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30 settembre

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Girolamo (ca 342-420)
padre della ch
iesa e monaco

Nel 420 muore a Betlemme Girolamo, padre della chiesa e monaco. Nato in Dalmazia negli anni '40 del IV secolo, Girolamo si recò a Roma per studiare i classici latini. Nella capitale dell'impero egli conobbe la vita ascetica dell'occidente, e si recò poi in oriente per conoscere la tradizione monastica del deserto siriaco. Giunto ad Antiochia, fu ordinato presbitero, suo malgrado, dal vescovo Paolino.
Tornato a Roma, Girolamo fondò sull'Aventino un luogo di preghiera frequentato dalle donne dell'aristocrazia romana, tre delle quali, Marcella, Paola ed Eustochio, lo seguiranno in Palestina nel 385. A Roma Girolamo acquisì un profondo amore per le Scritture, che non lo abbandonerà più fino alla morte. Uomo dal carattere passionale, egli ebbe amicizie intense, come quella con Rufino di Aquileia, che non tardarono a diventare contrapposizioni altrettanto profonde quando questioni di principio si frapposero tra lui e i suoi interlocutori. Alla morte di papa Damaso, deluso da molti di coloro che aveva amato sino ad allora, Girolamo lasciò tutto e ripartì per l'oriente, alla volta di Betlemme, dove, fondato un monastero maschile e uno femminile, si dedicò alla traduzione e al commento dei libri della Scrittura. È a lui che si deve la Vulgata, il testo latino della Bibbia che fu adottato in tutto l'occidente. Ma neppure nella solitudine monastica trovò pace, poiché venne coinvolto, per la sua conoscenza allora ineguagliabile delle Scritture, nelle grandi controversie teologiche del tempo. Nei suoi scritti, e in particolare nel suo vasto epistolario, Girolamo ha lasciato alla chiesa un tesoro monumentale di insegnamenti e intuizioni sulla vita cristiana e sull'ascesi monastica, ed è ricordato giustamente come uno dei più grandi dottori della chiesa indivisa.


TRACCE DI LETTURA

Ora ti domando, carissimo fratello, se non ti pare di abitare, già qui sulla terra, nel regno dei cieli, quando si vive fra i testi della Scrittura, li si medita, non si conosce o non si cerca di conoscere nessun'altra cosa.
Non vorrei che ti fosse di danno, nella sacra Scrittura, la semplicità e - vorrei dire - la banalità delle parole. Può essere che questa stesura dipenda da difetto d'interpretazione, oppure che sia stata fatta appositamente per renderne più facile la comprensione al pubblico, per far sì che in un'unica e medesima frase, tanto l'uomo di cultura quanto l'ignorante potessero coglierne il senso secondo la propria capacità.
Da parte mia non sono così superficiale e stupido da farmi passare per uno che tutte queste cose le conosce, o che vuol cogliere in terra i frutti di quelle radici che sono piantate in cielo. Confesso però che ne ho il desiderio e che ho pure voglia di impegnarmi con tutte le mie forze per intraprendere il cammino verso tale meta.
(Girolamo, Lettera 53,10)


PREGHIERA

Dio nostro,
tu hai concesso a Girolamo
di indagare con sapienza
la santa Scrittura
e di gustare la dolcezza della tua parola:
concedi anche a noi
di saperla ascoltare, meditare e contemplare,
perché essa
è il nostro cibo quotidiano
nel pellegrinaggio verso il regno.
Per Cristo nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE

