23 luglio

Antonio delle Grotte di Kiev (983-1073)  e Teodosio (+1074) suo discepolo,
monaci

I cristiani di tradizione bizantino-slava ricordano oggi Antonio delle Grotte di Kiev.
Nato a Lubeč nel 983, nella regione di Černigov a nord di Kiev, Antonio fu attratto dal monachesimo e si recò secondo la tradizione al monte Athos. Qui, presso il monastero di Esphigmenou, fu iniziato alla vita monastica e ricevette la benedizione dell'igumeno per andare a proseguire il proprio cammino di monaco nella terra d'origine.
Verso la metà dell'XI secolo Antonio tornò dunque a Kiev e si stabilì in una grotta, sulle colline vicino alla città. Seguendo l'esempio dei padri del deserto, egli intraprese una vita rude, imperniata sulla preghiera e la penitenza, attirando a sé molti discepoli. Costoro scavarono altre celle e una grande cripta, principio di quello che sarà il celebre monastero delle Grotte.
Ma Antonio, sedotto dalla vita eremitica, lasciò la nascente comunità alle cure del proprio discepolo Teodosio per ritirarsi in «una grotta lontana», dove visse nel totale silenzio e nella preghiera fino alla morte, avvenuta nel 1073. La vita monastica esisteva già prima di Antonio in Russia, ma per lo più come importazione straniera sostenuta dai potenti. Solo con la fondazione del monastero delle Grotte essa divenne popolare, e per questo Antonio è ricordato come padre del monachesimo russo.
Teodosio è ricordato come padre spirituale dolce e misericordioso; egli organizzò la vita del monastero secondo la regola di Teodoro Studita, ed è considerato per questo il fondatore della vita cenobitica in Russia.


TRACCE DI LETTURA

Il venerabile Antonio, abituato a vivere solo e non essendo in grado di sopportare alcun genere di confusione o di rumore, confinò se stesso in una cella delle Grotte, dopo aver nominato al proprio posto Varlaam, perché avesse cura dei fratelli.
Dopo che Varlaam fu traferito su ordine del principe per divenire superiore del monastero di San Demetrio, i fratelli delle Grotte si riunirono e informarono il venerabile Antonio che avevano scelto di comune accordo il nostro beato padre Teodosio come superiore, poiché aveva mostrato di saper vivere secondo la tradizione monastica ed era un profondo conoscitore dei comandi del Signore. Teodosio, pur avendo ricevuto il ruolo di superiore, non mutò la propria umiltà, ricordando che il Signore dice: «Chiunque vorrà essere grande tra voi, sia il più piccolo e il servo di tutti». Dunque egli umiliò se stesso, facendosi il più piccolo e il servo di tutti. Per questo il monastero fiorì e crebbe grazie alle preghiere di quel giusto, poiché sta scritto: «Il giusto fiorirà come palma, crescerà come cedro del Libano».
(dalla Vita di Teodosio)


PREGHIERA

Mettesti te stesso in Dio,
che sopra ogni cosa amasti sin dalla giovinezza,
o beato, e lo seguisti con l'amore di tutta l'anima.
Come sole abbagliante
rifulse la tua luce in tutti i confini della terra.
E ora che sei in piedi con gli angeli
accanto al trono del Signore,
ricordati di noi
che celebriamo il tuo ricordo e ti acclamiamo:
rallegrati, Antonio, nostro padre!


LETTURE BIBLICHE

Gal 5,22-6,2; Mt 4,25-5,12


Brigida di Svezia

(1303-1373)
religiosa

Nel 1373 muore a Roma Brigida di Svezia.
Appartenente all'alta aristocrazia svedese, sposa e madre di otto figli, Brigida era una donna colta, dal temperamento forte, profondamente religiosa e ricca di carità. Essa amava le Scritture, che considerava il suo tesoro più prezioso e la medicina più idonea per la cura delle anime; si soffermava spesso sul mistero della passione del Signore e, con il marito, si dedicava alla cura dei malati e all'aiuto dei bisognosi.
Dopo un pellegrinaggio a Santiago di Compostela, i due coniugi decisero di abbracciare la vita religiosa, e qualche anno più tardi Brigida, spinta a ciò anche dalla propria esperienza mistica, pensò alla creazione di un nuovo ordine ispirato a un grande radicalismo evangelico, sull'esempio di quello di Fontevraud fondato da Roberto d'Arbrissel nel 1100.
L'Ordine del Santo Salvatore che ebbe origine da Brigida fu un ordine misto, prevalentemente femminile, che riservava un culto particolare alla passione del Signore e alla compassione di Maria. Brigida trascorse l'ultima parte della sua vita a Roma, dove morì nel 1373.
Nel 1999 papa Giovanni Paolo II l'ha proclamata compatrona d'Europa.


