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2 luglio

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Leggi tutto: 2 luglioHaik Hovsepian Mehr, Tateos Michaelian e Mehdi Dibaj (+ 1994)
martiri

 Le chiese protestanti di diverse tradizioni ricordano in questo giorno tre figure emblematiche di pastori, martiri dell'intolleranza religiosa che si è diffusa con grande virulenza in terra persiana a partire dagli anni '80 del XX secolo. Il 2 luglio del 1994 viene ritrovato il cadavere di Tateos Michaelian, pastore della Chiesa evangelica armena, freddato a colpi di pistola da uno sconosciuto; a tre giorni di distanza, analoga sorte subisce il pastore Mehdi Dibaj, della chiesa delle Assemblee di Dio. Si tratta del terzo omicidio nello stesso anno di alti esponenti delle chiese cristiane in Iran: a gennaio, infatti, era stato il vescovo delle Assemblee di Dio Haik Hovsepian Mehr a finire prematuramente i suoi giorni sotto i colpi dei sicari inviati dalle frange più intolleranti della dirigenza islamica iraniana.
Tutti e tre i pastori evangelici, iraniani di nascita, erano stati a diverse riprese minacciati a motivo della loro fede cristiana. Mehdi Dibaj, accusato fin da giovane di aver apostatato dalla religione dei suoi padri, aveva trascorso più di dieci anni in prigione, e la sua vicenda sembrava ormai doversi concludere con la condanna a morte nel dicembre del 1993, sentenza poi sospesa dietro pressione della comunità internazionale.
La loro gioiosa e ferma adesione alla fede in Cristo, e il loro rifiuto di abbandonare nel momento della prova il gregge loro affidato, hanno fatto di queste tre figure un simbolo del senso che può assumere la permanenza pacifica dei cristiani in terre che umanamente sembrerebbero ormai non riservare loro alcun futuro.


TRACCE DI LETTURA

Gesù Cristo è il nostro salvatore ed egli è il Figlio di Dio. Conoscere questo significa conoscere la vita senza fine. Io che sono un inutile peccatore, ho creduto nella sua amata persona e in tutti i fatti che la riguardano contenuti negli evangeli, e ho consegnato la mia vita nelle sue mani.
Ora la mia vita è soltanto un'occasione datami per servirlo; la morte non sarà altro che un modo più efficace per dimorare con Cristo. Perciò non solo provo soddisfazione a essere in prigione per onore del suo santo Nome, ma sono pronto a dare la mia vita per amore di Gesù, mio Signore, entrando così anticipatamente nel suo regno, al quale accedono i suoi eletti.
Possa l'ombra della magnanimità divina e la mano benedicente e sanante del Padre posarsi e rimanere per sempre su di voi. Amen.
(M. Dibaj, Dichiarazione alla Corte islamica al momento della condanna).


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (25 ba'ūnah/sanē):
Giuda (I sec.), uno dei 70 discepoli (Chiesa copta)
Apertura del Keramt per la stagione delle piogge (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Visitazione di Maria
Georg Daniel Teutsch (+ 1893), vescovo in Transilvania

MARONITI:
Visitazione della Vergine a Elisabetta (vedi al 31 maggio)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Deposizione della veste della santissima Madre di Dio nella chiesa delle Blacherne (V sec.)
Giobbe (+ 1607), patriarca di Mosca (Chiesa russa)
Stefano il Grande e Santo (+ 1504), confessore (Chiesa romena)