2Tim 3,14-4,5; Lc 24,40-49


Leggi tutto: 30 settembreGregorio l'Illuminatore (ca 260-328)
pastore

Gli antichi calendari d'oriente e d'occidente ricordano il 30 settembre Gregorio l'Illuminatore, apostolo degli armeni.
Gregorio era figlio di un principe parto, Anak, e nacque in Armenia perché il padre vi si era trasferito attorno alla metà del III secolo. In Armenia la sua famiglia, coinvolta nella congiura ordita dal re sassanide Artaserse per eliminare il re di Armenia Cosroe, fu sterminata dai figli di quest'ultimo, e Gregorio sfuggì alla morte riparando a Cesarea di Cappadocia. A Cesarea ricevette il battesimo cristiano, si sposò, ed entrò alla corte del re Tiridate, figlio di Cosroe. A motivo della sua fede cristiana e dell'appartenenza alla famiglia di Anak egli conobbe dure persecuzioni, fino a essere recluso nel carcere di Artaxata per quindici anni, dal 298 al 313.
Secondo i più antichi racconti agiografici, Gregorio guarì il re Tiridate da una grave malattia, e questi si convertì al cristianesimo. Per questo motivo, a Gregorio è attribuita tradizionalmente la conversione di gran parte dell'Armenia al cristianesimo.
Sul piano storico, è certo che Gregorio, una volta ottenuta la libertà, fu ordinato vescovo a Cesarea nel 314 dal vescovo Leonzio, e grazie all'aiuto delle chiese cappadocie riuscì a riorganizzare profondamente la vita dei cristiani armeni, portando il vangelo in territori dove non era ancora stato predicato.
Sempre secondo la tradizione, egli morì solitario, dopo essersi ritirato in una grotta vicino al villaggio di Thordan. Gli armeni ne ricordano in tre date differenti l'inizio della prigionia, la fine della prigionia e il ritrovamento delle spoglie mortali.


TRACCE DI LETTURA

L' inconoscibile venne nella carne e fu toccato e conosciuto nella carne; ed egli assunse liberamente su di sé tutte le passioni della carne, e soffrì nell'umiliazione, trovandosi in mezzo a stranieri. E senza esservi costretto da nessuno, ma per sua stessa indipendente volontà, egli portò tutto ciò, come sta scritto: «Io ho il potere di deporre la mia vita secondo il mio beneplacito, per poi riprenderla di nuovo». E nacque da una vergine e volontariamente adempì la volontà di colui che l'aveva inviato. Dice infatti: «Sono venuto a compiere la volontà del Padre mio», così da mostrare l'unica, indissolubile e indivisibile unità che regna tra di loro.
(Gli insegnamenti di san Gregorio 379-380)


PREGHIERA

Tu che sei sorto come il sole
per la vocazione donata da Cristo
e hai illuminato
la nostra terra di Armenia
con la conoscenza di Dio, Signore,
santo Gregorio,
intercedi incessantemente per le nostre anime.


LETTURE BIBLICHE

Eb 13,17-21; Mt 19,27-29


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Girolamo, traduttore delle Scritture, maestro della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Girolamo, presbitero e dottore della chiesa

COPTI ED ETIOPICI (20 tūt/maskaram):
Teopista (?), reclusa (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Girolamo, padre della chiesa a Betlemme

MARONITI:
Gregorio, vescovo di Armenia, confessore
Fidanzamento di Maria con Giuseppe

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Gregorio della Grande Armenia, ieromartire

SIRO-ORIENTALI:
Girolamo, dottore della chiesa (Chiesa malabarese)

29 settembre

Leggi tutto: 29 settembre

Angeli e messaggeri del Signore

Le chiese d'occidente fanno oggi memoria degli angeli e messaggeri del Signore.
Gli angeli, secondo tutta la tradizione biblica, riassunta nella Lettera agli Ebrei, «sono spiriti inviati da Dio al servizio di coloro che devono ereditare la salvezza» (Eb 1,14). A loro, nella prima come nella nuova alleanza, Dio affida il compito di trasmettere la sua volontà al popolo d'Israele o a uomini da lui prescelti per una missione particolare. Certo, Paolo ricorda che «uno solo è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini: l'uomo Cristo Gesù» (1Tm 2,5), tuttavia le chiese cristiane hanno fin da principio riconosciuto un ruolo ai messaggeri di Dio nell'economia del Verbo: nel Nuovo Testamento è agli angeli che viene affidato l'incarico di annunciare l'incarnazione del Figlio di Dio, di custodirne il cammino terreno, di proclamarne la resurrezione, di spiegame l'ascensione, di accompagnarne il ritorno glorioso. Secondo la testimonianza degli antichi testi eucaristici d'oriente e d'occidente, i messaggeri di Dio celebrano alla presenza del Signore un'ininterrotta liturgia celeste, alla quale la liturgia della chiesa sulla terra non fa che unirsi per proclamare Dio tre volte Santo.
Con gli interrogativi posti alla fede in epoca moderna, tra le diverse confessioni cristiane sono sorte divergenze di comprensione, tuttora in attesa di approfondimento, riguardo al ruolo che gli spiriti angelici rivestono nel tempo della chiesa, per vegliare su di essa e sui singoli credenti.


