28 maggio 2024
La parabola e l’insegnamento del vangelo di oggi nascono dal dialogo dei versetti precedenti (cf. Lc 12,13-15), in cui Gesù è chiamato a risolvere una questione di eredità tra fratelli. Ma la risposta di Gesù amplia il discorso per farci riflettere sulla vera fonte della nostra vita, mettendoci in guardia dalla cupidigia (cf. v. 15), che letteralmente è il desiderio di avere di più e che può divenire un idolo che assorbe tutte le nostre energie (cf. Col 3,5).
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27 maggio 2024
“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico…”. Siamo sulla strada che va verso Gerusalemme, la stessa che Gesù percorre insieme ai suoi discepoli, camminando verso la sua passione. Qui però l’uomo la percorre in senso inverso: dalla città santa scende verso la depressione della valle del Giordano, uno dei punti più bassi di tutto il globo terrestre (siamo a circa 400 m. sotto il livello del mare!). L’uomo di cui non conosciamo l’identità, ma verosimilmente è un giudeo, incappa nei briganti, che erano frequenti al tempo su questa strada, viene derubato e lasciato sulla strada “mezzo morto”. Queste le premesse della storia.
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25 maggio 2024
C’è un tempo per seminare e un tempo per mietere, potremmo dire parafrasando Qohelet e riprendendo la parabola di Mc 4,26-29: la parabola del seme che spunta da solo o forse, meglio, la parabola del contadino che lavora sia con l’azione (seminare, mietere) sia con il non-agire, con il non interferire nel processo per cui il seme germoglia, cresce e fruttifica. Tra semina e mietitura c’è un tempo di inattività che è necessaria affinché il seme spunti da solo, senza l’intervento del contadino.
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