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14 agosto

LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Massimiliano Maria Kolbe (+ 1941), presbitero francescano, martire

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Massimiliano Maria Kolbe, presbitero francescano, martire (calendario romano)
Simpliciano (IV sec.), vescovo di Milano (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (8 misrā/naḥasē):
I martiri Maccabei (+ 166 a.C.) (Chiesa copta)

LUTERANI:
Georg Balthasar (+ 1629), testimone fino al sangue in Boemia
Florence Nightingale (+ 1910), benefattrice in Inghilterra

MARONITI:
Marcello (IV sec.), vescovo di Apamea, martire
Michea (VIII sec. a.C.), profeta

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Vigilia della Dormizione della santissima Madre di Dio
Michea, profeta

13 agosto

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Nersēs Šnorhali (1102-1173)
monaco e pastore

Nel 1173 muore a Hromklay, in Armenia, Nersēs Šnorhali, monaco e catholicos degli armeni.
Nato nel 1102 presso la fortezza di Covk' da una famiglia di grande tradizione ecclesiale, Nerses entrò giovanissimo nel Monastero Rosso di K'esun assieme al fratello Grigoris. Ordinato presbitero nel 1120, venne assunto da Grigoris, nel frattempo divenuto catholicos, come collaboratore personale, e ricevette dalle sue mani l'ordinazione episcopale qualche anno più tardi.
Uomo di grande affabilità e di notevole cultura, Nerses si conquistò lo pseudonimo di Šnorhali, che indica un insieme equilibrato di dolcezza e amabilità, grazie alle grandi doti acquisite mediante l'ascesi monastica e manifestate per tutta la vita. Egli seppe infatti presiedere all'unità della propria chiesa e nel contempo intessere dialoghi con l'occidente latino e l'oriente bizantino, con cui l'Armenia non aveva più ristabilito la piena comunione dai tempi del concilio di Calcedonia.
Alla morte del fratello, nel 1166, Nersēs gli succedette alla guida della chiesa armena, ed ebbe così modo di condurre in prima persona la preparazione di quel sinodo di riconciliazione che sarà presieduto, dopo la sua morte, da Nersēs di Lambron.
Profondamente convinto che compito fondamentale di un pastore sia quello di servire l'unità della chiesa e fra le chiese, egli non cessò mai di ricordare a tutti come per costruire un'unità duratura siano necessarie una fede autentica e una carità radicata nell'adesione al cammino di abbassamento rivelato nella kenosi del Verbo.


TRACCE DI LETTURA

È Paolo a rivelarci come dev'essere un vescovo e come debba comportarsi: «Il vescovo sia irreprensibile, non sposato che una sola volta, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro» e via dicendo. Egli deve, con il potere affidatogli, mantenere incrollabili le strutture di quei templi inabitati da Dio che sono i fedeli. Egli è tenuto a dare loro, secondo il comando del Signore, il cibo della Parola al tempo dovuto, giorno dopo giorno.
Quando diciamo che il vescovo dev'essere mite, umile, onesto, ci vengono in mente Mosè e David, che furono autentici pastori del popolo di Israele. Allo stesso modo i nuovi pastori sono chiamati a pascere il gregge con umiltà e pace, comportandosi da pastori, appunto, e non con la pompa e gli eccessi dei principi di questo mondo.
Quando l'Apostolo richiama alla mitezza, egli insegna quell'umiltà che fu data come esempio da Cristo stesso: «Imparate da me, che sono mite e umile di cuore».
(N. Šnorhali, Epistola generale)


PREGHIERA

O santi traduttori,
che ci avete trasmesso la fede
sul modello del vero amore dei santi apostoli
prese in voi sussistenza
sgorgando come una fonte
lo Spirito dei doni,
sorgente inesauribile.
Venite, adoriamo la luce inesauribile.


