Warning: getimagesize(images/preghiera/martirologio/martirologio_dicembre/15_12_isaac.jpg): failed to open stream: No such file or directory in /home/monast59/public_html/plugins/content/multithumb/multithumb.php on line 1563

Warning: getimagesize(images/preghiera/martirologio/martirologio_dicembre/15_12_isaac.jpg): failed to open stream: No such file or directory in /home/monast59/public_html/plugins/content/multithumb/multithumb.php on line 1563

Warning: getimagesize(images/preghiera/martirologio/martirologio_dicembre/12_10_barth.jpg): failed to open stream: No such file or directory in /home/monast59/public_html/plugins/content/multithumb/multithumb.php on line 1563

Warning: getimagesize(images/preghiera/martirologio/martirologio_dicembre/12_10_barth.jpg): failed to open stream: No such file or directory in /home/monast59/public_html/plugins/content/multithumb/multithumb.php on line 1563

15 dicembre

Multithumb found errors on this page:

There was a problem loading image 'images/preghiera/martirologio/martirologio_dicembre/15_12_isaac.jpg'
There was a problem loading image 'images/preghiera/martirologio/martirologio_dicembre/15_12_isaac.jpg'

Sanducht (I sec.)
martire

Figlia del re armeno Sanatruk (75-110 ca.), la principessa Sanducht aderì al cristianesimo, secondo la tradizione, grazie alla predicazione dell'apostolo Taddeo. Quando il padre seppe della sua conversione, cercò in tutte le maniere di farle abiurare la nuova fede, senza ottenere alcun risultato. Anzi, sull'esempio della giovane principessa, tre dei suoi fratelli e numerosi altri armeni cominciarono ad aderire al vangelo. Condannata a morte dal padre quando aveva solo 18 anni, Sanducht è considerata la prima martire della chiesa armena, e forse la prima donna di tutta la cristianità a morire perseguitata in odio alla fede. La sua memoria è celebrata normalmente in estate, il sabato successivo alla Trasfigurazione, che nella chiesa armena è una festa mobile. La data odierna è quella riportata nella Passio risalente al V secolo.


PREGHIERA

Con te e per te si gloria oggi
la santa chiesa,
o martire, o testimone,
santa Sanducht,
che abbandonasti il culto paterno
e versasti il tuo santo sangue per Cristo.
Ti facesti discepola
dell'apostolo Taddeo
e fosti confermata nella vera fede;
non ti sei mischiata con i culti pagani,
e ti rendesti degna
di ascendere al Padre.
Tu che hai abbandonato
la gloria del tuo principato
e ti sei ornata con la gloria divina,
oggi sei stata accolta
tra le schiere dei vigilanti.
Intercedi per noi presso il Signore.


LETTURE BIBLICHE
1Cor 12,28-13,10; Lc 9,1-6


Leggi tutto: 15 dicembreIsaac de Castro Tartas (+ 1647)
martire ebreo

Il 15 dicembre del 1647 muore a Lisbona il giovane ebreo Isaac de Castro Tartas. Fu arrestato in Brasile, dove viveva, e condotto in Portogallo dagli sbirri dell'Inquisizione. Deciso a rimanere fedele sino alla morte alla fede dei suoi padri, Isaac morì recitando lo Shema' Israel, bruciato vivo assieme ad altri cinque ebrei in uno dei più imponenti e tragici autodafé della storia portoghese. Altri sessanta loro compagni furono condannati in quel medesimo giorno a trascorrere tutta la vita nelle carceri di Lisbona. Durante l'Inquisizione, nei territori portoghesi furono eseguiti all'incirca 750 autodafé, che portarono alla condanna al rogo di quasi 2.000 persone e alla punizione pubblica di circa 30.000. La maggior parte delle vittime era costituita da ebrei.


TRACCE DI LETTURA

Ascolta, Israele:
il Signore è il nostro Dio,
il Signore è Uno.

Amerai il Signore tuo Dio
con tutto il tuo cuore,
con tutta la tua anima
e con tutta la tua forza.

