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15 aprile

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (7 barmūdah/miyāzyā):
Gioacchino, padre della Vergine (Chiesa copta)
Muse di Dabra Belyon, monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Karoline Fliedner (+ 892), madre delle Diaconesse di Renania

MARONITI:
Marone, Eutiche e Vittorino (III-IV sec.), martiri
Saba il Persiano (IV sec.), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Crescente di Mira (III sec.), martire
Giorgio Mazquereli (IX-X sec.), vescovo (Chiesa georgiana)

14 aprile

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Leggi tutto: 14 aprileMaria Egiziaca (+ 522)
monaca

La chiesa copta ricorda il 6 del mese di barmūdah Maria Egiziaca, penitente nel deserto palestinese. I dati storici su questa asceta di origine egiziana si riducono all'esistenza della tomba di una santa solitaria in terra palestinese, ma straordinario fu l'impatto che ebbero sia in oriente che in occidente le Vite leggendarie sorte a suo riguardo. La più celebre e antica, tradotta in tutte le lingue della cristianità, è quella attribuita a Sofronio di Gerusalemme. Zosimo, ieromonaco in una laura del Giordano, va a trascorrere la quaresima nel deserto e vi incontra una donna consumata dal sole, rivestita soltanto dei propri capelli. Dopo aver ricevuto da Zosimo un mantello per coprirsi, Maria racconta la sua storia. Egiziana di origine, era fuggita di casa per vivere in modo dissoluto ad Alessandria. In cerca di nuove avventure, si era unita ad alcuni pellegrini che si recavano a Gerusalemme. Giunti nella Città Santa, secondo Sofronio una forza misteriosa le impedì di entrare al Santo Sepolcro. Di fronte a un'icona della Vergine, a Maria fu infine rivelato il cammino di penitenza che avrebbe dovuto compiere. Essa partì con tre pani per il deserto, dove visse per quarantasette anni. Zosimo fu l'unico essere umano incontrato da Maria nel deserto, e sarà lui a seppellirla con l'aiuto di un leone l'anno successivo, quando tornerà per portarle l'eucaristia il Giovedì santo.
Nelle chiese bizantine, Maria Egiziaca è la penitente per eccellenza, l'immagine del pénthos che dovrebbe accompagnare la conversione di ogni credente: viene ricordata alla fine di ogni Ode e con particolare solennità la quinta domenica di quaresima.


TRACCE DI LETTURA

Appena si fece luce, passai dall'altra parte del Giordano e chiesi alla santa Vergine che mi portasse dove a lei piaceva. Giunsi allora in questo deserto e da allora fino a oggi mi sono sempre allontanata fuggendo e nell'attesa del mio Dio, che salva i piccoli e i grandi che si convertono a lui.

(Pseudo-Sofronio di Gerusalemme, Vita di santa Maria Egiziaca 18)


PREGHIERA

In te, o madre,
si è realizzata senza difetto
l'immagine divina.
Prendendo la croce,
tu hai seguito il Cristo.
Con le tue azioni
hai insegnato a disprezzare la carne che passa
e a occuparsi dell'anima, creatura immortale.
Così la tua anima,
o beata Maria, ora si rallegra con gli angeli.


LETTURE BIBLICHE
Gal 3,23-4,5; Lc 7,36-50


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (6 barmūdah/miyāzyā):
Maria Egiziaca (Chiesa copta)
Adamo ed Eva (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Simon Dach (+ 1659), poeta nella Prussia orientale

MARONITI:
Aristarco (I sec.), apostolo
Ermenegildo (+ 585), re e martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Aristarco, Pudente e Trofimo, apostoli
Pacomio di Gledin (+ 1724), vescovo (Chiesa romena)
Giovanni Sciavteli (XII-XIII sec.)
Eulogio Salos (XIII sec.), monaco (Chiesa georgiana)

SIRO-OCCIDENTALI:
Baselios mar Yaldho (+ 1685), catholicos (Chiesa malankarese)

SIRO-ORIENTALI:
Giustino (+ 165 ca), martire (Chiesa malabarese)

