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9 settembre

Poemen (ca 350-450) monaco

La Chiesa copta fa oggi memoria di abba Poemen, monaco del deserto egiziano vissuto a cavallo tra il IV e il V secolo. L'esatta ricostruzione della sua figura storica costituisce uno dei puzzle più intricati dell'agiografia moderna. Quel che è certo, tuttavia, è che Poemen fu ritenuto portatore di insegnamenti talmente importanti da attribuire a lui oltre un ottavo di tutto il corpo dei Detti dei padri del deserto. Secondo la letteratura apoftegmatica, egli nacque attorno al 350, visse nell'insediamento monastico di Scete dove si era recato assieme a sei fratelli, ed entrò in contatto con le più grandi figure spirituali di quel tempo. Di lui si ricordano parole assai significative sul tema del discernimento spirituale, che per Poemen nasce dalla conoscenza della propria e dell'altrui fragilità. Soltanto l'umiltà, quindi, il non giudicare, il non fare paragoni, possono condurre un uomo a conoscere ciò che è possibile conoscere di se stesso e del fratello che gli sta accanto. Da ciò scaturiscono quella condiscendenza e quella misericordia che sole pongono il credente in cammino sulle tracce del Dio rivelato da Gesù Cristo. Poemen è ricordato anche da diversi calendari bizantini e orientali, e il Baronio ne introdusse il nome nel Martirologio Romano del 1573.


TRACCE DI LETTURA

Il padre Poemen disse: «Il vigilare, lo stare attenti a se stessi, e il discernimento, queste tre virtù sono guide dell'anima».
Disse ancora: «Da qualsiasi pena tu sia colto, la vittoria è il tacere».
Disse abba Poemen: «Vi è un uomo che sembra tacere e il suo cuore giudica gli altri; costui parla sempre; e ve ne è un altro che parla da mane a sera e conserva il silenzio; non dice cioè niente che non sia di edificazione».
Un fratello chiese al padre Poemen: «Se vedo la caduta di un fratello, è bene nasconderla?». L'anziano gli rispose: «Nell'ora in cui copriremo la caduta del fratello, anche Dio coprirà la nostra; nell'ora in cui la sveleremo, anche Dio svelerà la nostra»
(Detti dei padri del deserto, Poemen 35, 37, 27 e 64)


PREGHIERA

Con i fiumi delle tue lacrime
hai fatto fiorire il deserto,
con i tuoi gemiti profondi
hai centuplicato i frutti delle tue sofferenze.
Grazie alle tue azioni prodigiose
sei diventato una lampada
che illumina tutto l'universo.
Prega Cristo, nostro Dio,
o beato padre Poemen,
perché salvi le nostre anime.


LETTURE BIBLICHE

1Cor 3,4-23; 1Pt 5,5-14; At 18,24-19,6; Lc 16,1-13


Albert Schweitzer (1875-1965)
pastore luterano

NeI 1965 muore a Lambaréné, nel Gabon, Albert Schweitzer, teologo luterano e testimone del vangelo. Nato nel 1875 a Kaysersberg, in Alsazia, Schweitzer seppe mettere pienamente a frutto i molti doni di cui era dotato. Egli divenne dapprima organista di fama e grande interprete di Bach; poi, ricevuta come pastore evangelico la libera docenza in Nuovo Testamento all'Università di Strasburgo, pubblicò studi che costituirono delle vere e proprie pietre miliari per la scienza neotestamentaria del XX secolo. Da un lato, in essi Schweitzer fece ordine rispetto ai molti eccessi dell'epoca nella ricerca sul Gesù storico e, dall'altro, diede un contributo fondamentale allo studio dell'esegesi e della spiritualità paoline. Convinto che il vero Gesù lo si può trovare soltanto seguendone le tracce, Schweitzer si laureò in medicina e aprì nel 1913 un ospedale nel Gabon, dove vivrà gran parte dei suoi giorni, totalmente dedito a quella promozione della vita, che per lui costituiva l'unico possibile fondamento di un'etica umanizzante. Schweitzer ricevette il Nobel per la pace nel 1952, e alla morte della moglie, nel 1957, fece ritorno a Lambaréné, lottando sino alla fine per donare la vita ai suoi malati.