Queste parole, che ti ordino oggi,
saranno nel tuo cuore:
le ripeterai ai tuoi figli,
ne parlerai quando siederai in casa tua
e quando camminerai per strada,
quando ti coricherai e quando ti alzerai.
Te le legherai come segno sulla mano
e ti saranno come pendagli tra gli occhi;
le scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.
(Shema' Israel, Dt 6,4-9)


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Pietro Canisio (+1597), presbitero e dottore della chiesa (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (6 kiyahk/tāḫśāś):
Abramo il Siro (+ ca 978), 62° patriarca di Alessandria (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Gerhard Uhlohrn (+ 1901), teologo in Bassa Sassonia

MARONITI:
Eleuterio ed Eusebio (II sec.), martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Eleuterio, vescovo dell'Illirico, ieromartire
Stefano Uros (+ 1371)
Elisabetta Elena (XIV sec.)
Ioannichio di Devic (+ 1430), anacoreta (Chiesa serba)
Pietro Ibero (+ 491), vescovo
Iesse di Tsilk'ani (VI sec.), monaco (Chiesa georgiana)
Neomartiri di Simferopoli e della Crimea (+ 1937-1938) (Chiesa ucraina)

14 dicembre

Giovanni della Croce (1542-1591)
presbitero

La notte fra il 13 e il 14 dicembre del 1591 si spegne all'età di 49 anni Giovanni della Croce, primo carmelitano ad aver aderito alla riforma del Carmelo operata da Teresa d'Ávila. Juan de Yepes Alvarez era nato a Fontiveros, nella Vecchia Castiglia. Di origini molto povere, dopo un'infanzia assai difficile, per potersi pagare gli studi egli dovette lavorare a lungo come infermiere nell'ospedale degli appestati. Entrato dai Carmelitani a Medina del Campo, per le sue brillanti qualità intellettuali fu mandato a studiare alla celebre università di Salamanca. Uomo dedito a un'ascesi estrema, che gli pregiudicò ben presto l'integrità fisica, Giovanni era sul punto di abbandonare il Carmelo per farsi certosino, quando l'incontro con Teresa d'Avila lo convinse della possibilità di riformare l'Ordine. Egli diede allora vita a una piccola comunità estremamente povera, ma ben presto i suoi superiori gli affidarono responsabilità di rilievo nella formazione intellettuale e spirituale dei novizi. La sua vita divenne allora un pellegrinaggio da una comunità all'altra, durante il quale Giovanni fu spesso osteggiato, a volte oltraggiato e umiliato, e comunque raramente capito dai suoi compagni. In questo itinerario di umiliazione, nel quale egli afferma di aver sperimentato l'abbandono da parte di Dio stesso nella «notte oscura» dell'anima, Giovanni trasse la forza per invocare la «fiamma d'amore» dello Spirito e per scrivere poemi e cantici spirituali che narrano l'unione sponsale dell'anima con Dio, approdo sicuro, secondo la sua esperienza spirituale, per coloro che seguono con fiducia il cammino pasquale del Signore. Per i cattolici egli è dottore della chiesa, gli anglicani lo ricordano come poeta e maestro della fede.


TRACCE DI LETTURA

Dove ti sei nascosto,
Amato, lasciandomi
a gemere?
Come il cervo corresti,
dopo avermi ferito:
ti uscii dietro gridando, e te n'eri andato.

Pastori, voi che andate
da un ovile all'altro su all'altura:
se per caso vedrete chi più di tutti amo,
ditegli che soffro, languo e muoio.

Cercando il mio amore,
andrò per questi monti e rive,
non coglierò mai fiori,
né temerò le fiere,
e passerò oltre ai forti e alle frontiere.
(Giovanni della Croce, Canzoni tra l'anima e lo Sposo)


PREGHIERA

O Dio,
che hai guidato san Giovanni
della Croce
alla santa montagna che è Cristo,
attraverso la notte oscura
della rinuncia
e l'amore ardente della croce,
concedi a noi di seguirlo
come maestro di vita spirituale,
per giungere alla contemplazione
della tua gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE
1Cor 2,1-10; Gv 15,9-17


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Giovanni della Croce, poeta, maestro della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Giovanni della Croce, presbitero e dottore della chiesa (calendario romano e ambrosiano)
Giusto e Abbondio (+ 238), martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (5 kiyahk/tāḫśāś):
Nahum (VII sec. a.C.), profeta (Chiesa copta)

LUTERANI:
Bertoldo di Ratisbona (+ 1272), predicatore popolare nella Germania meridionale
John Oldcastle (+ 1417), testimone fino al sangue in Inghilterra

MARONITI:
Filemone, Apollonio e i loro compagni (III-IV sec.), martiri ad Antinoe
Giuseppe Kassab (+ 1858), presbitero dell'Ordine libanese maronita

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Tirso, Leucio e Callinico di Apollonia (III sec.), martiri
Filemone, Apollonio e Arriano, martiri

