20 giugno

Nicola Cabasilas (ca 1322-1397)
testimone

Le chiese ortodosse ricordano oggi Nicola Cabasilas, teologo laico autore di alcuni fra i più importanti trattati spirituali del cristianesimo bizantino.
Nicola era nato a Tessalonica attorno al 1322, in una importante famiglia della borghesia tessalonicese. Educato alla preghiera del cuore presso un discepolo di Gregorio Palamas, egli ricevette un'eccellente formazione giuridica e letteraria nella scuola di filosofia di Costantinopoli, tanto da essere stimato uno dei massimi umanisti bizantini.
Trovatosi a vivere in un periodo di gravi tensioni politiche ed ecclesiali, Nicola ebbe spesso una parte importante nei tentativi di ricomposizione delle beghe di corte e poi delle controversie sorte attorno agli insegnamenti degli esicasti athoniti.
Autore di importanti trattati sulla giustizia sociale e contro l'usura, con l'elezione di Callisto I a patriarca di Costantinopoli, che sembrò favorire tempi migliori nel mondo bizantino, Cabasilas decise di ritirarsi dall'impegno pubblico, e mise al servizio dei suoi contemporanei la propria profonda maturità umana e spirituale. Nella quiete e nel silenzio, egli scrisse L'interpretazione della santa liturgia e La vita in Cristo, veri e propri manuali di spiritualità accessibili al cristiano comune, chiamato a santificarsi nella vita di ogni giorno grazie ai sacramenti e alla preghiera, mediante i quali, secondo Cabasilas, ogni credente può accogliere Cristo nel proprio cuore.
Nicola si spense tra il 1391 e il 1397 senza lasciare alcuna testimonianza riguardo agli ultimi anni della sua vita.
La sua canonizzazione da parte del patriarcato di Costantinopoli risale solo al 1983.


TRACCE DI LETTURA

La grazia infonde la carità vera nell'anima degli iniziati ai misteri: quale sia poi la sua operazione in loro e quale esperienza doni, lo sanno coloro che l'hanno conosciuta.
In linea di massima si può dire che la grazia infonde nell'anima la percezione dei beni divini: dando a gustare grandi cose, ne fa sperare di ancora più grandi e, fondandosi sui beni già ora presenti, ispira ferma fede in quelli ancora invisibili.
La nostra parte invece è di custodire la carità. Non basta semplicemente incominciare ad amare e accogliere in sé questa passione: bisogna conservarla e alimentarne il fuoco perché duri. Ora restare nell'amore, nel quale è ogni beatitudine, significa appunto restare in Dio e possederlo dimorante in noi: «Chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui»; ma questo si realizza, e l'amore è ben radicato nella nostra volontà, quando vi giungiamo mediante l'osservanza dei comandi e delle leggi dell'Amato ...
Perciò il Salvatore dice: «Se osserverete i miei comandi, rimarrete nel mio amore». La vita beata è frutto di questo amore. L'amore infatti concentra la volontà dispersa da ogni dove, la distacca da tutte le altre cose e dallo stesso io volente, per farla aderire al Cristo solo.
(Nicola Cabasilas, La vita in Cristo 7,6)


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (13 ba'ūnah/sanē):
Gabriele, arcangelo (Chiesa copta)
Lucia (+ 304), martire (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Johann Georg Hamann (+ 1788), teologo nella Prussia orientale

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Metodio (+ 312), vescovo di Olimpo e di Patara, ieromartire

19 giugno

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Martirologio ecumenico
In comunione di preghiera con i monaci e le monache camaldolesi facciamo oggi memoria di San Romualdo. Uomo di lacrime e di preghiera, unì al rigore dell'insegnamento un'anima appassionata