TRACCE DI LETTURA

La mediazione non è sostanzialmente più necessaria, là dove il Figlio ha il Padre presso di sé e dimora anzi nel seno del Padre e agisce a partire dal proprio vedere, ascoltare e toccare il Padre, in forza della propria potestà ricevuta direttamente dal Padre. E tuttavia gli angeli non possono mancare, in primo luogo perché fanno parte della gloria celeste del Figlio dell'uomo, ma in secondo luogo e soprattutto perché devono rendere visibile il carattere sociale del regno dei cieli, nel quale il cosmo dev'essere trasformato. Non deve sorgere l'impressione che il regno che il Figlio è venuto a fondare e che certamente incarna nella sua totalità (come autobasileía), sia un luogo solitario nell'assoluto. Piuttosto questo luogo in Dio, al quale devono essere condotti i redenti della terra, è fin dall'inizio «la città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste», con le sue innumerevoli schiere di angeli, la comunità festosa dei primi nati.
(H. U. von Balthasar,  Gloria I. La percezione della forma)


PREGHIERA

Dio della luce,
tu hai affidato agli angeli
il ministero della lode continua
alla tua presenza
e li hai voluti quali tuoi messaggeri
per noi uomini:
concedi a noi,
pellegrini sulla terra,
la protezione delle creature del cielo,
perché possiamo
insieme con loro nel regno
contemplare sempre
la gloria del tuo volto.
Per Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE

Gen 28,10-19; Eb 12,18-24; Gv 1,47-51


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Michele e tutti gli angeli

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Michele, Gabriele e Raffaele, arcangeli (calendario romano e ambrosiano)
Michele, arcangelo (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (19 tūt/maskaram):
Terzo giorno della Croce gloriosa

LUTERANI:
Michele, arcangelo, e tutti gli angeli

MARONITI:
Ruhana (Ciriaco) il Cantore (+ ca 553), confessore

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Ciriaco l'Anacoreta, monaco
Cipriano di Kiev (+ 1406), vescovo (Chiesa russa)
Kukša di Odessa (+ 1961), monaco (Chiesa ucraina)

SIRO-OCCIDENTALI:
Arrivo in Egitto di Severo di Antiochia

VETEROCATTOLICI:
Michele e tutti gli angeli

28 settembre

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Leggi tutto: 28 settembreConfucio (551-479 a.C.)
giusto tra le genti

Nel 479 a.C., nell'odierna città cinese di Qufu, muore Kong Qiu Zhongni, meglio noto con il nome latinizzato di Confucio, che in cinese significa «il maestro della famiglia Kong».
Confucio era nato nello stato di Lu, in una famiglia di alti dignitari. Entrato a far parte dei funzionari del mandarinato cinese a 17 anni, egli dedicò tutta la vita a combattere il malcostume dilagante e a ricondurre l'amministrazione dei beni pubblici alla giustizia e all'ordine, che egli riteneva qualità naturali. Confucio visse e predicò un rinnovamento della società a partire dal rinnovamento interiore di ogni persona, combattendo tutti gli idoli che allontanano l'uomo dall'amore per la rettitudine e per l'armonia con i propri simili. Sebbene fosse un credente negli dèi dei suoi padri, Confucio, a differenza di Laozi (Lao-Tze), non invocò la religione per condurre la sua opera di riformatore, ma si limitò a far uso del buon senso e della sua conoscenza profonda dell'uomo. Il suo insegnamento ebbe un impatto enorme sulla cultura cinese e permane tuttora come una delle pietre miliari della più popolosa civiltà della terra. Il suo messaggio di pace, di giustizia e di armonia nel cosmo, testimoniato coerentemente per tutta la vita, consente di annoverarlo a pieno diritto tra i giusti delle genti.