LETTURE BIBLICHE

1Cor 12,4-11; Mt 7,6-12


Leggi tutto: 13 agostoJeremy Taylor (1613-1667)
pastore

Nel 1667 muore in Irlanda Jeremy Taylor, vescovo anglicano di Down e Connor.
Nato nel 1613 in Inghilterra, Taylor compì i suoi studi a Cambridge. Ordinato presbitero nel 1633, egli divenne rettore di Uppingham cinque anni più tardi. Fatto cappellano del re Carlo I, alla morte di quest'ultimo Jeremy partì per l'Irlanda dove fu eletto vescovo di Down e Connor.
Autore di opere polemiche, abituato ad attingere sia alla lettura spirituale della Scrittura che al Book of Common Prayer, Jeremy Taylor è amato e ricordato nella chiesa anglicana soprattutto per i suoi insegnamenti sulla vita interiore, la preghiera e il senso cristiano della morte, caratterizzati, secondo la migliore tradizione anglosassone, dalla concretezza, dall'estrema sobrietà e dalla ricerca di una profonda unità tra l'esperienza religiosa e la vita di ogni giorno.


TRACCE DI LETTURA

Sebbene in un primo tempo non sia gradevole pensare a dedicare buona parte del nostro tempo ad atti espliciti di culto o di preghiera, tuttavia diverrà non solo un dovere, ma anche un fatto provvidenziale l'abbandono di ogni attività che ci è possibile lasciare per dedicarci al servizio di Dio e all'opera dello Spirito in noi. Il miglior commerciante è colui che spende il suo tempo per Dio e il suo denaro per i poveri.
(J. Taylor, Il santo vivere).


PREGHIERA

Dio santo e vivente,
che abiti nei cuori umani
e ci rendi partecipi della natura divina
in Cristo nostro sommo sacerdote,
accorda a noi che facciamo memoria
del tuo servo Jeremy Taylor
di riporre la nostra fiducia nelle tue promesse celesti
e di vivere conformemente ai tuoi comandi.
Attraverso Gesù Cristo tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE

1Re 3,6-10; Tit 2,7-8.11-14; Mt 5,17-20


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Jeremy Taylor, vescovo di Down e Connor, maestro della fede
Florence Nightingale (+ 1910), infermiera, riformatrice sociale
Octavia Hill (+ 1912), riformatrice sociale

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Ponziano, papa, e Ippolito, presbitero (III sec.), martiri (calendario romano e ambrosiano)
Ippolito, martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (7 misrā/naḥasē):
Annuncio a Gioacchino che Anna concepirà la vergine Maria

LUTERANI:
Radegonda (+ 587), benefattrice in Francia
Paul Richter (+ 1942), testimone fino al sangue in Sassonia

MARONITI:
Chiara di Assisi (+ 1253), monaca

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Chiusura della festa della Trasfigurazione
Traslazione delle reliquie di Massimo il Confessore (580-662)
Beniamino, metropolita di Pietrogrado e Gdovsk, Sergio, Giorgio e Giovanni (+ 1922), neomartiri (Chiesa russa)
Arsenio Ninozmindeli (+ ca 1018) (Chiesa georgiana)

SIRO-OCCIDENTALI:
Ciriaco (VIII-IX sec.), patriarca

VETEROCATTOLICI:
Massimo il Confessore (580-662) (vedi al 21 gennaio)

12 agosto

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (6 misrā/naḥasē):
Giulitta di Cesarea (+ 303), martire (Chiesa copto-ortodossa)
Maria Maddalena (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Paul Speratus (+ 1551), vescovo e poeta in Prussia

MARONITI:
Fozio e Aniceto di Nicomedia (+ ca 306), martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Fozio e Aniceto di Nicomedia, martiri
Angelina di Krusendol (XV sec.), igumena (Chiesa serba)