Romualdo (+ 1027)
monaco

La singolarissima vicenda umana e spirituale di Romualdo, animatore dell'eremitismo nell'Italia centrale e settentrionale all'alba del secondo millennio, è stata tramandata dalla Vita dei cinque fratelli del suo amico Bruno di Querfurt, ma soprattutto dalla Vita del beato Romualdo scritta pochi anni dopo la morte di Romualdo da Pier Damiani.
Romualdo nacque a Ravenna verso la metà del X secolo, da una famiglia nobile. Dopo tre anni di vita benedettina abbandonò il monastero ravennate di Sant'Apollinare in Classe con il proposito di ritrovare la solitudine e il rigore del monachesimo egiziano testimoniato dalle Vite dei padri e dalle Conferenze di Cassiano. Ispirandosi a questi testi, con alcuni compagni egli cercò di mettere in pratica i principi di un'ascesi più ordinata rispetto a quella dei solitari del suo tempo, basandola sul lavoro manuale, il totale distacco dal mondo, la stabilità nella cella, la familiarità con la Scrittura, le veglie e il digiuno.
Uomo di lacrime e di preghiera, Romualdo unì al rigore dell'insegnamento un'anima appassionata, capace di grande calore umano e di intenso affetto. Egli visse circa dieci anni nei pressi del monastero di San Michele di Cuxa, nei Pirenei, dando vita ad una colonia di eremiti. Tornato in Italia, Romualdo fu chiamato a riformare la vita monastica e a fondare numerosi eremi, incontrando incomprensioni e ostilità.
Delle sue numerose fondazioni sono sopravvissute fino a oggi con alterne vicende quelle di Camaldoli e di Fonte Avellana.
Romualdo morì nel silenzio e nella solitudine con Dio, cui aveva sempre anelato e che aveva inseguito attraverso mille peripezie, nel monastero di Val di Castro, il 19 giugno del 1027.


TRACCE DI LETTURA

Siedi nella tua cella come in paradiso; scaccia dalla memoria il mondo intero e gettalo dietro le spalle, vigila sui tuoi pensieri come il buon pescatore vigila sui pesci. Unica via, il salterio: non distaccartene mai. Se non puoi giungere a tutto, dato che sei qui pieno di fervore novizio, cerca di penetrarne il senso spirituale almeno in alcuni punti, e quando leggendo comincerai a distrarti non smettere, ma correggiti subito cercando il senso di quel che hai davanti.
Poniti anzitutto alla presenza di Dio con timore e tremore; annullati totalmente e siedi come un pulcino contento solo della grazia di Dio e incapace, se non è la madre stessa a donargli il nutrimento, di sentire il sapore del cibo nonché di procurarsene.
(parole di Romualdo in Bruno di Querfurt, Vita dei cinque fratelli 32)


PREGHIERA

Signore nostro Dio,
tu hai chiamato Romualdo
nella solitudine feconda
dell'unico amore per Cristo,
per rinnovare nella tua chiesa la vita eremitica:
accordaci le lacrime della compunzione,
donaci la forza di rinunciare a noi stessi
e unifica il nostro amore per te,
che vivi e regni nei secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE
Fil 3,7-14; Lc 10,21-24


 

Bruno di Querfurt (974-1009)
monaco e martire

Lo stesso giorno il Martirologio Romano ricorda Bruno di Querfurt, monaco e compagno di Romualdo, di cui fu anche il primo biografo.
Bruno, nato nel 974 da una famiglia aristocratica della Sassonia, era legato fin da giovane da una profonda amicizia all'imperatore Ottone III. Egli tuttavia, incontrato Romualdo, disattese le aspettative imperiali e si mostrò interessato unicamente all'esperienza eremitica che stava nascendo attorno al monaco ravennate. Affidato da Romualdo a un maestro nella vita spirituale, Bruno, che nel frattempo aveva assunto il nuovo nome di Bonifacio, avvertì però una forte vocazione missionaria, e alla morte di Ottone III iniziò la sua opera di predicazione nella Germania orientale, per poi spingersi fino in Moravia, in Ungheria, in Russia e nei paesi baltici. Ovunque Bruno si adoperò per portare la pace e la riconciliazione fra i popoli.
La sua evangelizzazione fu condotta secondo criteri radicalmente evangelici: scalzo, povero, desideroso di martirio, Bruno troverà la morte a motivo della propria fede assieme a diciotto compagni il 9 marzo del 1009, dopo che la sua missione era stata legittimata attraverso la nomina ad «arcivescovo delle genti» da parte del papa di Roma.