13 aprile

LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Martino I (+ 655 ca), papa e martire (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (5 barmūdah/miyāzyā):
Ezechiele (VI sec. a.C.), profeta (Chiesa copta)

LUTERANI:
Konrad Hubert (+ 1577), poeta a Strasburgo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Martino, papa di Roma e confessore

12 aprile

Pietro Valdo (ca. 1140-ca. 1217), testimone

I dati sulla vita di Pietro Valdo sono scarsi o leggendari, ma tuttavia sufficienti a delineare la fisionomia delle chiese originate da Valdo e dai suoi primi compagni, che furono tra i più convinti testimoni del radicalismo evangelico nel medioevo occidentale. Valdo era nato attorno al 1140, aveva una fiorente attività mercantile a Lione e una famiglia numerosa. Tutto mutò per lui, secondo gli agiografi, quando fece suo l'appello evangelico a vendere ogni cosa per darla ai poveri e seguire unicamente il Signore. Lasciato ogni bene, compresa la famiglia, Valdo diventò un predicatore povero e itinerante dell'Evangelo. Il suo richiamo alla povertà e alla vita delle prime comunità cristiane gli attirò numerosi compagni, i «poveri di Lione» o «poveri di Cristo», e gli valse il soprannome di Pietro, a memoria del primo tra gli apostoli. Osteggiati da diversi vescovi, i valdesi, a differenza dei coevi francescani, si rifiutarono di dipendere nella predicazione da un preciso dell'autorità ecclesiastica. Valdo era infatti convinto che fosse la Parola a giudicare la chiesa e a costituire tutti i cristiani suoi ministri, e non viceversa. Per questo loro rifiuto, i valdesi furono condannati dal Sinodo di Verona del 1184. Ormai considerati scomunicati, essi subirono una lunga serie di persecuzioni da parte degli altri cristiani, che li condurrà nel XVI secolo ad aderire alla Riforma protestante, entrando in comunione con le chiese riformate di Svizzera e di Francia.
Pietro Valdo morì probabilmente in Boemia, dove era sorta nel frattempo una nutrita comunità di «poveri di Cristo», nel 1217. Attualmente le comunità valdesi, sono presenti soprattutto in Italia, nelle valli piemontesi che conducono alla Francia, e annoverano diverse decine di migliaia di membri.


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11 aprile

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Leggi tutto: 11 aprileCalinic di Cernica (1787-1868)
monaco

Nel 1868 si spegne nel monastero di cui era stato a lungo igumeno Calinic di Cernica, vescovo di Rimnicul Valcea in Romania. Costantino Antonescu, questo il suo nome di battesimo, era nato a Bucarest nel 1787, e aveva ricevuto una notevole formazione accademica e spirituale nei migliori collegi della città. Destinato a una brillante carriera, Costantino all'età di vent'anni decise invece di ritirarsi nel monastero di Cernica, cui spesso aveva fatto visita fin da bambino.
Assunto il nome monastico di Calinic, egli si mostrò ben presto un uomo umile, amante della preghiera e dotato di una spiritualità integrale. Per questo fu incaricato di importanti missioni per la comunità, ebbe modo di conoscere i grandi monasteri moldavi dell'epoca, e fu nominato a soli 26 anni confessore e padre spirituale del proprio monastero, di cui divenne igumeno attorno ai trent'anni. Nei trentuno anni del suo igumenato il monastero di Cernica conobbe un tempo di straordinaria vitalità, nel quale Calinic guidò la sua comunità seguendo soprattutto gli insegnamenti di Basilio il Grande, che era il padre a lui più caro. Divenuto vescovo di Rimnicul Valcea nel 1850, Calinic si adoperò per risollevare una situazione ecclesiale decadente, riuscendo in pochi anni in un'impresa che pareva disperata. Rientrato a Cernica perché ormai si sentiva molto debole, egli visse nell'attesa dell'incontro definitivo con quel Signore che aveva costituito il centro di tutta la sua vita. Calinic è il santo più amato della Chiesa ortodossa romena.


