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7 novembre

PIETRO WU GUOSHENG (1768-1814)
martire

Nel 1814 viene condannato a morte Pietro Wu Guosheng, primo martire cristiano nato in Cina, catechista della provincia cinese del Guizhou, reo di non aver abiurato la propria fede cristiana di fronte al Mandarino. Egli rappresenta in modo emblematico quella porzione di martiri e confessori cinesi che avevano aderito al cristianesimo dopo essere venuti a contatto con qualche viaggiatore o missionario proveniente dall'occidente. Pietro, gestore di una locanda, fu sedotto a tal punto dalla bellezza della vita cristiana da fare del suo albergo una grande comunità, che nel giro di pochi anni coinvolse centinaia di compaesani e di passanti. La totale mancanza di presbiteri nella zona non scoraggiò il giovane cinese, che riuscì a mantenersi fedele agli impegni battesimali fino a dare la vita per non contraddire la propria vocazione cristiana. Arrestato infatti durante una recrudescenza delle persecuzioni in Cina, pur potendo fuggire, preferì affrontare i suoi accusatori per rendere ragione della speranza che era in lui. Pietro fu messo a morte, dopo aver subìto a più riprese torture atroci, per essersi rifiutato di calpestare una croce di legno gettata a terra davanti a lui e per non aver voluto rinnegare la fede cristiana. La sua santità fu riconosciuta da migliaia di suoi contemporanei, e anche molti non cristiani di quelle terre invocano ancora oggi la sua intercessione. Nel 1900 Pietro Wu Guosheng fu beatificato assieme ad altri martiri cinesi da papa Leone XIII.


TRACCE DI LETTURA

Inutile interrogarsi sull'efficacia del martirio, perché esso sta in un'altra logica. Esso come significa la parola - è testimonianza, ma vale non in quanto convince coloro che la vedono. Vale perché viene dallo Spirito. È lo Spirito a dire che - a causa della morte salvifica di Cristo - la dignità dell'uomo è così alta da sorpassare anche il mistero della morte. Neppure la morte riesce ad abbatterla e a sporcarla. Anzi, la morte può rivelare chi davvero è l'uomo, come è avvenuto con la morte di Gesù: la sua passione crudele e ignominiosa, il suo spirare sulla croce senza alcuna logica apparente, fanno gridare al centurione: «Veramente costui era figlio di Dio!».
Cristo, sfigurato e umiliato, risorge portando i segni della passione, e diventa il primo di coloro che preferiscono morire piuttosto che fare violenza agli altri, a se stessi, alla verità.

(F. Cagnasso, Prefazione a G. Politi, Martiri in Cina)


PREGHIERA

Dio onnipotente ed eterno,
che al tuo santo martire Pietro Wu Guosheng
hai dato la forza di sostenere
fino all'ultimo
la pacifica battaglia della fede,
concedi anche a noi di affrontare,
per tuo amore, ogni avversità,
e di camminare con gioia incontro a te,
che sei la vera vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

Sap 3,1-9; 1P 3,14-17; Mt 10,17-22


LE CHIESE OGGI RICORDANO...

ANGLICANI:
Willibrord di York (+ 739), vescovo, apostolo della Frisia

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Willibrord, vescovo (calendario monastico)

COPTI ED ETIOPICI (28 bābah/ṭeqemt):
Marciano e Martirio (+ 355 ca), discepoli di Paolo di Costantinopoli, martiri (Chiesa copta)
Yam‘ātā (V-VI sec.), monaco (Chiesa etiopica)

LI ITFRANI:
Willibrord, evangelizzatore in Frisia

MARONITI:
Giarone e 33 compagni di Melitene (III sec.), martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
I 33 martiri di Melitene
Lazzaro del Galesio (+ 1053), monaco e taumaturgo                              