VETEROCATTOLICI:
Visitazione di Maria

1 luglio

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Leggi tutto: 1 luglio

Mosè l'Etiope (ca 332-407)
monaco

Nel martirologio romano e nei sinassari bizantini si fa oggi memoria di Mosè l'Etiope, monaco nel deserto di Scete.
Nato in Etiopia verso il 332, ci informa Palladio, Mosè era un uomo di colore, alto, molto robusto, che arrivò alla vita monastica dopo svariate peripezie personali.
Di indole violenta, si macchiò di diversi crimini prima di giungere, forse per sfuggire alla giustizia umana, nel deserto di Scete, ma seppe operare una radicale conversione alla carità evangelica attraverso la vita anacoretica, vissuta con sempre maggiore convinzione sotto la guida dei padri del deserto, soprattutto di Macario il Grande e di Isidoro il Presbitero, e resa ancor più dura dalla sua condizione di straniero dalla pelle nera.
Rendendosi conto di aver ricevuto grande misericordia dal Signore, Mosè divenne per tutti i monaci di Wādī al-Naṭrūn un mirabile esempio di umiltà e di mitezza, come testimoniano i Detti dei padri che narrano di lui. Per Cassiano egli è «il più grande fra tutti i santi», e con lui, secondo Poemen, «a Scete si raggiunse il culmine della santità».
Mosè morì all'età di settantacinque anni, dopo essere stato ordinato presbitero su richiesta dei suoi fratelli. Secondo il sinassario alessandrino, che lo ricorda il 24 di ba'ūnah, corrispondente al nostro 1 luglio, Mosè subì il martirio per mano dei barbari, assieme a sette discepoli, verosimilmente nell'anno 407.
È considerato il primo monaco originario dell'Etiopia.


TRACCE DI LETTURA

Un giorno peccò un fratello a Scete; i padri, radunatisi, mandarono a chiamare abba Mosè. Ma, poiché egli non voleva venire, il presbitero gli mandò a dire: «Vieni, la gente ti aspetta!». Egli allora si mosse e venne, portando sulle spalle una cesta forata piena di sabbia. Gli andarono incontro alcuni fratelli e gli chiesero: «Padre, cosa è mai questo?». Disse loro l'anziano: «Sono i miei peccati che scorrono via dietro di me senza che io li veda. E oggi sono venuto qui, per giudicare i peccati degli altri». A queste parole non dissero nulla al fratello che aveva peccato, e gli perdonarono.
(Mosè 2, Detti dei padri del deserto)

Un fratello si recò a Scete dal padre Mosè per chiedergli una parola. L'anziano gli disse: «Va', rimani nella tua cella, e la tua cella ti insegnerà ogni cosa»:
(Mosè 6, Ibid.)


PREGHIERA

Per la sua grande pazienza,
e la sofferenza dei tormenti subiti,
abba Mosè rivestì la corona del martirio.
Volò in alto con lo spirito,
entrò nei luoghi di riposo,
che il Signore ha preparato
per coloro che amano il suo santo Nome.
Chiedi al Signore per noi,
o nostro abba Mosè,
che rimetta i nostri peccati.


LETTURE BIBLICHE

1Cor 3,1-8; 2P 1,1-11; At 15,13-29; Lc 14,25-35


I 27 martiri ebrei di Toledo (+ 1488)

Nel 1488, nel corso di un autodafé che ha luogo a Toledo, 20 uomini e 7 donne, accusati di essere «nuovi cristiani», vale a dire di discendere da ebrei costretti a convertirsi al cristianesimo nel secolo precedente e che tuttavia hanno continuato a praticare clandestinamente la religione ebraica, sono arsi vivi in un rogo pubblico.
L'evento fu il più eclatante fra quelli che tra il 1485 e il 1504 portarono all'eliminazione della presenza dalla Spagna sia degli ebrei rimasti fedeli alla loro religione sia dei «nuovi cristiani», secondo il disegno dell'inquisitore cattolico Torquemada.
Il 31 marzo 1492 il re di Spagna firmerà l'editto di espulsione degli ebrei, il primo di una lunga serie di analoghi provvedimenti in diversi paesi d'Europa.


