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19 ottobre

PAOLO DELLA CROCE (1694-1775)
presbitero

Nel gennaio del 1694 nasce a Ovada, in provincia di Alessandria, Paolo Danei, meglio conosciuto come Paolo della Croce, presbitero e fondatore dei Passionisti. Uomo di estrema sensibilità, capace di grande fervore come di forti depressioni, egli trovò grazie a una fede alimentata dall'ascolto delle Scritture una solidità che crebbe attraverso le tante prove della vita. Paolo conobbe infatti la morte prematura di nove dei suoi quindici fratelli, ma soprattutto dovette faticare a lungo per realizzare la propria vocazione, che pure aveva percepito con chiarezza fin dall'età di 23 anni. Egli aveva avvertito, infatti, già nel 1717 di essere chiamato a vivere nella solitudine, per condurre una vita penitente e di grande povertà. Di lì a poco maturò in lui anche la convinzione di dover riunire alcuni compagni per condividere con loro la ricerca di Dio in comunità, ed egli scrisse una regola a tal fine. Sostenuto dal vescovo locale, ma spesso non compreso nelle sue più autentiche intenzioni, Paolo vide riconosciuta la sua forma di vita soltanto nel 1741, quando fu approvata la congregazione dei Passionisti. Essi si caratterizzarono per la loro vita appartata in case denominate «ritiri» e per la loro assidua meditazione del mistero della passione del Signore; solo la contemplazione del mistero pasquale di Cristo poteva infatti consentire, secondo Paolo, di passare dal timore del giudizio divino alla fiducia nella sua misericordia. È a partire da questo primato della «parola della croce» nella vita interiore che Paolo della Croce, sulle tracce di Paolo di Tarso, annunciò il vangelo come «parola della riconciliazione», attraverso l'esercizio della paternità spirituale e la predicazione, che lui e i suoi compagni assunsero come fine apostolico, non avendo ottenuto l'approvazione a ordine monastico né quella a congregazione con voti solenni.
Paolo della Croce morì il 18 ottobre 1775.


TRACCE DI LETTURA

Quando lo Sposo divino vi mostra il seno della divina sua carità, cadete d'amore ai suoi piedi, tacete e amate, anzi vivete una vita tutta d'amore, vita divina e santa. Com'è dolce cadere in questo modo! Anche Maria Maddalena, innamorata impenitente, nel vedere il dolce Gesù cadeva d'amore ai suoi piedi divini. Oh, dolce caduta! Ai suoi piedi amava e taceva, e udiva la santissima parola di Gesù, e ardeva d'amore. L'amore parlava più con il silenzio che con la lingua: così vuole lo Sposo che facciate anche voi.
Oh, quanto vi raccomando quella divina solitudine, quel sacro deserto, di cui tanto vi ho parlato. Oh, quanto vi prego di star serrata in tal deserto, occulta a tutti! Non vi scordate di far vostre le pene dell'Amato. L'amore è vita intima che fa proprie le pene del diletto, che è l'amabile Salvatore.
Pongo il vostro cuore nel sangue prezioso di Gesù, anzi lo pongo nello stesso dolcissimo cuore di Gesù, affinché lo bruci, consumi, s'incenerisca in quelle sacre, fiamme. Gesù vi faccia tanto santa quanto vi desidero, e vi benedica.
(Paolo della Croce, Lettere alle religiose)


PREGHIERA

O Padre, che hai ispirato
a san Paolo della Croce
un grande amore
per la passione di tuo Figlio,
fa' che sorretti dal suo esempio
e dalla sua intercessione
non esitiamo
ad abbracciare la nostra croce.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE
1 Cor 1,18-25; Mi 16,24-27


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Henry Martin (+ 1812), traduttore delle Scritture, missionario in India e Persia
Fridesvida (VII-VIII sec.), badessa di Oxford

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Giovanni de Brébeuf e Isacco Jogues, presbiteri, e compagni (+ 1642-1646), martiri
Paolo della Croce, presbitero (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (9 bābah/ṭeqemt):
Liberio I (+ 366), papa di Roma (Chiesa copta)
Tommaso, apostolo (Chiesa etiopica);