TRACCE DI LETTURA

L'esistenza dell'eremita è segnata dalla grande idea medioevale della peregrinatio: idea vissuta anche fra i cenobiti, ma soprattutto familiare ai solitari, desiderosi di marcare con questo non solo il proprio distacco dalla società organizzata, ma anche la propria condizione di esuli dal mondo, di ospiti su una terra ch'essi non possono adattarsi a sentire come una patria, di innamorati di Cristo che preferiscono peregrinare sulle strade di quaggiù per non dover poi peregrinare lontano dal loro Signore. E allora questa sete di essere con Cristo si risolve in un ardente desiderio di martirio. E spesso, durante i loro spostamenti, questi gruppi di monaci e queste manciate di eremiti prigionieri dell'amore e della compassione finiscono per lasciarsi convincere a spargere il seme della buona novella. Gran parte dell'Europa centrale fu evangelizzata così.
(Edoardo Arborio Mella, dalla prefazione alla Vita dei cinque fratelli di Bruno di Querfurt).


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Sundar Singh dell'India (+ 1929), sadhu (santo uomo), evangelizzatore, maestro della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Romualdo, abate (calendario romano)
Protaso e Gervaso, martiri (calendario ambrosiano e mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (12 ba'ūnah/sanē):
Michele, arcangelo
Lālibalā, re (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Ludwig Richter (+ 1884), pittore in Sassonia

MARONITI:
Giuda, apostolo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Giuda, apostolo
Paisio di Hilandar (+ 1773), monaco (Chiesa bulgara)

18 giugno

LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Bernard Mizeki (+ 1896), apostolo della MaShona, martire

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Romualdo, abate (calendario ambrosiano)
Ciriaco e Paola, martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (11 ba'ūnah/sanē):
Claudio di Antinoe (III sec.), martire

LUTERANI:
Albert Knapp (+ 1864), parroco e poeta nel Württemberg

MARONITI:
Leonzio di Tripoli (I sec.), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Leonzio di Tripoli e compagni, martiri
Pietro di Korisa (XIII sec.), anacoreta (Chiesa serba)

SIRO-ORIENTALI:
Efrem (+ 373), dottore della chiesa (Chiesa malabarese)

17 giugno

LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Samuel (+ 1913) e Henrietta Barnett (+ 1936), riformatori sociali

COPTI ED ETIOPICI (10 ba'ūnah/sanē):
Dabamone, Epistemone e Sofia di Sais (III sec.), martiri (Chiesa copta)

LUTERANI:
August Hermann Werner (+ 1882), riformatore sociale nel Württemberg

MARONITI:
Amos (VIII sec. a.C.), profeta

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Manuele, Sabele e Ismaele di Persia (+ 362), martiri

16 giugno

Johannes Tauler (ca 1300-1361)
presbitero

Nel 1361 muore a Strasburgo, dov'era nato agli inizi del secolo, Johannes Tauler, frate domenicano e testimone fra i più amati nel medioevo occidentale.
Di famiglia benestante, Johannes era entrato nel convento domenicano di Strasburgo non ancora quindicenne, e vi aveva ricevuto una tradizionale educazione scientifica, teologica e spirituale. Ma la vera spinta a ripensare in profondità la sua fede gli venne dal fatto di vivere un tempo di grandi conflitti e contraddizioni al vangelo, anche in seno al suo Ordine, che avevano provocato a più riprese gli interventi diretti del capitolo generale dei Predicatori.
Per rispondere alla decadenza nella vita spirituale dei religiosi e del popolo cristiano, Tauler diede vita ai cosiddetti «amici di Dio», ossia a gruppi di cristiani impegnati a vivere una vita di fede maggiormente fondata sull'ascolto del vangelo e sulla preghiera personale.
In anni di intenso apostolato in seno ai conventi domenicani dell'Alsazia e presso i beghinaggi della regione, Tauler insegnò un modo di vivere l'esperienza dell'incontro con Dio ispirato alla visione teologica dei padri della chiesa e nel contempo alla mistica di Meister Eckhart. Egli formò così intere generazioni di credenti a una spiritualità capace di sostenere un impegno concreto e coerente con il vangelo nella vita di tutti i giorni.
Alla sua morte, Tauler lasciò una collezione di Sermoni che rimangono fra le espressioni più sobrie ed evangeliche della letteratura mistica medievale.


