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25 gennaio

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Rivelazione di Gesù Cristo a Paolo apostolo

 

Oggi le chiese d'occidente ricordano la rivelazione di Gesù Cristo a Saulo di Tarso, ebreo della Cilicia, zelante fariseo educato alla scuola di Rabbi Gamaliele,chiamato a riconoscere in Gesù di Nazaret il Messia atteso da Israele e ad annunciarlo ai suoi fratelli ebrei e a tutte le genti. Mentre si recava a Damasco per condurre in catene a Gerusalemme i seguaci della "via" (At 9,2) di Cristo, Saulo si sentì interpellato dal Signore risorto, quel Gesù che egli perseguitava nei suoi discepoli. Accecato dalla rivelazione ricevuta, fu condotto nella comunità cristiana di Damasco e qui Anania gli impose le mani perchè recuperasse la vista e fosse colmato dallo Spirito santo. Ricevuto il battesimo, Saulo o Paolo, come viene chiamato in seguito, cominciò ad annunciare dapprima ai Giudei e poi ai pagani "la parola della croce" (1Cor 1,18), il mistero della salvezza donata in Cristo attraverso l'abbassamento fino alla morte in croce (cf. Fili 2,8). Rivendicando la sua autorità apostolica, Paolo affermo di non aver ricevuto il vangelo da uomini ma "per rivelazione di Gesù Cristo" (Gal 1,12). La sua infaticabile attività di predicazione lo portò a viaggiare per tutto il Mediterraneo; si rivolse soprattutto ai pagani ricevendo il titolo di "apostolo delle genti".
La festa odierna, sorta in Gallia già nel VI secolo, fu estesa a tutto l'occidente a partire dall'XI secolo.


TRACCE DI LETTURA

Se la memoria della conversione di Paolo è così solenne, questo accade perché è utile a quelli che ne celebrano il ricordo. Perché da questa celebrazione il peccatore attinge la speranza del perdono che l'invita alla penitenza; e chi si è già pentito vi trova il modello di una perfetta conversione.
Come è possibile cedere alla disperazione, per quanto grandi siano le nostre colpe, quando si sente che quel Saulo che sempre fremente minacciava strage contro i discepoli del Signore, fu all'improvviso trasformato in vaso d'elezione? Chi potrebbe dire: «Non posso rialzarmi e condurre una vita migliore» se sulla strada su cui il suo cuore era pieno di veleno, l'accanito persecutore divenne subito il predicatore più fedele?
(Bernardo di Clairvaux, Sermone per la conversione di san Paolo 1)


PREGHIERA

Dio di verità,
attraverso la predicazione
dell'apostolo Paolo
hai fatto risplendere
la luce del vangelo tra le genti:
noi ti rendiamo grazie
per la sua conversione,
e ti preghiamo di farci vivere
della fede in Cristo
secondo la testimonianza
che l'apostolo ci ha dato.
Per Cristo nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE
Ger 1,4-10; At 22,3-16; Mc 16,15-18


Leggi tutto: 25 gennaioGregorio di Nazianzo il Teologo (ca 330-389/390)
padre della chiesa e pastore

Gregorio di Nazianzo, nato in Cappadocia verso il 330, in giovinezza, dopo gli studi ad Atene, visse un tempo di vita comune nella preghiera, nello studio delle Scritture, nel lavoro manuale con l'amico Basilio. Ritornò in seguito nella casa paterna per aiutare l'anziano padre, vescovo della diocesi di Nazianzo. Quando Basilio divenne vescovo di Cesarea, capitale della Cappadocia, nominò l'amico Gregorio vescovo di Sasima, un piccolo villaggio eretto a diocesi perchè situato in un luogo strategico ai confini delle due province in cui era stata suddivisa la Cappadocia. La nuova diocesi era contesa dagli ariani e Gregorio rifiutò di prenderne possesso. Amante della solitudine, preferì rimanere accanto al padre a Nazianzo, lontano da intrighi politici e religiosi. Ma quando, nel 379, fu chiamato a Costantinopoli a presiedere il piccolo gruppo di cristiani rimasti fedeli a Nicea, divenne l'erede spirituale di Basilio; in questi anni pronunciò cinque discorsi teologici che gli valsero l'appellativo di "teologo". Per qualche mese presiedette il secondo concilio ecumenico che proclamò la divinità dello Spirito santo; poi a causa degli intrighi orditi contro di lui, si dimise e, dopo aver guidato per due anni la comunità di Nazianzo, si ritirò in solitudine. Morì intorno al 390.