13 dicembre

Lucia di Siracusa (+ 304)
martire

Oggi le chiese d'oriente e d'occidente ricordano il martirio di Lucia, vergine di Siracusa messa a morte al tempo delle persecuzioni di Diocleziano. Vissuta sul finire del III sec., secondo la tradizione Lucia era di nobile famiglia, ed era promessa sposa a un suo concittadino. Recatasi assieme alla madre gravemente ammalata in pellegrinaggio a Catania sulla tomba di sant'Agata, Lucia udì il brano del vangelo in cui si narra dell'emorroissa guarita dopo aver toccato il lembo del mantello di Gesù. Essa esortò allora la madre a fare altrettanto, toccando il sepolcro di Agata, e ne ottenne la guarigione. Tornata allora a Siracusa, Lucia decise di rinunciare al matrimonio e di dare tutti i suoi beni ai poveri. Ma il fidanzato, sentendosi raggirato, la accusò presso le autorità romane di essere cristiana e di opporsi al culto dell'imperatore. Condannata al martirio, Lucia venne prima condotta in una casa di prostituzione, e poi, visto che nessuno riusciva nemmeno ad avvicinarla, fu sottoposta a tormenti e infine uccisa di spada nell'anno 304. Siccome il suo nome in latino ha la stessa radice di «luce», e la sua memoria cade in dicembre, Lucia fu associata fin dall'antichità alla Luce vera venuta nel mondo per redimere ogni uomo: il Cristo, «luce per la rivelazione alle genti» e che le tenebre non possono sopraffare. Sempre per il suo nome, Lucia divenne la santa protettrice dei non vedenti. Le sue spoglie mortali sono custodite a Venezia.


TRACCE DI LETTURA

Quando il fidanzato seppe che i suoi beni erano stati tutti dati ai poveri, portò Lucia davanti al console Pascasio e l'accusò di essere cristiana e di non ubbidire alle leggi imperiali. Subito Pascasio le ordinò di sacrificare agli idoli. Lucia rispose: «Visitare i poveri e aiutarli nelle loro miserie è un sacrificio che piace a Dio: io non ho ormai più ricchezze da offrire ma soltanto me stessa che offro vittima al Dio vivente».
(Jacopo da Varagine, Leggenda aurea)


PREGHIERA

Dio nostro redentore,
tu hai dato luce al mondo

che era nelle tenebre
grazie alla forza sanante
della croce di Cristo:
effondi su di noi quella luce,
ti preghiamo,
affinché possiamo,
assieme alla tua martire Lucia,
con la purezza delle nostre vite,
riflettere la luce di Cristo
e per opera della sua passione
giungere alla luce della vita senza fine.
Attraverso Gesù Cristo
tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
2Cor 10,17-11,32; Mt 10,28-33


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Lucia, martire a Siracusa
Samuel Johnson (+ 1784), moralista

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Lucia, vergine e martire (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (4 kiyahk/tāḫśāś):
Andrea, apostolo

LUTERANI:
Lucia, martire a Siracusa
Odilia (+ ca 720), badessa in Alsazia
Christian Fürchtegott Gellert (+ 1769), poeta in Sassonia

MARONITI:
Lucia, martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Eustrazio, Aussenzio, Eugenio, Mardario e Oreste di Auraraka (III-IV sec.), martiri
Lucia, vergine e martire
Vachtang Gorgasali (+ 502; Chiesa georgiana)

VETEROCATTOLICI:
Lucia, vergine e martire

12 dicembre

LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Giovanna Francesca de Chantal (+ 1641), religiosa (calendario romano e ambrosiano)
Lucia (+ 304), vergine e martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (3 kiyahk/tāḫśāś):
Ingresso della Vergine nel Tempio
Abbā 'Oḍ
Abbā Antonio (XIII-XIV sec.), monaco
Zēnā Mārqos (XIII-XIV sec.), monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Vicelino (+ 1154), evangelizzatore nell'Holstein

MARONITI:
Spiridone il Taumaturgo (+ ca 348), vescovo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Spiridone il Taumaturgo, vescovo di Trimitonte
Abibo di Nekresi (VI sec.), vescovo (Chiesa georgiana)

 

11 dicembre

LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Damaso I (+ 384), papa (calendario romano e ambrosiano)
Paolo (III sec.), confessore (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (2 kiyahk/tāḫśāś):
Abba Or (IV sec.), monaco (Chiesa copta)
Anania, Azaria e Misaele (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Lars Olsen Skrelsrud (+ 1910), missionario in India

MARONITI:
Daniele lo Stilita (+ 493)
Damaso, papa

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Daniele lo Stilita, monaco

 