VETEROCATTOLICI:
Willibrord di Utrerht, vescovo cd evangelizzatore

6 novembre

WILLIAM TEMPLE (1881-1944)
pastore e testimone di ecumenismo

Nato a Exeter nel 1881, William Temple è stato uno dei principali protagonisti del movimento ecumenico nel XX secolo. Dopo gli studi teologici e filosofici compiuti brillantemente a Oxford, egli iniziò ad attuare in prima persona un programma di sostegno agli ultimi della società inglese. La sua attenzione ai poveri non lo abbandonerà mai, e finirà per permeare ogni scelta e pronunciamento decisivo della sua vita. Ordinato presbitero, Temple fu eletto vescovo di Manchester a 40 anni, e pochi anni dopo fu trasferito alla sede arcivescovile di York. Nella sua nuova posizione di primo piano nella Chiesa d'Inghilterra - di cui diventerà nel 1942 arcivescovo di Canterbury - Temple denunciò con coraggio la profonda contraddizione al vangelo costituita dalle disuguaglianze sociali e dall'estrema difficoltà per i poveri di conseguire un'educazione dignitosa. Promotore del Consiglio britannico delle Chiese, Temple presiedette nel 1937 a Edimburgo la seconda conferenza internazionale di Fede e Costituzione, dove propose di creare un «Consiglio mondiale delle chiese», che vedrà la luce pochi anni dopo la sua morte. Alle soglie della seconda guerra mondiale, egli si adoperò in ogni modo per scongiurare il disastro bellico, che tra l'altro avrebbe finito per pesare soprattutto sui ceti più disagiati della società.
William Temple morì il 6 novembre del 1944, e la sua santità, indubitabile già agli occhi dei suoi stessi contemporanei, è riconosciuta dalla sua inclusione nel calendario della Chiesa d'Inghilterra.


TRACCE DI LETTURA

L'unità della chiesa, alla quale si orientano la nostra fede e la nostra e speranza, è fondata sull'unità di Dio e sull'unicità della sua azione redentrice in Cristo Gesù. «Un solo corpo e un solo spirito» corrisponde a «un solo Dio e Padre di tutti». L'unità della chiesa di Dio è un fatto perenne; il nostro compito non è di crearla, ma di farla emergere. Dove Cristo abita nel cuore degli uomini, là è la chiesa: dove il suo Spirito è all'opera, là è il suo corpo. La chiesa non è un'associazione di uomini, ciascuno dei quali ha scelto Cristo come Signore: essa è una comunione di uomini, ognuno dei quali Cristo ha unito a sé. La fede e la vita cristiane non sono la scoperta o un invezione degli nomini; non sono uno stadio del processo di sviluppo storico: esse sono dono di Dio.
W. Temple, Sermone di apertura della Seconda conferenza mondiale di "Fede e Costituzione"


PREGHIERA

Dio onnipotente,
che hai illuminato la tua chiesa
con gli insegnamenti
del tuo servo William Temple,
colmala sempre più della tua grazia celeste
e fa' sorgere testimoni fedeli
che mediante la vita e l'insegnamento
proclamino la verità
della salvezza che ci offri.
Attraverso Gesù Cristo, tuo Figlio,
nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE

1Re 3,6-14; 2Tim 4,1-8; Mt 23,8-12


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Leonardo (VI sec.), eremita
William Temple, arcivescovo di Canterbury, maestro della fede

COPTI ED ETIOPICI (27 bābah/ṭeqemt):
Macario (V sec.), vescovo di Tkow (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Gustavo Adolfo (+ 1632), re di Svezia
Heinrich Schüt: (+ 1672), musicista cristiano in Sassonia

MARONITI:
Paolo (+ 351), arcivescovo di Costantinopoli

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Paolo il Confessore, arcivescovo di Costantinopoli

5 novembre

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ETIOPICI (26 bābah/eqemt)
Timone (I sec.), uno dei 70 discepoli (Chiesa copta)

LUTERANI:
Hans Egede (+ 1758), missionario in Groenlandia

MARONITI:
Asiā il Taumaturgo (?), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Galazione ed Episteme del Sinai (III sec.),martiri

VETEROCATTOLICI:
Zaccaria ed Elisabetta

4 novembre

LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Carlo Borromeo (+ 1584), vescovo (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (25 bābah/eqemt):
Apollo di Bawit e Abib (IV sec.), monaci (Chiesa copta)

