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7 agosto

LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
John Mason Neale (+ 1866), presbitero, innografo

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Sisto II, papa, e compagni (+ 258), martiri
Gaetano da Thiene (+ 1547), presbitero (calendario romano e ambrosiano)
Mamete (?), martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (1 misrā/naḥassē):
Pistis, Elpis e Agape di Tessalonica (II sec.), martiri
Apoli di Basta (III-IV sec.), martire (Chiesa copta)
Anna, madre di Maria (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Afra (+ 304), martire ad Augusta

MARONITI:
Domezio il Persiano (+ 363), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Domezio il Persiano, ieromartire
Sinassi dei santi di Smolensk (Chiesa russa)
Teodora di Sihla (XVII sec.), eremita (Chiesa romena)

6 agosto

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Trasfigurazione del Signore

O Cristo, parola di vita

 

Nel Cristo trasfigurato è rivelata all'uomo la sua vocazione alla divinizzazione, e all'intero creato il suo destino di comunione con Dio nel Regno che ormai è vicinissimo.
Tutte le chiese d'oriente e d'occidente celebrano il 6 di agosto la festa della Trasfigurazione del Signore. Introdotta forse in Armenia all'inizio del IV secolo per cristianizzare una festa pagana della dea Afrodite, o più probabilmente nell'area siriaca alla fine del secolo successivo, la Trasfigurazione fu celebrata in principio per ricordare la dedicazione di una chiesa sorta sul monte Tabor.
Dall'oriente la festa della Trasfigurazione passò presto alla chiesa bizantina, dove prese il nome di «Metamorfosi del Salvatore». In occidente essa fu conosciuta dapprima nella Spagna mozarabica, per poi essere introdotta da Pietro il Venerabile nella liturgia cluniacense. Da Cluny e attraverso il monachesimo, dove fu profondamente valorizzata, essa trovò una collocazione stabile nella liturgia della chiesa occidentale soltanto con l'edizione del Messale Romano del 1570.
La festa odierna ricorda l'episodio biblico nel quale Gesù fu trasfigurato davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni e mostrò loro la sua gloria mentre conversava con Mosè ed Elia. Con essa la chiesa ricorda il compimento in Cristo di tutte le Scritture, personificate da Mosè ed Elia, e invita il credente a discernere le energie nascoste della resurrezione del Signore che già operano nella storia.
Nel Cristo trasfigurato, inoltre, è rivelata all'uomo la sua vocazione alla divinizzazione, e all'intero creato il suo destino di comunione con Dio nel Regno che ormai è vicinissimo.
A partire dall'anno 2000, su proposta del patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartholomeos I, la festa della Trasfigurazione è divenuta un giorno di particolare intercessione per l'unità dei cristiani.


TRACCE DI LETTURA

Vi sono momenti benedetti oppure tragici in cui riusciamo a vedere qualcuno come rivelatoci  in una luce con un profondità e una bellezza tali che noi non avevamo mai immaginato prima. Questo succede quando i nostri occhi si aprono, in un momento di purezza del cuore, perché non è soltanto Dio stesso che i puri di cuore vedranno, ma è anche l’immagine divina, la luce che risplende nell’oscurità dell’uomo che arriviamo a vedere, nei momenti in cui il nostro cuore diviene sereno, trasparente, puro.
Ma ci sono anche altri momenti in cui riusciamo a vedere qualcuno, che pensavamo di aver conosciuto da sempre, in una luce che è una rivelazione. Questo succede quando qualcuno è raggiante di gioia e di amore, abitato da una disposizione di preghiera e di adorazione. O succede anche quando qualcuno si trova nella sofferenza più profonda, più crocifiggente; ma quando la sofferenza rimane pura, quando non è mischiata all’odio, al risentimento, all’amarezza, al male …
Questo ci aiuta a comprendere ciò che gli apostoli videro quando erano sul monte della trasfigurazione. Essi videro Cristo nella gloria nel momento in cui la sua consegna totale alla volontà del Padre, l’accettazione ultima e definitiva del proprio destino umano fu rivelata loro in una luminosa trasparenza. Fu questo il momento in cui Cristo nella sua umanità, nel suo abbandono umile e vittorioso, consegnò se stesso definitivamente alla croce.
Per questo Cristo disse ai discepoli che era giunto il tempo di scendere a valle, di lasciare il monte della trasfigurazione, perché quello era l’inizio del cammino della croce, ed egli avrebbe dovuto immergersi in tutto ciò che è tragico della condizione umana. Gesù li portò a valle per essere confrontati con l’agonia di un padre con un figlio incurabile, con l’incapacità dei discepoli a fare qualcosa per quel figlio, con l’attesa della gente che ora non può rivolgersi ad altri che a lui.       Questa è la nostra vocazione. Che Dio ci dia la fede e la purezza di cuore per poter vedere Dio in ciascuno dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, per poterci servire a vicenda con amore e donare la vita gli uni per gli altri con gioia esultante, così come Cristo ha dato la sua vita per noi.
(A. Bloom, Omelia per la festa della Trasfigurazione)