TRACCE DI LETTURA

 Le denominazioni tardogiudaiche di Gesù, messia, figlio dell'uomo e figlio di Dio, sono divenute per noi figure storiche. Quando egli stesso riferì a sé questi titoli, espresse nello spirito del tempo il senso della sua autocoscienza. Noi non troviamo nessuna denominazione che sappia esprimerci la sua essenza.
Egli viene verso di noi come uno sconosciuto senza nome, così come si avvicinò sulla riva del lago a quegli uomini che non sapevano chi egli fosse. Pronuncia la stessa parola: «Seguimi», e ci pone di fronte ai compiti che deve risolvere nella nostra epoca. Egli comanda. E si rivelerà a coloro che gli obbediscono, siano saggi o poco saggi. Si rivelerà nella pace, nell'azione, nelle lotte e nelle sofferenze che costoro vivranno in comunione con lui. Ed essi sperimenteranno chi egli è, come si conosce un segreto ineffabile.
(A. Schweitzer, Storia della ricerca sulla vita di Gesù)


Aleksandr Men (1935-1990)
presbitero e martire

All'alba del 9 settembre 1990, mentre si sta recando a celebrare la divina Liturgia nella sua parrocchia, viene assassinato a colpi d'ascia Aleksandr Men', presbitero del Patriarcato di Mosca e animatore di primissimo piano della rinascita culturale e spirituale della Russia dopo il tramonto del regime sovietico. Men' era nato nel 1935, in una famiglia di origini ebraiche, e aveva vissuto la propria esperienza di cristiano fin dagli inizi in mezzo a mille difficoltà. Battezzato clandestinamente, nel 1958 il giovane Aleksandr si era visto annullare il diploma di pellicciaio a motivo della sua frequentazione dei circoli intellettuali cristiani. Ordinato tuttavia presbitero nel 1960, Men' acquisì da solo una notevolissima cultura teologica, soprattutto nel campo delle scienze bibliche e della storia delle religioni. Egli mantenne una fitta rete di contatti segreti con gli intellettuali cristiani sparsi un po' ovunque nel territorio moscovita, e svolse un intenso ministero pastorale nelle parrocchie a cui fu via via assegnato. Ovunque fu maestro di preghiera e di amore per la Scrittura. Più volte sottoposto a interrogatori da parte del KGB, divenne l'esponente più in vista della rinascita culturale della chiesa russa sul finire degli anni '80, grazie alla fondazione di università per laici e di scuole di catechesi aperte al popolo. Forse fu proprio per questo, nonché per le sue origini ebraiche, che qualcuno dall'alto, dopo diversi avvertimenti, decise di porre fine alla sua instancabile attività di annunciatore del vangelo.


TRACCE DI LETTURA

Cristo chiama l'uomo alla realizzazione dell'ideale divino. Bisogna essere uomini davvero limitati per potersi immaginare che il cristianesimo si sia già realizzato, che esso sia completamerlte costituito. «Nel IV secolo», sostengono alcuni; «nel XIII» o in qualche altro periodo storico, rispondono altri. In realtà, il cristianesimo ha mosso soltanto i suoi primi passi, e sono stati passi timidi, nella storia del genere umano. Molte parole di Cristo rimangono tuttora incomprensibili ai nostri orecchi. Se infatti la freccia del vangelo ha come bersaglio l'eternità, noi siamo ancora dei neandertaliani dello spirito e dell'ethos. La storia del cristianesimo non è che agli inizi.
Voi mi direte: «Ma come? Abbiamo avuto maestri della statura di un Andrej Rublev!». Certo, vi sono stati grandi santi, ma non erano che precursori: essi si stagliarono su di un oceano di fango, di sangue e di lacrime. Gesù non ha mai smesso di interrogare gli uomini. Egli interpella ciascuno di noi. Gesù Cristo è il volto umano dell'Infinito, dell'Inesplicabile, dell'Impenetrabile. Ed ecco che all'improvviso possiamo chiamarlo per nome. Ed è un nome umano.
(A.Men', Conferenza pronunciata il giorno prima di morire)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Charles Fuge Lowder (+ 1880), presbitero