TRACCE DI LETTURA

Non ho accumulato né oro né argento. Non ho voluto avere alcunché di superfluo: né abiti, né una qualsivoglia proprietà.
Non lascio nulla, né per la mia sepoltura, né per essere ricordato: così si vedrà che è in Dio che ho creduto.
Credo infatti che il non lasciare nulla da distribuire alla mia morte, piacerà a Dio più che se dopo che me ne fossi andato si distribuisse grazie a me elemosina su elemosina.

(Calinic di Cernica, Testamento spirituale)


PREGHIERA

Portatore di Dio, nostro padre Calinic,
guida e ornamento dei monaci e gloria dei vescovi,
soccorritore di coloro che sono nel bisogno
e autore di prodigi, con i tuoi sforzi ascetici
hai mostrato un volto santo,
e ora insieme agli angeli ti rallegri.
Prega insieme a loro Dio misericordioso
affinché ci conceda la pace
e la sua grande misericordia.


LETTURE BIBLICHE
Eb 7,26-8,2; Gv 10,1-16



Leggi tutto: 11 aprileGeorge Augustus Selwyn (1809-1878)
pastore

Nel 1878 muore nella città inglese di Lichfield George Augustus Selwyn, primo vescovo della Nuova Zelanda. Educato a Cambridge e ordinato parroco di Windsor, George fu nominato nel 1841, sebbene molto giovane, primo vescovo della Nuova Zelanda. Per 27 anni, egli percorse in lungo e in largo la propria diocesi, spingendosi in condizioni proibitive fino a toccare quasi tutte le isole della Melanesia. Seguendo un'intuizione anticipatrice dei principi deontologici che oggi riterremmo fondamentali in campo ecumenico, Selwyn evitò sempre di entrare in concorrenza con missioni di altre chiese, per evitare che gli annunciatori del vangelo, di qualunque confessione fossero, potessero ostacolare la libera corsa della Parola di Dio. Trovandosi a vivere in un periodo di grandi dispute tra la popolazione maori e le forze coloniali, Selwyn difese i diritti degli indigeni, anche se a motivo delle sue origini britanniche non riuscì mai, da vivo, a farsi pienamente accogliere dagli indigeni. Al termine del suo ministero, tuttavia, egli verrà riconosciuto dalle generazioni successive di neozalendesi come padre non solo della loro chiesa, ma anche della multietnica Nuova Zelanda.
La sua ampia visione delle cose ne fece uno dei principali promotori delle Conferenze di Lambeth, che vedono ancor oggi riuniti tutti i vescovi anglicani del mondo per discutere i problemi delle chiese loro affidate.
Forse non del tutto compreso nelle sue intenzioni e nei suoi metodi, Selwyn fu richiamato in Inghilterra, nella diocesi di Lichfield, dove visse gli ultimi 10 anni del suo ministero episcopale.


TRACCE DI LETTURA

In terra di missione, lo scisma è un male sotto gli occhi di tutti. Ci siamo perciò dati come regola di non introdurre mai ragioni di controversia tra gli indigeni. Se un territorio è stato in precedenza raggiunto e occupato da altri corpi religiosi, noi evitiamo di entrarvi. E posso parlarvi per l'esperienza maturata da un osservatorio che consiste in quasi la metà del Pacifico meridionale: ovunque questa legge dell'unità religiosa viene adottata, il vangelo corre liberamente ed esprime tutta la sua forza.
Ma come potrà esser mantenuta, mi chiederete, la verità della dottrina se tolleriamo ogni sorta di errore in terra di missione senza porre una salvaguardia alla purezza della fede? Rispondo che, come l'acqua corrente purifica se stessa, così mi pare che anche l'agire dei cristiani finisca per correggere, col tempo, i loro stessi errori.

