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3 gennaio

LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Giuseppe, sposo della vergine Maria (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (24 kiyahk/tāḫśāś)
Ignazio (+ ca 110), patriarca di Antiochia, martire (Chiesa copta)
Natività di Takla Haymanot (+ 1313), monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Gordio di Cesarea (III sec.), martire in Cappadocia

MARONITI:
Malachia (V sec. a.C.), profeta
Gordio di Cesarea, martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Malachia, profeta
Gordio di Cesarea, martire
Pietro (+ 1326), metropolita di Russia (Chiesa russa)
Macario Chachuleli (XI sec.), monaco (Chiesa georgiana)

SIRO-ORIENTALI:
Simeone di Harran (+ 734), vescovo (Chiesa assira)
Kuriakose Elias Chavara (+ 1871), religioso (Chiesa malabarese)

1 gennaio

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Leggi tutto: 1 gennaio

Circoncisione, Santo Nome di Gesù,
Divina maternità di Maria

Nella primitiva liturgia romana in questo giorno veniva celebrata la memoria della nascita e della maternità divina di Maria, come testimonia la statio solenne di «Santa Maria ad martyres» del 1° gennaio.
Nell'oriente bizantino, invece, la Sinassi della santissima Madre di Dio viene celebrata all'indomani della solennità del Natale, il 26 dicembre.
Su influsso gallicano, e a seguito dell'introduzione da parte di papa Sergio nel corso del VII secolo di diverse festività mariane provenienti dall'oriente, alla memoria di Maria subentrò la festa della Circoncisione del Signore, volta a storicizzare la celebrazione del mistero dell'incarnazione attraverso la separazione simbolica dei momenti cruciali dell'economia salvifica del Verbo.
In epoca medievale, infine, per influsso di Beda il Venerabile, di Bernardo di Clairvaux e di Francesco di Assisi, si diffuse in occidente la devozione per il Nome di Gesù, che fu prescritta nel 1721 come festa obbligatoria per tutta la chiesa da celebrarsi la domenica tra il 1° gennaio e l'Epifania.
La compresenza di diversi influssi accolti e ordinati in un'unica solennità consente oggi alla chiesa d'occidente di sintetizzare nell'Ottava del Natale il significato fondamentale dell'incarnazione, che è la condiscendenza del Verbo, il quale volle assumere pienamente la nostra natura umana nascendo nella carne dalla vergine Maria e sottomettendosi alla Legge attraverso la circoncisione.
E mentre contempla l'abbassamento del Figlio, la chiesa glorifica il Nome di Gesù, che significa «il Signore salva», impostogli nel giorno della sua circoncisione, cogliendo così in pienezza il senso dell'incarnazione e volgendosi alla celebrazione dell'Epifania del Signore al popolo di Israele, alla chiesa e al mondo intero.


TRACCE DI LETTURA

Tu solo sei veramente il Signore.
Per te dominare su di noi equivale a salvarci; per noi invece servire te non è altro che lasciarci salvare da te.
Proprio così: perché in che cosa consiste la salvezza che viene da te, Signore da cui discende la salvezza e sul cui popolo è la tua benedizione, se non nel fatto che riceviamo da te il dono di amarti, o piuttosto di essere amati da te?
Per questo, Signore, tu hai voluto che il figlio della tua destra, l'uomo che per te hai reso forte, fosse chiamato Gesù, cioè "salvatore": egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati. Non c'è altro nessun altro in cui vi sia salvezza. Egli ci ha insegnato ad amarlo quando ci ha amato per primo fino alla morte di croce; e con il suo amore e la sua dilezione ci ha risvegliato all'amore di lui, che per primo ci ha amati fino alla fine.
(Guglielmo di Saint-Thierry, Sulla contemplazione di Dio 10,1)


PREGHIERA

Padre della luce,
tuo Figlio ha abitato in mezzo a noi
nascendo dalla vergine Maria,
sottomettendosi alla tua Legge
e ricevendo da te il santo Nome di Gesù;
concedici di trovare in lui la nostra pace
e di confessarlo quale tua benedizione per tutta l'umanità.