TRACCE DI LETTURA

Yan Yuan interrogò il Maestro sulla carità. «Dominare se stessi e ripristinare le forme dei principi celesti è carità», rispose Confucio. «Se per un sol giorno un uomo domina se stesso e ripristina i riti, il mondo si volge alla carità. Essere caritatevoli dipende da noi stessi, dipende forse dagli altri?».
Confucio disse: «Il saggio intende la giustizia, l'uomo volgare intende il profitto».
Confucio disse: «Quando vedete un uomo virtuoso, proponetevi di eguagliarlo; quando vedete un uomo senza virtù, esaminatevi nel vostro intimo».
Confucio disse: «Gli antichi non si lasciavano sfuggire le parole, perché si sarebbero vergognati di non raggiungerle con le azioni».
(Confucio, Dialoghi 12,279; 4,82.83.88)


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Venceslao (IX-X sec.), martire (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (18 tūt/maskaram):
Secondo giorno della Croce gloriosa
Eustazio di Ṣarābi (+ 1352), monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Lioba (†782), evangelizzatrice nella valle del Tauber
Adolf Clarenbach (+ 1529), testimone fino al sangue a Colonia

MARONITI:
Caritone di Palestina (+ 350), confessore

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Caritone di Palestina, monaco e confessore
Giuseppe (XVI-XVII sec.), metropolita di Timisoara (Chiesa serba)

27 settembre

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Leggi tutto: 27 settembre

Vincenzo de Paoli (1581-1660)
presbitero

Il 27 settembre del 1660 si spegne serenamente a Parigi Vincenzo de Paoli (Vincent Depaul), fondatore della Congregazione della Missione e di una miriade di attività caritative a favore dei poveri e degli emarginati. Vincent era nato nel 1581 nel borgo rurale di Pouy, nei pressi di Dax (sud-ovest della Francia). L'infanzia di povero contadino, alla quale pure egli sembrò ribellarsi a un certo punto della sua vita, ebbe una profonda influenza sulla sua spiritualità. Avviato al sacerdozio per consentirgli di migliorare la propria condizione sociale, il giovane Vincent, ordinato presbitero a soli 19 anni, attraversò diverse peripezie prima di approdare a Parigi nel 1608. Nella capitale francese egli fu segnato dall'incontro con il cardinale de Bérulle, che lo aiutò a riscoprire la gioia profonda che deriva dalla povertà materiale e spirituale. Ritrovata la pace, Vincent fu nominato cappellano generale delle galere francesi, e soprattutto incontrò il disperato bisogno di misericordia dei poveri delle campagne. Da quel momento egli farà di tutto per recare ai poveri il lieto annuncio dell'amore senza limiti del Dio rivelato da Gesù Cristo. Per promuovere l'evangelizzazione delle campagne Vincent diede vita a «confraternite di carità» e a numerose missioni popolari. A questo scopo egli favorì la creazione di seminari maggiori per la formazione di presbiteri preparati e maturi.
Nel 1625, anche grazie all'incontro che Vincent ebbe con François de Sales, fu ufficialmente fondata la Congregazione della Missione, detta dei Vincenziani o dei Lazzaristi perché sorta attorno al priorato parigino di Saint-Lazare. Alla morte di Vincent Depaul, i lazzaristi, che per statuto continuavano a rimanere presbiteri diocesani, erano ormai più di 130, con 25 case in tutta l'Europa.


TRACCE DI LETTURA

La nostra vocazione è di andare non in una parrocchia, e neppure soltanto di visitare il territorio di una diocesi, rna di percorrere tutta la terra. E che dobbiamo fare? Trasmettere il fuoco ai cuori degli uomini, fare ciò che ha fatto il Figlio di Dio, lui che è venuto a portare il fuoco sulla terra per in- fiammarla con il suo amore. Che altro potremo perciò desiderare, se non che arda sino a consumarsi?
Dunque è ben vero che io sono inviato non solo per amare Dio, rria per farlo amare. Non mi basta amare Dio se il mio prossimo non è preso anch'egli dal suo amore.
(Vincenzo de Paoli, Ai preti della missione)


PREGHIERA

O Dio, che per il servizio dei poveri
e la formazione dei tuoi ministri
hai donato al tuo presbitero
san Vincenzo de Paoli
lo spirito degli Apostoli,
fa' che, animati dallo stesso fervore,
amiamo ciò che egli ha amato
e mettiamo in pratica i suoi insegnamenti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

l Co 1,26-31; Mi 25,31-46


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Vinncenzo de Paoli, fondatore della Congregazione delle missioni (Lazzaristi)