10 dicembre

Multithumb found errors on this page:

There was a problem loading image 'images/preghiera/martirologio/martirologio_dicembre/12_10_barth.jpg'
There was a problem loading image 'images/preghiera/martirologio/martirologio_dicembre/12_10_barth.jpg'
Leggi tutto: 10 dicembre

Thomas Merton (1915-1968)
monaco

La sera del 10 dicembre 1968 muore a Bangkok, folgorato da un ventilatore difettoso, Thomas Merton, monaco trappista dell'abbazia statunitense del Gethsemani. Si concludeva così in modo banale e casuale un itinerario umano e spirituale che mai era stato contrassegnato dal caso e dalla superficialità. Merton era nato nel 1915 a Prades, nei Pirenei francesi, da genitori protestanti, il padre di nazionalità neozelandese e la madre americana. Abituato alla solitudine dalla precoce morte della madre e dalle frequenti assenze del padre, Thomas avvertì in modo sempre più evidente la sensazione di essere uno straniero in mezzo ai suoi coetanei. Compiuti gli studi in Inghilterra, alla morte del padre Merton si trasferì in America presso la Columbia University, dove cercò di trasporre i frutti del suo travagliato pellegrinaggio interiore nell'insegnamento della letteratura e nella composizione di opere letterarie. Ma sarà soltanto nell'incontro con il cristianesimo, e nell'accoglienza della vocazione monastica avvenuta solo tre anni dopo aver ricevuto il battesimo, che Thomas troverà la forma di vita capace di dare radici e ali al suo amore per la solitudine. Divenuto trappista, dopo più di dieci anni trascorsi nel nascondimento Merton si ritrovò all'improvviso a essere considerato un simbolo della vita contemplativa a motivo della sua autobiografia spirituale, La montagna dalle sette balze, che lo fece conoscere in tutto il mondo. Poco incline però ad accogliere la celebrità piovutagli addosso, egli visse gli ultimi anni della sua vita come eremita, diventando capace di dilatare il proprio cuore, nella sua crescente solitudine, fino a testimoniare compassione e sollecitudine per ogni sofferenza umana. Le mura del suo eremo erano così divenute lo spazio in cui custodire ogni fratello abbattendo nella preghiera e con la forza dell'interiorità i muri più profondi che separano gli uomini.


TRACCE DI LETTURA

Credo che il cristiano sia uno che sacrifica la mezza verità per la salvezza della verità intera, che abbandona un concetto incompleto e imperfetto di vita per una vita integrale, unificata e strutturalmente compiuta. L'entrare in questo genere di vita non è la fine del viaggio, ma solo l'inizio. Poi viene un grande viaggio: un'esplorazione angosciosa e talvolta pericolosa. Tra tutti i cristiani il monaco è, o almeno dovrebbe essere, il più esperto di tali esploratori. Il suo viaggio lo conduce attraverso deserti e paradisi per i quali non esiste mappa. Vive in strane aree di solitudine, di svuotamento, di gioia, di perplessità e di stupore.
(T. Merton, Un vivere alternativo)

È compito del monaco tener viva nel mondo moderno l'esperienza contemplativa e mantenere aperta per l'uomo tecnologico dei nostri giorni la possibilità di recuperare l'integrità della sua interiorità più profonda.
(T. Merton, Diario asiatico)

Se vogliamo vivere da monaci, dobbiamo tentare di capire cosa sia effettivamente la vita monastica. Dobbiamo tentare di raggiungere le fonti da cui scaturisce la vita. Dobbiamo conoscere le nostre radici spirituali, per poterle affondare più profondamente nel terreno.
Ma la vocazione monastica è un mistero. Non può quindi essere esaurientemente espressa in una formula chiara e concisa. È un dono di Dio e non la comprendiamo appena la riceviamo, poiché tutti i doni di Dio, specialmente quelli spirituali, hanno in sé qualcosa della sua intimità e del suo mistero. Dio si rivelerà a noi nel dono della nostra vocazione, ma lo farà con gradualità.
(T. Merton, Un vivere alternativo)