TRACCE DI LETTURA

I «nuovi cristiani» (ebrei convertiti) si erano moltiplicati in Spagna da tempo; si erano alleati con le principali famiglie del paese e avevano acquisito una grande influenza. I sovrani Ferdinando e Isabella stabilirono degli inquisitori per verificare se essi non continuassero a camminare secondo le loro antiche consuetudini, e fecero gli ebrei oggetto di racconti fantastici e di satire pungenti, mandandone un gran numero al rogo.
Nel 1492, tutte le schiere del Signore, gli esiliati di Gerusalemme in terra di Spagna, furono dispersi ai quattro angoli della terra.
(J. Ha-Cohen, Valle di lacrime).

Giuda è emigrato
per la miseria e la dura schiavitù.
Egli abita in mezzo alle nazioni,
senza trovare riposo;
tutti i suoi persecutori l'hanno raggiunto fra le angosce
(Lam 1,3).


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
John (+1813) e Henry (+ 1873) Venn, presbiteri, teologi evangelici

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Simone e Giuda, apostoli (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (24 ba'ūnah/sanē):
Mosè il Nero, monaco (Chiesa copta)

LUTERANI:
Heinrich Voes e Jan van Esch (+ 1523), testimoni fino al sangue nei Paesi Bassi

MARONITI:
Aronne (II mill. a.C.), fratello di Mosè
Gregorio X (+ 1276), papa

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Cosma e Damiano di Roma (+ ca 303), taumaturghi e anargiri
Barlaam di Chutyn (+ 1192), monaco (Chiesa russa)
Leontie di Rădăuti (+ 1432), monaco (Chiesa romena)
Ilia il Giusto Ciavciavadze (+ 1907), poeta (Chiesa georgiana)

31 agosto

LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Aidan (+ ca 651), vescovo di Lindisfarne, missionario

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Abbondio (+ 469) e Felice (IV sec.), vescovi di Como (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (25 misrā/naḥasē):
Bessarione il Grande (IV sec.), monaco (Chiesa copta)

LUTERANI:
John Bunyan (+ 1688), predicatore del risveglio in Inghilterra
Ludwig Zimmermann (+ 1906), testimone fino al sangue in Lettonia

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Deposizione della Cintura della santissima Madre di Dio nella chiesa di Chalkoprateia (IV-V sec.)
Giovanni di Rila (IX-X sec.), anacoreta (Chiesa serba)
Cristodulo il Monaco (XII sec.) (Chiesa georgiana)

SIRO-OCCIDENTALI:
Gabriele di Bet Qustān (VII sec.), igumeno e vescovo

30 agosto

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Takla Hāymānot (+ 1313)
monaco

La chiesa etiopica ricorda oggi il monaco Takla Hāymānot, fondatore del monastero di Dabra Libānos. Feśśeḥa Ṣeyon - questo il suo nome di battesimo - nacque nella prima metà del XIII secolo a Zorare, regione etiopica da poco evangelizzata. Raggiunta la maggiore età, egli si sposò, ma rimase molto presto vedovo. Iniziò allora un ministero itinerante di predicatore dell'Evangelo.
La vera svolta nella sua vita avvenne però quando egli entrò nel monastero di Dabra Ḥayq, nel nord del paese, il cui abate era un altro celebre monaco etiopico: Iyāsus Mo'a. Takla Hāymānot fu dunque discepolo di Iyāsus Mo'a e dell'abate Yoḥanni, prima di divenire a sua volta padre spirituale di un gran numero di monaci. Tornato nella regione natia, egli fondò il monastero di Dabra Asbo, che intorno alla metà del XV secolo assumerà il nome odierno di Dabra Libanos, uno dei più importanti centri spirituali della storia etiopica. L'irradiamento monastico di Dabra Asbo fu enorme, anche perché ebbe tra i suoi primi monaci molti uomini imparentati con la nascente dinastia dei salomonidi, e numerosi furono i monasteri che da esso ebbero origine. Anche per questo Takla Hāymānot, che in etiopico significa «pianta della fede», è considerato il capostipite della più grande famiglia monastica dell'Etiopia. Egli fu soprattutto un uomo di grande preghiera. Nell'iconografia tardiva, è rappresentato spesso intento a pregare in piedi su di una gamba sola, poiché l'altra, secondo la tradizione, gli era caduta dopo essersi completamente atrofizzata. Gli ultimi anni della sua vita egli li trascorse in volontaria e pressoché totale solitudine. Morì nel 1313 il 24 naḥasē, corrispondente al 30 agosto del nostro calendario.