LETTURE BIBLICHE
Nm 6,22-27; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Nome e Circoncisione di Gesù

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Ottava di Natale
Maria Madre di Dio (calendario romano)
Circoncisione di Gesù (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (22 kiyahk/tāḫśāś):
Gabriele, arcangelo
Bacala Daqsyos (Apparizione della Vergine a Ildefonso di Toledo) (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Nome e Circoncisione di Gesù
Capodanno

MARONITI:
Circoncisione di Gesù
Basilio e Gregorio di Nazianzo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Circoncisione di nostro Signore, Dio e Salvatore Gesù Cristo
Basilio il Grande, arcivescovo di Cesarea
Giorgio lo Scrittore e Saba di Chachuli (X-XI sec.), monaci (Chiesa georgiana)

SIRO-OCCIDENTALI:
Circoncisione di Gesù
Basilio il Grande e Gregorio di Nissa, padri della chiesa

SIRO-ORIENTALI:
Circoncisione di Gesù

VETEROCATTOLICI:
Nome di Gesù (Ottava di Natale)
Capodanno

29 febbraio

Giovanni Cassiano (ca 360-435)
monaco

Le chiese ortodosse ricordano oggi Giovanni Cassiano, monaco e trasmettitore della vita monastica dal deserto egiziano all'occidente cristiano.
Nato intorno al 360, probabilmente alla foce del Danubio, dopo aver ricevuto un'educazione classica Giovanni intraprese un viaggio in oriente, assieme all'amico Germano, per conoscere la vita dei monaci in quelle terre. Egli soggiornò a Betlemme e per due volte percorse i deserti egiziani della Tebaide, dove dimorò per diversi anni. I suoi ricordi e le conversazioni sulla vita monastica avute con i padri del deserto daranno più tardi origine ai libri delle Conferenze spirituali e delle Istituzioni cenobitiche nei quali cercò di riproporre la spiritualità del monachesimo egiziano, riformandola in modalità comprensibili per l'Occidente cristiano. Benedetto nella sua regola rimanda a queste opere chi desidera progredire nel cammino monastico.
Verso il 399, Cassiano si recò a Costantinopoli presso Giovanni Crisostomo e, nel 404, dopo che quest'ultimo fu condannato all'esilio, visse dapprima a Roma e poi in Gallia. Fondato a Marsiglia nel 415 il monastero di San Vittore, egli vi rimase fino alla morte, avvenuta verso il 435, guidando i suoi monaci e componendo le sue opere di spiritualità monastica.


TRACCE DI LETTURA

La Scrittura chiama la nostra libertà a diversi gradi di maturità nella fede.
E' vero, essa loda coloro che temono Dio, e promette loro di poter giungere per mezzo del timore a una beatitudine perfetta. Tuttavia, essa dice anche: «Nell'amore non c'è timore, al contrario l'amore perfetto scaccia il timore; perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell'amore».
Chi avrà posto le proprie fondamenta sulla perfezione di una tale carità, potrà elevarsi a un grado ancor più eccellente e più sublime: il timore dell'amore. Esso non nasce dalla paura del castigo, né dal desiderio della ricompensa, ma dalla grandezza stessa dell'amore. E' un misto di rispetto e di attenzione affettuosa, come quella che un figlio ha per un padre pieno di misericordia, un fratello per il fratello, un amico per l'amico, la sposa per lo sposo. Un tale timore non sta in apprensione né per i colpi né per i rimproveri che può ricevere. Ciò che esso teme, è soltanto di ferire l'amore anche con la più piccola ferita.
(Giovanni Cassiano, Conferenze spirituali 11,12-13)


PREGHIERA

Aderendo instancabilmente a Dio
con digiuni e veglie,
ti sei messo al di sopra
di ogni concupiscenza, o beato.
Incessantemente illuminato
da ascensioni di bellezza,
hai fatto scaturire rivi di dottrina
che irrigano i cuori dei credenti
ed espongono una scienza di salvezza,
o Cassiano dalla mente divina.
Noi dunque a te gridiamo:
eleva suppliche per tutti coloro che ti acclamano.


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (21 amšīr/yakkātit):
Onesimo, discepolo dell'apostolo Paolo (Chiesa copta)

LUTERANI:
Suitberto (+ 713), evangelizzatore in Bassa Renania

MARONITI:
Cassiano, monaco

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Cassiano il Confessore, monaco
Germano di Dobrugia (+ 405 ca), monaco (Chiesa romena)