11 agosto

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Leggi tutto: 11 agosto

Chiara di Assisi (1193-1253)
monaca

Nel 1253 muore ad Assisi Chiara, monaca nel monastero di San Damiano. Consegnando a Dio la propria vita, lo benedice e lo ringrazia di averla creata. Nata nel 1193 e cresciuta nella nobile famiglia assisana dei Favarone, Chiara si sentì chiamata a operare una radicale conversione grazie all'incontro con quel vangelo vivente che era Francesco di Assisi. La notte tra la domenica delle Palme e il lunedì santo del 1212, essa decise di abbandonare tutto e di recarsi alla Porziuncola per consegnarsi interamente al Signore davanti ai primi frati minori. Iniziava così per Chiara un itinerario di sequela, nella povertà e nell'abbassamento, di Colui che da ricco si è fatto povero per gli uomini. Raggiunta dalla sorella Caterina, Chiara si stabilì a San Damiano su consiglio di Francesco, ricevendo da lui «una forma di vita e l'ammonizione a perseverare nella santa povertà». Chiara dovette lottare a lungo, contro le autorità della chiesa e contro gli stessi frati minori, per rimanere fedele alla forma vitae ricevuta e per poter conservare la povertà radicale sia individuale che comunitaria a cui si era votata. Esempio di radicalismo evangelico, fautrice di una chiesa di poveri, Chiara servì fino alla fine le compagne come «minore tra le minori», favorendone la comunione e rispettando la coscienza di ognuna di esse; era infatti consapevole, anche quando fu imposta la clausura alla comunità di San Damiano, che il vero chiostro in cui bisogna dimorare è quello del cuore, dove può maturare l'obbedienza al vangelo nella libertà e per amore. La Regola, la prima scritta da una donna per le proprie compagne, sarà approvata il 9 agosto 1253, due giorni prima della morte di Chiara.


TRACCE DI LETTURA

Sorella carissima, rafforzati nel santo servizio, già intrapreso con desiderio ardente, verso il povero crocifisso. Lui sostenne per noi tutti il supplizio della croce strappandoci dal potere del signore delle tenebre e riconciliandoci con Dio Padre. O beata povertà, che procura ricchezze eterne a chi l'ama e l'abbraccia! O santa povertà, in quanto il regno dei cieli è senza dubbio riservato da Dio a chi desidera averla, insieme a gloria eterna e vita beata! O pia povertà, che il Signore Gesù Cristo, lui che regnò e regna su terra e cielo, lui che pronunciò una parola e tutto fu fatto, si degnò di abbracciare al di sopra di ogni altra cosa!
(Chiara d'Assisi, Prima lettera ad Agnese 14-16).


PREGHIERA

Nella tua misericordia, Signore,
hai ispirato a Chiara
un ardente amore per la povertà evangelica:
concedi anche a noi di seguire in perfetta letizia
Cristo umile e povero
e di restare fedeli alle esigenze evangeliche,
ringraziando sempre te che ci hai creati e redenti
in Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE

1Cor 7,25-31; Lc 14,25-35


Leggi tutto: 11 agostoJohn Henry Newman (1801-1890)
pastore

Nel 1890 muore all'Oratorio di Edgbaston, dove si era stabilito fin dal 1852, John Henry Newman, presbitero anglicano e poi cardinale cattolico.
Newman nacque a Londra nel 1801, e fu un uomo di straordinarie doti intellettuali. Compiuti gli studi classici a Oxford, egli optò nel 1821 per la carriera ecclesiastica nella Chiesa d'Inghilterra, nella quale aveva ricevuto il battesimo. Ordinato presbitero nel 1824, John Henry Newman divenne presto una figura di riferimento per il mondo accademico oxoniense.
Educatore amorevole ed esigente, predicatore sempre attento a rispettare l'intelligenza dei suoi uditori, sotto l'impulso dei suoi studi patristici egli decise di operare in profondità per la riforma della chiesa anglicana dando vita, assieme a personaggi celebri come Jhon Keble e Edward Bouverie Pusey, al Movimento di Oxford.
Al termine di un itinerario personale tormentato, descritto nella Apologia pro vita sua nel 1864, Newman decise di passare alla chiesa cattolica.
Le sue intuizioni profetiche e il rigore intellettuale non gli permisero però neppure allora di trovare la pace tanto agognata. In contrasto con certe figure di spicco dell'episcopato cattolico, a disagio di fronte alla conduzione del dibattito sull'infallibilità papale al concilio Vaticano I, egli vide infine riconosciuta l'incrollabile onestà della sua condotta di vita nel 1879, quando Leone XIII lo creò cardinale e il mondo anglicano iniziò a rivalutare la sua parabola personale.
Newman morì dopo una rapida malattia, volendo come iscrizione sulla lapide: «Ex umbris et imaginibus in veritatem», a testimonianza di quella luce gentile che aveva tanto invocato e che lo aveva guidato per tutta la vita.


TRACCE DI LETTURA

Guidami tu, luce gentile, attraverso il buio che mi circonda,
sii tu a condurmi!
La notte è oscura e sono lontano da casa,
sii tu a condurmi!
Sostieni i miei piedi vacillanti:
io non chiedo di vedere ciò che mi attende all'orizzonte,
un passo solo mi sarà sufficiente.
Non mi sono mai sentito come mi sento ora, né ho pregato che fossi tu a condurmi.
Amavo scegliere e scrutare il mio cammino;
ma ora sii tu a condurmi!
Amavo il giorno abbagliante, e malgrado la paura,
il mio cuore era schiavo dell'orgoglio:
non ricordare gli anni ormai passati.
Così a lungo la tua forza mi ha benedetto, e certo
mi condurrà ancora,
landa dopo landa, palude dopo palude,
oltre rupi e torrenti, finché la notte scemerà;
e con l'apparire del mattino
rivedrò il sorriso di quei volti angelici
che da tanto tempo amo e per poco avevo perduto.
(J. H. Newman, Guidami, luce gentile)


PREGHIERA

Dio eterno,
tu hai chiamato John Henry Newman
a proclamare la tua gloria
in una vita di preghiera e di dedizione pastorale:
mantieni fedeli al loro ministero le guide della tua chiesa
e benedici il tuo popolo attraverso il loro servizio,
perché la chiesa possa crescere
sino alla piena statura
di tuo Figlio Gesù Cristo, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE

Ml 2,5-7; 1Cor 4,1-5; Mt 24,42-46


Leggi tutto: 11 agostoEustazio di Mtskheta (+ ca 545)
martire

La Chiesa georgiana ricorda oggi uno dei suoi più antichi e celebri martiri: Eustazio di Mtskheta.
Eustazio era persiano di nascita, e il suo nome originario era Gwirobandak. Egli giunse all'età di trent'anni a Mtskheta, allora importante centro del governatorato persiano della Georgia, e in quella città apprese la professione di calzolaio. La sua vita cambiò tuttavia radicalmente quando incontrò i cristiani georgiani. Convertitosi, si fece battezzare con il nome di Eustazio e sposò una donna cristiana.
La sua fede cominciò presto a creargli notevoli problemi di integrazione con la corporazione dei calzolai, strettamente legati ai culti delle divinità persiane. I suoi colleghi cercarono a più riprese di coinvolgere Eustazio nelle loro celebrazioni religiose, ma egli non cedette alle loro pressioni. Fu quindi accusato presso il governatore di Tbilisi il quale, di fronte al rifiuto di Eustazio di apostatare dal cristianesimo, lo fece decapitare attorno all'anno 545. Il suo corpo venne riportato a Mtskheta dai cristiani della città.
Il racconto della passione di Eustazio, uno dei più antichi della tradizione georgiana, è altresì uno dei più sobri e insieme dei più ricchi di dettagli storici di tutta l'antichità cristiana.