LUTERANI:
Claude Brousson (+ 1698), testimone fino al sangue in Francia

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Ioannichio il Grande (+ 846), monaco
Nicandro, vescovo di Mira, ed Erma (I sec.), presbitero, ieromartiri

3 novembre

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Leggi tutto: 3 novembreRICHARD HOOKER (1554-1600)
presbitero

Nel 1600, nei pressi di Canterbury dove era parroco, conclude la sua parabola terrena Richard Hooker, «maestro della fede», secondo il titolo riconosciutogli dalla Chiesa d'Inghilterra. Nato a Heavitree nel 1554, ed educato al Corpus Christi College di Oxford, Richard fu ordinato presbitero e quindi si sposò.
Trasferitosi a Londra, divenne uno dei principali sostenitori della «via media» anglicana, cercando di contrastare sia le deviazioni del puritanesimo allora dilagante in Inghilterra, sia il peso eccessivo conferito a suo avviso dal cattolicesimo all'autorità all'interno della chiesa.
Egli sosteneva infatti che la chiave fondamentale per accedere alla conoscenza della volontà di Dio contenuta nelle Scritture è la ragione, la cui dignità è data dal fatto che Dio stesso ne ha fatto dono agli uomini. Obbedire alla ragione è per Hooker obbedire alla legge di natura stabilita da Dio attraverso la creazione.
Persona di grande equilibrio, Hooker ha lasciato opere teologiche che testimoniano una profonda vita spirituale e un grande amore per l'uomo.


TRACCE DI LETTURA

Le scuole di Roma insegnano che la Scrittura è a tal punto insufficiente che, se non si aggiungessero le tradizioni, essa non conterrebbe tutta la verità rivelata e soprannaturale che i figli degli uomini devono ussolutarnerne conoscere in questa vita per poter essere salvati in quella.futura. Altri condannano giustamente questa opinione, ma cadono parimenti in un estremismo pericoloso. Essi affermano infatti che la Scrittuura non contiene soltanto le cose necessarie a quel fine, ma ogni cosa, cosicché agire secondo qualsiasi altra legge non solo è superfluo, ma persino contrario alla salvezza; sì, illegale e peccaminoso.
Ma qualsiasi discorso su Dio o su cose divine, se non corrisponde alla verità, è una pura offesa dell'intelligenza, anche se sembra apparire un onore.
(R. Hooker, Le leggi di governo della chiesa 11,8)


PREGHIERA

Dio di pace, vincolo di ogni amore,
che nel tuo Figlio Gesù Cristo
hai fatto dell'umanità
la tua inseparabile dimora:
sull'esempio
del tuo servo Richard Hooker,
accorda a noi tuoi servi
la grazia di rallegrarci senza fine
per aver ereditato l'adozione a figli,
e di cantare le tue lodi ora e sempre.
Attraverso Gesù Cristo tuo Figlio,
nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE

Sir 44,10-15; 2Tim 2,22-25; Gv 16,12-15


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Richard Hooker, presbitero, apologeta anglicano, maestro della fede
Martino de Porres (+ 1639), frate

CATTOI.ICI D'OCCIDENTE:
Martino de Porres, religioso (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (24 bābah/ṭeqemt):
Ilarione di Gaza (+ 371), monaco (Chiesa copta)

LUTERANI:
Pirmino (+ 753), evangelizzatore nella Germania sudoccidentale

MARONITI:
Acepsima, Giuseppe e Aeitale di Persia (IV sec.), martiri
Dedicazione della chiesa di Lidda a Giorgio (IV sec.)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Acepsima, Giuseppe e Aeitale di Persia (IV sec.), martiri
Traslazione delle reliquie e dedicazione della chiesa di Lidda a Giorgio, megalomartire
Bessarione Saraj, Sofronio di Cioara e Oprea (XVII-XVIII sec.), confessori (Chiesa serba)
Pimen di Zographou (+ 1618), monaco (Chiesa bulgara)