TRACCE DI LETTURA

Il nostro santo padre Takla Hāymānot si mise a riflettere e disse: «Ahimè, come sono miserabile! Che cosa risponderò il giorno in cui il giusto Giudice verrà? Non ha forse detto: "Nessuno entrerà nel regno dei cieli se non farà la giustizia del Padre mio che è nei cieli"? E allora, povero me, dove fuggirò e dove troverò rifugio davanti alla sua collera? Povero me, non mi sono ornato di una qualsiasi opera buona per le nozze celesti. Sono come il sale con il quale si salano gli alimenti: quando perde il suo sapore, lo si getta per strada e gli uomini lo calpestano. Sono come una lampada spenta, che nessuno riesce a ravvivare e che rimane nell'oscurità. Chi può guarire il medico che non sa guarire se stesso? Così è la mia anima in me».
Allora egli si costruì nel deserto una piccola cella appena sufficiente per accoglierlo in piedi, entrò in essa e cominciò una lotta ascetica assai rude e disse: «Non salirò sul letto del mio riposo, non concederò il sonno ai miei occhi, né l'assopimento alle mie palpebre, finché non trovi un luogo al Signore, una dimora al Potente di Giacobbe».
( Atti di Takla Hāymānot )


PREGHIERA

Salute alla tua nascita,
seguita alla lunga sterilità di tua madre,
o Takla Hāymānot, sole che giudica il tempo:
la tua lode ha riempito la terra,
da un'estremità all'altra,
e i cieli sono ricoperti della tua bellezza!


LETTURE BIBLICHE

Gv 10,1ss.; Rm 8,35ss.; 1Pt 5,1ss.; At 20,28ss.; Mt 10,16ss.


Leggi tutto: 30 agostoJohn Bunyan (1628-1688)
testimone

Nel 1688 muore a Londra John Bunyan, predicatore e scrittore inglese.
Nato a Elstow, vicino a Bedford, Bunyan ereditò dal padre la professione di calderaio. A venticinque anni iniziò a frequentare gli ambienti battisti di Bedford e a predicare il vangelo.
Non avendo tuttavia ricevuto l'autorizzazione alla predicazione, egli trascorse più di dodici anni in prigione, poiché non voleva promettere che avrebbe desistito dal suo fermo proposito di annunciare il vangelo; in carcere, dove aveva come uniche letture la Bibbia e il Libro dei martiri di George Fox, compose una splendida autobiografia spirituale, assieme a Il viaggio del pellegrino, opera che lo renderà noto e amato in tutto il mondo della Riforma di lingua inglese.
Uomo estremamente aderente alla realtà, Bunyan dovette alla sua educazione calvinista, che dapprima respinse ma che costituirà poi l'elemento strutturante della sua personalità, la scarsa propensione a fughe spiritualiste e il coraggio con cui affrontò quella che ritenne essere la sua unica vocazione: annunciare la Parola del Signore. Uscito dal carcere e divenuto ormai famoso, egli poté finalmente svolgere il suo ministero itinerante, che compì fedelmente sino alla fine dei suoi giorni.


TRACCE DI LETTURA

Lettore, guarda alla sostanza del mio dire.
Scosta la tenda, guarda dietro il velo,
scopri le metafore e non mancare
di trovar cose che, se bene cercherai,
a mente onesta potranno giovare.