 PREGHIERA

Dio della luce,
nel giorno della trasfigurazione luminosa
di tuo Figlio davanti ai discepoli,
tu hai fatto apparire Mosè ed Elia
per affermare il compimento delle Scritture
e la continuità della fede:
accordaci di contemplare questa luce
affinché anche noi siamo trasfigurati
a immagine di Cristo Gesù
benedetto nei secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

2Cor 3,7-18 (vigilia); Dn 7,9-10.13-14; 2Pt 1,16-19; Mt 17,1-9 e par.; Gv 12,20-36


Leggi tutto: 6 agostoBoris e Gleb (+ 1015)
martiri

La chiesa ortodossa russa ricorda oggi Boris e Gleb, «santi che soffrirono la passione» (strastoterpcy).
Figli minori di Vladimir, primo principe cristiano della Rus', Boris e Gleb furono uccisi nel 1015 per ordine del fratello Svjatopolk, che aveva assunto il titolo di gran principe di Kiev e temeva la loro rivalità.
Boris apprese l'intenzione del fratello di ritorno da una spedizione bellica, otto giorni dopo la morte del loro padre, e decise di non opporre resistenza, ricordando l'esempio e le parole di Cristo e ciò che scrive l'apostolo Giovanni: «Colui che dice: Amo Dio, e odia il fratello, è un mentitore». Fu ucciso all'alba del 24 luglio del 1015, dopo aver passato la notte in preghiera e aver invocato da Dio la forza per sostenere la passione a cui andava incontro.
Anche Gleb accettò volontariamente di morire per Cristo. Fu assassinato il 5 settembre dello stesso anno.
Per il loro sacrificio, apparentemente inutile, essi furono riconosciuti «santi che soffrirono la passione», appellativo che rivela un'accettazione radicale del vangelo, manifestatasi nel rifiuto della violenza anche di fronte alla prospettiva della morte.
Boris e Gleb furono i primi canonizzati della Russia cristiana, e rappresentano in modo emblematico l'enorme impatto che ebbero sul sentire comune del popolo russo le prime conversioni al cristianesimo.


TRACCE DI LETTURA

Mentre terminava l'ufficio del mattino, Boris pregò tenendo lo sguardo fisso sull'icona del Signore: «Signore Gesù Cristo, che in questa forma sei apparso sulla terra e sei stato volontariamente inchiodato alla croce, accettando la tua passione per amore dei nostri peccati, rendi degno anche me di accettare la mia passione!». Quando udì i passi dei suoi sicari fuori dalla tenda in cui si trovava, ebbe un fremito e i suoi occhi cominciarono a lacrimare, e disse: «Gloria a te in ogni cosa, Signore, che mi hai concesso di accogliere questa morte amara scaturita dall'invidia e di sopportare ogni cosa per amore della tua Parola. Non ho cercato infatti alcun guadagno, né ho desiderato nulla per me stesso. Ha detto l'Apostolo: "L'amore tutto sopporta, tutto crede e non cerca il proprio vantaggio", e: "Non c'è timore nell'amore, poiché l'amore perfetto scaccia il timore". La mia anima, Signore, è perciò costantemente nelle tue mani, perché non ho dimenticato la tua legge, secondo quanto ti è gradito».
(Racconto della passione ed encomio dei santi martiri Boris e Gleb)