TRACCE DI LETTURA

Quando Eustazio e i suoi compagni comparvero alla presenza del governatore di Tbilisi, questi disse loro: «Da dove venite, a quale fede appartenete?». Allora ciascuno disse da dove veniva, e tutti affermarono: «In patria appartenevamo alla fede dei nostri padri e seguivamo la religione persiana, ma quando siamo immigrati in Georgia e abbiamo visto la testimonianza dei cristiani, anche noi siamo divenuti discepoli di Cristo e lo siamo ancora, perché la vita dei cristiani è santa, piacevole e bella oltre misura, e nessun'altra religione ci sembra paragonabile alla nostra fede cristiana»
( Passione di Eustazio il Calzolaio)


PREGHIERA

Il martire Eustazio ricevette da te,
Signore nostro Dio,
la corona dell'incorruttibilità,
perché vivendo della tua forza vinse il Forte
e la potenza impotente degli idoli fu travolta.
Per la sua intercessione,
Cristo Dio nostro,
salva le nostre anime.


LETTURE BIBLICHE

2Ti 2,1-10; Gv 15,17-16,2


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Chiara d'Assisi, fondatrice delle Minori
John Henry Newman, presbitero, Trattariano

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Chiara, vergine (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (5 misrā/naḥasē):
Giovanni il Soldato (IV sec.) (Chiesa copta)
Filippo di Dabra Bizan (+ 1406), monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Chiara di Assisi, fondatrice dell'Ordine delle clarisse

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Euplo il Diacono (+ 304), megalomartire
Nifone (+ 1508), patriarca di Costantinopoli (Chiesa romena)
Eustazio di Mcketa, martire (Chiesa georgiana)

VETEROCATTOLICI:
Chiara di Assisi, vergine

10 agosto

Leggi tutto: 10 agosto

Lorenzo (+ 258)
diacono e martire

A Roma nel 258 subisce il martirio Lorenzo, diacono della chiesa capitolina, ricordato nel Canone romano. Sebbene si sappia ben poco riguardo alla sua nascita e alle modalità della sua esecuzione (il supplizio della graticola sarebbe leggendario), il luogo e la data del suo martirio sono attestati da una tradizione molto antica. Secondo il racconto della sua passione, egli fu arrestato insieme a papa Sisto II e ad altri diaconi della capitale durante la persecuzione di Valeriano. Poiché amministrava il denaro della chiesa, Lorenzo fu in un primo tempo risparmiato, nella speranza di ottenere informazioni sui beni della comunità. Egli invece distribuì ai poveri i pochi averi di cui allora la chiesa disponeva, e davanti alle ingiunzioni delle autorità romane presentò poveri, storpi e ciechi dicendo: «Questi sono i tesori della chiesa». Si avviava così alla testimonianza estrema del martirio dopo aver vissuto in piena fedeltà al vangelo di Gesù Cristo il ministero che gli era stato affidato dalla chiesa. Nel Verano, sulla via Tiburtina, sorse poi sulla sua tomba la basilica che porta il suo nome, la prima delle trentaquattro chiese di Roma dedicate a Lorenzo, il più amato martire romano.


TRACCE DI LETTURA

Così insegna Paolo: «Se uno solo morì per tutti, allora tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, affinché coloro che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che per loro è morto e risuscitato» (2Cor 5,14-15). Poiché gli sono debitore della mia esistenza, avendo lui dato la sua esistenza per la mia, il ringraziamento non può essere espresso altrimenti che con tutta l'esistenza. Qui sta la logica del cristianesimo: non si può dir grazie in modo adeguato se non con tutta la propria esistenza.
(H. U. von Balthasar, Cordula ovverosia il caso serio)


PREGHIERA

Signore Dio,
la forza del tuo amore
ha concesso al diacono Lorenzo
di mostrarsi fedele nel suo servizio ai poveri
e di incontrare gloriosamente il martirio:
accordaci di amare ciò che egli amava
e di compiere nel quotidiano ciò che lui ha insegnato e vissuto
nella carità verso i fratelli.
Per Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE

2Cor 9,6-10; Gv 12,24-26


 LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Lorenzo, diacono a Roma, martire

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Lorenzo, diacono e martire (calendario romano e ambrosiano)
Sisto e Lorenzo, martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (4 misrā/naḥasē):
Ezechia (VIII-VII sec. a.C.), figlio di Acaz (Chiesa copta)

LUTERANI:
Distruzione di Gerusalemme (70); Lorenzo, martire a Roma

MARONITI:
Lorenzo, martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Sisto II, papa di Roma, Lorenzo, arcidiacono, e Ippolito (+ 258), martiri
Sinassi dei santi di Tambov (Chiesa russa)

SIRO-OCCIDENTALI:
Inizio del digiuno della beata vergine Maria

SIRO-ORIENTALI:
Lorenzo, diacono e martire (Chiesa malabarese)

VETEROCATTOLICI:
Lorenzo, martire

9 agosto

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Leggi tutto: 9 agosto

Germano dell'Alaska (ca 1756-1836),
monaco

I cristiani di tradizione bizantina ricordano oggi Germano dell'Alaska, fondatore del monastero di New Valaam e patrono della Chiesa ortodossa d'America. Nato nei pressi di Mosca attorno al 1756, Germano era entrato a sedici anni nella Lavra della Trinità di San Sergio, per poi spostarsi nel monastero di Valamo, sul lago Ladoga. A seguito della scoperta delle isole Aleutine, Germano fu inviato ad evangelizzare l'Alaska. Male attrezzato per affrontare i rigori polari della Siberia e dell'Alaska, osteggiato dagli uomini incaricati di guidare la spedizione russo-americana, e abbandonato dai pochi compagni monaci e presbiteri che gli erano dapprima rimasti fedeli, Germano si ritrovò da solo sull'isola aleutina del Pino. Senza scoraggiarsi, armato soltanto della fede e della propria vocazione monastica, Germano diede vita a un piccolo centro di preghiera, che diventò col tempo il monastero di New Valaam. Attorno alla sua semplice dimora, egli raccolse con sollecitudine paterna un numero sempre maggiore di indigeni. Ad essi, soprattutto ai ragazzi rimasti orfani in tenera età, egli si dedicò fino all'ultimo dei suoi giorni condividendo con loro le sue rudimentali conoscenze dell'agricoltura e dei mestieri più semplici, ed esercitando il ministero di padre spirituale.
Germano morì il 15 (28 secondo il calendario gregoriano) novembre 1836, circondato dall'affetto dei suoi primi discepoli, ed è considerato il santo patrono dei cristiani dell'Alaska e di tutti gli ortodossi d'America.


TRACCE DI LETTURA

Un vero cristiano è plasmato dalla fede e dell'amore che nutre per Cristo. Non sono certo i nostri peccati a ostacolare la nostra crescita cristiana, secondo quanto ci ha detto lo stesso Salvatore. «Non sono venuto a chiamare i giusti», egli ha osato dire, «ma i peccatori perché si convertano. C'è più gioia in cielo per un peccatore penitente che per novantanove giusti». E le stesse cose le ha dette alla peccatrice che toccò i suoi piedi. Al fariseo Simone, poi, ha detto: «Se uno ha amore, molto gli sarà perdonato, ma a colui che non ha amore verrà chiesto conto anche del più piccolo debito». Ascoltando queste cose un cristiano dovrebbe sentirsi mosso a speranza e a gioia, e non dovrebbe accogliere in sé la disperazione. Per questo abbiamo bisogno dello scudo della fede.
(Germano dell'Alaska, Lettere 5)


PREGHIERA

O beato padre Germano,
prima luce che illuminò la nostra terra,
a te noi offriamo la nostra lode.
Tu che stai con libertà davanti al Signore,
sii la nostra difesa, il nostro consolatore,
il mirabile custode della nostra chiesa.
Con tenerezza noi ti invochiamo:
rallegrati, nostro beato padre Germano,
tu che sei stato
il più grande taumaturgo della nostra terra.