2 novembre

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Leggi tutto: 2 novembre

MEMORIA DEI MORTI IN CRISTO

I credenti vivono il proprio pellegrinaggio terreno nella fede grazie al reciproco sostegno che si prestano in seno al popolo di Dio. In Cristo infatti tutti i fedeli, sia quelli ancora in vita sia quelli defunti, sono legati gli uni agli altri mediante una comunione di amore e di preghiera. È questo il fondamento più profondo dell'odierna memoria di tutti i morti in Cristo, posta non a caso il giorno successivo alla memoria della comunione di tutti i santi del cielo e della terra. I cristiani d'oriente e d'occidente hanno sempre ricordato nel corso della celebrazione eucaristica i fedeli già tornati al Padre. Gli orientali ricordano in modo particolare i defunti in alcuni giorni dell'anno.
In occidente, a partire dal 998, l'abate di Cluny Odilone istituì un ufficio liturgico per ricordare i fratelli della comunità che avevano già terminato il loro pellegrinaggio terreno. Grazie all'enorme influenza dei monaci cluniacensi, tale uso si estese fino a diventare prassi comune in tutta la chiesa latina. In alcune chiese della Riforma, però, la memoria dei morti in Cristo fu soppressa, a motivo del forte legame, sottolineato dai cattolici, di questa festa con la dottrina del purgatorio; ma con la riscoperta del significato originario essa è stata ricuperata in molte comunità protestanti.
Ricordando i defunti in Cristo ogni credente ravviva la speranza di una vita senza fine; Gesù infatti ha promesso a quanti rimangono nel suo amore che la morte non è l'ultima parola sulle loro esistenze, ma è il passaggio a una vita in pienezza, perché l'amore è più forte della morte e la carità non avrà mai fine.


TRACCE DI LETTURA

Discese agli inferi: questa confessione del Sabato santo sta a significare che Cristo ha oltrepassato la porta della solitudine, che è disceso nel fondo irraggiungibile e inaccostabile della nostra condizione di solitudine. Questo sta a significare però che anche nella notte estrema nella quale non penetra alcuna parola, si dà una voce che ci chiama, una mano che ci prende e ci conduce. La solitudine insuperabile dell'uomo è stata superata dal momento che Egli si è trovato in essa. L'inferno è stato vinto dal momento in cui l'amore è penetrato in esso e la terra della solitudine è stata abitata da lui. Nella sua profondità l'uomo non vive di pane, ma nell'autenticità del suo essere egli vive per il fatto che è amato e può amare. A partire dal momento in cui nello spazio della morte si dà la presenza dell'amore, allora nella morte penetra la vita: «Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta, ma trasformata» canta la chiesa nella liturgia funebre.
(J. Ratzinger, Sulla settimana santa)


PREGHIERA

Dio eterno,
che ci hai fatti e ci hai redenti,
accordaci,
assieme a tutti i fedeli defunti,
i benefici della passione salvifica di tuo Figlio
e la resurrezione nella gloria:
fa' che nell'ultimo giorno,
quando radunerai ogni cosa in Cristo,
possiamo godere insieme a loro
la pienezza delle tue promesse.
Attraverso Cristo,
tuo Figlio e nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE

Gb 19,23-27; Rm 5,5-11 (o 1Te 4,13-18); Gv 6,37-40


Leggi tutto: 2 novembreJOHANN ALBRECHT BENGEL (1687-1752)
testimone

Nel 1752 si spegne Johann Albrecht Bengel, studioso delle Scritture e teologo luterano nato a Winnenden, nel Württemberg (Germania), sessantacinque anni prima.
Negli anni dei suoi studi a Tubinga, Johann aveva aderito al movimento pietista. Di esso condivise pienamente l'esigenza di restituire alla Riforma un profondo radicamento spirituale.
Chiamato poi a formare i futuri pastori della sua chiesa, egli cercò anzitutto di introdurli alla vita interiore e allo studio delle Scritture. Per favorire il raccoglimento e la concentrazione dei suoi allievi egli diede vita a una vera e propria comunità di ricerca e di preghiera.
Pienamente fedele alla chiesa e alle sue autorità, Bengel fu fautore di una teologia all'insegna del primato dell'escatologia, evitando così le derive individualistiche in cui cadde parte del movimento pietista, nonché l'eccessiva speculazione della teologia occidentale di quel tempo, quasi a ricordare l'adagio di Evagrio, secondo cui teologo è soltanto colui che è veramente capace di pregare.
Bengel curò negli ultimi anni della sua vita anche un'edizione critica del Nuovo Testamento, corredata di un commento che influenzerà profondamente i posteri, compresi John Wesley e i metodisti inglesi.
Egli morì pochi anni dopo essere divenuto prelato di Alpirsbach, nella pace che aveva coltivato per tutta la vita.