Quanto trovi di scorie, abbi il coraggio
di gettarlo, ma pur conserva l'oro.
Che importa se nel sasso l'oro è chiuso?
Non getti via la mela per il torsolo.
Ma se ti sembra tutto da gettare,
forse forse, ritornerò a sognare!
(J. Bunyan, Il viaggio del pellegrino)


PREGHIERA

Dio di pace,
tu hai chiamato il tuo servo John Bunyan
a essere coraggioso per la verità:
accorda anche a noi, stranieri e pellegrini,
di poterci alla fine rallegrare con tutto il popolo cristiano della tua città celeste.
Attraverso Gesù Cristo tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE

Es 3,7-12; Eb 12,1-2; Lc 21,21.34-36


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
John Bunyan, autore spirituale

COPTI ED ETIOPICI (24 misrā/naḥasē):
Tommaso (IV sec.), vescovo di Maraš (Chiesa copta)
Abuna Takla Hāymānot (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Matthias Grünewald (+ 1528), pittore in Alsazia

MARONITI:
Melania la Giovane (+ 439), monaca

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Alessandro (+ 337), Giovanni (+ 577) e Paolo il Giovane (+ 784), patriarchi di Costantinopoli

29 agosto

Leggi tutto: 29 agosto

Martirio di Giovanni il Battista
profeta

L'attività del Precursore giunse al suo compimento con l'effusione del sangue, prezzo pagato per la fedeltà alla propria missione, sino alla fine. Il re Erode Antipa e sua moglie Erodiade non permisero al Battista di continuare a denunciare la loro trasgressione della Legge. Arrestato e sottoposto a una dura prigionia a Macheronte, sulla sponda orientale del mar Morto, Giovanni venne ucciso nel modo più insensato, da una guardia mandata a decapitarlo per un capriccio di Salomè, figlia di Erodiade. Come era stato in vita, così anche nella morte Giovanni appare l'ultimo e il più grande dei profeti. Egli riepiloga la drammatica storia dei profeti inviati incessantemente da JHWH al suo popolo e dal popolo costantemente respinti. Dopo la trasfigurazione, Gesù aveva detto: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico, Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro» (Mt 17,11-12).
Il rifiuto e la morte del Battista, reso oggetto in mano al delirio dei potenti, prefigurano il rifiuto e la morte di Gesù, e per questo la chiesa fin dai primi secoli ha ricordato in questo giorno il suo martirio.


TRACCE DI LETTURA

Sono rari coloro che sanno penetrare l'animo del Precursore. Si è più facilmente attratti dall'animo del discepolo amato, colui che ha riposato sul cuore di Gesù e alla cui gioia si vorrebbe prender parte; chi di noi non l'ha desiderato? Troppo spesso il Battista resta solo. Non se ne comprendono la forza, la dolcezza e le tenerezze; sono troppo nascoste e sofferte. Gli si passa a fianco senza conoscerlo, perché egli stesso si ritrae. Ma penetrare nel mistero del suo cuore e farlo amare... Giovanni Battista non ha riposato sul cuore del Maestro, ma lo ha compreso e intuito nella sua solitudine; lo ha indicato agli altri. Non ha voluto goderne per se stesso, si è fatto da parte nella sua delicatezza. La sua personalità era troppo forte; avrebbe turbato le dolci intimità di Gesù e del discepolo amato. E' scomparso, contento del suo segreto, di aver intuito il cuore del Maestro, sul quale un altro, meno spezzato dalla vita, avrebbe potuto riposare.
(Un certosino)


PREGHIERA

Dio onnipotente,
tu hai voluto che Giovanni il Battista
fosse il precursore di tuo Figlio,
non solo nella predicazione del regno che viene,
ma anche nella morte a causa della giustizia e della verità:
concedi a noi la sua forza e la sua perseveranza
nella testimonianza della fede,
fino al dono totale della vita.
Per Cristo nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE

Ger 1,17-19; At 19,1-8; Mc 6,17-29


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Decollazione di Giovanni il Battista

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Martirio di Giovanni Battista (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (23 misrā/naḥasē):
I 30.000 monofisiti di Alessandria (+455/456), martiri (Chiesa copto-ortodossa)
Agostino (+ 430), vescovo d'Ippona (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Decollazione di Giovanni il Battista
Martin Boos (+ 1825), predicatore del "Risveglio" in Renania