TRACCE DI LETTURA

Accanto alle forme di battesimo di cui ci parla la Scrittura, io ne conosco un'altra: l'immersione nelle lacrime. È un battesimo impegnativo, perché colui che lo riceve giorno e notte bagna di lacrime il proprio giaciglio. E' il battesimo di chi procede dolente e rattristato e imita l'umiliazione dei Niniviti, la quale ottenne misericordia. Io, per mio conto, siccome confesso di essere uomo, cioè un animale mutevole, di natura fragile, accetto volentieri questo battesimo e adoro Colui che me lo ha concesso, e ne faccio parte anche agli altri e dono per primo la misericordia per ottenere misericordia. So, infatti, che anch'io sono circondato di debolezza e che sarò misurato con la stessa misura con cui io per primo ho misurato agli altri.
(Gregorio di Nazianzo, Discorso 39)


PREGHIERA

Signore Dio,
tu hai donato alla tua chiesa
Gregorio di Nazianzo
che ha cantato mirabilmente le tue lodi:
rinnova questa grazia
nella chiesa di oggi,
perché essa ti renda testimonianza
con vigore e sapienza.
Per Cristo nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE
Ez 34,11-16; Gv 10,9-16


Leggi tutto: 25 gennaioMartiri ebrei di Rufach (+ 1338)

In Franconia e in Alsazia esplode nel XIV secolo la persecuzione degli Armleder, così soprannominati perché al posto delle normali armature cavalleresche indossavano dei pezzi di cuoio.
Si tratta di bande di contadini e di vagabondi che infieriscono contro le locali comunità ebraiche.
Armati di seghe, di pale e di mazze, muovendosi dietro a un emblema e alla croce, il 25 gennaio del 1338 gli Armleder massacrano l'intera popolazione ebraica di Rufach, in Alsazia, dopo averla condotta fuori della città. Ancora oggi, il luogo dell'eccidio è soprannominato Judenmatt, «prato degli ebrei».


TRACCE DI LETTURA

Non sono affatto solo
tra la folla del mio popolo.
Ogni nuovo nato mi dà gioia;
io piango ad ogni morte...
ogni pozzo scavato mi dà gioia.

Ai sogni evaporati, canto
una funebre orazione
e ogni frammento di terra
di ogni dato luogo
cubito a cubito viene misurato.
(J. Karni, Il sole ritrovato)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Conversione di Paolo, apostolo

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Conversione di san Paolo, apostolo (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (16 ṭūbah/ṭerr):
Filoteo di Antiochia (III-IV sec.), martire (Chiesa copta)
Ṣaḥma (V-VI sec.), monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Conversione di Paolo, apostolo
Heinrich Suso (+ 1366), mistico

MARONITI:
Conversione di san Paolo, apostolo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Gregorio il Teologo, arcivescovo di Costantinopoli
Bretannio di Tomi (+ ca 381), vescovo (Chiesa romena)

SIRO-ORIENTALI:
Conversione di san Paolo, apostolo (Chiesa malabarese)

VETEROCATTOLICI:
Conversione di san Paolo, apostolo

24 gennaio

LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Francesco di Sales (+ 1622), vescovo di Ginevra, maestro della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Francesco di Sales, vescovo e dottore della chiesa (calendario romano e ambrosiano)
Babila vescovo e i tre fanciulli (+ 250), martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (15 ṭūbah/ṭerr):
Abdia (VI sec. a.C.), profeta (Chiesa copta)
Il giovane Ciriaco e sua madre Giulitta (+ ca 305), martiri (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Erich Sack (+ 1943), testimone fino al sangue nella Prussia orientale