TRACCE DI LETTURA

Il felice amalgama tra la frequentazione delle riunioni religiose in piccole comunità e un ampio apprezzamento per la scienza pura fu particolarmente singolare in Johann Albrecht Bengel che, per modestia, si limitò ad insegnare in un seminario del Württemberg. Per la presenza in lui della rara alleanza tra una notevole erudizione e una quasi infantile sottomissione agli insegnamenti tradizionali, egli fu critico in virtù della sua stessa fede, e dette così una significativa manifestazione dell'esegesi tedesca, tanto diversa da quella inglese e da quella francese. Convinto che la Scrittura, con la sua stessa azione benefica, desse una prova sufficiente della sua origine divina, con la sua esegesi d'avanguardia egli liberò l'interpretazione dei testi biblici dalle restrizioni tradizionali e confessionali, ma in un tale contesto di fede da risultare accettabile, per esempio, a un uomo come John Wesley.
(É. G. Léonard, Storia del protestantesimo)


Leggi tutto: 2 novembreGREGORIUS MAR PARUMALA (1848-1902)
pastore

La Chiesa ortodossa malankarese ricorda oggi Gregorius Geevarghese, vescovo di Parumala, nel Kerala indiano.
Gregorius nacque nel 1848 a Mulamthuruthy, in India, da una famiglia che aveva sempre dato diversi presbiteri alla chiesa ortodossa. Avviato al servizio ministeriale fin dall'età di dieci anni, nel 1866 Gregorius ricevette l'ordinazione presbiterale per mano del vescovo mar Coorilose di Antiochia, al cui seguito visitò tutte le chiese malankaresi.
Divenuto fine conoscitore della lingua siriaca, egli fu chiamato a lasciare il monastero di Vettical Dayara, in cui si era ritirato, per essere consacrato vescovo a soli ventotto anni.
Provvisto di una notevole educazione teologica, e al tempo stesso uomo di preghiera, Gregorius mar Parumala si rivelò soprattutto un pastore di grande ascolto e carità. Nei suoi ventisei anni di servizio episcopale, organizzò con sollecitudine e con amore la vita della diocesi affidata alle sue cure.
Alla sua marte, avvenuta il 2 novembre del 1902, la sua popolarità era enorme, al punto che nel 1947 il sinodo della Chiesa ortodossa malankarese decise di canonizzarlo, evento rarissimo nella tradizione religiosa di quelle terre.


LE CHESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Commemorazione dei fedeli defunti (Giorno di tutte le anime)

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Commemorazione dei fedeli defunti (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (23 bābah/ṭeqemt):
Dionigi (III-IV sec.), vescovo di Corinto, martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Johann Albrecht Bengl, teologo nel Württemberg

MARONITI:
Commemorazione dei fedeli defunti
Acindino e i suoi compagni di Persia (IV sec.), martiri

ORTODOSSI e GRECO-CATTOLICI:
Acindino, Pegasio, Aftonio, Elpidoforo e Anempodisto, martiri

SIRO-OCCIDENTALI:
Gregorius mar Parumala, vescovo (Chiesa malankarese)