28 febbraio

Martin Bucero (1491-1551)
testimone

Il 28 febbraio 1551 muore esule a Cambridge Martin Bucero, riformatore della chiesa di Strasburgo.
Era nato a Sélestat, in Alsazia, da una famiglia umile. Essendo un giovane con spiccate qualità intellettuali, l'unica via possibile nella sua povertà per poter studiare era entrare in convento, e così avvenne nel 1506, quando Martin fu accolto dai domenicani della sua città natale.
I suoi superiori lo mandarono dieci anni dopo ad affinare la sua conoscenza teologica presso i domenicani di Heidelberg; fu nell'università di quella città che Bucero conobbe Martin Lutero e fu conquistato alla causa riformatrice. Uscito dapprima dall'Ordine, ma rimasto prete secolare, Bucero fu tuttavia scomunicato quando si sposò con Elisabeth Silbereisen. Perseguitato per le sue idee luterane, egli si rifugiò nel 1523 a Strasburgo, dove divenne il principale protagonista della riforma nel capoluogo alsaziano. Nei venticinque anni dedicati alla riforma, Bucero fu un predicatore convinto del ritorno al vangelo in tutti gli aspetti della vita ecclesiale. Egli organizzò il sinodo locale, grazie al quale tentò poi di creare una rete di piccole «comunità cristiane» confessanti, che dovevano costituire nei suoi intenti le unità evangeliche di base della chiesa, secondo il modello degli Atti degli Apostoli.
Ma Bucero fu anche un sincero uomo di pace. Egli si adoperò in tutti i modi per tenere unite le varie anime della Riforma, per reintegrare gli anabattisti e per giungere a un'intesa con i teologi romani. Esiliato nel 1549 su ordine di Carlo V, Bucero terminò la sua vita a Cambridge, dove diede il proprio contributo alla revisione del Prayer Book anglicano. Alla sua morte, la chiesa di Strasburgo non seguì le sue idee, ma aderì all'ortodossia luterana.


TRACCE DI LETTURA

Fratelli, per quanto riguarda il primo punto della nostra riforma, cioè la predicazione della parola di Dio, dobbiamo ringraziare incessantemente l'onnipotente ed eterno Dio per la sua immensa grazia e misericordia, perché in questi ultimi tempi egli ha mediante la sua sovrabbondante grazia riacceso in noi a tal punto la luce del suo santo vangelo e ci ha salvati e liberati da errori e idolatrie orrendi e perniciosi. E così anche l'insegnamento è talmente radicato nella parola di Dio che non abbiamo coscienza di alcun errore in nessun articolo di fede, ma abbiamo predicato, sul fondamento della santa Scrittura, secondo le nostre capacità, in modo limpido e chiaro, il puro vangelo, dal momento in cui Dio ci ha portati a questa vera conoscenza.
La questione, tuttavia, non è solo che la parola sia predicata fedelmente, ma soprattutto che la gente orienti la propria vita conformemente ad essa, perché non sono gli uditori della parola, ma i facitori di essa che saranno beati. Cristo stesso dice per questo: «Insegnate loro a osservare tutte le cose che vi ho comandate»; in altre parole la gente, attraverso una tale predicazione, sia indotta a cambiare vita, a convertirsi a Dio col cuore.
(Martin Bucero, Le carenze e i difetti delle chiese 2,1)


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (20 amšīr/yakkātit):
Pietro II (+ 380), 21° patriarca di Alessandria (Chiesa copto-ortodossa)
Gabra Marcāwi e Kefla Māryām (XIV-XV sec.), monaci (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Martin Bucero, riformatore a Strasburgo e in Inghilterra

MARONITI:
Cira e Marana di Siria (+ 450 ca), vergini

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Basilio il Confessore (+ 750 ca), compagno di Procopio il Decapolita

VETEROCATTOLICI:
Romano e Lupicino (V sec.), abati

27 febbraio

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Gregorio di Narek (945 ca-1010)
monaco e innografo

Secondo gli antichi sinassari armeni, in questa data veniva un tempo celebrata la memoria di Gregorio di Narek, monaco e innografo vissuto tra il X e l'XI secolo.
Nato probabilmente nell'odierno villaggio di Narek, nei pressi del lago di Van, in Armenia, attorno al 945, Gregorio rimase presto orfano della madre. Affidato dal padre al locale monastero, Gregorio vi trascorrerà tutta la vita. Lì egli ricevette una ricchissima formazione dall'igumeno Anania, che gli permise di leggere tutte le grandi opere patristiche, sia greche che orientali, e di nutrire la sua meditazione quotidiana con un immenso tesoro di letture spirituali.
In un incessante alternarsi di lavoro e di preghiera, Gregorio cominciò a manifestare una forte propensione a rielaborare la tradizione ricevuta in un linguaggio poetico fra i più alti della storia cristiana. Compose così, per chiunque glielo chiedesse, inni, trattati, commenti alla Scrittura, panegirici; fu un predicatore amato e apprezzato dai più dotti ma anche dai più semplici. Il suo Libro di preghiere è uno dei massimi capolavori della letteratura cristiana. Nersēs di Lambron lo definirà «un angelo rivestito di un corpo». La chiesa armena ricorda Gregorio assieme ai «santi traduttori» nella prima metà di ottobre.