COPTI ED FTIOPICi (4 nasī/pagwemēn):
Poemen, monaco (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Luigi Pasquali (+ 1560), testimone fino al sangue in Spagna

MARONITI:
Gioacchino e Anna, genitori della vergine Maria
Concilio di Calcedonia (451)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Gioacchino e Anna, santi e giusti progenitori di Dio
Severiano di Sebaste (+ ca 320), martire

SIRO-OCCIDENTALI:
Gioacchino e Anna, genitori della Vergine Maria

8 settembre

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Nascita della Vergine Maria

Le chiese d'oriente e d'occidente celebrano oggi la nascita di Maria, la madre del Signore.
Come era avvenuto per il Battista, la cui natività fu celebrata in occidente sin dalla fine del IV secolo, anche di Maria la chiesa antica velle ricordare in modo solenne la venuta al mondo. La data dell' 8 settembre è quella della dedicazione della basilica di Sant'Anna a Gerusalemme, sorta sul luogo in cui, secondo un'antica tradizione, avevano risieduto Gioacchino e Anna, genitori di Maria. La festa si estese nel V secolo a Costantinopoli, e fu introdotta in occidente da papa Sergio I, che era di origine siriaca, nel 701. La festa della Natività di Maria, molto amata dalle chiese ortodosse e orientali, ricorda la nascita di colei che sarà «terra del cielo», ovvero il grembo offerto dall'umanità perché si compia l'incarnazione del Verbo nella storia degli uomini, compimento dell'economia salvifica di Dio.


TRACCE DI LETTURA

Santa Maria,
Madre del Signore,
la tua fede ci guida.

Volgi lo sguardo
verso i tuoi figli,
Terra del cielo.

La strada è lunga e su di noi la notte scende:
intercedi presso il Cristo,
Terra del cielo.
(Canto bizantino-slavo alla Madre di Dio)


PREGHIERA

Signore nostro Dio,
tu ci hai dato Maria, la nuova Eva,
terra da te preparata
ad accogliere il tuo Spirito
e a dare come frutto il Messia:
accordaci di confessare
con tutta la nostra vita
il mistero dell'unione
della tua divinità
e della nostra umanità in tuo Figlio,
nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE

Gen 12,1-4; Rm 8,28-30; Mt 1,1-2


Leggi tutto: 8 settembreGuglielmo di Saint-Thierry (ca 1070-1148)
monaco

Nel 1148 muore a Signy Guglielmo di Saint-Thierry, monaco cistercense.
Nato a Liegi attorno al 1070 da famiglia nobile, Guglielmo fu avviato allo studio delle lettere nel nord della Francia, dove apprese il tradizionale metodo esegetico della quaestio. Convintosi però che per trovare la parola di Dio contenuta nelle Scritture era necessario liberarsi dagli approcci eruditi e intellettualistici prevalenti nelle scuole, nel 1113 Guglielmo entrò nel monastero benedettino di Saint-Nicaise a Reims. Egli comprese che Dio, mediante lo Spirito, è presente nell'intimo dell'uomo, e dunque precede le dotte ricerche degli uomini; iniziò così un cammino monastico che lo porterà, grazie anche al rigore del metodo acquisito nelle accademie, ad essere uno dei maggiori spirituali e forse il più grande cantore dell'amore di Dio di tutto il medioevo. Attorno al 1120 fu eletto abate del monastero benedettino di Saint-Thieny, ma egli non nascondeva la sua ammirazione per lo stile di vita dei cistercensi, anche grazie a Bernardo di Clairvaux, che aveva incontrato qualche tempo prima e al quale era legato da un profondo rapporto di amicizia e di reciproca collaborazione. Dissuaso dallo stesso Bernardo dall'abbandonare Saint-Thierry per passare ai cistercensi, egli lavorò allora per riformare la vita del proprio monastero. Ma, nel 1135, ruppe gli indugi e divenne semplice monaco cistercense a Signy, dove poté dedicarsi maggiormente alla stesura delle sue opere teologiche e spirituali, che avrebbero conosciuto un'ampia diffusione.
Seppur molto debole, come ultimo atto d'amore verso l'amico di Clairvaux, Guglielmo volle porre mano alla stesura della Vita di Bernardo; ma non riuscì a terminarla per il sopraggiungere della morte, avvenuta l'8 settembre del 1148.