LUTERANI:
Ludwig Schneller (+ 1896), evangelizzatore in Palestina

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Gioele (V-IV sec. a.C.), profeta
Varo d'Egitto (+ 307 ca), martire

18 ottobre

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LUCA
evangelista

Luca, autore del terzo vangelo e degli Atti degli Apostoli, era probabilmente siro di Antiochia, di origine pagana e medico. L' apostolo Paolo nelle sue lettere parla di lui come di un compagno assai caro, che resta al suo fianco durante le due prigionie romane; tutto lascia pensare che sia stato suo compagno durante il secondo e il terzo viaggio missionario. L'origine pagana non fece dimenticare a Luca che la salvezza ha origine in Gerusalemme e che è la città santa il luogo dove si deve realizzare questa salvezza: là è iniziato il vangelo, là terminerà la vicenda storica di Gesù e di là prenderà le mosse la missione universale degli apostoli, dalla Giudea alla Samaria fino ai confini della terra. Da vero scriba della misericordia di Cristo, Luca sottolinea a più riprese l'amore di Gesù per i peccatori e la grandezza del suo perdono. In Gesù trovano visibilità le «viscere di misericordia» di Dio verso i poveri e gli umili, mentre ai ricchi e ai superbi è riservato un duro monito. A tutti comunque è rivolto l'invito alla conversione, che comporta una scelta radicale di povertà e di abbandono in Dio. Per Luca è lo Spirito santo il protagonista di questo ritorno al Padre, e l'invocazione dello Spirito è la preghiera per eccellenza che non dobbiamo stancarci mai di rivolgere a Dio, sull'esempio di Gesù. Tradizioni diverse e spesso non conciliabili circondano gli ultimi anni della vita di Luca: anche se riceverà il titolo di martire, è più probabile che sia morto in età avanzata di morte naturale, in Beozia, dopo aver evangelizzato l'Acaia.


TRACCE DI LETTURA

L 'opus proprium della comunità cristiana è il suo compito di annunciare al mondo il vangelo; essa è comunità missionaria. Attraverso testimoni sempre numerosi e sempre nuovi, agli uomini deve essere recato l'annuncio che Dio si è curato del mondo e l'ha soccorso, che perciò il mondo non è abbandonato a se stesso, ma è amato, salvato, custodito, governato da Dio, è condotto verso la sua salvezza, e dunque tutto ciò che in esso accade - l'intera vita umana, con tutta la sua problematicità e le sue triboazioni, il peccato, la colpa e la miseria, anzi la vita intera del creato - va rapidamente incontro alla rivelazione di ciò che Dio ha già compiuto in suo favore. La comunità deve proclamare al mondo la libera grazia di Dio e lo deve fare annunciando che questa è la speranza che le è data. Essa deve dire che Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, è il salvatore del mondo che è venuto e ritornerà. Questo è l'annuncio del regno di Dio. Questo è il vangelo.
(K. Barth, Dogmatica ecclesiale III,4,579-580)


PREGHIERA

Dio di misericordia,
tu hai scelto Luca per rivelare
con la predicazione e con gli scritti
il mistero
della tua predilezione per i poveri:
fa' che i cristiani siano un cuore solo
e un'anima sola,
ripieni della tua gioia,
e che tutte le genti
vedano la tua salvezza,
Gesù Cristo, nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE
2Tim 4,9-17; Lc 1,1-4


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Luca, evangelista

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Luca, evangelista

COPTI ED ETIOPICI (8 bābah/ṭeqemt):
Maṭrā di Alessandria (+ 250 ca), martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Luca, evangelista

MARONITI:
Luca, evangelista

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Luca, apostolo ed evangelista
Pietro (+ 1326), Alessio (+ 1378), Giona (+ 1461), Filippo (+ 1569) ed Ermogene (+ 1612), taumaturghi di Mosca (Chiesa russa)

SIRO-ORIENTALI:
Luca, evangelista (Chiesa malabarese)