TRACCE DI LETTURA

Signore Gesù Cristo, fonte di dolcezza inestinguibile, che mosso da intimo affetto di amore dicesti in croce: «Ho sete», cioè: «Desidero sommamente la salvezza del genere umano», accendi in noi, ti preghiamo, il desiderio di operare in modo pienamente conforme alla tua volontà, spegnendo del tutto la sete delle concupiscenze del peccato e il fervore dei piaceri mondani.
O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria vergine,
crocifisso per la salvezza degli uomini, regnante ora in cielo, abbi pietà di noi.
(Brigida di Svezia, Orazione 7)


PREGHIERA

O Dio,
che hai rivelato a santa Brigida i segreti del cielo
mentre meditava la passione di tuo Figlio,
fa' che anche a noi sia dato di esultare di gioia
per la rivelazione della tua gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

Tb 8,5-10; Mc 3,31-35


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Brigida di Svezia, badessa di Vadstena

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Brigida, religiosa (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (16 abīb/ḥamlē):
Giovanni il Calabita «dall'evangelo d'oro» (V sec.) (Chiesa copta)

LUTERANI:
Brigida di Svezia, mistica in Svezia

MARONITI:
Foca di Sinope (+ ca 101), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Traslazione delle reliquie di Foca di Sinope, ieromartire
Ezechiele (VI sec. a.C.), profeta
Antonio delle Grotte di Kiev, padre di tutti i monaci russi (+ 1073) (Chiesa russa)

VETEROCATTOLICI:
Brigida di Svezia, vedova

22 luglio

Leggi tutto: 22 luglio

Maria Maddalena, uguale agli apostoli

Originaria della città di Magdala, sul lago di Tiberiade, Maria Maddalena fu liberata per la parola di Gesù dai sette demoni che la possedevano e seguì ovunque il Signore, servendolo fedelmente fino alla passione. Essa fu perciò testimone della sua morte e sepoltura.
Passato il sabato, Maria si recò con le altre donne al sepolcro portando aromi, e per questo è ricordata come mirrofora. A lei, per prima, apparve il Signore risorto, chiamandola per nome mentre piangeva nel giardino. Allora la Maddalena corse a portare l'annuncio ai discepoli, «apostola degli apostoli» come la chiama la tradizione.
In occidente, a partire da Gregorio Magno, Maria Maddalena è stata identificata con la peccatrice perdonata di cui parla il Vangelo di Luca, perdonata perché aveva molto amato. È divenuta perciò colei che ha conosciuto il molto peccare e il molto amare, colei che piange sui propri peccati e piange per la morte del Maestro, rimanendo fedele nell'amore per lui.
Esempio per chi si pente e per chi rivolge il suo amore al Signore, Maria Maddalena è stata una figura di riferimento importante in ogni movimento di riforma della chiesa, in particolare per i movimenti di riforma monastica d'occidente fioriti nell'XI secolo.


TRACCE DI LETTURA

Signore,
tu le accendesti nel cuore
il fuoco di un immenso amore per Cristo,
che le aveva ridonato la libertà dello spirito,
e le infondesti il coraggio di seguirlo
fedelmente fino al Calvario.
E anche dopo la morte di croce
essa cercò il suo Maestro con tanta passione,
che giunse a incontrare il Signore risorto
e ad annunziare per prima agli apostoli
la gioia pasquale.
(dalla Liturgia romana)


PREGHIERA

Dio nostro Padre,
a Maria Maddalena, fatta da te nuova creatura,
tuo Figlio risorto ha affidato il primo annuncio pasquale:
concedi anche a noi, in comunione con lei,
di proclamare il Cristo risorto
e di contemplarlo un giorno nella tua gloria,
perché vive e regna nei secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