TRACCE DI LETTURA

Quando pensiamo alle cose di Dio o che conducono a lui e la volontà progredisce fino a diventare amore, subito, nella via dell'amore, lo Spirito santo, che è spirito di vita, vi si infonde e vivifica tutto, venendo in aiuto alla debolezza di colui che pensa, sia nella preghiera, sia nella meditazione, sia nello studio. Allora la memoria diventa sapienza, e l'intelligenza di chi pensa diventa contemplazione dell'amante.
Se ciò che l'animo vuole totalmente è Dio, esso deve esaminare in che misura e in che modo lo vuole; e questo non soltanto secondo il giudizio della ragione, ma anche secondo l'affetto della mente, in modo che la volontà più che volontà sia amore, dilezione, carità, unità di spirito. È così infatti che Dio va amato, poiché l'amore è una grande volontà tesa verso Dio; la dilezione è l'adesione e l'unione; la carità è la fruizione.
Quanto poi all'unità dello spirito con Dio, per l'uomo che ha levato in alto il proprio cuore è la perfezione della volontà di chi avanza verso Dio.
Volere ciò che Dio vuole: questo è ormai essere simili a Dio; non poter volere se non ciò che Dio vuole: questo è ormai essere ciò che Dio è. Per cui si dice bene che solo allora lo vedremo così com'è, quando cioè saremo simili a lui, quando saremo ciò che egli è.
(Guglielmo di Saint-Thierry, Lettera d'oro 249, 256, 258)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Natività della beata vergine Maria

ARMENI:
Natività della beata vergine Maria

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Natività della beata vergine Maria (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (3 nasī/pagwemēn):
Raffaele, arcangelo
Melchisedek (II mill. a.C.), re di Salem (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Corbiniano (+ 725), evangelizzatore in Baviera

MARONITI:
Natività della beata vergine Maria

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Natività della santissima nostra signora la Madre di Dio

SIRO-OCCIDENTALI:
Natività della beata vergine Maria

SIRO-ORIENTALI:
Natività di Maria, Madre di Dio

VETEROCATTOLICI:
Natività di Maria

7 settembre

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (2 nasī/pagwemēn):
Tito, destinatario della lettera di Paolo apostolo (Chiesa copta)

LUTERANI:
Lazarus Spengler (+ 1534), sostenitore della Riforma a Norimberga
Martin Kähler (+ 1912), teologo a Halle

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Vigilia della Natività della santissima Madre di Dio
Sozonte di Cilicia (+ ca 304), martire
Nazar di Kutaisi e Ghelathi, vescovo,
Simeone Mcedlidze, presbitero, e compagni (+ 1924), martiri (Chiesa georgiana)

6 settembre

LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Allen Gardiner (+ 1851), missionario, fondatore della Società missionaria sudamericana

COPTI ED ETIOPICI (1 nasī/pagwemēn):
Eutichio (I sec.), discepolo degli apostoli Giovanni e Paolo (Chiesa copta)

LUTERANI:
Matthias Waibel (+ 1525), testimone fino al sangue in Svevia

MARONITI:
Miracolo dell'arcangelo Michele a Colossi (IV sec.)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Miracolo dell'arcangelo Michele a Colossi
Traslazione delle reliquie di Pietro il Taumaturgo (1479), metropolita di Mosca (Chiesa russa)
Serapione Garegeli (+ 1742), igumeno(Chiesa georgiana)