TRACCE DI LETTURA

L'autentica preghiera è una vera ascensione in Dio, che eleva completamente lo spirito, cosicché Dio può in verità entrare nel fondo più puro, più intimo, più nobile, più interiore, dove solo c'è vera unità, riguardo al quale Agostino dice che l'anima ha in sé un abisso nascosto che non ha nulla a che fare con il tempo e con tutto questo mondo.
In questo nobile, delizioso abisso, in questo regno celeste, là s'immerge la dolcezza, è là eternamente il suo posto, e là l'uomo diventa tanto silenzioso, essenziale e assennato, e sempre più distaccato, più interiorizzato e più elevato in una maggior purità e passività, e sempre più abbandonato in ogni cosa, perché Dio stesso è venuto di presenza in questo nobile regno, e vi opera, vi dimora e vi regna.
Allora l'uomo acquista una vita tutta divina, e lo spirito si fonde qui completamente, s'infiamma in ogni cosa ed è attirato nel fuoco ardente della carità che è essenzialmente per natura Dio stesso. Da tale stato, gli uomini ridiscendono poi a tutte le necessità del santo popolo cristiano, si volgono con una preghiera e un desiderio santi verso tutto ciò per cui Dio vuole essere pregato, e a vantaggio dei loro amici, vanno ai peccatori e si adoperano in tutta carità a trovare rimedio per i bisogni di ciascun uomo.
(J. Tauler, Sermoni 24,7)


 LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Riccardo (+ 1253), vescovo di Chichester
Joseph Butler (+ 1752), vescovo di Durham, filosofo

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Adriano, Natalia e compagni (IV sec.), martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (9 ba'ūnah/sanē):
Samuele (XI sec. a.C.), profeta (Chiesa copta)

LUTERANI:
Johannes Tauler, mistico nella Renania superiore

MARONITI:
Osea (VIII sec. a.C.), profeta

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Ticone il Taumaturgo (IV-V sec.), vescovo di Amatonte

15 giugno

Evelyn Underhill (1875-1941)
testimone

Il 15 giugno del 1941 muore a Londra Evelyn Underhill, scrittrice, guida spirituale e predicatrice tra le più feconde nella recente storia inglese.
Evelyn nacque nel 1875 a Wolverhampton, in una famiglia agiata. Poté in tal modo compiere gli studi universitari al King's College di Londra e completare la propria istruzione viaggiando per l'Europa e per il mondo.
Decisivo per la sua vita spirituale fu l'incontro con il barone von Hügel, padre spirituale di un'intera generazione di anglicani. Sotto la sua guida, Evelyn apprese l'importanza di rimanere fedeli alla propria tradizione religiosa, alimentando tuttavia i contatti con le altre confessioni cristiane a livello della preghiera e delle intense amicizie personali.
Sposatasi con un amico d'infanzia, Stuart Moore, la Underhill si dedicò intensamente a un ministero di predicazione e di maternità spirituale del tutto inusuali nella chiesa inglese d'inizio secolo per una donna. Persona di grande equilibrio, Evelyn fu la prima oratrice invitata a tenere una conferenza teologica pubblica a Oxford. Ricevette quindi la laurea honoris causa in teologia e divenne fellow al King's College di Londra.
Evelyn impiegò il resto dei suoi giorni a far conoscere con scritti di grande qualità umana e spirituale l'importanza della vita interiore e mistica nella vita di ogni cristiano.


TRACCE DI LETTURA

Signore, penetra gli oscuri recessi
in cui celiamo ricordi e inclinazioni
su cui non ci diamo pena di vegliare,
ma che mai noi oseremmo riesumare
per portarli liberamente fino a te
perché siano purificati e trasformati:
il rancore ostinatamente sotterrato;
l'inimicizia solo in parte confessata
che ancora cova sotto la cenere;
l'amarezza per questa o quella perdita
che ancora non abbiamo volto in sacrificio;
il benessere privato a cui noi ci aggrappiamo;
la segreta paura di perdere che svuota ogni nostra iniziativa
e che di fatto non è che orgoglio capovolto;
il pessimismo che insulta la tua gioia, Signore.
A te portiamo tutte queste cose,
prendendone coscienza con vergogna e pentimento
davanti alla tua salda luce.
(E. Underhill, Preghiera).