PREGHIERA

Voi santi giusti che avete sofferto la passione
ubbidendo alla verità del vangelo di Cristo,
non vi levaste contro il fratello che vi era nemico
e che uccideva i vostri corpi,
senza però potervi toccare l'anima;
rallegratevi dunque con le schiere degli angeli,
e pregate per la salvezza dei figli della Russia.


LETTURE BIBLICHE

Rm 8,28-39; Gv 15,17-16,2


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Trasfigurazione di nostro Signore

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Trasfigurazione del Signore (calendario romano e ambrosiano)
Giusto e Pastore di Madrid (+ ca 304), martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (30 abīb/ḥamlē):
Mercurio ed Efrem del Said (IV sec.), martiri (Chiesa copta)
Andrea, apostolo (Chiesa etiopica) (vedi al 30 novembre)

LUTERANI:
Trasfigurazione di Cristo
Gli evangelici di Salisburgo (1731), testimoni della fede

MARONITI:
Trasfigurazione di nostro Signore

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Trasfigurazione di nostro Signore, Dio e Salvatore Gesù Cristo
Boris e Gleb, santi che soffrirono la passione (Chiesa russa)
Ilarione Tvaloeli (X-XI sec.), monaco (Chiesa georgiana)

SIRO-OCCIDENTALI:
Festa delle Tende (Trasfigurazione)

SIRO-ORIENTALI:
Trasfigurazione del Signore

VETEROCATTOLICI:
Trasfigurazione di Cristo

5 agosto

Martiri ebrei di Kitzingen (+ 1243)

Il 5 agosto del 1243, nella città bavarese di Kitzingen, diversi ebrei ed ebree sono giudicati e torturati, perché sospettati d'aver utilizzato del sangue umano per festeggiare la Pasqua.
Al termine di un processo sommario, viene decretata la loro condanna a morte; i loro cadaveri, fatti a pezzi lungo le strade, rimarranno esposti per quattordici giorni prima che venga concessa dalle autorità civili l'autorizzazione a seppellirli.
L'eccidio di Kitzingen, come numerosi episodi analoghi d'intolleranza verso i figli d'Israele che caratterizzarono la storia medievale, accadde sotto la responsabilità di governanti cristiani, i quali evidentemente avevano dimenticato che i primi apologeti della loro fede avevano dovuto faticare non poco per scagionare i discepoli di Gesù Cristo dalle stesse assurde accuse di omicidio rituale.


TRACCE DI LETTURA

Venite, voi disseccati, voi stritolati, voi frantumati,
disponetevi in cerchio intorno a me fino a formare un grande anello:
nonni, nonne, padri, madri con i bimbi in collo.
Venite, ossa di ebrei ridotte in polvere e cenere.
(Y. Katzenelson, Il canto del popolo ebraico massacrato)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Osvaldo (+ 642), re di Northumbria, martire

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Dedicazione della basilica di Santa Maria Maggiore (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (29 abīb/ḥamlē):
Traslazione del corpo di Andrea (357), apostolo (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Franz Härter (+ 1874), padre delle Diaconesse di Strasburgo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Vigilia della Trasfigurazione di nostro Signore Gesù Cristo
Eusinio di Antiochia (+ 362), martire
Giovanni di Neamṭ-Hozevitul (+ 1960), eremita (Chiesa romena)

4 agosto

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Jean-Marie Vianney (1786-1859)
presbitero