LETTURE BIBLICHE

1Cor 10,12-22; Mt 16,20-24


Leggi tutto: 9 agostoEdith Stein (1891-1942)
martire ebrea e monaca

Nel 1942 muore nel campo di sterminio di Auschwitz Edith Stein, monaca cristiana martirizzata per la sua appartenenza alla razza ebraica. Nata nel 1891 a Breslavia da una famiglia ebrea, filosofa di primissimo piano, Edith divenne a soli 26 anni assistente di Edmund Husserl. Non paga però del frutto dei suoi studi, essa avvertì un'inquietudine che la portò pian piano a orientare la sua vita verso il cristianesimo. Battezzata nel 1922, Edith decise di consacrare sempre più la propria vita alla preghiera, per imparare «a vivere mano nella mano con il Signore». Nel 1933, anno dell'ascesa al potere di Hitler in Germania, la Stein entrò dopo una lunga e silenziosa riflessione nel Carmelo di Colonia, dove assunse il nome di Teresa Benedetta della Croce. Non fu tuttavia l'ultima tappa della sua ricerca vocazionale. Scriveva in quegli anni: «Si acuisce sempre più in me un desiderio urgente di essere holocaustum». Con l'avvento del nazismo, tutto sembrò convergere per lei verso una sintesi fra il lavoro di studiosa (che si concluderà con un'opera dal titolo significativo: La scienza della croce) e il suo stesso itinerario esistenziale, in un'unità fra conoscenza e prassi cara all'ebraismo di ogni tempo. E nell'approssimarsi della morte, al momento di partire assieme alla sorella Rose verso l'ultima tappa, il campo di sterminio, le dirà soltanto queste parole: «Andiamo, per il nostro popolo». Il sacrificio della croce fu così nella vita di Edith Stein, oltre alla ricapitolazione di tutta la sua ricerca orante sotto la guida dello Spirito, la sintesi estrema fra la partecipazione alle sofferenze del popolo ebraico e l'assimilazione a quel «Servo sofferente» capace di donare senso al proprio sacrificio, compiuto «con uno Spirito eterno», mediante il fuoco purificante dell'amore.


TRACCE DI LETTURA

Il suo maestro di un tempo, il filosofo Husserl, commentò così l'ingresso di Edith nel Carmelo:
«In fin dei conti, vi è al fondo di ogni ebreo un assolutismo e un amore per la "santificazione del Nome di Dio", cioè per il martirio.


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Mary Summer (+ 1921), fondatrice dell'Unione delle madri

COPTI ED ETIOPICI (3 misrā/naḥasē):
Simeone lo Stilita l'Anziano (IV-V sec.), monaco (Chiesa copta)

LUTERANI:
Adam Reusner (+ 1575), poeta svevo
Edith Stein da Breslavia, testimone fino al sangue

MARONITI:
Mattia, apostolo
Jean-Marie Vianney, curato d'Ars (vedi al 4 agosto)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Mattia, apostolo
Germano dell'Alaska, monaco (Chiesa ortodossa d'America)
Clemente, vescovo di Ocrida (Chiesa serba)

8 agosto

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Leggi tutto: 8 agostoDomenico di Guzman (ca 1170-1221)
presbitero