VETEROCATTOLICI:
Luca, evangelista

17 ottobre

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IGNAZIO DI ANTIOCHIA (+115 ca)
pastore e martire

Le chiese d'occidente ricordano oggi Ignazio, detto Teoforo (portatore di Dio), secondo successore di Pietro sulla cattedra di Antiochia e morto martire attorno al 115. Di lui conosciamo soltanto il viaggio conclusivo verso il martirio, che egli nella sua grande fede trasformò in un cammino di sequela di Cristo, il Signore crocifisso ma trionfatore del male e della morte. Inviato a Roma per essere dato in pasto ai leoni, a ogni tappa del suo viaggio Ignazio fu salutato con affetto e rispetto dai cristiani, ai quali si prodigò fino all'ultimo di far pervenire incoraggiamenti mediante lettere che sono restano tra le più belle esortazioni alla fedeltà al vangelo di tutta la letteratura cristiana. Profondamente convinto della piena umanità e divinità di Cristo, Ignazio difese strenuamente la realtà dell'incarnazione del Verbo, rendendo testimonianza alla resurrezione attraverso il proprio martirio, accolto in piena libertà e con un amore vibrante. Venuto a sapere che i cristiani di Roma cercavano di strapparlo alla morte, impedendogli così di rispondere alla voce che lo esortava dal suo intimo a tornare al Padre, Ignazio scrisse loro pagine ardenti che testimoniano il suo desiderio di imitare la passione del suo Dio, di essere cibo delle belve per diventare pane puro di Cristo. Ignazio fu abitato dalla sollecitudine per l'unità della chiesa, unità che trova il proprio sacramento nell'eucaristia, vera carne di Cristo, e che si struttura attorno al vescovo chiamato a radunare, in armonia con i presbiteri suoi collaboratori il gregge dei fedeli nell'unica chiesa di Cristo. Le chiese d'oriente celebrano la sua memoria il 20 ottobre.


TRACCE DI LETTURA

Scrivo a tutte le chiese e annunzio a tutti che io muoio volentieri per Dio, se voi non me lo impedite. Vi prego di non avere per me una benevolenza inopportuna. Lasciate che sia pasto delle belve per mezzo delle quali mi è possibile raggiungere Dio. Sono il frumento di Dio, macinato dai denti delle fiere per diventare pane puro di Cristo. Allora sarò veramente discepolo di Gesù Cristo. Non vi comando come Pietro e Paolo. Essi erano apostoli, io un condannato; essi erano liberi, io a tuttora uno schiavo. Ma se soffro per Dio, sarò affrancato in Gesù Cristo e risorgerò libero in lui. Il mio eros è stato crocifisso, e non vi è in me un fuoco per le cose materiali, ma un'acqua viva, che parla in me e che dice nel mio intimo: «Ignazio, vieni al Padre».
(Ignazio di Antiochia, Lettera ai Romani 4,1-3 e 7,2)


PREGHIERA

Signore Dio,
Padre della chiesa,
tu ci hai donato in Ignazio,
frumento macinato
per diventare pane puro di Cristo,
un imitatore della sua passione:
concedici di rifugiarci nel vangelo
come nella carne di Gesù
e di vivere fino al dono della vita
la carità che conduce a te, Padre,
benedetto nei secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE
Fili 3,17-4,1; Gv 12,24-28