Nel 1859 muore ad Ars Jean-Baptiste Marie Vianney.
Nato nel 1786 a Dardilly, nei pressi di Lione, a causa della Rivoluzione francese poté imparare a leggere e scrivere soltanto a diciassette anni. Tuttavia egli seppe fare delle sue grandi difficoltà nello studio l'occasione per un personalissimo cammino spirituale.
Passato dopo diversi anni e tentativi l'esame per accedere all'ordinazione presbiterale, Jean-Marie Vianney dedicò tutta la vita alla cura pastorale della parrocchia di Ars, affidatagli a partire dal 1818. Consapevole della propria scarsa preparazione intellettuale, egli comprese che soltanto lasciandosi istruire per primo dal Signore su ciò che era chiamato ad annunciare alla sua gente avrebbe potuto adempiere al ministero affidatogli. Così coltivò un'intensa vita di preghiera, alimentata da ore e ore di adorazione silenziosa, con cui riuscì a superare tra l'altro una forte tendenza alla depressione e allo scoramento, dovuta anche alle ristrettezze nell'alimentazione cui si sottoponeva.
Con la sua vita e le sue parole destava il desiderio di una vita rigenerata dal dialogo con il Signore e dalla partecipazione ai sacramenti. Attento ai bisogni dei più poveri, Vianney fece il possibile, in mezzo a molte resistenze di parrocchiani e superiori, per offrire, soprattutto alle ragazze abbandonate, i mezzi per acquisire l'istruzione necessaria.
La sua fama fu tale che sul finire dei suoi giorni erano ormai diverse migliaia all'anno le persone che venivano da ogni parte per confessarsi o per chiedere una parola a colui che era ormai diventato semplicemente «il curato d'Ars».


TRACCE DI LETTURA

Un cristiano creato a immagine di Dio, redento con il sangue di un Dio; un cristiano: il figlio di un Dio, il fratello di un Dio, l'erede di un Dio! Un cristiano, oggetto delle compiacenze delle tre Persone divine! Un cristiano il cui corpo è un tempio dello Spirito santo: ecco ciò che il peccato disonora.
Lo Spirito santo è la guida dell'anima; senza di lui essa non può nulla. L'anima posseduta dallo Spirito è come un grappolo d'uva da cui esce un delizioso liquore quando viene spremuta. Senza lo Spirito santo, l'anima è come un ciottolo dal quale non si può far uscire nulla.
(J.-M. Vianney, Pensieri )


PREGHIERA

Dio onnipotente e misericordioso,
che in san Jean-Marie Vianney
ci hai offerto un mirabile pastore,
pienamente consacrato al servizio del tuo popolo,
per la sua intercessione e il suo esempio
fa' che dedichiamo la nostra vita
per guadagnare a Cristo i fratelli
e godere insieme con loro la gioia senza fine.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

Ez 3,16-21; Mt 9,35-10,1


 LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Jean-Marie Vianney, curato d'Ars, guida spirituale

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Jean-Marie Vianney, presbitero (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (28 abīb/ḥamlē):
Maria Maddalena (Chiesa copta)
Filippo di Dabra Libānos (+ 1348), monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Jean-Marie Vianney, padre spirituale in Francia

MARONITI:
Domenico (+ 1221), confessore (vedi all'8 agosto)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
I 7 dormienti di Efeso (III sec.)

