Scrittura sembra minacciare per gli increduli e i disobbedienti, quanti cioè resistono e non acconsentono alla legge di Dio nei loro cuori, alla sua legge equa, santa, buona e giusta.
(W. Tyndale, Lettera al lettore del Nuovo Testamento)


PREGHIERA

Signore,
concedi al tuo popolo
la grazia di ascoltare
e di custodire la tua Parola,
perché, seguendo l'esempio
del tuo servo William Tyndale,
possiamo non solo professare
il tuo vangelo
ma anche essere pronti
a soffrire e morire per esso,
a onore del tuo Nome.
Attraverso Gesù Cristo,
tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
Pr 8,1-1 1; 2Tim 3,12-17; Gv 17,6-8.14-19


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
William Tyndale, traduttore delle Scritture, martire della Riforma

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Bruno, presbitero (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (26 tūt/maskaram):
Concepimento di Giovanni il Battista da parte di Elisabetta (Chiesa copta)

LUTERANI:
William Tyndale, testimone fino al sangue di origine inglese
Pierre Leclerc (+ 1546), testimone fino al sangue in Francia

MARONITI:
Tommaso, apostolo e martire
Bruno, monaco

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Tommaso, apostolo
Glorificazione di Innocenzo (1977) metropolita di Mosca (Chiesa russa)

VETEROCATTOLICI:
Bruno il Certosino, monaco