Oggi i calendari occidentali ricordano Domenico di Guzman, fondatore dell'Ordine dei Predicatori.
Nato attorno al 1170 a Caleruega, in Castiglia, Domenico abbracciò molto presto la vita dei canonici regolari della cattedrale di Osma. Accompagnando il suo vescovo in una missione diplomatica egli sentì nascere il desiderio di dare la propria vita per testimoniare il vangelo alle popolazioni pagane risiedenti ai confini orientali della cristianità. In obbedienza al papa di Roma, che negò a lui e al suo vescovo la missione desiderata, si dedicò invece alla missione in mezzo agli albigesi nella Francia del Sud. Domenico ebbe ben chiare sotto gli occhi le deviazioni dei movimenti ereticali e l'ignoranza del popolo cristiano, ma fu anche consapevole della scarsa evangelicità dei tentativi operati dai missionari per riportare gli eretici alla comunione con la chiesa. Scelse allora uno stile povero e itinerante per le sue missioni. Giunto a Tolosa, con l'appoggio del vescovo locale diede vita, sul modello della comunità apostolica, a una comunità, cui diede il nome di praedicatio, che costituirà il nucleo dell'Ordine domenicano. Lo scopo dei Predicatori, nel progetto di Domenico, è di dedicarsi in piccoli gruppi, poveri e itineranti, al bene delle anime (la propria e le altrui) mediante la preghiera, lo studio, l'annuncio della Parola e la mitezza. Uomo sereno e compassionevole, Domenico unì una straordinaria capacità di azione a una preghiera intensa, mosso dal solo intento di «parlare con Dio e di Dio», come diranno i suoi biografi. Prima di morire, egli scrisse le Costituzioni, che contengono il vero spirito della forma di vita dell'Ordine domenicano, molto più della Regola di Agostino adottata per ottemperare alle disposizioni della chiesa.
Domenico morì il 6 agosto 1221, e fu sepolto a Bologna nella chiesa dove officiavano i suoi fratelli, in obbedienza al suo ultimo desiderio: «Dio non voglia che io sia sotterrato altrove che sotto i piedi dei miei fratelli».


TRACCE DI LETTURA

Domenico aveva una volontà ferma e sempre lineare, eccetto quando si lasciava prendere dalla compassione e dalla misericordia. E poiché un cuore lieto rende ilare il viso, l'equilibrio sereno del suo intimo si manifestava al di fuori nella bontà e nella gaiezza del volto. Per questo egli si attirava facilmente l'amore di tutti.
Ovunque si trovasse, con tutti usava parole di edificazione, dando a tutti abbondanza di esempi capaci di piegare l'anima degli uditori all'amore di Cristo. Ovunque si manifestava come un uomo evangelico, nelle parole come nelle opere. Durante il giorno, nessuno più di lui si mostrava socievole con i frati o con i compagni di viaggio. Viceversa, di notte, nessuno era più assiduo di lui nel vegliare in preghiera. Alla sera prorompeva in pianto, ma al mattino era raggiante di gioia. Piangeva spesso e abbondantemente; le lacrime erano il suo pane giorno e notte. Egli accoglieva tutti gli uomini nell'ampio seno della sua carità, e perché tutti amava, da tutti era amato.
(Giordano di Sassonia, Libello sugli inizi dell'Ordine dei predicatori 103-107)


PREGHIERA

O Dio di tenerezza e di bontà,
sii benedetto per Domenico,
predicatore povero del tuo vangelo tra gli uomini
e contemplativo ardente al cuore della tua chiesa:
concedici di mettere in pratica la tua parola
e saremo fedeli testimoni di Gesù Cristo
nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE

1Cor 2,1-10; Mt 5,13-16


 LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Domenico, presbitero, fondatore dell'Ordine dei Predicatori

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Domenico, presbitero (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (2 misrā/naḥasē):
Baisa di Menuf (IV sec.; Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Jean Vallière (+ 1523), testimone fino al sangue in Francia

MARONITI:
Sisto II (+ 258), papa e martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Emiliano il Confessore (IX sec.), vescovo di Cizico
Sava III (+ 1316), arcivescovo dei Serbi (Chiesa serba)

SIRO-OCCIDENTALI:
Rabbulah di Edessa (IV-V sec.), vescovo