Solo l’amore può vincere il mondo

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16 maggio 2024

La separazione forzata da una persona amata, che ha saputo arricchire la nostra umanità, non è mai qualcosa che si possa accettare facilmente e in poco tempo. L’Ascensione che abbiamo da poco celebrato ricorda proprio questo: il distacco di Gesù dai suoi discepoli. Se in Luca questo distacco è preceduto dalla presenza rinnovata e nuova di Gesù in mezzo ai suoi, che si prolunga per la durata simbolica di quaranta giorni, in Giovanni lo stesso ruolo di preparazione è svolto dal lungo discorso che Gesù rivolge ai discepoli dopo aver lavato i loro piedi, venuta l’ora di tornare al Padre, ora dell’amore giunto a pienezza (cf. Gv 13,1).

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“Il mio peso è il mio amore”

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14 maggio 2024

L’amore come provenienza e mèta, come dono e comandamento, come dimora e gioia: è questo il testamento di Gesù per coloro che camminano sulle sue tracce. «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore, perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,9.11).

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Io e voi

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13 maggio 2024

Siamo immersi nel flusso di un lungo discorso che l’evangelista Giovanni colloca all’interno del racconto della passione. È un discorso senza repliche, in cui è solo Gesù a parlare, circondato dal silenzio. I discepoli, un’intera comunità sembra aver bisogno di questo tempo di silenzio per poter appropriarsi di ciò che Gesù sta dicendo. Concediamoci anche noi, ritagliamolo nelle nostre giornate, il silenzio dell’ascolto della Parola che dà vita.

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Rimanete!

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11 maggio 2024

Dopo aver detto ai discepoli, nei versetti precedenti al brano di oggi, che sta per tornare al Padre, Gesù si paragona ad una vite. “Io sono la vite”, afferma al v. 1 che apre il brano. Un'immagine molto bella che merita un approfondimento. Innanzitutto Gesù si paragona ad un essere vivente che cresce, che non rimane statico, non è un oggetto inanimato, ma si estende nel tempo e nello spazio. 

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Gesù è la nostra pace

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10 maggio 2024

Nel capitolo 14 del vangelo di Giovanni si registra lo smarrimento dei discepoli di fronte all’ormai prossima separazione da Gesù. Gesù cerca di rassicurarli: questa separazione non sarà un abbandono,perché la sua fedeltà non viene meno. Ci resta il suo amore, la presenza dello Spirito santo, la preghiera efficace nel suo Nome, il dono della sua pace.

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Amici di Gesù, custodi dell’amore

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9 maggio 2024

“Se mi amate…”: Gesù chiede di amarlo. Lo desidera. L’immagine corregge una visione troppo unilaterale dell’amore del Padre in Gesù verso gli esseri umani. A volte sottolineando troppo la gratuità, l’immeritatezza, l’eccedenza, la sovrabbondanza dell’amore divino per gli esseri umani, sempre peccatori, cattivi, nemici, immeritevoli, incapaci di credere e di amare, si riduce questi a recettori passivi di qualcosa che li raggiunge dall’esterno da parte di qualcuno che sembra avere di mira la propria prestazione, lasciando però l’altro in situazione di inferiorità, poiché Dio è autosufficiente. 

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