MARONITI:
Xenia di Milasa (V sec.), monaca

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Xenia di Milasa, monaca
Lorenzo di Černigov (+ 1950), monaco (Chiesa ucraina)

SIRO-ORIENTALI:
Timoteo, apostolo (Chiesa malabarese)

23 gennaio

Menno Simons (1496-1561)
testimone

Nel 1535, nella città tedesca di Münster, non lontana dai Paesi Bassi, veniva stroncato in un bagno di sangue il tragico tentativo di instaurare la Nuova Gerusalemme attraverso la forza. Esso era stato progettato dalle frange impazzite dell'anabattismo olandese, ed ebbe come conseguenza una crudele persecuzione di chiunque si dichiarasse anabattista. L'anabattismo sopravvisse però grazie all'intelligente opera di Menno Simons, il quale ricondusse alle radici evangeliche un movimento che aveva attirato su moltissime persone semplici e desiderose soltanto di fare la volontà di Dio.
Simons era nato a Witmarsum, in Frisia, nel 1496 da una famiglia di contadini. Divenuto prete cattolico, egli fu colpito dalla sincera buona fede che riscontrava in molti suoi fedeli, attratti dalle diverse correnti della Riforma.
Attraversò una profonda crisi vocazionale che lo condusse ad abbandonare la chiesa di Roma. Convinto che seguire Cristo poteva significare solo accettare la propria croce, per venti anni predicò la parola di Dio e ricostituì un movimento anabattista liberato da deliri profetici ed escatologici e ricondotto al primato del vangelo. Simons si sforzò di operare una profonda conversione nella propria vita per adeguarla al messaggio evangelico che quotidianamente predicava.
Morì il 31 gennaio 1561. La data odierna è quella in cui è ricordato in alcune chiese evangeliche.


TRACCE DI LETTURA

Quando si diffusero le notizie delle persecuzioni seguite alla tragedia di Münster, il sangue di questi uomini, sia pur sviati, ricadde sulla mia coscienza e ne ebbi dei rimorsi insopportabili. Ripensai alla mia vita impura, carnale, alla dottrina ipocrita e all'idolatria che professavo tutti i giorni sotto una parvenza di pietà, ma senza gioia. Vidi che quelle creature zelanti, pur essendo nell'errore, offrivano volentieri la loro vita e i loro beni per la loro dottrina e la loro fede.
Mentre riflettevo, la mia coscienza mi tormentava a tal punto che non potei più resistere. Mi dicevo: me misero, cosa sto facendo? Se continuo a vivere così e non conformo la mia vita alla parola di Dio; se non condanno apertamente con i miei deboli talenti l'ipocrisia, la falsificazione del battesimo, la cena del Signore snaturata dal culto che insegnano i dotti; se, per timore del mio corpo, non espongo ciò che ritengo essere il fondamento della verità e non concentro tutte le mie forze per condurre il gregge disperso - che farebbe volentieri il proprio dovere se lo conoscesse - verso i pascoli di Cristo, oh come il loro sangue, versato nella trasgressione, griderà contro di me nel giorno del giudizio!
(Menno Simons, Risposta a Gellius Faber)


 LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Babila, vescovo, e i tre fanciulli (+ 250), martiri (calendario ambrosiano)
Ildefonso (+ 667), vescovo di Toledo (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (14 ṭūbah/ṭerr):
Archilide il Romano, monaco (Chiesa copta)

LUTERANI:
Menno Simons, testimone della fede in Frisia

MARONITI:
Clemente di Ancira (III-IV sec.)
Agatangelo (IV sec.), martire
Sergio (+ 701), papa

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Clemente, vescovo di Ancira, ieromartire
Agatangelo, martire
Teofane il Recluso (+ 1894), vescovo di Tambov (Chiesa russa)

