La lampada posta sul lucerniere

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24 maggio 2024

“A che cosa rassomiglieremo il regno di Dio? O con quale parabola possiamo descriverlo?”, dice Gesù prima di narrare la parabola del granello di senape (Mc 4,30). Come parlare del regno? Che linguaggio adottare per annunciare il vangelo? Gesù utilizza parabole, immagini tratte dalla vita quotidiana, un linguaggio sapienziale, concreto, non astratto, non dogmatico o teologico. E noi oggi?

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Chiamati a riconoscersi con-servi

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22 maggio 2024

Un comportamento che ancora ci sorprende, quello del padrone della parabola, nonostante abbiamo ascoltato tante volte questo testo. Ci sorprende perché fatichiamo a non focalizzarci solo sull’agire del padrone, un padrone come non ci è dato di conoscerne molti: con gli uni contratta l’entità della paga, ad altri assicura unilateralmente un compenso equo, agli ultimi offre la dignità del lavoro. 

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Parole belle, dolci, essenziali

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18 maggio 2024

Da Gesù impariamo l’arte della preghiera. La preghiera è un atto vitale ed è un mestiere che non può mai lasciarci tranquilli. Non è un dovere da assolvere, che si può rinchiudere tra le navate e il presbiterio di una chiesa o nel segreto della propria stanza, in tempi più o meno programmati. Non basta. È l’inquietudine delle inquietudini, è ricerca affannosa, è navigazione in alto mare, è traccia di cammino nella bufera delle nostre vicende umanissime. 

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Il nome di Dio

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17 maggio 2024

Giovanni 17 è al contempo preghiera di Gesù rivolta al Padre e messaggio ai suoi, una preghiera ad alta voce tesa a risvegliare la coscienza dei presenti e delle generazioni future sul nome di Dio - “Ho manifestato il tuo nome agli uomini” (Gv 17,6) - e sulla relazione che intercorre tra il Padre, il Figlio e i discepoli. Non a caso è chiamata preghiera dell’unità o per l’unità della Chiesa. “Perché tutti siano una sola cosa: come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17,21). 

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