Leggi tutto: 17 ottobrePAOLO DI TAMMA (IV sec.)
monaco

Il 17 del mese di bābah, la Chiesa copta ricorda il monaco Paolo di Tamma, «sette volte suicida per amore di Dio».
Originario di Tamma, nella provincia di Asyūṭ, Paolo trascorse buona parte della sua vita facendo l'eremita sulla montagna di al-Ašmūnayn, assieme a un discepolo di nome Ezechiele che fu poi il suo biografo. Le Vite ci raccontano dei numerosi viaggi durante i quali Paolo ebbe modo di conoscere i più noti monaci della regione.
Ciò che tuttavia colpisce nei racconti tradizionali sul monaco di Tamma è che il suo desiderio di essere con il Signore era tale che Paolo si tolse la vita per sei volte per amore di Cristo, e ogni volta questi gliela ridonò. Al termine di queste ripetute «follie», egli avrebbe voluto, secondo il suo biografo, seguire le orme di Cristo morto per i peccatori, ma il Signore gli disse che le dimostrazioni d'amore che aveva fornito erano più che sufficienti.
Le versioni moderne del Sinassario copto hanno eliminato questi racconti, forse perché inspiegabili, o addirittura scandalosi. Tuttavia dietro a questa vicenda altamente inusuale, si cela la convinzione che tra Dio e l'uomo la vera comunione può giungere soltanto attraverso un continuo e reciproco deporre e ridonare la vita l'uno per amore dell'altro.
Paolo morì il 7 di bābah di un anno imprecisato del IV sec., ed è sepolto nel monastero di Anba Bishoi, accanto a Bishoi di Scete, al quale era legato da un'amicizia che li rese inseparabili nella vita come nella morte.


TRACCE DI LETTURA

Ai tuoi pensieri non dare riposo finché il riposo non nasca per te senza il riposo. Lasciali morti, vivendo nelle cose di Dio. Infinito è Dio. Non vi è misura a un saggio che sta nella sua cella. La misura di un sapiente che sta nella sua cella è il Signore.
(Paolo di Tamma, Epistola 3, 44 e 47)

Stando nella tua cella, figlio mio, non essere come gli ipocriti. Non affaticarti a pregare, e sarai udito. Stando nel dolore, attendi la quiete.
(Paolo di Tamma, Opera senza titolo 102-104)


PREGHIERA

O Giuseppe, capo dei sacerdoti
della grande città di Alessandria,
puro nella tua continenza
e rivestito di vera umiltà,
nei giorni del tuo patriarcato
toccò questa grande grazia
a noi indegni:
la venuta verso di noi
dei nostri padri crociferi,
abba Bishoi e abba Paolo,
gli astri luminosi.
Essi divennero per noi
due porti di salvezza,
e illuminarono le nostre anime.
Salute,
o nostro padre Bishoi il giusto,
salute, o nostro padre Paolo,
amato da Cristo.
Chiedete al Signore per noi,
o nostri padri che amate i vostri figli,
che ci rimetta i nostri peccati.


LETTURE BIBLICHE
1Cor 3,4-23; 1P 5,5-14; At 18,24-19,6; Lc 16,1-12


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Ignazio (+ 115 ca), vescovo di Antiochia, martire

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Ignazio di Antiochia, vescovo e martire (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (7 bābah/ṭeqemt):

Paolo di Tamma, monaco, «sette volte suicida per amore di Dio» (Chiesa copto-ortodossa)
Ciriaco di Gerusalemme e sua madre Anna (+ 361 ca), martiri (Chiesa coptocattolica)
Pantaleone (Panṭalēwon; V-VI sec.), monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Ignazio, vescovo e martire in Asia Minore
Nicholas Ridley (+ 1555), vescovo e testimone fino al sangue in Inghilterra

MARONITI:
Cosma e Damiano (+ 303 ca), martiri
Margherita Maria Alacoque (+ 1690), vergine

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Osea (VIII sec. a.C.), profeta
Andrea di Crisis (+ 767), osiomartire
Sinassi dei santi di Kazan (festa che cade la domenica successiva al 4 ottobre del calendario giuliano)
Ritrovamento delle reliquie di Guria, arcivescovo di Kazan, e di Barsanufio, vescovo di Tver (1595) (Chiesa russa)
Stefano Stiljanović (XVI sec.), principe, e sua moglie Elisabetta, monaca (Chiesa serba)
Eudemos I Diasamidze (XVI-XVII sec.), patriarca (Chiesa georgiana)