Ct 3,1-4; 1Cor 13,1-13; Gv 20,11-18


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Maria Maddalena

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Maria Maddalena

COPTI ED ETIOPICI (15 abīb/ḥamlē):
Efrem il Siro (+ 373), diacono e monaco (Chiesa copto-ortodossa)
Ciriaco e sua madre Giulitta (+ ca 305), martiri (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Maria Maddalena; Moritz Bräuninger (+ 1860), testimone fino al sangue in Nordamerica

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Maria Maddalena, mirrofora e uguale agli apostoli

VETEROCATTOLICI:
Maria Maddalena

21 luglio

Simeone il Folle e Giovanni suo compagno (VI sec.)
monaci

Le chiese d'oriente e d'occidente ricordano oggi Simeone e Giovanni, monaci originari della Siria.
Recatisi in pellegrinaggio a Gerusalemme, essi decisero di non far ritorno in patria, ma di diventare monaci. Ricevuto l'abito nel monastero di San Gerasimo, Giovanni e Simeone vissero per molti anni nel deserto pregando e seguendo un regime di vita austero. Giovanni rimase nella solitudine fino alla fine della sua vita, mentre Simeone decise di far ritorno tra gli uomini per diffondere il vangelo della salvezza, spinto dalle parole della Scrittura: «Mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ogni creatura».
«Nella forza di Cristo», disse Simeone a Giovanni, «vado a prendermi gioco del mondo», e stabilitosi a Emesa in Siria, simulò la follia per poter smascherare le opere vane di tutti quelli che incontrava e indurli così al bene. Solo alla sua morte fu compresa la sua grandezza e la sua profonda carità.


TRACCE DI LETTURA

Simeone prendeva ogni sorta di atteggiamenti folli e indecorosi, ma non è possibile a parole dare un'idea di quel che faceva. A volte, infatti, si fingeva sciancato, a volte storpio, a volte fingeva di trascinarsi su una sedia, a volte di fare lo sgambetto a qualcuno che correva e di gettarlo a terra. E ancora, quando c'era la luna nuova, fingeva di guardare in cielo e di cadere a terra in preda a convulsioni. A volte poi fingeva di essere un oratore; diceva, infatti, che tra tutti gli atteggiamenti che si potevano assumere, questo conveniva più di ogni altro ed era il più utile per chi voleva fingersi pazzo per amore di Cristo. In questi modi spesso rimproverava i peccati e faceva desistere i peccatori, inviava su qualcuno un castigo a sua correzione, profetizzava e faceva tutto quello che voleva, mutando però ogni volta voce e aspetto.
(Leonzio di Neapolis, Vita di Simeone il Folle 22)


PREGHIERA

Dio dei nostri Padri,
che ci tratti sempre secondo la tua clemenza,
non allontanare da noi il tuo sguardo,
ma per le suppliche di Simeone e Giovanni
conduci nella pace le nostre vite
.


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Lorenzo da Brindisi (+ 1619), presbitero e dottore della chiesa (calendario romano e ambrosiano)
Vittore di Marsiglia (III sec.), martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (14 abīb/ḥamlē):
Macario di Alessandria (+ ca 394), monaco (Chiesa copto-ortodossa)
Efrem il Siro (+ 373), diacono e monaco (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
John Eliot (+ 1690), evangelizzatore presso gli indiani

MARONITI:
Simeone il Folle e Giovanni, monaci

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Simeone, folle per Cristo, e Giovanni di Emesa, monaci
Mirdat (IV-V sec.), martire (Chiesa georgiana)