MARONITI:
Decollazione di Giovanni il Battista

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Decollazione del santo e glorioso Profeta e Precursore Giovanni il Battista
Eustazio II (XIII-XIV sec.), arcivescovo dei serbi
Raffaele del Banato (XVI-XVII sec.), monaco (Chiesa serba)
Cristoforo Gurieli (XV sec.), martire (Chiesa georgiana)

SIRO-OCCIDENTALI:
Decollazione di Giovanni il Battista

VETEROCATTOLICI:
Decollazione di Giovanni il Battista

28 agosto

Leggi tutto: 28 agosto

Agostino d'Ippona (354-430)
padre della chiesa e pastore

Nel 430, mentre la città di Ippona è assediata dai Vandali, muore Agostino, pastore della diocesi locale e padre della chiesa tra i più amati in occidente. Nato a Tagaste, in Africa, nel 354, uomo di temperamento passionale, Agostino cercò a lungo una risposta capace di saziare il suo desiderio di conoscere e di amare. Ancora giovane, a Cartagine, passò dalla ricerca di un edonismo estetizzante al progressivo interrogarsi sulla natura del male, che a suo giudizio abita le profondità del cuore umano. Dopo aver aderito per nove anni al manicheismo, egli sprofondò nello sconforto e partì per l'Italia, dove avvenne il suo incontro decisivo con la predicazione di Ambrogio a Milano. Guidato dall'amore per il bello, alimentato dall'incontro con la filosofia di Plotino, e spronato dalla presenza al suo fianco della madre Monica e dell'amico Alipio, Agostino si lasciò sedurre dalla bellezza della vita cristiana. Battezzato a Milano nella Pasqua del 387, egli fece poi ritorno a Tagaste, dove attuò senza più alcun indugio una profonda conversione. Venduto ogni bene e dato il ricavato ai poveri, egli si ritirò per vivere più radicalmente il vangelo ai margini della città, dove organizzò un cenobio con gli amici rimastigli fedeli. Ordinato presbitero e successivamente vescovo di Ippona, Agostino non smise di coltivare il suo progetto di vita monastica. Radunati attorno a sé presbiteri e diaconi, diede loro una regola per la vita fraterna - forse quella che già aveva scritto per la sua prima comunità di Tagaste - e si dedicò instancabilmente allo studio delle Scritture e alla predicazione, lottando contro ogni comprensione riduttiva del messaggio cristiano.
Agostino fu uno dei più grandi ingegni del cristianesimo, vero cantore della vita interiore; egli visse il resto dei suoi giorni con il cuore e la mente tesi al solo desiderio di conoscere sempre più il mistero di Dio e dell'uomo.


TRACCE DI LETTURA

Molte cose possono avvenire che hanno un'apparenza buona ma non procedono dalla radice della carità: anche le spine hanno i fiori. Alcune cose sembrano aspre e dure, ma si fanno per instaurare una disciplina, sotto il comando della carità. Una volta per tutte, dunque, ti viene imposto un breve comando: ama e fa' ciò che vuoi; se taci, taci per amore; se parli, parla per amore; se correggi, correggi per amore; se perdoni, perdona per amore; stabilisci nel tuo intimo la radice dell'amore, perché da essa non può procedere altro che il bene.
(Agostino, Commento all'Epistola di Giovanni 7,8)

Il Signore vi conceda di vivere con amore la vostra vocazione, da veri innamorati della bellezza spirituale, rapiti dal profumo di Cristo che esala da una vita di conversione al bene, stabiliti non come servi sotto una legge, ma come uomini liberi sotto la grazia.
(Agostino, Regola 8,1)


PREGHIERA

Signore nostro,
tu hai chiamato Agostino dalle tenebre del peccato
e ne hai fatto un pastore ripieno di Spirito santo:
concedi anche a noi di cercarti ardentemente
per riposare in te
e di cantare il tuo amore e la tua bellezza
nel cammino verso il regno,
benedetto nei secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