Leggi tutto: 10 dicembreKarl Barth (1886-1968)
pastore riformato

Il 10 dicembre del 1968 conclude la sua parabola terrena Karl Barth, pastore della Chiesa riformata svizzera e teologo fra i più grandi del XX secolo. Nato a Basilea nel 1886, dopo gli studi a Berna, a Berlino, a Tubinga e a Marburgo, Barth divenne pastore a Ginevra e poi a Safenwil, in Argovia. Dapprima fortemente impegnato nelle questioni sociali, sino ad aderire e a partecipare attivamente ai lavori del partito socialista, di fronte all'avanzata nazista fu tra i principali animatori della Chiesa confessante di Germania. Esiliato all'università di Basilea nel 1935, Barth si dedicherà sino alla fine dei suoi giorni alla stesura della sua colossale Dogmatica ecclesiale. Frutto di una concreta sollecitudine per l'annuncio del vangelo, la teologia di Barth fu, nella scia di Anselmo e di Kierkegaard, un tentativo di spiegazione della fede a partire dall'esperienza della fede. Barth era infatti convinto che l'annuncio cristiano non nasce in risposta alle ansie dell'uomo, ma nasce piuttosto dall'ascolto di un Dio che è il centro irradiante della teologia: è Dio, in Cristo, ad avere l'iniziativa nel dialogo con l'uomo. Ma proprio perché rivelatasi in Cristo, l'iniziativa di Dio implica già l'uomo nella sua vocazione e totalità: sarà il tema delle sue grandi conferenze del 1956 dedicate all'«umanità di Dio». Mosso da queste convinzioni, Barth continuò a predicare, come compimento dell'ascolto obbediente che l'uomo deve prestare a Dio, la necessità sia di un impegno volto a ricucire l'unità fra le chiese di Cristo, sia di una lotta a favore di ogni uomo vittima del peccato, dell'ingiustizia e della violenza. Alla sua morte, cristiani di ogni chiesa e di ogni continente vollero testimoniargli, accorrendo numerosi alle sue esequie, la loro riconoscenza per la testimonianza che egli aveva reso al Signore con tutta la sua vita.


TRACCE DI LETTURA

In passato, non ci sfuggiva forse proprio questo fatto, che la divinità del Dio vivente - e con lui volevamo certo aver a che fare - ha il suo senso e la sua forza soltanto nel contesto della sua storia e del suo dialogo con l'uomo e quindi nel suo essere insieme a lui? Sì, certo; e questo è il punto oltre il quale non è più permesso tirarsi indietro: si tratta dell'essere-insieme di Dio con l'uomo, il che è da Dio sovranamente costituito in Se stesso e solo da Lui determinato, delimitato, ordinato. Così e non altrimenti, in quel contesto, è avvenimento ed è percepibile. Si tratta però dell'essere insieme di Dio con l'uomo. Chi sia e quale Egli sia nella sua divinità, Dio non rivela nello spazio vuoto di un divino essere-per-sé, ma, autenticamente, proprio in quanto Egli esiste, parla e agisce come partner - certo, un partner assolutamente superiore - dell'uomo. Colui che compie questo è il Dio vivente. E la libertà nella quale Egli fa questo è la sua divinità. Essa è la divinità che come tale ha anche il carattere dell'umanità. In questa forma e in essa sola era ed è da contrapporsi l'affermazione della divinità di Dio alla teologia del passato: accogliendo in modo positivo, non rifiutando avventatamente la particella di vero che non le si può contestare, se anche si scruti fino in fondo la sua debolezza. Proprio la divinità di Dio, ben compresa, include la sua umanità.
(K. Barth, L'umanità di Dio)


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Eulalia di Mérida (III-IV sec.), vergine e martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (1 kiyahk/tāḫśāś):
Elia (IX sec. a.C.), profeta
Pietro d'Edessa (?), vescovo di Gaza (Chiesa copto-ortodossa)
Clemente (I-II sec.), vescovo di Roma (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Heinrich Zütphen (+ 1691), testimone fino al sangue in Dithmarschen

MARONITI:
Mena e i suoi compagni (+ ca 313), martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Mena, Ermogene ed Eugrafo, martiri

SIRO-OCCIDENTALI:
Filosseno di Mabbug (+ 523), vescovo
Behnām e Sārah di Persia (IV sec.), martiri

9 dicembre

LE CHIESE RICORDANO...

ARMENI:
Concepimento della vergine Maria

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Siro (III sec.), vescovo (calendario ambrosiano)
Leocadia di Toledo (+ 303), vergine e confessora (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (30 hatūr/ ḫedār):
Acacio (+ 488), patriarca di Costantinopoli (Chiesa copto-ortodossa)
Caterina di Alessandria (IV sec.), martire (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Richard Baxter (+ 1691), testimone della fede in Inghilterra

MARONITI:
Francesco da Paola (+ 1507; vedi al 2 aprile)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Concepimento di Anna, genitrice della santissima Madre di Dio
Dedicazione della basilica dell'Anastasis (335)