VETEROCATTOLICI:
Daniele (VI sec. a.C.), profeta

20 luglio

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Elia (IX sec. a.C.)
profeta

I cristiani di tutte le chiese il 20 di luglio ricordano il profeta Elia, che essi ritennero fin dall'inizio il rappresentante più emblematico della tradizione profetica ebraica, come lasciano intendere gli evangeli nell'episodio della Trasfigurazione.
Il profeta in Israele era un uomo che parlava a nome di Dio, per richiamare tutti alla fedeltà al Dio dell'alleanza. Elia svolse pienamente la propria missione mostrando con tutta la sua vita il pathos stesso di Dio, la sollecitudine del Padre verso i propri figli, soprattutto verso i più piccoli e indifesi.
Vissuto nel IX secolo a.C., in un tempo di grande crisi, Elia dapprima si sdegnò di fronte all'idolatria di molti in Israele; ma in seguito fu chiamato da Dio al distacco e alla solitudine, per imparare che solo servendo la Parola attesa nel silenzio è possibile diventare «uomini di Dio».
Mandato in territorio pagano, Elia conobbe il bisogno di essere alimentato, oltre che da Dio, dai poveri, nella persona della vedova di Sarepta. Ritornò in patria, e la sua parola contro l'idolatria e le ingiustizie dei potenti lo condusse al celebre scontro con i profeti di Baal sul monte Carmelo. Ma la persecuzione che egli subì a seguito della sua momentanea vittoria sugli idolatri lo aiutò a comprendere, grazie alla voce silenziosa attraverso cui Dio gli parlò sull'Oreb, che il Dio che è fuoco divorante è anche pace, silenzio, tenerezza.
Rinnovato da questa ulteriore esperienza, Elia portò a termine la sua missione nel regno del Nord e fu rapito in cielo, secondo il racconto biblico, a significare che lo spirito di Elia continuerà sempre a essere presente nella storia di Israele.
Il suo ritorno è rimasto legato, nella tradizione ebraica e cristiana, alla venuta del Messia.


TRACCE DI LETTURA

Volevi piombare dall'alto come vento impetuoso
e mostrarti potente come lo è la tempesta,
volevi soffiare l'esistenza negli esistenti
e benedire anime umane, tenendo in mano il flagello,
volevi ammonire cuori stremati nel tuo vorticare rovente
e incitare quelli impietriti a prendere fuoco.
Tu mi hai cercato nei tuoi sentieri impetuosi
ma non mi hai trovato.

Volevi salire fino al cielo come lingua di fiamma
e far piazza pulita di tutti
di quanti non sapevano resistere al tuo furore,
forte come il sole, volevi aggredire mondi
con quell'improvvisa energia
capace di accendere il tuo giovane nulla.
Tu mi hai cercato nei tuoi abissi di fiamma
ma non mi hai trovato.

Poi il mio messaggero raggiunse il tuo orecchio
e lo mise a contatto del mio cuore pacato:
allora imparasti a sentire come seme dopo seme
inizia ad agitarsi,
e ogni sorta di tremolio - la crescita delle cose! -
ti avvolse come ridda di cerchi,
il sangue che sbatteva sul sangue,
e il silenzio
fu la parola che ti vinse,
quel silenzio eterno, pieno, dolce e materno.
Allora ti sporgesti su te stesso
e mi trovasti nel tuo cuore.
(M. Buber, Poesie).


PREGHIERA

Dio nostro,
nella prima alleanza attraverso Elia e tutti i profeti
tu hai parlato al tuo popolo,
hai ammonito i potenti,
hai difeso poveri e deboli
e hai annunciato la venuta del Messia:
concedi alla tua chiesa,
per la potenza del tuo Spirito santo,
il dono di nuovi profeti
che annuncino con forza le esigenze del regno
e ricordino il giorno della venuta gloriosa
di Gesù Cristo Signore, vivente nei secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

Sir 48,1-11 (vigilia); 2Re 2,1-18; Gc 5,12-20; Mt 17,1-13


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Margherita di Antiochia (IV sec.), martire
Bartolomé de las Casas (+ 1566), apostolo delle Indie

COPTI ED ETIOPICI (13 abīb/ḥamlē):
Pisenzio (+ 632), vescovo di Coptos (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Margherita, martire in Asia Minore

MARONITI:
Elia, profeta

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Elia il Tisbita, profeta

SIRO-OCCIDENTALI:
Elia, profeta dell'Antico Testamento

VETEROCATTOLICI:
Elia, profeta

19 luglio

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Macrina (327-380)
monaca

Le chiese d'oriente e d'occidente ricordano oggi Macrina, monaca della Cappadocia.
Sorella maggiore di Basilio di Cesarea, di Gregorio di Nissa e Pietro di Sebaste, Macrina decise a dodici anni di non contrarre matrimonio, onde potersi dedicare a una vita di lavoro umile e di preghiera, tesa all'unificazione del cuore. Il fratello Gregorio, suo biografo, non a torto la presenta come l'ispiratrice della vita monastica alla quale attirò in seguito la madre e le domestiche, e quindi anche il fratello Basilio.
La ricerca di Macrina e delle sue compagne condusse alla creazione di un monastero doppio, dove risiedevano a breve distanza uomini e donne, il cui unico intento era quello di vivere il Vangelo nel celibato e nella vita comune, svolgendo lavori poveri e praticando in modo intenso verso tutti l'ospitalità e la condivisione.
Macrina morì all'età di 53 anni, dopo aver guidato per tutta la vita come una madre la sua comunità; prima di morire ringraziò Dio per aver aperto agli uomini la via della resurrezione, e lo pregò di accogliere la sua vita come un'offerta, «come incenso davanti al suo volto» (sal 142,2).