1Gv 4,7-16; Gv 15,9-17


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Agostino, vescovo d'Ippona, maestro della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Agostino, vescovo e dottore della chiesa

COPTI ED ETIOPICI (22 misrā/naḥasē):
Michea (VIII sec. a.C.), profeta (Chiesa copta)
Abba Ḥadīd (+ 1387), neomartire (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Agostino, dottore della chiesa in Nordafrica

MARONITI:
Mosè l'Etiope (+ 407), confessore
Agostino, confessore

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Mosè l'Etiope, anacoreta
Agostino, vescovo d'Ippona e dottore universale (Chiesa melkita)

SIRO-ORIENTALI:
Agostino, vescovo (Chiesa malabarese)

VETEROCATTOLICI:
Agostino, vescovo e dottore della chiesa

27 agosto

Cesario di Arles (ca 470-543)
monaco e pastore

Nel 543 muore Cesario, monaco e vescovo della diocesi di Arles.
Nato attorno al 470 nei pressi di Chalon-sur-Saône, Cesario partì ventenne alla volta dell'isola di Lérins, dove fu iniziato alla vita monastica. A motivo degli eccessi della sua ascesi, egli fu costretto a ritirarsi ad Arles, presso il vescovo Eone, che gli affidò la direzione di un monastero. Alla morte di Eone, nel 503 Cesario fu eletto al suo posto a reggere la diocesi in tempi di grande difficoltà dovuti al succedersi di varie dominazioni e al perdurare delle controversie pelagiane. Appassionato predicatore dell'Evangelo, Cesario si adoperò con insistenza per trasmettere al clero e ai fedeli l'amore per la Parola di Dio; uomo di grande discernimento, egli presiedette alcuni sinodi importanti delle chiese di Gallia, e diede impulso alla vita monastica, rimastagli nel cuore, attraverso la composizione di regole, sia per i monaci che per le monache, nelle quali tentò nuove sintesi tra l'esperienza dei padri del deserto e il monachesimo cenobitico del suo tempo. La sua opera letteraria, piuttosto vasta anche se non sempre originale, ebbe grande diffusione in tutto l'occidente medievale.


TRACCE DI LETTURA

Sorelle, quando lavorate in gruppo, una di voi legga alle altre fino alle dieci del mattino; nel tempo che rimane, la meditazione della Parola di Dio e la preghiera interiore non dovranno interrompersi. Abbiate un cuore solo e un'anima sola nel Signore; tutto abbiate in comune, come si legge negli Atti degli Apostoli.
Quando poi pregate Dio con salmi e inni, quello che viene pronunciato con la voce si rifletta nel cuore. Qualunque cosa stiate facendo, quando non vi dedicate alla lettura, rimeditate sempre qualche punto delle divine Scritture.
(Cesario di Arles, Statuti delle sante vergini 20 e 22)


PREGHIERA

Signore,
tu hai dato a san Cesario di Arles
la capacità di insegnare al popolo la tua Parola;
apri dunque i nostri cuori
al messaggio che egli ci ha trasmesso
con fedeltà e convinzione.
Te lo chiediamo per Cristo, nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE

At 20,17-18.28-32.36; Mc 4,1-9


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Monica (+ 387), madre di Agostino d'Ippona

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Monica (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (21 misrā/naḥasē):
Irene figlia di Licinio (IV sec.) (Chiesa copta)

LUTERANI:
Monica, madre di Agostino in Nordafrica
Cesario di Arles, vescovo e benefattore nella Francia meridionale

MARONITI:
Poemen (+ ca 450), abba
Liberio I (+ 366), papa

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Poemen, anacoreta
Traslazione delle reliquie di Teodosio delle Grotte di Kiev (1091) (Chiesa russa)

VETEROCATTOLICI:
Monica, confessora