PREGHIERA

Dio onnipotente,
che hai illuminato la tua chiesa
attraverso l'insegnamento della tua serva Evelyn Underhill:
arricchiscila sempre più della tua grazia celeste
e suscita in mezzo a noi testimoni fedeli
che attraverso la loro vita e i loro scritti
proclamino la verità della tua salvezza.
Attraverso Gesù Cristo tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE

Pr 4,1-9; 1Cor 2,1-10; Gv 16,12-15


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Evelyn Underhill, autrice spirituale

COPTI ED ETIOPICI (8 ba'ūnah/sane):
Dedicazione della chiesa della Vergine ad al-Mahammēh (Chiesa copto-ortodossa)
Dedicazione della chiesa della Vergine a Eliopoli (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Georg Israel (+ 1588), predicatore in Polonia

MARONITI:
Basilio (+ 379), vescovo di Cesarea

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Amos (VIII sec. a.C.), profeta

SIRO-OCCIDENTALI:
Dedicazione della prima chiesa alla vergine Maria

VETEROCATTOLICI:
Bernardo di Aosta (+ 1081), confessore

14 giugno

Eliseo (IX sec. a.C.)
profeta

Le chiese ortodosse ricordano in questo giorno il profeta Eliseo, la cui vita è narrata nel Primo e nel Secondo libro dei Re.
Eliseo era figlio di Safat, secondo la tradizione un ricco agricoltore della valle del Giordano, e ricevette la vocazione profetica attraverso la mediazione di Elia.
Egli fu l'erede e il continuatore dell'opera profetica di Elia, come ricordano sia l'episodio della chiamata di Eliseo al profetismo, sia quello dell'ascensione di Elia in cielo sopra un carro infuocato. I due terzi dello spirito che Eliseo chiede al proprio maestro rappresentano infatti la parte di eredità spettante al primogenito nelle famiglie di quel tempo.
Eliseo, il cui nome significa «Dio salva», esercitò il proprio ministero nella seconda metà del IX sec. a.C., annunciando la potenza vivificante del Dio di Israele con la parola e con le opere che compì nel suo nome, soprattutto a vantaggio dei piccoli e dei sofferenti. Egli rivendicò con coraggio nel regno del nord la fedeltà al Dio unico in un periodo delicato per la storia della monarchia in Israele.
Eliseo morì agli inizi dell'VIII sec. a.C. dopo aver consegnato l'ultima istruzione a Ioas, re d'Israele.


TRACCE DI LETTURA

Disceso dall'Oreb, Elia incontrò Eliseo figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elia, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello. Quegli lasciò i buoi e corse dietro a Elia, dicendogli: «Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò». Elia disse: «Va' e torna, perché sai bene cosa ho fatto di te». Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con gli attrezzi per arare ne fece cuocere la carne e la diede alla gente, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elia, entrando al suo servizio.
(Primo libro dei Re 19,19-21)


PREGHIERA

L'angelo di carne, il primo di tutti i profeti
e il secondo precursore della venuta di Cristo,
il glorioso Elia,
inviando dal cielo la grazia sul discepolo Eliseo,
allontana le malattie e purifica i lebbrosi.
Per questo, per coloro che lo invocano egli fa sgorgare la salute.


LETTURE BIBLICHE

Gc 5,10-20; Lc 4,22-30


 LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Richard Baxter (+ 1691), teologo puritano

COPTI ED ETIOPICI (7 ba'ūnah/sanē):
Ischirione di Asyūṭ e compagni (III-IV sec.), martiri (Chiesa copta)

LUTERANI:
Godescalco dei Vendi (+ 1066), testimone fino al sangue in Germania settentrionale

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Eliseo (IX sec. a.C.), profeta
Metodio il Confessore (+ 847), arcivescovo di Costantinopoli