5 settembre

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Leggi tutto: 5 settembresorella Maria di Campello (1875-1961)
monaca

Nel 1961 passa da questo mondo al Padre, all'età di 86 anni sorella Maria, fondatrice della comunità dell'Eremo di Campello. Nata nel 1875 a Torino, Valeria Paola Pignetti fu una donna di salute malferma, dotata di grande forza interiore e di dolcezza; fin da giovane mostrò una propensione alla solitudine contemplativa e all'apertura verso gli altri.
Entrata nel 1901 nell'istituto delle Francescane Missionarie di Maria, per diciotto anni accolse con obbedienza i servizi sempre più impegnativi che le venivano affidati. Terminata la prima guerra mondiale durante la quale aveva assistito i feriti, lasciò con il permesso dei superiori l'istituto, in cerca di «un più largo respiro».
Dopo tre anni, essa diede vita nei pressi di Campello sul Clitumno in Umbria, a una delle esperienze più limpide di vita evangelica del xx secolo, dapprima nel Rifugio San Francesco, e dal 1926 nell'Eremo francescano, sopra le fonti del Clitumno. Restaurato questo antico eremo, sorella Maria vi visse fino alla morte, assieme ad alcune compagne, con un programma fatto soltanto di preghiera, lavoro e accoglienza degli ospiti, in una tensione via via crescente alla comunione con ogni creatura.
Sorella Maria ebbe rapporti epistolari con Gandhi, Albert Schweitzer, Friedrich Heiler, Primo Mazzolari, Evelyn Underhill, Giovanni Vannucci e molti altri. A motivo della sua amicizia con Ernesto Buonaiuti, e poiché presto erano entrate a far parte della sua comunità alcune sorelle non appartenenti alla chiesa cattolica, essa fu a lungo osteggiata dall'autorità ecclesiastica, e dovette rinunciare per quasi trent'anni alla celebrazione della messa nell'Eremo di Campello.

Quando si profilò la fine dell'interdetto, Maria, secondo le sue stesse parole, era ormai oltre, prossima a quella comunione cosmica cui aveva a lungo anelato, e che poté raggiungere nel 1961, al termine di una vita di grandi sofferenze, ma all'insegna di una grande pace interiore.


TRACCE DI LETTURA

Cara Amata, occorre che io ti spieghi per quanto posso la mia attitudine verso i fratelli; affinché io ti sia chiara, in questo, come voglio essere chiara in tutto. Ogni credenza o professione religiosa d'ogni fratello rn'ispira rispetto e interessamento, non in se stessa, ma perché è del fratello, ed è come una risultante del suo temperamento, delle sue esperienze, del suo ambiente, del suo tempo.
Del tenermi lontana o vicina ai fratelli di diversa credenza, non mi sono mai preoccupata. A me preoccupa solo il debito di amore che ho verso ogni fratello.
(Sorella Maria, Lettere a Amy Turton)

Per me la chiesa è la società dei credenti. Ogni credente sincero fa parte dell'anima della chiesa; è il concerto cattolico per eccellenza. Dunque non solo con un fratello cristiano, ma con un fratello israelita o pagano, io mi sento in comunione spirituale, se egli crede e spera e ama. Con quelli poi tra i fratelli che cercano Cristo con sincerità e desiderio, io sento che «siamo un solo pane in Lui» e credo che tanto più siamo cristiani, quanto più siamo uniti; anzi è una condizione indispensabile. Ne vengono di conseguenza il rispetto scambievole, il «prevenirci con l'onore» e tutte le altre cose.
(Sorella Maria, Lettere)


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI(30 misrā/naḥasē):
Malachia (V sec. a.C.), profeta (Chiesa copta)

LUTERANI:
Katharina Zell (+ 1562), poetessa a Strasburgo

MARONITI:
Zaccaria, padre di Giovanni il Battista
Šarbil e Bebaia di Edessa (IV sec.), martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Zaccaria, profeta, padre del Precursore