VETEROCATTOLICI:
Ignazio di Antiochia, vescovo e martire

16 ottobre

BALDOVINO DI FORD (ca 1120-1190)
monaco e pastore

Nel 1190 muore a Tiro, in Libano, Baldovino di Ford, monaco cistercense e arcivescovo di Canterbury. Baldovino nacque attorno al 1120 nel Devonshire, in Inghilterra. Dopo gli studi compiuti forse a Exeter, egli iniziò una brillante carriera ecclesiastica al servizio di Eugenio III, papa di origine cistercense. Ritornato in Inghilterra, nel 1169 Baldovino lasciò tutto per farsi monaco nell'abbazia cistercense di Ford, di cui molto presto divenne abate. Nonostante sia rimasto pochi anni in monastero, egli intuì che la vita monastica è da intendere essenzialmente come ricerca della comunione. Nei suoi notevoli trattati sulla vita cenobitica, l'abate di Ford fu il primo a sostenere che ogni comunione, e quella cenobitica in particolare, discende dalla comunione che regna fra le tre persone della Trinità. Eletto vescovo di Worcester nel 1181, Baldovino divenne pochi anni dopo arcivescovo di Canterbury e, nella sua veste di primate d'Inghilterra, fu costretto a entrare, suo malgrado, nel vortice della grande politica. Sotto il regno di Enrico II, che si era reso responsabile della morte di Thomas Becket, Baldovino difese attraverso la predicazione e gli scritti la memoria del suo predecessore a Canterbury. Trovò poi la morte partecipando su ordine del nuovo re, Riccardo Cuor di Leone, alla terza crociata.


TRACCE DI LETTURA

Non basta all'amante l'amore della comunione se non c'è una comunione dell'amore: se desidera che tutti i suoi beni siano comuni, molto più vuole che lo sia l'amore stesso. Non può l'amore non esser benevolo, odia esser solitario. Nella sua debordante prodigalità cerca di far nascere dall'amore della comunione una comunione dell'amore. Come potrebbe l'amore esser benevolenza se cercasse di trattenere i suoi beni solo per sé e non volesse farne oggetto di comunione." Dove sarebbe la consolazione dell'amante se lui solo non fosse amato e lui solo amasse?
Vi sono in definitiva tre comunioni: la comunione di natura, quella di grazia e quella di gloria. La comunione di grazia comincia a riparare la comunione di natura escludendo da essa la comunione di colpa; la comunione di gloria riparerà fin nel profondo la comunione di natura escludendo da essa completamente la comunione di collera, quando Dio tergerà ogni lacrima dagli occhi dei santi. Allora tutti i santi avranno come un cuore solo e un'anima sola; ogni cosa sarà fra loro comune, quando Dio sarà tutto in tutti.
(Baldovino di Ford, Trattato sulla vita cenobitica 2, 8 e 12)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Nicholas Ridley, vescovo di Londra, e Hugh Latimer (+ 1555), vescovo di Worchester, martiri della Riforma

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Contardo Ferrini (+ 1902) (calendario ambrosiano)
Edvige (+ 1243), religiosa
Margherita Maria Alacoque (+ 1690), vergine (calendario romano)

COPTI ED ETIOPICI (6 bābah/eqemt):
Anna la Profetessa (Chiesa copta)

LUTERANI:
Gallo (+ 645), monaco ed evangelizzatore presso il lago di Costanza
Lukas Cranach (+ 1553), pittore a Wittenberg

MARONITI:
Longino il Centurione (I sec.), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Longino il Centurione, martire