TRACCE DI LETTURA

Tu sei questo meraviglioso canto
nel quale noi troviamo il nostro impulso,
musica al cui seno le forme sono costruite.

Tu sei il segreto del pensiero
grazie a cui tutto insieme è in movimento,
ogni splendore si trova in te riunito
come nell'anfora si accostano le canne.

Tu sei il dito del cipresso che indica la via
e le tue sopracciglia sono riunite in un sol arco.

Dio del mezzogiorno che domini sugli astri
(Gregorio di Narek, Libro di preghiere)


PREGHIERA

Ora, per le parole di supplica
dei lettori di questo libro,
abbi misericordia, o Padre di clemenza,
per la croce, la passione e la morte di tuo Figlio.
Chi per primo
emise la voce di lamentazione
di questo cantico di lacrime,
che tale farmaco di salvezza
ci somministrò per la vita,
sia egli nel tuo nome guarito, o Forte.
E insieme a lui possiamo
noi pure essere iscritti,
ritrovandoci con lui tra i beati.


LETTURE BIBLICHE
1Cor 12,4-11; Mt 7,6-12


Leggi tutto: 27 febbraioGeorge Herbert (1593-1633)
presbitero

Il medesimo giorno, la Chiesa d'Inghilterra ricorda un altro grande poeta cristiano: George Herbert.
Nato nel 1593 nell'aristocratica famiglia dei Pembroke, George si recò a Cambridge nel 1614, dove studiò fino a diventare fellow del Trinity College.
Divenuto a soli venticinque anni pubblico oratore all'università e membro del parlamento, Herbert sembrava destinato alla carriera politica, quando, stupendo tutti, decise di ritirarsi presso la comunità «monastica» di Little Gidding per prepararsi all'ordinazione diaconale.
Dopo il suo matrimonio, George fu ordinato presbitero e gli fu assegnata la parrocchia di Bermerton, nei pressi di Salisbury, dove visse il resto della sua breve vita. A Bermerton egli cercò soprattutto di alimentare la vita spirituale dei suoi parrocchiani attraverso la recita quotidiana dell'ufficio delle ore, e mediante la composizione di una grande quantità di inni e di poemi liturgici. A dispetto della prematura morte, giunta quando era appena quarantenne, egli ci ha lasciato un patrimonio poetico inestimabile, che lo pone fra i massimi innografi cristiani. Herbert morì il 27 febbraio del 1633.


TRACCE DI LETTURA

Lascia, o Signore,
quando il tuo tetto avrà nascosto la mia anima
che in un tal luogo io possa porre il nido;
allora di un peccatore liberato ti sarai,
e io del bisogno di sperare e di temere.

Ma a modo tuo: di certo le tue vie sono migliori.
Distendi o contrai il tuo povero debitore:
non sarà che un modo di accordarmi il seno
per rendere la musica migliore.

Che io voli con gli angeli, o cada con la polvere,
gli uni e l'altra han fatto le tue mani, e là io sono;
la tua potenza e il tuo amore, il mio amore e la mia fede
rendono ogni luogo la terra dell'incontro.
(G. Herbert, The Temper )


PREGHIERA

O Dio, pastore del tuo popolo,
il tuo servo George Herbert
ha manifestato il servizio amorevole di Cristo
nel suo ministero di pastore delle tue pecore:
attraverso questa eucaristia alla quale abbiamo preso parte
risveglia in noi l'amore di Cristo
e mantienici fedeli alla nostra vocazione cristiana.
Attraverso colui che ha deposto la sua vita per noi
e vive e regna con te, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
Ml 2,5-7; Ap 19,5-9; Mt 11,25-39.