22 gennaio

Damiana (IV sec.)
monaca e martire

Agli inizi del IV secolo, nella provincia egiziana di Parallos, a nord del delta del Nilo, muoiono decapitate l'igumena Damiana e le quaranta monache del suo monastero. Figlia di Marco, governatore locale, Damiana era stata educata alla fede dal padre. All'età di quindici anni, desiderosa di dedicarsi totalmente alla preghiera e alla meditazione delle Scritture, chiese il permesso di ritirarsi con alcune compagne in un luogo adatto alla vita monastica. Marco, che era un uomo di grande generosità, fece allora costruire per loro un monastero ben protetto. Sopraggiunta la persecuzione di Diocleziano, Marco fu tra i primi, per la sua posizione, a essere invitato ad apostatare. E così avvenne, almeno in un primo tempo; più tardi Damiana, donna di grande coraggio e fermezza, convinse il padre a rinnegare l'apostasia. Questi confessò pubblicamente la propria fede e fu decapitato. L'imperatore, saputo il ruolo di Damiana e delle sue compagne in ciò che era accaduto, tentò inutilmente di farle apostatare.
Morirono tutte martiri, e sul luogo del loro martirio esiste tuttora un monastero femminile che porta il loro nome.


PREGHIERA

Fin dalla sua infanzia la scelse Cristo
e Damiana disprezzò la mondanità
e amò la castità.
Parlò con il padre Marco dicendogli:
«Servirò Cristo e lascerò il mondo».
Ed egli gioì per questa bella parola
e le costruì un castello in cui serviva Cristo.
Rallegrati, o vera sposa.
Sin dall'infanzia sei divenuta
altare dello Spirito santo.
Sii benedetta, o Damiana,
giovane vergine sapiente,
monaca che ha edificato
la propria dimora sulla roccia.
Il Figlio di Dio ti ha scelta
perché nessuno ti assomiglia;
tu sei degna di ricordo immortale,
ti salutiamo, o beata.
Questa è la vita monastica,
questo è il martirio per Cristo, nostro vero Dio.
Sii benedetto, Cristo nostro Signore,
con il Padre buono e con lo Spirito santo,
Trinità consustanziale.


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Vincenzo di Saragozza (+ 304), diacono, primo martire di Spagna

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Vincenzo, diacono e martire

COPTI ED ETIOPICI (13 ṭūbah/ṭerr):
Nozze di Cana in Galilea

LUTERANI:
Vincenzo di Saragozza, martire in Spagna

MARONITI:
Timoteo, apostolo e martire
Anastasio il Persiano (+ 628), monaco e martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Timoteo, apostolo
Anastasio il Persiano, martire
Filippo il Taumaturgo (+ 1569), metropolita di Mosca (Chiesa russa)

VETEROCATTOLICI:
Vincenzo di Saragozza, martire

21 gennaio

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Agnese (III sec.)
martire

Nella seconda metà del III secolo, il 21 gennaio di un anno a noi ignoto, muore martire a Roma Agnese, appena tredicenne. La sua grande forza d'animo, che le derivava secondo gli agiografi da una fede incrollabile a dispetto della sua fragilità di adolescente e della sua esile figura, ne fecero una delle martiri più famose di tutta la cristianità. La sua Passio, giunta a noi nelle versioni greca, latina e siriaca del V secolo, era già conosciuta da tutti i grandi padri della chiesa. Ambrogio, Agostino, papa Damaso, Girolamo, Massimo di Torino, Gregorio Magno, Beda il Venerabile, Prudenzio, e poi i poeti carolingi, e infine Jacopo da Varagine, offriranno dei ritratti toccanti della giovane Agnese, fondati tutti su una tradizione orale di antichissima memoria.
Anche l'iconografia della santa ebbe uno sviluppo enorme. Nelle immagini, soprattutto medievali, Agnese appare con a fianco un agnello, a ricordo del suo nome e del sogno avuto, secondo la leggenda otto giorni dopo la sua morte, dai suoi genitori che la videro insieme ad altre martiri sfilare accanto a un agnello senza macchia (cf. 1P 1,19). Sul luogo della sua deposizione fu edificata, una basilica che, più volte rimaneggiata, fu in seguito ricostruita in stile bizantino e che ancor oggi è una delle principali chiese di Roma. Il nome di Agnese è ricordato nel Canone romano, la principale preghiera eucaristica della chiesa latina.