VETEROCATTOLICI
Gallo, abate ed evangelizzatore

15 ottobre

TERESA D'AVILA (1515-1582)
monaca

Oggi la chiesa cattolica e quella anglicana ricordano Teresa di Gesù, monaca e riformatrice del Carmelo. Teresa de Cepeda y Ahumeda nacque nel 1515 ad Avila, in una famiglia della nobiltà spagnola. Donna di temperamento ardente, grande sognatrice, a vent'anni entrò nel Carmelo locale, affrontando la viva opposizione del padre. Trasferita ogni passione nella vita interiore, Teresa conobbe una profonda intimità con il Signore, ma conobbe anche l'aridità, la «notte dei sensi». A quarant'anni, grazie a quelle che descriverà nei suoi scritti come esperienze mistiche, essa trovò una certa stabilità spirituale, pur nella malferma salute del suo fisico, segnato in modo indelebile dalle precarie condizioni di vita dei monasteri del suo tempo. Sotto la guida di Francesco Borgia e Pietro di Alcántara, e poi di Giovanni della Croce, Teresa cominciò a fondare piccole comunità carmelitane in tutta la Spagna per consentire alle monache un'intensa vita di preghiera. È l'inizio della riforma del Carmelo, che coinvolgerà di lì a poco anche il ramo maschile.
Giunta a una profonda conoscenza di se stessa e della presenza di Dio nella propria anima, Teresa lasciò ai posteri, su indicazione del proprio padre spirituale, trattati sulla preghiera e sulla vita interiore che le hanno valso il titolo di dottore della chiesa, conferitole da Paolo VI nel 1970.
Teresa morì il 4 ottobre 1582, ma è ricordata il 15 perché proprio in quel giorno la chiesa d'occidente passò dal calendario giuliano a quello gregoriano.


TRACCE DI LETTURA

Possiamo considerare la nostra anima come un castello, fatto di un sol diamante o di un tersissimo cristallo, nel quale vi sono molte dimore, come molte ve ne sono in cielo. Alcune sono in alto, altre in basso, altre ancora laterali; e nel centro, al cuore di tutte, si trova la stanza più importante, dove si svolgono le cose di grande segretezza tra Dio e l'anima.
Non dovete immaginarvi queste dimore una dopo l'altra, come un'infilata di stanze, ma fissate lo sguardo sul centro che è la stanza o il palazzo del Re. Per quanto io ne capisca, la porta per entrare in questo castello è l'orazione e la meditazione.
Le cose dell'anima devono sempre esser considerate con larghezza, vastità e grandezza, senza paura di esagerare, perché l'anima è molto più capace di quanto possiamo immaginare e in tutte le sue parti si espande la luce del Sole che risiede nel mezzo.
(Teresa di Gesù, Castello interiore, Prime mansioni 1 e 2)


PREGHIERA

Dio di verità,
la tua sapienza
ha preparato la sua tavola
e ci ha invitati a mangiare
il pane e a bere il vino del regno:
aiutaci ad abbandonare
tutto ciò che è apparenza
per vivere e camminare
sulla via dell'interiorità;
potremo allora giungere,
assieme alla tua serva Teresa,
alla festa senza fine dei cieli,
attraverso Gesù Cristo,
nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE
Sap 7,7-15; Rm 8,22-27; Gv 14,1-7


LE CHIESE RIC0RDAN0...

ANGLICANI:
Teresa d'Avila, maestra della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Teresa d'Avila, vergine e dottore della chiesa (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (5 bābah/ṭeqemt):
Paolo (+ 351), patriarca di Costantinopoli, martire (Chiesa copia)
Abuna Gabra Manfas Qeddus (XIV-XV sec.), monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Teresa d'Avila, dottore della chiesa in Spagna
Edvige di Slesia (+ 1243), testimone della fede

MARONITI:
Luciano di Antiochia (+ 312), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Luciano, presbitero della grande Antiochia, martire

SIRO-OCCIDENTALI:
Isaia di Aleppo (IV sec.?), eremita

SIRO-ORIENTALI:
Teresa d'Avila (Chiesa malabarese)

14 ottobre

LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Callisto I (III sec.), papa e martire (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (4 bābah/ṭeqemt):
Bacco (+ 300 ca), compagno di Sergio, martire (Chiesa copta)
Abrehā e Aṣbeḥa (IV sec.), re di Axum (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Giacomo il Notaio (+ 430 ca), martire in Persia

MARONITI:
Gervaso e Protaso (III sec.), martiri
Callisto I, papa

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Nazario, Gervaso, Protaso e Celso di Milano, martiri
Cosma di Maiuma (+ 760), innografo
Parasceve la Giovane (X sec.), monaca (Chiesa romena)
Abiatar, presbitero, e Sidonia (IV sec.)
Mirian III (IV sec.), re di Georgia, e Nana sua consorte (Chiesa georgiana)