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
George Herbert, presbitero e poeta

COPTI ED ETIOPICI (19 amšīr/yakkātit):
Traslazione delle reliquie di Marciano, monaco
(Chiesa copto-ortodossa)
Pietro II (+ 380), 21° patriarca di Alessandria
(Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Patrick Hamilton (+ 1528),
testimone fino al sangue in Scozia

MARONITI:
Taleleo di Gabala (+ 460 ca), eremita
Procopio il Decapolita (+ 750 ca)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Procopio il Decapolita, monaco e confessore
Cirillo (+ 869), monaco e apostolo degli slavi
(Chiesa russa e Chiesa serba)

26 febbraio

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (18 amšīr/yakkātit):
Melezio (+ 381), patriarca di Antiochia (Chiesa copta)

LUTERANI:
Matilde di Magdeburgo (+ 1283), mistica in Sassonia

MARONITI:
Porfirio di Gaza (+ 420); Alessandro (+ 344), vescovo di Alessandria

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Porfirio, vescovo di Gaza
Simeone il Mirovlita (+ 1196), padre di Sava (Chiesa serba)

25 febbraio

Roberto d'Arbrissel (1045 ca-1116)
monaco

Nel 1116, in Francia, muore Roberto d'Arbrissel, eremita, predicatore itinerante e fondatore dell'Ordine di Fontevraud.
Nato ad Arbrissel, nella diocesi bretone di Rennes, verso la metà dell'XI secolo, Roberto era pienamente partecipe delle contraddizioni al vangelo che caratterizzavano la chiesa del suo tempo. Recatosi a Parigi per compiere gli studi, egli fu toccato dall'esigenza di riforma che si andava profilando nella chiesa, e iniziò un autentico cammino di conversione. Fece ritorno in diocesi, ma il suo cambiamento non fu gradito, e fu costretto a ritirarsi in solitudine. Teologo erudito, dotato di un'eloquenza straordinaria, egli visse un tempo di deserto, durante il quale si radunarono attorno a lui numerosi discepoli. Fra essi vi furono soprattutto gli emarginati dalla società e dalla chiesa, come i lebbrosi o le mogli dei parroci abbandonate agli inizi della riforma gregoriana. Roberto diede quindi inizio al suo ministero di predicatore itinerante, trascinando al proprio seguito una folla di uomini e donne di ogni condizione, che accettarono di farsi poveri per Cristo.
Nel 1101 Roberto, ritenuto folle dai vescovi e dai potenti del suo tempo, stimò opportuno dare ai suoi discepoli una dimora permanente, che stabilì nella foresta di Fontevraud, dove suddivise la nuova comunità in quattro nuclei: le donne, i monaci, i penitenti e i lebbrosi. L'Ordine misto che ne scaturì fu un ordine prevalentemente femminile: gli uomini avevano il compito di proteggere le donne, ma la direzione delle comunità era affidata a queste ultime.
Roberto trascorse gli ultimi anni della sua vita continuando a predicare e difendendo ovunque quanti erano vittime di sfruttamento e di sopraffazione.


TRACCE DI LETTURA

Roberto fece chiamare l'arcivescovo di Bourges e gli disse: «Signore, tu sei il mio caro padre, il mio arcivescovo. Sai come sempre ti ho amato e ti ho obbedito. Sai anche come, per amor tuo, io sia venuto a stabilirmi in questa regione. Desidero manifestarti la volontà del mio cuore. Non desidero essere sepolto né a Betlemme, né a Gerusalemme, né a Cluny. Non desidero altro luogo che il cimitero di Fontevraud. Ma non ti chiedo affatto di essere sepolto in monastero o nei chiostri, ma in mezzo ai miei fratelli poveri, nel cimitero. Là sono sepolti, infatti, i miei buoni presbiteri e chierici, i miei amati laici e le mie sante vergini. Là riposano i miei poveri lebbrosi, là i compagni del mio pellegrinaggio terreno, coloro che mi hanno seguito per amore di Dio, quanti hanno portato assieme a me stenti e fatiche, miserie e calamità, disfacendosi di ogni loro bene all'udire la mia predicazione. Se sarò sepolto in tale luogo, i viventi lo ameranno di più e su di esso verranno a invocare la misericordia del Signore.
(Vita di Roberto d'Arbrissel )


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (amšīr/yakkātit):
Menna di Al-Ašmūnayn (VII sec.), monaco e martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Walburga (+ 779), badessa in Francia

MARONITI:
Felice III (+ 492), papa

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Tarasio (+ 806), arcivescovo di Costantinopoli
Alessio (+ 1378), metropolita di Russia (Chiesa russa)
Procoro il Georgiano (+ 1066), monaco (Chiesa georgiana)