TRACCE DI LETTURA

Sant'Agnese è detta da sant'Ambrogio, che ne scrisse il martirio, "vergine prudentissima".
Aveva tredici anni quando morendo divenne partecipe della vita celeste che sola è vera vita: bambina ancora per età, ma adulta nella mente e nel cuore; bella nel volto, ma più bella per la fede che custodiva nell'animo.
(Jacopo da Varagine, Leggenda aurea)

Percossa, che dignità custodisce!
Coprendosi tutta con la veste,
bada attenta a custodire il pudore:
che nessuno veda la sua nudità.

Muore, ma il suo pudore rimane:
con la mano vela il suo volto,
piegato il ginocchio cerca la terra
e cade, senza scomporsi.
(Ambrogio, Inno per la festa di sant'Agnese)


PREGHIERA

Dio eterno, pastore del tuo gregge,
la tua figlia Agnese
ricevette da te la forza
per rendere testimonianza
con la vita e con la morte
al vero amore del suo Redentore:
accordaci la forza per comprendere,
con tutti i tuoi santi,
qual è l'ampiezza
e la lunghezza e l'altezza e la profondità,
e per conoscere l'amore
che è al di là di ogni nostra comprensione.
Attraverso Gesù Cristo
tuo Figlio nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
Sir 51,1-3; Ap 7,13-17; Mt 18,1-7


Leggi tutto: 21 gennaioAbo di Tbilisi (+786)
martire

La chiesa georgiana ricorda oggi la passione e il martirio di Abo di Tbilisi, messo a morte il 6 gennaio del 786 dal califfo abbaside Mūsa al-Hādī per aver abbandonato la religione islamica in favore del cristianesimo. La vicenda di Abo è giunta a noi attraverso la preziosa Passio scritta dal georgiano Giovanni figlio di Saban, suo contemporaneo. Abo era nato a Bagdad, dove era stato educato dalle migliori guide islamiche. Divenuto un esperto profumiere e un cultore delle lettere arabe, egli entrò a servizio del nobile cristiano Nerses, duca di Georgia. La Georgia era da poco passata sotto il dominio abbaside, e ai suoi antichi regnanti cristiani era stato concesso di rimanere come etnarchi nelle rispettive città di residenza. Dopo alterne vicende, Nerses fece ritorno in Georgia, e Abo lo seguì. Essendo un uomo amante delle lettere e della cultura, egli imparò presto ad apprezzare il cristianesimo, pur evitando di professarlo apertamente.
L'inasprirsi delle ostilità verso i cristiani costrinse la casa di Nerses all'esilio nel territorio dei Khazari. Qui Abo ricevette il battesimo. Ritornato a Tbilisi, fu accusato di infedeltà all'Islam, e gli fu imposta l'abiura della sua nuova fede. Egli, con molta pace e semplicità, rifiutò, e affrontò con coraggio un lungo cammino di sofferenza che lo condusse al dono supremo del martirio.


TRACCE DI LETTURA

All'alba del 6 di gennaio, memoria del battesimo di nostro Signore, il beato Abo disse: «Questo è per me un grande giorno, poiché mi è dato di vedere la duplice vittoria del mio Signore Gesù Cristo. Fu in questo giorno, infatti, che dopo essersi spogliato discese nel fiume Giordano per ricevere il battesimo; e con quel gesto egli distrusse con la sua forza divina le teste del mostro nascosto in quelle acque profonde.
Oggi tocca a me, a mia volta, vincere le paure che assalgono il rivestimento carnale della mia anima, discendendo nella città, come nelle sante acque del Giordano, per essere battezzato nel mio stesso sangue con fuoco e Spirito, come predicava il Battista.
Allora veramente entrerò nell'acqua per ricevere il battesimo, poiché è oggi che lo Spirito santo aleggia sulle acque per crearmi a nuova vita».
(Passio di Abo di Tbilisi)