VETEROCATTOLICI:
Tutte le anime

1 novembre

Leggi tutto: 1 novembre

COMUNIONE DEI SANTI DEL CIELO E DELLA TERRA

Le chiese antiche si resero conto ben presto che nessun martirologio era sufficiente a contenere il numero dei santi riconosciuti dalle varie comunità cristiane. Sorse così nel IV secolo la solennità odierna, dapprima nella chiesa siriaca, dove era chiamata festa di «tutti i martiri». Ad Antiochia essa veniva celebrata la domenica dopo Pentecoste a sottolineare il legame imprescindibile tra effusione dello Spirito dall'alto e testimonianza dei cristiani fino al martirio. I santi, cioè i morti per Cristo, con Cristo e in Cristo, sono viventi assieme a lui, sono una communio sanctorum; e poiché noi siamo membra del corpo di Cristo ed essi membra gloriose del corpo glorioso del Signore, la chiesa pellegrinante ricorda oggi la sua comunione con la chiesa celeste, assieme alla quale forma l'unico e totale corpo del Signore. Nel corso dei secoli le chiese bizantine hanno conservato la data antiochena della festa, mentre i latini colsero l'occasione di questa celebrazione per cristianizzare i templi e le feste pagane dedicati a «tutti gli dèi». Nel VII secolo a Roma essa fu dunque fissata il 13 maggio, giorno in cui il tempio romano del Pantheon divenne la chiesa di Santa Maria dei martiri.
L'attuale data occidentale del 1° novembre è probabilmente di origine celtica, e fu imposta a tutto l'occidente nel 835 da papa Gregorio IV. Posta così nel tempo autunnale, a conclusione dei raccolti, la solennità di Tutti i santi chiede di contemplare la messe di tutti i sacrifici viventi offerti a Dio, la raccolta presso il Signore di tutti i frutti maturi, opera del suo amore tra gli uomini. Essa ricorda, contro ogni solitudine e isolamento nel cuore dell'uomo, che non siamo soli, ma siamo una comunione destinata a una vita senza fine.


TRACCE DI LETTURA

La festa di tutti i santi che noi oggi celebriamo è davvero un memoriale dell'autunno glorioso della Chiesa. È la festa contro la solitudine, contro ogni isolamento che sta nel cuore dell'uomo. Oggi noi dovremmo cantare: «Non siamo soli, siamo una comunione!». Oggi dovremmo rinnovare il canto pasquale perché, se a Pasqua contemplavamo il Cristo vivente per sempre alla destra del Padre, oggi, grazie alle energie di resurrezione sprigionate dalla Pasqua, noi contempliamo quelli che sono in Cristo alla destra del Padre: i santi. A Pasqua cantavamo che la vite era vivente, risorta; oggi la Chiesa ci fa cantare che i tralci hanno dato il loro frutto, che i tralci, mondati e potati dal Padre sulla vite che è Cristo, hanno portato una vendemmia abbondante e che questi grappoli, questi frutti della vite sono insieme un unico vino: quello del regno di Dio. Se non ci fossero i santi, se noi non credessimo alla comunione dei santi del cielo e della terra, saremmo chiusi in una solitudine disperata e disperante.
(Un monaco della Chiesa d'occidente)


PREGHIERA

Dio d'amore,
tu oggi ci riunisci con i santi,
tuoi amici,
in una gioiosa comunione fraterna:
accordaci di camminare come loro sulle tracce di Cristo
e noi, avvolti da una così grande nube di testimoni,
entreremo nel tuo regno, benedetto nei secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

Eb 11,32-12,4 (vigilia); Ap 7,9-17; 1Gv 3,1-3; Mt 5,1-12


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Giorno di tutti i santi

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Tutti i santi (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (22 bābah/ṭeqemt):
Luca, evangelista

LUTERANI:
Memoria di tutti i santi
Erhard Schnepf (+ 1558), riformatore nel Wϋrttemberg

MARONITI:
Tutti i santi
Cosma e Damiano (+ ca 303), martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Cosma e Damiano, taumaturghi e anargiri
Traslazione delle reliquie di Giovanni di Rila (1238), monaco (Chiesa russa)
Procoro di Pčinja e Giovanni di Rila (IX-X sec.), anacoreti (Chiesa serba)
Nicola Dvali (+ 1314), ieromartire (Chiesa georgiana)

SIRO-OCCIDENTALI:
Giovanni di Erbil e Giacomo lo Zelota (IV sec.), martiri
Tutti i santi (Chiesa siro-cattolica)

SIRO-ORIENTALI:
Aḥḥa l'Egiziano (IV sec.), monaco (Chiesa assira)

VETEROCATTOLICI :
Tutti i santi