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Vincenzo de Paoli, presbitero (calendario romano e ambrosiano)

Adolfo e Giovanni di Cordova (+ ca 824), martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (17 tūt/maskaram):
La Croce gloriosa

LUTERANI:
Vincenzo de Paoli, benefattore nella Francia meridionale

MARONITI:
Lino I (I sec.), papa;
(I sec.), apostolo
Cleopa

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI*:
Callistrato e i suoi 49 compagni (+ 304), martiri
Antim Ivireanul (+ 1716), vescovo e martire (Chiesa romena)
*Le chiese appartenenti al patriarcato di Gerusalemme, di Mosca, di Serbia e di Georgia, e i monasteri del monte Athos, che seguono il calendario giuliano anche per le feste a data fissa, celebrano oggi l'Universale esaltazione della Croce preziosa e vivificante.

26 settembre

Cosma e Damiano (+ ca 303)
martiri

All'inizio del IV secolo, muoiono martiri in Palestina i due medici Cosma e Damiano, noti in oriente come i santi « anargiri» (senza denaro). Secondo la tradizione, essi erano originari dell'Arabia, ed esercitarono con grande carità la loro professione nei pressi di Ege, in Cilicia. Cosma e Damiano dedicarono tutta la vita a curare i malati, senza chiedere compensi per le loro prestazioni, anche perché erano fermamente persuasi che non fosse lecito possedere in proprio alcun bene per chi è discepolo del Signore. Cristiani convinti, essi si adoperarono nel contempo per confessare pubblicamente la loro fede, vero sostegno e alimento della loro attività taumaturgica. Per questo caddero vittime, sempre secondo la tradizione, della persecuzione di Diocleziano, e furono decapitati nell'anno 303. Grazie all'imperatore Giustiniano, il loro culto divenne popolarissimo in tutta la cristianità, e i medici di tutto il mondo li assunsero come loro patroni. Cosma e Damiano sono stati gli ultimi santi inseriti nel Canone Romano e la data odierna ricorda la dedicazione nel VI secolo della basilica a loro intitolata nel Foro Romano.


TRACCE DI LETTURA

Il proconsole Lisia, essendo venuto a conoscenza della fama dei due santi, se li fece venire davanti e chiese loro come si chiamassero, quale fosse la loro patria e la loro condizione.
Dissero i santi martiri: «I nostri nomi sono Cosma e Damiano e abbiamo altri tre fratelli: Antimo, Leonzio ed Euprepio; la nostra patria è l'Arabia e come cristiani non possediamo ricchezze».
(Jacopo da Varagine, Leggenda aurea)


PREGHIERA

Noi facciamo memoria
dei santi Cosma e Damiano
per glorificare te, Signore,
poiché la tua mirabile provvidenza
ha donato loro la gloria senza fine
e a noi provvede ora il tuo aiuto,
attraverso Gesù Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE
1Gv 3,14-18; Mt 8,14-17


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Wilson Carlile (+ 1942), fondatore della «Church Army»

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Cosma e Damiano, martiri (calendario romano e ambrosiano)

Eusebio di Vercelli (1371), vescovo (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (16 tūt/maskaram):
Dedicazione dell'Anastasis a Gerusalemme (335)

LUTERANI:
Antonio Herrezuelo (+ 1559) e Leonor de Cisnere (+ 1568), martiri in Spagna

MARONITI:
Giovanni l'Amato, apostolo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Transito del santo e glorioso apostolo e teologo Giovanni evangelista

VETEROCATTOLICI:
Cosma e Damiano, martiri

25 settembre

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Ketevan di Giorgia (+ 1624)
martire