SIRO-OCCIDENTALI:
Isaia di Edessa (VII sec.), vescovo

3 agosto

Rashi (1040-1105)
giusto d'Israele

Nel 1105, il 29 di tammuz secondo il calendario ebraico, muore a Troyes, dopo aver scritto la parola «pur,» Rashi, uno dei più grandi commentatori medievali della Bibbia e del Talmud.
Rabbi Shelomò ben Jizchaq - da cui l'acronimo Rashi - era nato a Troyes nel 1040, in una famiglia di dotti talmudisti. Dopo aver studiato presso le accademie rabbiniche di Worms e di Magonza, egli fece ritorno a Troyes e trovò lavoro presso un'azienda vinicola ebraica. Dal felice connubio tra la sua vasta cultura e l'amore per la terra e per le realtà semplici e umane, Rashi trasse l'ispirazione per dedicarsi alla stesura di splendidi commenti alle Scritture ebraiche e ai testi talmudici. In un linguaggio semplice e profondo, egli si adoperò con tutto se stesso per chiarirne i passi oscuri, e di lui i posteri diranno giustamente che «senza Rashi Israele avrebbe perduto la possibilità di comprendere il Talmud babilonese». Attorno al 1070, Rashi diede vita a una propria jeshivà (accademia di studio), alla quale accorsero discepoli da ogni parte della Francia. Supremo assertore della verità e uomo di estrema coerenza morale, egli seppe insegnare al tempo stesso con ogni suo gesto e parola l'umiltà e la comprensione per le debolezze umane. I suoi commenti troveranno favorevole accoglienza anche presso gli esegeti cristiani dei secoli successivi, grati al maestro di Troyes per la luce gettata dalle sue parole sulla loro comprensione del Primo Testamento.
Rashi morì a Troyes, a pochi anni dai massacri di ebrei commessi dai partecipanti alla prima crociata, di cui aveva predetto il fallimento.


TRACCE DI LETTURA

Io ritengo che Salomone abbia visto, in Spirito santo, che in futuro i figli di Israele avrebbero subito esilio dopo esilio, distruzione dopo distruzione, e che durante questo esilio avrebbero rimpianto la loro gloria di un tempo, e avrebbero ricordato l'affetto di una volta, quando erano il suo tesoro personale fra tutti i popoli, così da dire: «Mi leverò per ritornare al mio primo marito, perché era meglio per me allora di adesso». E avrebbero ricordato i suoi favori, e tutta la loro infedeltà, e i beni che egli promise di dare loro alla fine dei giorni.
Per questo Salomone ha composto questo libro, sotto ispirazione dello Spirito santo, attraverso l'immagine di una donna avvolta nella vedovanza di un marito vivente, che ha il desiderio del marito, «che si stringe al suo amato», che rammenta l'amore della sua giovinezza per lui. Anche il suo amato si affligge dell'afflizione di lei, e rammenta i favori della sua giovinezza, la grazia della sua bellezza e l'integrità del suo comportamento, per cui si è legato a lei con un amore forte, manifestandole così che non di sua volontà l'ha afflitta e che il suo ripudio non è vero ripudio, perché essa è ancora sua moglie ed egli suo marito, e tornerà ancora da lei.
(Rashi,  Prologo del Commento al Cantico dei cantici).


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (27 abīb/ḥamlē):
Abamon di Alessandria (III sec.), martire (Chiesa copto-ortodossa)
Masqal Kebrā (XIII sec.), regina (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Josua Stegmann (+ 1623), poeta a Schaumburg

MARONITI:
David (XI-X sec. a.C.), profeta

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Isacco, Fausto e Dalmazio di Costantinopoli (IV-V sec.), igumeni

VETEROCATTOLICI:
Lidia (I sec.), confessora

2 agosto

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Frumenzio (Abbā sālāma, IV sec.)
pastore

La chiesa etiopica il 26 del mese  di ḥamlē, corrispondente al 20 luglio del calendario giuliano e al 2 agosto di quello gregoriano, ricorda il vescovo Frumenzio.
Soprannominato in etiopico «Abbā Sālāma», che significa "padre della pace", e ancora «Kaśāta berhān» ("rivelatore della luce"), Frumenzio fu il primo vescovo di Axum e contribuì in modo decisivo alla diffusione del cristianesimo presso gli etiopi. La vicenda della sua vita ci è riportata da Rufino di Aquileia il quale la conobbe attraverso il fratello di Frumenzio, Edesio, che era stato compagno di prigionia del santo in Etiopia. Frumenzio visse nel IV secolo ed era originario di Tiro. Discepolo di un filosofo della corte di Costantino, mentre tornava con il suo maestro e con il fratello Edesio da un viaggio in India, Frumenzio sbarcò sulla costa orientale dell'Etiopia, nei pressi di Massaua. Qui l'intero equipaggio con cui viaggiava fu massacrato, ma il futuro illuminatore dell'Etiopia ed Edesio furono risparmiati, e anzi fecero carriera alla corte del re di Axum. Raggiunta l'età adulta, Frumenzio ottenne il permesso di recarsi ad Alessandria da Atanasio il Grande, il quale lo consacrò primo vescovo dell'Etiopia per estendere e rafforzare il cristianesimo in quelle terre. Fu molto probabilmente grazie al suo ministero episcopale che avvenne la conversione di un gran numero di abitanti dell'Etiopia alla fede cristiana.