(G. A. Selwyn, Sermone predicato a Cambridge)


PREGHIERA

Dio onnipotente,
luce dei credenti e pastore delle anime,
tu hai posto il tuo servo
George Augustus Selwyn
come vescovo nella chiesa,
per nutrire le tue pecore
con la parola del Cristo
e per guidarle con il buon esempio:
donaci la grazia
di custodire la fede della chiesa
e di seguire le tracce di Gesù Cristo
tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
Ml 2,5-7; 2Cor 4,1-10; Mt 11,25-30


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
George Augustus Selwyn, primo vescovo della Nuova Zelanda

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Stanislao (+ 1489), vescovo e martire (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (3 barmūdah/miyāzyā):
Michele V (+ 1146), 71° patriarca di Alessandria (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Matthäus Apelles von Löwenstern (+ 1648), poeta in Slesia

MARONITI:
Antipa di Pergamo (I sec.), martire; Gemma Galgani (+1903)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Antipa, vescovo di Pergamo, ieromartire
Calinic di Cernica, monaco (Chiesa romena)

SIRO-ORIENTALI:
Leone Magno (+ 461), papa (Chiesa malabarese)

10 aprile

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Leggi tutto: 10 aprileWilliam Law (1686-1761)
presbitero

La Chiesa d'Inghilterra ricorda oggi il presbitero William Law, animatore di un profondo rinnovamento spirituale nell'Inghilterra del XVIII e XIX secolo.
Nativo di Kings Cliffe, nel Northamptonshire, William frequentò l'Emmanuel College di Cambridge, di cui divenne fellow dopo aver ricevuto l'ordinazione diaconale. La sua brillante carriera universitaria ed ecclesiastica fu però stroncata dall'evoluzione politica del mondo inglese. Egli, infatti, si rifiutò di prestare giuramento al nuovo re Giorgio I, che ad avviso suo e di molti aveva usurpato la corona regale a Giacomo II.
Privato della sua fellowship, William accettò di sottomettersi pienamente alle conseguenze della propria integrità morale, e ordinato presbitero, dedicò il resto della sua vita al rinnovamento della vita spirituale dei suoi parrocchiani. I suoi insegnamenti sulla preghiera e sulla vita spirituale raggiunsero ampi settori della chiesa di quel tempo, grazie soprattutto alle sue opere Una seria chiamata a una vita di preghiera e di santità e Lo spirito di amore. I fratelli Wesley prima, e poi buona parte degli appartenenti al Movimento di Oxford nel secolo successivo, attingeranno abbondantemente all'insegnamento e alla testimonianza evangelica di William Law.
Tornato nel borgo nativo nel 1740, egli vi trascorse gli ultimi vent'anni dedicandosi totalmente ai poveri. Morì in questo giorno, nel 1761.


TRACCE DI LETTURA

Dio è sempre stato e sarà sempre la medesima volontà rivolta a ogni bontà. Perciò come è sicuro che egli è il creatore, altrettanto certamente è colui che benedice ogni realtà creata, ed egli non può far altro che benedire, dare il bene e la felicità.
E' questo il fondamento e l'origine dello spirito di amore nella creatura; esso consiste nella volontà di compiere ogni sorta di bene, e tu non potrai dire di possedere lo spirito di amore finché non possederai questa volontà di dare ogni bene in ogni tempo e in ogni occasione.
Lo spirito di amore non sarà in te finché non sarà divenuto lo spirito che anima la tua vita, finché non avrai imparato a vivere liberamente, di buon grado e pienamente secondo tale spirito.

(W. Law, Lo spirito di amore)


PREGHIERA

Dio onnipotente,
che hai chiamato il tuo servo William Law
a una vita di preghiera e di santità:
accordaci con il tuo spirito di amore
e mediante una preghiera perseverante
di poter trovare la via alla conoscenza di te
per poter giungere in tal modo a discernere i tuoi misteri.
Attraverso Gesù Cristo tuo Figlio nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
Tb 1,16-18; Rm 6,20-23; Lc 11,33-36


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
William Law, presbitero, autore spirituale
Guglielmo di Ockham (+ 1347), frate, filosofo, maestro della fede

COPTI ED ETIOPICI (2 barmūdah/miyāzyā):
Cristoforo (+ 250 ca), martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Thomas von Westen (+ 1727), evangelizzatore in Lapponia

MARONITI:
Miracolo della Croce a Beirut

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Terenzio, Africano, Massimo, Pompeo e 36 compagni (+ 251 ca), martiri
Giovanni Mangleli (+ 1751), vescovo (Chiesa georgiana)