TRACCE DI LETTURA

Signore, tu hai dissolto per noi la paura della morte, tu dai in deposito alla terra la terra che noi siamo, quella che tu stesso hai plasmato con le tue mani, e fai rivivere ciò che hai donato all'uomo, trasformando mediante l'immortalità e la bellezza quello che in noi è mortale e deforme.
Sei tu che ci hai strappati alla maledizione e al peccato, facendoti per noi l'una e l'altro.
Dio eterno, verso cui mi sono protesa fin dal seno di mia madre, te che la mia anima ha amato con tutte le sue forze, poni al mio fianco un angelo luminoso che mi conduca per mano dove si trova l'acqua del riposo, nel seno dei santi patriarchi!
Tu che hai spezzato la fiamma della spada di fuoco e hai restituito al paradiso l'uomo crocifisso con te e che si era affidato alla tua misericordia, ricordati anche di me nel tuo regno.
(Preghiera di Macrina in Gregorio di Nissa, Vita di santa Macrina 24)


PREGHIERA

Signore Dio eterno,
la tua serva Macrina attraverso la vita cenobitica
ha voluto seguire tuo Figlio Gesù Cristo
fino a condividere la sua croce:
noi ti preghiamo,
liberaci dalla paura della morte
e rendici capaci di vivere
in modo che i nostri fratelli e le nostre sorelle
abbiano la vita in abbondanza, nella pace e nella gioia cristiana.
Per Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE

Fili 3,20-4,4; Lc 18,18-30


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Gregorio (+ 394), vescovo di Nissa, e sua sorella Macrina, diaconessa, maestri della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Sperato e compagni (+ 180), martiri Scillitani (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (12 abīb/ḥamlē):
Or di Siriaco (?), martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Jean Marteilhe (+ ca 1740), testimone della fede in Francia

MARONITI:
Vincenzo de Paoli (+ 1660), confessore (vedi al 27 settembre)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Macrina, sorella di Basilio il Grande, monaca
Dios il Taumaturgo (+ ca 430), presbitero
Sinassi dei martiri di Radonež (Chiesa russa)

18 luglio

Paul Schneider (1897-1939)
pastore luterano e martire

Nel 1939, dopo quattordici mesi di sevizie e umiliazioni in cella d'isolamento, muore nel campo di concentramento di Buchenwald Paul Schneider, pastore della Chiesa evangelica tedesca.
Paul era nato nel 1897 a Pferdsfeld nell'Hunsrück. Compiuti gli studi teologici a Giessen, Marburgo e Tubinga, egli diventò pastore a Hochelheim dopo aver svolto un tempo di servizio volontario in mezzo agli operai della Ruhr, accettando i lavori più pesanti.
Sposato con Margarete Dieterich, padre di sei figli, posto dall'ascesa al potere del nazismo di fronte all'alternativa tra fedeltà all'Evangelo e fedeltà al regime, Schneider non ebbe alcun dubbio. Membro attivo della Chiesa confessante, egli predicò l'Evangelo con coraggio, sottolineando l'inaccettabilità del Paragrafo ariano e delle leggi razziali, fino a essere arrestato a più riprese.
Accolse nella libertà e per amore del Signore e del gregge affidatogli il destino che gli si faceva incontro; a Buchenwald, dove fu internato nel 1937, l'unica sua preoccupazione fu quella di confortare chi soffriva assieme a lui, annunciando la parola di Dio a tempo opportuno e inopportuno, col solo desiderio di "far vivere" chi con lui stava andando incontro alla morte.
Alla notizia della sua esecuzione, Dietrich Bonhoeffer romperà gli indugi e tornerà in Germania, per seguirlo pochi anni più tardi nel cammino verso il martirio.