TRACCE DI LETTURA

Frumenzio ragguagliò Atanasio narrando interamente come si erano svolti i fatti, poiché non riteneva giusto nascondere nel silenzio l'opera del Signore. Egli insistette perché fosse scelto qualche uomo degno da inviare in qualità di vescovo, poiché in quel territorio già si radunavano insieme i cristiani in gran numero ed erano già state costruite delle chiese. Fu allora che Atanasio, da poco asceso all'episcopato, si pose a considerare attentamente e favorevolmente le parole e l'operato di Frumenzio. Radunato il consiglio dei suoi vescovi, prese a dire: «Quale altra persona potremo noi trovare, nella quale, come in te, sia lo Spirito di Dio, e sia in grado di condurre a termine quest'opera?». E così, dopo averlo consacrato vescovo, gli diede l'ordine di ritornare con la grazia del Signore nel paese da cui era partito.
(Rufino di Aquileia, Storia della chiesa 1,9)


PREGHIERA

Salve a te, Salāmā,
mandato per rivelare l'insegnamento nascosto,
nel tempo in cui esso si diffuse in tutta l'Abissinia
come luce mattutina.
Della tua luce soave
e della tua dolce bellezza fino ad oggi
si rallegra ed esulta quella terra!

 

LETTURE BIBLICHE

1Ti 6,3ss.; 1Gv 2,1ss.; At 5,28ss.; Mt 1,18ss.


 LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Eusebio di Vercelli, vescovo (calendario romano e ambrosiano)
Centolla ed Elena, vergini e martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (26 abīb/ḥamlē):
Giuseppe il Giusto, protettore di Maria e di Gesù (vedi al 19 marzo)
Abbā Salāmā, vescovo (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Christoph Blumhardt (+ 1919), testimone della fede nel Württemberg

MARONITI:
Ritrovamento delle reliquie di Stefano, primo martire (vedi al 26 dicembre)
Alfonso Maria de' Liguori (+ 1787), vescovo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Traslazione delle reliquie di Stefano (428), primo martire e arcidiacono
Salome (XIII sec.), martire (Chiesa georgiana)

SIRO-OCCIDENTALI:
Aḥūdemmeh (+ 575), catholicos

1 agosto

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Leggi tutto: 1 agosto

Eusebio di Vercelli (+ 371)
pastore

Nato in Sardegna all'inizio del IV secolo, Eusebio fu educato a Roma, dove venne ordinato lettore, e poi inviato a Vercelli per prendersi cura dei cristiani di quella città. Acclamato dopo breve tempo vescovo dalla popolazione locale, nel 345 fu consacrato da papa Giulio I primo pastore di quella chiesa che comprendeva allora larga parte del territorio piemontese.
Uomo sapiente e instancabile oratore dalla parola efficace, Eusebio diffuse e consolidò il cristianesimo tra le popolazioni delle regioni subalpine. Ispirandosi alla nascente tradizione monastica, egli fu il primo a introdurre in occidente la vita cenobitica per tutti i suoi collaboratori, riunendo i presbiteri della sua diocesi nel cenobio di Vercelli e offrendo loro una disciplina fatta di lavoro, studio e preghiera. Nel suo cenobio si formarono così i vescovi di molte altre diocesi dell'Italia settentrionale. Incrollabile difensore della fede di Nicea e del patriarca Atanasio di Alessandria, Eusebio non temette di affrontare l'imperatore Costanzo e l'ira degli ariani; pagò però la sua fermezza con l'esilio, prima in Palestina, e poi in Cappadocia e nella Tebaide, giungendo alle soglie della morte violenta; per questo la chiesa gli ha da sempre riconosciuto il titolo di martire.
Tornato a Vercelli nel 363, Eusebio collaborò fino alla morte con Ilario di Poitiers per ristabilire la fede apostolica nelle chiese piemontesi e transalpine.