La Chiesa georgiana ricorda nella data odierna, corrispondente al 12 settembre del calendario giuliano, la martire Ketevan, una delle sante più popolari della Georgia. Ketevan era moglie del re Davide di Kakezia e madre del successore di quest'ultimo, il re Teimuraz. Essa fu perseguitata a motivo della sua fede ortodossa dal re di Persia, lo scià musulmano Abbas I, e trascorse quasi dieci anni imprigionata nella città di Shiraz. Qui Ketevan incontrò alcuni missionari agostiniani provenienti dal Portogallo, che furono a tal punto impressionati dalla sua testimonianza di fedeltà al cristianesimo da proporne, dopo la morte, la canonizzazione da parte del papa di Roma.
Dopo averla tenuta a lungo imprigionata senza veder mai venir meno la sua fede né quella dei suoi compagni, lo scià decise di porla dinanzi all'alternativa tra la conversione all'islam e la morte. Ketevan non ebbe dubbi, e si consegnò nella pace ai suoi aguzzini, che non le risparmiarono una lunga serie di torture prima di infliggerle il colpo decisivo. Ketevan morì il 12 settembre del 1624, e la sua fama si diffuse ben al di là della chiesa georgiana. Una parte dei suoi resti mortali fu infatti portata nelle Indie occidentali dai missionari cattolici; si parla di sue reliquie giunte fino alla cittadina belga di Namur. La martire Ketevan, per la sua singolare vicenda, rappresenta perciò in modo emblematico l'unità della chiesa che già esiste quando vi sono uomini e donne che testimoniano fino all'estremo la loro fedeltà al vangelo.


PREGHIERA

Colpita dal desiderio di Dio,
ti facesti carico di molte sofferenze
e patisti con coraggio
ogni sorta di tortura.
Tu che al posto
di un effimero regno terrestre
hai guadagnato
il regno senza fine dei cieli,
tre volte beata Ketevan,
prega Cristo Dio
per la salvezza delle nostre anime.


LETTURE BIBLICHE

2Cor 6,1-10; Lc 7,36-50


Leggi tutto: 25 settembreLancelot Andrewes (1555-1626)
pastore e innografo

Nel 1626 muore all'età di 71 anni, nella pace e nella preghiera, Lancelot Andrewes, vescovo anglicano di Winchester.
Andrewes era nato a Londra nel 1555, ed era il primogenito di una ricca famiglia di mercanti. Egli mostrò presto una tale propensione allo studio e alla vita interiore che i suoi genitori gli consentirono di proseguire la formazione fino a diventare professore a Cambridge e a Oxford.
Uomo di enorme erudizione, Andrewes fu ordinato diacono e poi presbitero, e col passare degli anni seppe essere anche un notevole uomo di azione, capace di rimanere all'altezza dei numerosi incarichi affidatigli dalla chiesa e poi dal re d'Inghilterra, che lo volle come suo confessore personale.
Andrewes prese parte alla nuova traduzione inglese della Bibbia e, suo malgrado, alle controversie teologiche del tempo fra Roma e Canterbury; ma fu un accanito oppositore di ogni interpretazione dei canoni ecclesiastici non rispettosa delle persone coinvolte in giudizio dalla chiesa.
Eletto vescovo di Chichester nel 1605, e più tardi trasferito alla sede di Winchester, egli fu per tal motivo membro di diritto del Parlamento inglese. Andrewes in qualità di parlamentare cooperò con il governo ogni volta che all'ordine del giorno vi erano questioni inerenti alla chiesa ma si rifiutò sempre di compiere ingerenze in campi non strettamente collegati alla fede cristiana.
Alla sua morte, nel 1626, venne alla luce, grazie alla pubblicazione postuma dei suoi sermoni e delle sue Preces privatae, l'enorme ricchezzí della sua vita spirituale; egli fu infatti, seppur nel nascondimento, uno dei più grandi uomini di preghiera della chiesa di ogni tempo.


TRACCE DI LETTURA

La mia preghiera sgorghi,
salga fino a te, entri,
compaia al tuo cospetto, trovi grazia,
si faccia prossima a te;
e non lasciare che torni a me sterile, ma,
poiché tue sono la scienza, la forza e la volontà,
ascolta, porgi l'orecchio,
sii attento e guarda,
coniprendi,
ascolta,
esaudisci e agisci.
(L. Andrewes, Preces privatae)


PREGHIERA

Signore Dio,
che hai dato a Lancelot Andrewes
molti doni del tuo santo Spirito
rendendolo un uomo di preghiera
e un pastore del tuo popolo:
porta a compimento in noi
ciò che manca ai nostri doni,
accresci la nostra fede,
rafforza la nostra speranza,
accendi il nostro amore,
e vivremo alla luce della tua grazia e della tua gloria.
Attraverso Gesù Cristo,
tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE

Is 6,1-8; 1P 5,1-4; Mt 13,44-46.52


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
LancelotAndrewes, vescovo di Winchester, autore spirituale
Sergio di Radonež: (+ 1392), riformatore monastico russo, maestro della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Anatalo (II-III sec.) e tutti i santi vescovi milanesi (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (15 tūt/maskaram):
Traslazione delle reliquie di Stefano a Gerusalemme (Chiesa copta)

LUTERANI:
Paul Rabaut (+ 1794), testimone della fede in Francia

MARONITI:
Pafnuzio (IV sec.), monaco

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Eufrosina di Alessandria (V sec.), monaca
Ketevan, martire
Dositeo di Tbilisi (XVIII sec.), martire (Chiesa georgiana)

SIRO-ORIENTALI:
Tahmazgerd (+ 445), martire (Chiesa assira)

24 settembre

Leggi tutto: 24 settembre

Silvano dell'Athos  (1866-1938)
monaco

Nel 1938 muore al monte Athos lo starec Silvano. Semën (Simeone) Ivanovič Antonov era nato nel 1866 a Šovsk, in Russia, da una famiglia di poveri contadini, ed era entrato nel 1892 nel monastero athonita di San Panteleimon. La sua parabola monastica fu una straordinaria ricerca di docilità all'azione dello Spirito santo. Silvano aveva infatti cominciato ad avvertire da giovane la presenza dello Spirito nel suo cuore, e aveva deciso di dedicarsi interamente a custodire mediante la preghiera il dono ricevuto. Nominato economo del monastero, egli continuò a riservare ogni giorno un tempo ragguardevole per la preghiera, pur avendo ormai più di 200 monaci a cui provvedere. Ammaestrato dallo Spirito a riconoscere Gesù e in Gesù la misericordia del Padre, Silvano intraprese un cammino di assimilazione al suo Signore. Egli capì che solo nell'umiltà, nel riconoscersi «terra desolata», «carne di peccato», avrebbe potuto raggiungere la piena comunione con Cristo disceso agli inferi per amore di tutti gli uomini. Dopo aver provato di persona la desolazione, strappato egli stesso alla disperazione dalla voce del Signore che gli ripeteva: «Tieni il tuo spirito agli inferi e non disperare!», Silvano divenne un uomo capace di portare le sofferenze dei fratelli perché consolato nell'intimo dal Signore. Egli passò gli ultimi anni della sua vita a ricevere migliaia di persone che venivano dai luoghi più lontani per chiedere una parola o una preghiera : colui che ormai era noto a tutti semplicemente come lo « starec Silvano».


TRACCE DI LETTURA

Spirito santo, non abbandonarci! Quando tu sei in noi, l'anima avverte la tua presenza, trova in Dio la sua beatitudine: tu ci doni l'amore ardente per Dio. Spirito santo, non mi abbandonare! Quando ti allontani da me, i pensieri malvagi assalgono il mio cuore: l'anima mia piange lacrime amare.
(dagli Scritti di Silvano dell'Athos).

Abba Paisio pregava per un proprio discepolo che aveva rinnegato Cristo. Mentre pregava, gli apparve Cristo e gli disse: « Paisio, per chi stai pregando? Non mi ha forse rinnegato?». Ma il santo continuò ad aver compassione del proprio discepolo. Allora il Signore gli disse: « Paisio, tu mi sei divenuto simile mediante l'amore»
(Detto dei padri che Silvano amava ripetere)


PREGHIERA

Dio misericordioso,
che attraverso l'effusione dello Spirito santo
hai concesso a Silvano dell'Athos
di scendere con il suo spirito
agli inferi senza disperare,
e gli hai donato l'amore per i nemici:
per la sua testimonianza,
concedi anche a noi
di cantare il tuo amore
in questa vita e oltre la morte,
nei secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

Gal 3,23-29; Gv 8,3-11


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Tecla (I sec.), vergine e martire (calendario ambrosiano)
Decollazione di Giovanni il Battista (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (14 tūt/maskaram):
Agatone lo Stilita (VII-VIII sec.), monaco (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Ermanno il Contratto (+ 1054), monaco e dottore a San Gallo

MARONITI:
Tecla d'Iconio, prima martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Tecla, megalomartire e uguale agli apostoli
Silvano dell'Athos, monaco

SIRO-OCCIDENTALI:
Domezio il Medico (IV-V sec.), monaco