PREGHIERA

Rallegrati, eletto dalla grazia di Dio Padre
e del suo Figlio Unigenito,
chiamato e illuminato dallo Spirito santo,
unito alle schiere degli incorporei,
lodato tra i martiri e i giusti,
ornamento delle chiese,
fierezza dei martiri,
gioia dei re, aiuto dei fedeli,
coraggioso Abo:
prega Dio perché doni la grazia alle nostre anime.


LETTURE BIBLICHE
2Tim 2,1-10; Gv 15,17-16,2


Leggi tutto: 21 gennaioMassimo il Confessore (580-662)
monaco e padre della chiesa

Nel 662 muore esule in uno sperduto villaggio del Caucaso Massimo il Confessore, monaco e padre della chiesa.
Nato a Costantinopoli nel 580, ricevette la formazione propria dei funzionari di corte e divenne primo segretario dell'imperatore Eraclio. Lasciato tale incarico dopo tre anni, Massimo si fece monaco a Crisopoli, sulla costa del Bosforo. Costretto dall'invasione persiana ad abbandonare il monastero cominciò una vita errante, soggiornando a Creta, a Cipro, nei pressi di Cartagine e forse a Roma, e contribuì in tal modo a far conoscere la teologia dei greci in Occidente.
Autore di opere monastiche sulla preghiera, la lotta contro le passioni e la carità, Massimo approfondì i fondamenti teologici della dottrina orientale della deificazione dell'uomo, prima di impegnarsi, a partire dal 634, nelle dispute teologiche contro i monofisiti e i monoteliti. Le sue posizioni saranno assunte dal sinodo Lateranense del 649, convocato dal papa di Roma Martino, assieme al quale egli sarà processato ed esiliato quattro anni più tardi.
Nel 662 un nuovo processo condannerà Massimo a subire l'amputazione della mano destra e della lingua, per impedirgli di scrivere e parlare a difesa della fede ortodossa. Così, colui che aveva fissato lo sguardo sulla passione e sul ruolo della volontà umana di Cristo nell'accettazione della propria morte, divenne sempre più somigliante al suo Signore, fino a morire solo, in esilio, pochi mesi dopo l'amara sentenza che gli aveva dato modo di diventare misteriosamente ma ancor più pienamente un confessore della fede.


TRACCE DI LETTURA

Il mistero dell'incarnazione del Verbo contiene il senso di tutti gli enigmi e di tutte le figure della Scrittura, nonché la scienza delle creature visibili e intellegibili. E chi ha conosciuto il mistero della croce e della tomba, ha conosciuto le ragioni di tali cose. Chi poi è stato iniziato alla potenza arcana della resurrezione, ha conosciuto lo scopo per il quale Dio in principio ha fatto sussistere tutte le cose.
(Massimo il Confessore, Capitoli sulla teologia e l'economia dell'incarnazione 1,6)


PREGHIERA

Guida dell'ortodossia,
maestro di preghiera e santità,
illuminatore dell'universo,
corona dei monaci ispirati da Dio,
san Massimo,
tu ci hai rischiarati con i tuoi insegnamenti,
tu che fosti come una lira vibrante
al soffio dello Spirito.
Intercedi per noi
presso il Cristo nostro Dio,
perché salvi le nostre anime.