4 settembre

Leggi tutto: 4 settembre

Mosè (II mill. a.C.)
pr
ofeta

Oggi negli antichi calendari delle chiese d'oriente e d'occidente si ricorda Mosè,
amico del Signore e profeta. Così lo descrive il Siracide:

Dalla stirpe di Giacobbe il Signore /fece sorgere un uomo di pietà /che riscosse una stima universale/e fu amato da Dio e dagli uomini: Mosè il cui ricordo è benedizione...
Lo rese glorioso come i santi/e lo rese grande a timore dei nemici.
Per la sua parola fece cessare i prodigi/lo glorificò davanti al faraone; gli diede autorità sul suo popolo/e gli mostrò la sua gloria.
Lo santificò nella fedeltà e nella misericordia, lo scelse tra tutti i viventi. Gli fece udire la sua voce, lo introdusse nella nube oscura
gli diede faccia a faccia i comandamenti, legge di vita e di sapienza, perché spiegasse a Giacobbe la sua alleanza, i suoi decreti a Israele
(Sir 45,1-5).

Mosè, che la Torah chiama «amico del Signore» e «profeta», visse probabilmente nel XIII secolo a.C., e morì alle soglie della terra promessa. La Torah si chiude con il racconto della sua morte: « Mosè, servo del Signore, morì sul monte Nebo, nel paese di Moab, sulla bocca del Signore» (Dt 34,5), e commenta: «Non è più sorto in Israele un profeta come Mosè, lui con il quale il Signore parlava faccia a faccia, come un uomo parla con l'amico» (Dt 34,10).
Poiché, prima di morire, Mosè aveva annunciato a Israele: «Il Signore tuo Dio susciterà per te, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto» (Dt 18,15), i cristiani hanno riconosciuto in Gesù il nuovo Mosè, ovvero il profeta che ha inaugurato i tempi ultimi dando l'interpretazione messianica e definitiva della Torah.


TRACCE DI LETTURA

Nessuno, il fosco angelo caduto solo volle; portando armi mortali s'appressò al Designato. Ma con stridor di lame s'arretrò subito, riprese il volo, gridò ai cieli: Non posso!
Perché Mosè sereno, tra i folti sopraccigli, l'aveva scorto e seguitava a scrivere: parole di benedizione e l'infinito Nome. E fino all'ultima sostanza il suo occhio era limpido.
Trascinando con sé metà dei cieli calò allora il Signore, appianò il monte e in quel letto depose il vecchio. Dall'ordinata dimora chiamò l'anima, e molte rievocava tappe comuni di infinita amicizia.
Ma era stanca ormai. E riconobbe d'essere stanca l'anima compiuta. Allora lentamente il vecchio Dio chinò sul vecchio il vecchio volto. Con un bacio lo trasse nella sua età, più vecchia. E con la mano che creò il mondo il monte ricompose come gli altri della terra, ricreato, ad uomo non riconoscibile.
(R. M. Rilke, La morte di Mosè)


PREGHIERA

Dio dei nostri padri,
attraverso Mosè
hai dato a Israele la Legge, e lo hai confermato
nella benedizione e nella promessa:
concedi al tuo popolo la pace
e la gioia messianica che attende,
e fa' che presto
la sua partecipazione totale
al mistero nascosto nei secoli eterni
sia per tutti la resurrezione dai morti
in Gesù Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE

Es 3,1-15; Eb 11,23-29; Gv 5,41-47


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Birino (+ ca 650), vescovo di Dochester (Oxon), apostolo del Wessex

COPTI ED ETIOPICI (29 misrā/naḥasē):
Atanasio (III sec.), vescovo e martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Giovanni Mollio (+ 1553), testimone fino al sangue in Italia

MARONITI:
Babila di Antiochia (+ 250), martire
Mosè, profeta

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Babila, vescovo di Antiochia, ieromartire
Mosè, profeta e veggente
Gorasdo (+ 1942), vescovo di Cechia, Moravia e Slesia (Chiesa ortodossa cecoslovacca)