TRACCE DI LETTURA

La preghiera fa degli uomini degli esseri umani che si piegano solo dinanzi a Dio, e che confessano Dio dinanzi al mondo. La preghiera è la forza di Dio per il combattimento della vita e della fede.
Questo è veramente tutto il contenuto della nostra fede cristiana: che Gesù Cristo con la sua morte salvifica ha riportato per noi la vittoria e che con la vita che ha riacquisita nella resurrezione e ascesa al cielo, è divenuto nostro Signore; dunque la nostra vita terrena appartiene a lui tanto quanto gli deve appartenere la nostra morte, ed egli richiede la nostra ubbidienza piena e totale così come, nella sua passione e morte, ci ha donato il perdono dei nostri peccati.
In questa signoria di Gesù Cristo che domina chiara e inequivoca la sua comunità, nell'unica signoria di Gesù Cristo e in essa soltanto, tutte le differenze tra i cristiani, comprese quelle in campo dottrinale, in cui essi non si comprendono e si dividono gli uni dagli altri, vengono abolite. È Gesù Cristo l'unità e la libertà della propria comunità.
I criteri per l'unità e i criteri dell'amore cristiano, non dobbiamo farceli dire e prescrivere da coloro che non credono in Cristo come Figlio di Dio e Signore della chiesa.
(P. Schneider, Sermoni )


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Elizabeth Ferard (+ 1883), prima diaconessa della Chiesa d'Inghilterra, fondatrice della Comunità di Saint Andrew

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Marina di Orense, vergine e martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (11 abīb/amlē):
Giovanni e Simeone di Alessandria (IV sec.), martiri (Chiesa copta)

LUTERANI:
Paul Schneider, testimone fino al sangue in Renania

MARONITI:
Emiliano di Durostoro (+ 363), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Emiliano di Durostoro, martire
Ritrovamento delle reliquie di Sergio di Radonež (1422)
Elisabetta e Barbara (+ 1918), monache e neomartiri (Chiesa russa)

17 luglio

Andrej Rublev (ca 1360-1427)
monaco e iconografo

Le chiese ortodosse ricordano oggi Andrej Rublev, monaco e iconografo.
Nato intorno al 1360, Rublev fu iniziato all'arte dell'iconografia da Teofane il Greco. Divenuto, secondo la tradizione, monaco in una data imprecisata tra il 1380 e il 1405, egli risiedette dapprima presso il monastero del Salvatore Misericordioso a Mosca, fondato da un discepolo di Sergio di Radonež. La sua esistenza fu profondamente segnata dal desiderio di tradurre nelle icone che dipingeva una profonda vita interiore di comunione con Dio Padre, Figlio e Spirito santo.
Alla Lavra della Trinità di San Sergio, dove passerà gran parte dei suoi anni, Andrej lasciò quello che unanimemente è ritenuto il suo capolavoro: l'icona della Trinità, oggi conservata presso la Galleria Tretjakov di Mosca. In essa, a partire dalla scena biblica dell'ospitalità offerta da Abramo ai tre angeli del Signore, Rublev esprime l'amore che lega le tre persone divine grazie al movimento circolare suggerito dai volti inclinati dei tre angeli; al tempo stesso, mediante l'impiego della prospettiva inversa, convergente al cuore di colui che osserva l'icona, la Trinità di Rublev ricorda a chi la contempla come ogni uomo sia chiamato a partecipare al mistero della comunione divina, al banchetto nuziale dell'Agnello.
Andrej Rublev morì nel 1427, e nel 1551 il concilio dei Cento capitoli proclamò la sua Trinità «modello di ogni icona ortodossa».


PREGHIERA

Splendente di luce divina
tu hai visto in Cristo
la Sapienza e la Forza di Dio,
santo monaco Andrej,
e con l'icona della santissima Trinità
hai predicato al mondo intero
l'unità nella santa Trinità;
quanto a noi, con ammirazione e gioia ti acclamiamo:
tu che sei in confidenza con la santissima Trinità,
pregala affinché illumini le nostre anime.


LETTURE BIBLICHE

Eb 13,7-16; Lc 6,17-23


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Marcellina (+ ca 400), vergine (calendario ambrosiano)
Giusta e Rufina di Siviglia (V-VI sec.), vergini e martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (10 abīb/amlē):
Teodoro (III-IV sec.), vescovo della Pentapoli, martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Martiri Scillitani (+ 180), testimoni fino al sangue in Nordafrica

MARONITI:
Marina di Antiochia (IV sec.), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Marina di Antiochia, megalomartire
Andrej Rublev, iconografo (Chiesa russa)