LETTURE BIBLICHE
Eb 11,33-40; Lc 12,8-12


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Agnese, martire a Roma

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Agnese, vergine e martire (calendario romano e ambrosiano)
Fruttuoso di Tarragona, vescovo, e Augurio ed Eulogio (+259), martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (12 ṭūbah/ṭerr):
Secondo giorno del Glorioso Battesimo

LUTERANI:
Matthias Claudius (+ 1815), poeta ad Amburgo

MARONITI:
Sebastiano (+ ca 287), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Massimo il Confessore, monaco
Neofito di Nicea (IV sec.), martire
Gregorio (+ 1012), arcivescovo di Ocrida (Chiesa serba)
Abo di Tbilisi, martire (Chiesa georgiana)

VETEROCATTOLICI:
Meinrado (+ 861), eremita e martire

20 gennaio

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Fabiano vescovo di Roma (+ 250) e Sebastiano (+ 287),
martiri

Fin dall'antichità il 20 di gennaio la chiesa d'occidente ha associato nel ricordo due tra i suoi martiri più celebri e amati: Fabiano, vescovo di Roma, e Sebastiano, ufficiale dell'esercito romano.
Fabiano fu eletto pastore della città di Roma nel 236. Nel corso del suo pontificato diede un contributo importante all'organizzazione della diocesi di Roma; divise infatti la città in sette diaconie per meglio rispondere ai crescenti bisogni della chiesa e delle fasce emarginate della popolazione.
Difensore dell'ortodossia di Origene, egli divenne presto molto popolare ben al di là delle chiese d'occidente, come attesta il suo elogio funebre redatto da Cipriano di Cartagine.
Fabiano morì martire, vittima dell persecuzione voluta dall'imperatore Decio alla metà del III secolo per arginare la crescita e l'indipendenza della chiesa.
Lo stesso giorno, qualche decennio più tardi, coronava la propria vita con il martirio Sebastiano. Di origine milanese - secondo Ambrogio -, Sebastiano era un alto ufficiale dell'esercito imperiale; proprio sfruttando la sua posizione a corte riuscì, secondo la tradizione, a salvare un gran numero di cristiani dalle persecuzioni e a diffondere il vangelo tra le file dell'esercito romano.
Secondo la sua celebre passio, scritta nel V secolo da Arnobio il Giovane, Sebastiano fu condannato a morte; al tempo dell'imperatore Diocleziano morì, come lo rappresenta la tradizione iconografica, trafitto da un gran numero di frecce. Sulla sua tomba fu edificata una basilica che a partire dal IX secolo fu intitolata al giovane soldato martire.


TRACCE DI LETTURA

Si racconta che Fabiano si oppose all'imperatore che voleva assistere alla veglia di Pasqua e comunicarsi; non gli permise di entrare in chiesa finché non ebbe confessato i suoi peccati e fatta penitenza.
Un altro imperatore, Diocleziano, chiamò a sé Sebastiano e gli disse: «Tu sei sempre stato fra i primi nella mia dimora e di nascosto ti sei adoperato fino ad ora contro di me e contro i miei dèi». Rispose Sebastiano: «Ho sempre adorato Cristo per la tua salvezza e sempre ho pregato Dio che è nei cieli per tutto l'impero». Allora Diocleziano ordinò di legarlo in mezzo al campo di Marte e di trafiggerlo con frecce.
(Jacopo da Varagine, Leggenda aurea)


PREGHIERE

O Dio, gloria di coloro
che hai scelto come tuoi ministri,
concedi a noi tuoi fedeli,
per intercessione del papa e martire Fabiano,
di crescere come comunità di fede e di amore.
Per il nostro Signore
Gesù Cristo, tuo Figlio,
che è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.

Donaci, o Padre,
il tuo Spirito di fortezza,
perché, ammaestrati dal glorioso esempio
del tuo martire Sebastiano,
impariamo a obbedire a te
piuttosto che agli uomini.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE
1P 4,12-19; Gv 17,11-19 (Fabiano); Eb 10,32-36; Mt 10,17-22 (Sebastian
o)