TRACCE DI LETTURA

Mi rallegro, fratelli carissimi, della vostra fede, mi rallegro della salvezza che segue la fede, mi rallegro dei frutti che offrite non solo dove risiedete, ma anche a grande distanza. Come infatti l'agricoltore innesta l'albero buono che poiché produce frutti non subisce i colpi della scure e non è gettato nel fuoco, così anche noi alla vostra santità non desideriamo e non vogliamo offrire soltanto il servizio secondo la carne, ma la nostra stessa vita per la vostra salvezza.
(Eusebio di Vercelli, Lettere 2,2)


PREGHIERA

Dio nostro,
facendo memoria di Eusebio,
fondatore della chiesa locale piemontese
e difensore della fede in Cristo, uomo e Dio,
noi ti preghiamo:
illumina e fortifica i pastori della nostra chiesa
affinché con il loro ministero,
ci guidino sul cammino della verità e della santità.
Per Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE

1Gv 2,15-25 (vigilia); 2Ti 4,1-8; Mt 5,11-16


Leggi tutto: 1 agostoI 7 fratelli Maccabei (+ 166 a.C.)
martiri ebrei

Nel 166 a.C. vengono uccisi per ordine del re Antioco IV Epifane i sette fratelli Maccabei assieme alla loro madre, dopo che già era stato messo a morte l'anziano scriba Eleazaro, loro precettore. Con la morte essi testimoniarono la loro fedeltà alla legge del Signore e la speranza nella resurrezione dai morti.
Oltre agli ebrei, anche i primi cristiani ebbero grande ammirazione per questi martiri d'Israele, e li ritennero precursori dei martiri cristiani.
Secondo la tradizione, i Maccabei furono uccisi ad Antiochia, e il ricordo del loro martirio si diffuse rapidamente fino a essere celebrato universalmente già nel IV secolo dopo Cristo. La data odierna è quella in cui essi sono stati sempre ricordati tanto nei calendari orientali quanto in quelli occidentali.


TRACCE DI LETTURA

Ci fu in quell'epoca il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re a forza di flagelli e nerbate a cibarsi di carni suine proibite. Uno di essi, facendosi interprete di tutti, disse: «Che cosa cerchi di indagare o di sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei nostri padri ... Ma il Re del mondo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna».
(2Mac 7,1-2.9)


PREGHIERA

Noi ti preghiamo,
Signore amico degli uomini,
per le sofferenze che i tuoi martiri
hanno sopportato per te,
di guarire anche ogni nostra sofferenza.


LETTURE BIBLICHE

Eb 11,33-40; Mt 10,16-22


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Alfonso Maria de' Liguori (+ 1787), vescovo e dottore della chiesa (calendario romano e ambrosiano)
Felice di Gerona, martire
I Maccabei, martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (25 abīb/ḥamlē):
Dedicazione della chiesa di San Mercurio (Chiesa copta)
Ascensione di Enoch, profeta (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Gustav Werner (+ 1887), benefattore nel Württemberg

MARONITI:
Samona e i suoi 7 figli, martiri Maccabei

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Processione della santa e vivificante Croce a Costantinopoli
I sette fratelli Maccabei, martiri
Ritrovamento delle reliquie di Serafim di Sarov (1903) (Chiesa russa), vedi al 15 gennaio
Stefano Lazarević l'Alto (+ 1427) e la madre Milica (+ 1405) (Chiesa serba)

SIRO-OCCIDENTALI:
Samona e i suoi 7 figli, martiri Maccabei

VETEROCATTOLICI:
I 7 fratelli Maccabei e la loro madre, martiri