3 settembre

Leggi tutto: 3 settembre

Gregorio Magno (540-604)
padre della chiesa e pastore

Gregorio nacque a Roma nel 540. Avviato a una brillante carriera politica, egli giunse a ricoprire, poco più che trentenne, la carica di prefetto della città. Ma, attratto dal desiderio di una più grande intimità con il Signore, abbandonò presto il prestigioso incarico per dare vita sul colle Celio al piccolo monastero di Sant'Andrea, di cui non vorrà mai assumere la carica di abate per poter servire Dio in umile obbedienza. Essendo tuttavia note le sue grandi qualità umane e spirituali, Gregorio fu nominato ambasciatore del papa a Costantinopoli. Anche nella capitale dell'impero d'oriente egli portò con sé un drappello di monaci con cui condividere l'ascolto e la meditazione quotidiana delle Scritture. Eletto papa alla morte di Pelagio II, Gregorio accettò come unico titolo quello di «servo dei servi di Dio», continuando a vivere, pur in mezzo ai molteplici impegni del suo nuovo ministero, con cuore semplice e povero di monaco, e servendo anzitutto gli ultimi della sua diocesi.
Vivendo in un periodo di transizione, in cui gli parve spesso di intravvedere i segni della fine imminente della storia, egli seppe far fronte con discernimento ai grandi mutamenti epocali del suo tempo, riconoscendo il ruolo emergente dei popoli barbarici e preoccupandosi di favorire il loro incontro con il vangelo, di cui rimase fino alla fine un instancabile annunciatore.
Innamorato della parola di Dio, Gregorio traspose nei suoi scritti la ricchezza della lectio divina personale e il suo amore per il monachesimo. Dobbiamo a lui l'unica biografia antica di san Benedetto, che avrà larga eco in tutto l'occidente. Gregorio morì a Roma nel 604.


TRACCE DI LETTURA

La comunità di fede è criterio ermeneutico della parola di Dio. «Spesso molte cose che nella santa Scrittura da solo non riuscivo a comprendere -dirà con coraggio Gregorio ai suoi fratelli - le ho capite quando rni sono trovato in mezzo ai miei fratelli. A seguito di questa conoscenza ho cercato di comprendere anche per merito di chi mi era stata data tale intelligenza». Ma ciò che sarà più sorprendente nel pensiero di Gregorio, è che ogni membro del popolo di Dio, se obbedisce alla Parola, è «organo di verità» per i suoi fratelli nella fede. «Quanti infatti ripieni di fede ci sforziamo di far risuonare Dio, siamo organi della verità; ed è in potere della verità che essa si manifesti per mio mezzo agli altri o che per gli altri giunga a me». Ma  tale umile discrezione  di Gregorio nei confronti dell'azione dello Spirito e della Parola ci cui obbedisce genera un modello di presidenza ecclesiale che si esprime con la formula: «Gregorio, servo dei servi di Dio».
(Benedetto Calati)


PREGHIERA

O Dio,
che hai guidato la tua chiesa
con la dolcezza e il vigore
di Gregorio Magno,
dona il tuo Spirito di sapienza
a quelli che hai posto come guide del tuo popolo,
e la crescita spirituale dei fedeli
sarà la gioia dei pastori,
quando apparirà il Pastore supremo,
Gesù Cristo, nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE

Ez 34,11-16; Lc 22,24-32


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Gregorio Magno, vescovo di Roma, maestro della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Gregorio Magno, papa e dottore della chiesa (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (28 misrā/naḥasē):
Abramo (vedi al 9 ottobre), Isacco e Giacobbe (II mill. a.C.), nostri padri

LUTERANI:
Oliver Cromwell (+ 1658), statista in Inghilterra

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Antimo (+ ca 302), vescovo di Nicomedia, ieromartire;
Teoctisto (+ 467), compagno di Eutimio il Grande
Sarmeane (VIII sec.), monaco e patriarca (Chiesa georgiana)

SIRO-ORIENTALI:
Pio X (+ 1914), papa (Chiesa malabarese)