13 ottobre

MADELEINE DELBRÊL (1904-1964)
testimone

Nel 1964 muore improvvisamente, negli anni della sua piena maturità umana e cristiana, Madeleine Delbrêl, testimone del vangelo. Nata nel 1904 a Mussidan in Dordogna, Madeleine aveva subìto da ragazza l'influsso dei liberi pensatori frequentati da suo padre, finendo così per unirsi al coro di coloro che proclamavano in quegli anni: «Dio è morto». Ma proprio a partire da quell'affermazione, dalla scoperta della non necessità di Dio per la sua vita, Madeleine si aprì a una straordinaria ricerca degli altri, che la porterà a ritrovare anche l'Altro, Dio stesso, dapprima nella preghiera, e poi in un rapporto vitale e quotidiano con il vangelo. Operata la sua conversione, al tempo stesso minima eppure radicale, Madeleine studiò da assistente sociale, giungendo nel 1933 a Ivry, nella periferia scristianizzata e comunista di Parigi. E a Ivry visse l'altra metà della sua vita da semplice laica, condividendo con una piccola comunità di donne la sua sobria dimora, una casa aperta a tutti. Madeleine seppe testimoniare il vangelo nella compagnia degli uomini anzitutto con la vita. Aveva infatti compreso che dietro all'ateismo si celano non poche colpe dei cristiani, pronti spesso ad annunciare un Dio da contrapporre agli altri, anziché una verità che non può mai darsi senza l'altro, dal momento che coincide, in ultima istanza, con la carità. Madeleine visse tenendo insieme, con audacia e perseveranza, fino all'ultimo dei suoi giorni, ascolto delle ragioni di Dio e ascolto delle ragioni degli uomini, irradiando pace e gioia a tutti coloro che la incontravano.


TRACCE DI LETTURA

Vi è una grazia dell'ospitalità. Vorremmo ritrovarne la genuinità, quale fu conosciuta e vissuta dalle prime comunità cristiane. Ospitalità significa che gli altri si trovino da noi come in casa loro. Ai pasti sono attesi anche se non sono invitati. Il nostro tetto è il loro. Il loro ingresso nella nostra vita comporta il loro ingresso nella nostra casa. L'ospite non è trattato con il metro della giustizia, ma dell'amore. Non può essere giudicato, ma considerato nella misericordia. Fra lui e noi i debitori siamo noi, perché pochi misteri evangelici sono più ricchi di quello dell'ospitalità. In lui noi riceviamo Gesù in una sorta di comunione collettiva, con lui riviviamo l'esperienza di Gesù che nella sua vita ha portato a compimento la legge ebraica e orientale dell'ospitalità: per mezzo di lui abbiamo l'opportunità di obbedire a precetti carichi di prornesse. «Dove due o più sono riuniti nel mio nome, io sarò con loro»: vivere in comunità è un esprimere per il mondo una sorta di sacramento e un garantire la presenza di Gesù. La testimonianza di uno solo, che lo voglia o meno, porta soltanto la sua firma. La testimonianza di una comunità porta, se questa è fedele, la firma del Cristo.
(M. Delbrêl, Comunità secondo il Vangelo)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Edoardo il Confessore (+ 1066), re d'Inghilterra

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Margherita Maria Alacoque (+ 1690), vergine (calendario ambrosiano)
Fausto, Gennaro e Marziale di Cordova (III-IV sec.), martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (3 bābah/ṭeqemt):
Simone II (+ 830 ca), 51° patriarca di Alessandria (Chiesa copto-ortodossa)
Gregorio l'Illuminatore (+ 328 ca), patriarca di Armenia (Chiesa etiopica e copto-cattolica)

LUTERANI:
Theodor Beza (+ 1605), teologo a Ginevra

MARONITI:
Carpo e Papilo di Pergamo (+ 251), martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Carpo e Papilo di Pergamo, martiri
Michele (+ 992), primo metropolita di Kiev (Chiesa russa)