Leggi tutto: 20 gennaioEutimio il Grande (377-473)
monaco

Il 20 gennaio del 473 muore nella lavra che egli stesso aveva fondato Eutimio il Grande, monaco nativo di Melitene, in Armenia.
Alla morte del padre, il piccolo Eutimio era stato affidato all'educazione del vescovo di quella città. Ebbe così modo di acquisire un forte sensus fidei, generato dall'ascolto e dalla meditazione delle Scritture, che lo accompagnerà per tutta la vita e in ogni situazione.
L'amore per la quiete e la riluttanza nei confronti della carriera ecclesiastica che gli si prospettava in modo ormai evidente, lo spinsero a cercare la solitudine in Palestina, dove si recò con il desiderio di imitare la vita di Cristo nel deserto.
Con la sua vita egli testimoniò a tal punto la bellezza del vangelo da portare alla fede cristiana un numero notevole di abitanti del deserto, in gran parte nomadi di lingua araba. Si andò così formando attorno ad Eutimio una laura, alla quale accorsero discepoli anche da regioni molto lontane.
Eutimio ebbe un ruolo importante negli avvenimenti della chiesa di quegli anni, e fu anche grazie a lui che la chiesa di Gerusalemme accolse il concilio di Calcedonia.


TRACCE DI LETTURA

Così esortava i propri fratelli Eutimio: «In ogni ora ci occorre essere vigilanti e stare desti. Sappiate anzitutto questo: chi rinuncia al mondo non deve avere volontà propria, ma in primo luogo acquisirà umiltà e obbedienza; egli deve perseverare, meditare senza posa l'ora della morte e il giorno terribile del giudizio, aspirare alla gloria del regno dei cieli».
Diceva ancora: «Oltre alla custodia dell'interiorità, i monaci, soprattutto quelli giovani, devono faticare corporalmente, ricordando la parola dell'Apostolo: "Ho lavorato notte e giorno per non essere di peso a nessuno" (1Ts 2,9); e queste mani hanno lavorato al mio servizio e al servizio di coloro che sono con me". Sarebbe strano, infatti, che mentre le persone del mondo si danno pena e fatica per nutrire moglie e figli con il loro lavoro, per offrire a Dio primizie, fare del bene per quanto possono, e inoltre vedersi reclamare imposte, noi non sovvenissimo neppure, con il lavoro delle nostre mani, alle nostre necessità corporali, ma restassimo lì pigri e immobili a godere della fatica altrui, quando soprattutto l'Apostolo comanda che il pigro non deve neppure mangiare»(2Ts 3,10).
(
Cirillo di Scitopoli, Vita di Eutimio 9)


PREGHIERA

Eutimio, padre santo,
anche se hai scelto la sterilità,
sei stato padre di molti figli;
grazie al seme spirituale che hai sparso, infatti,
il deserto, dapprima impenetrabile,
si è colmato di un gran numero di monaci.
Intercedi perché siano accordate alle nostre anime
la pace e la grazia della salvezza.


LETTURE BIBLICHE
2Cor 4,6-15; Lc 6,17-23


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Richard Rolle di Hampole (+ 1349), autore spirituale

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Fabiano, papa e martire
Sebastiano, martire (calendario romano e ambrosiano)
Agnese (III sec.), vergine e martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (11 ṭūbah/ṭerr):
Apparizione divina o Glorioso Battesimo di Gesù

LUTERANI:
Sebastiano, martire a Roma

MARONITI:
Eutimio il Grande, monaco

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Eutimio il Grande, monaco
Eutimio di Tarnovo (XIV-XV sec.), patriarca (Chiesa bulgara)

SIRO-ORIENTALI:
Sebastiano, martire (Chiesa malabarese)

VETEROCATTOLICI:
Sebastiano, martire

19 gennaio

LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Wulfstan (+ 1095), vescovo di Worcester

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Bassiano (+ 405), vescovo (calendario ambrosiano)
Sebastiano (+ 287 ca), martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (10 ṭūbah/ṭerr):
Vigilia del glorioso Battesimo

LUTERANI:
Johann Michael Hahn (+ 1819), testimone della fede nel Württemberg

MARONITI:
Macario l'Egiziano (+ 390 ca), monaco

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Macario l'Egiziano, monaco discepolo di Antonio
Arsenio (X sec.), arcivescovo di Corfù