VETEROCATTOLICI:
Ezechiele (VI sec. a.C.), profeta

9 aprile

Leggi tutto: 9 aprile

Quando il 9 aprile ricorre in Quaresima, nella Settimana santa o nell'Ottava di Pasqua, la memoria di Dietrich Bonhoeffer  si celebra il lunedì dopo la domanica in Albis

Dietrich Bonhoeffer (1906-1945)
pastore luterano e
martire

Il 9 aprile 1945 muore appeso nudo a un palo nel campo di concentramento di Flossenbürg il pastore evangelico tedesco Dietrich Bonhoeffer. Nato a Breslavia il 4 febbraio 1906, Bonhoeffer aveva ereditato dalla madre il bisogno spontaneo di venire in aiuto agli altri, assieme a una calma energica; dal padre aveva invece appreso una straordinaria preveggenza, la capacità di concentrarsi su qualunque soggetto, l'avversione per i luoghi comuni e una ferma adesione alla realtà, a tutto ciò che è umano. Il giovane Dietrich, ottenuta l'abilitazione teologica nel 1930, esercitò per alcuni anni il ministero di pastore, fino a quando, nel 1935, la Chiesa confessante, ovvero quella porzione di protestanti tedeschi non disposti a compromettere la loro fede con i dettami del regime nazista, lo invitò a guidare il seminario per giovani pastori. Egli partì allora alla volta di Finkenwalde, dove per alcuni anni condivise tutto con i suoi allievi. A Finkenwalde Bonhoeffer si convinse della profonda necessità che il cristiano ha di rimanere fedele alla terra, alla realtà in cui è chiamato a investire, da creatura responsabile, il dono della fede. Alla chiusura forzata del seminario, Bonhoeffer si trasferì in America, dove visse un tempo d'inquietudine, al termine del quale ruppe gli indugi e rientrò a Berlino, per unire alla fedeltà alla terra quella memoria personale e vissuta della croce, senza la quale non vi è vera vita cristiana. L'8 aprile 1945, domenica in Albis, dopo due anni di prigionia, si compiva il suo destino. Reo di cospirazione contro Hitler, Bonhoeffer veniva condannato per ordine del Führer in persona. «È la fine, per me l'inizio della vita», rispose a chi gli diceva addio, ormai consapevole del cammino pasquale a cui l'aveva condotto la grazia a caro prezzo offerta a ogni discepolo di Cristo.


TRACCE DI LETTURA

Quando si è rinunciato del tutto a fare qualcosa di se stessi: un santo, un peccatore convertito o un uomo di chiesa, un giusto o un ingiusto, un malato o un sano, allora ci si getta interamente nelle braccia di Dio, allora si prendono finalmente sul serio non le proprie, ma le sofferenze di Dio nel mondo, allora si veglia con Cristo nel Getsemani e, io penso, questa è fede, questa è metanoia; e così diventiamo uomini, diventiamo cristiani.

(Dietrich Bonhoeffer,  Lettere dal carcere )


PREGHIERA

Dio onnipotente ed eterno,
noi facciamo oggi memoria di Dietrich Bonhoeffer,
testimone di Cristo tra i suoi fratelli:
egli ha ricercato la libertà nella disciplina,
la presenza divina nell'azione,
la testimonianza evangelica nel sacrificio fino alla morte:
concedi anche a noi
di saper lottare con coraggio a causa della giustizia,
e di riconoscere sempre il primato della tua volontà.
Per Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE
Ger 45,1-5; Lc 21,9-19


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Dietrich Bonhoeffer, pastore luterano, martire

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Cirillo di Gerusalemme (+ 386/387), vescovo e dottore della chiesa (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (1 baramhāt/maggābit):
Silvano di San Macario (IV sec.), monaco (Chiesa copta)

LUTERANI:
Dietrich Bonhoeffer, testimone fino al sangue a Berlino

MARONITI:
Epafra (I sec.), discepolo dell'apostolo Paolo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Eupsichio di Cesarea (+ 362), martire