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25 maggio

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Beda il Venerabile (672/673-735)
monaco

Il 27 maggio del 735, dopo aver dettato l'ultima frase della sua traduzione in northumbro del vangelo secondo Giovanni, esala il suo ultimo respiro Beda il Venerabile, monaco dell'abbazia inglese di Jarrow.
Nativo della Northumbria, Beda era stato affidato all'età di sette anni come oblato al monastero di Wearmouth, fondato da Benedetto Biscop. Nella sua vita egli fu anzitutto un monaco totalmente dedito alla ricerca della pace interiore e di quella sapienza che nasce dall'ascolto orante della Parola di Dio.
Beda non si mosse mai al di là della città di York; tuttavia acquisì una tale erudizione da diventare un maestro amato e apprezzato per intere generazioni di monaci.
Egli fu interprete attento delle Scritture, sempre in ascolto dell'esegesi dei padri che lo avevano preceduto e al tempo stesso capace di spunti originali; ma fu anche attento lettore della propria epoca: in terra inglese si andava preparando la rinascita del cristianesimo occidentale, e Beda raccolse una straordinaria documentazione, con la quale redasse la sua Storia ecclesiastica degli Angli, in cui egli mostrava come Dio avesse voluto fare delle genti inglesi un popolo eletto per una particolare missione in occidente.
La sua capacità di compaginare la conoscenza delle fonti della fede e la lettura della storia fecero di Beda un tassello fondamentale per la formazione dell'autocoscienza storica e spirituale di tutto l'occidente.


TRACCE DI LETTURA

I fratelli erano tutti molto tristi e piangevano, specie quando egli disse di non ritenere che essi avrebbero visto il suo volto ancora a lungo in questo mondo. Tuttavia si rallegrarono quando egli disse queste cose: «Se così gradisce il mio Creatore, è giunto per me il momento di abbandonare questo corpo, per fare ritorno a Colui che dal nulla mi ha dato l'esistenza. Ho vissuto a lungo, e il Giudice giusto non mi ha fatto mancare nulla in tutta la mia vita. Il tempo della partenza si avvicina, e io desidero fortemente essere sciolto da questo mondo per essere con Cristo. La mia anima anela alla visione di Cristo, mio re, in tutta la sua bellezza.

(Cuthbert, Lettera sulla morte di Beda)


PREGHIERA

Dio nostro Creatore,
tuo Figlio Gesù Cristo ha dato al tuo servo Beda
la grazia di abbeverarsi con gioia
alla Parola che conduce alla conoscenza di te e al tuo amore:
nella tua bontà
concedi anche a noi di giungere fino a te,
fonte di ogni sapienza,
e di rimanere per sempre alla tua presenza.
Attraverso Gesù Cristo tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
Sir 39,1-10; 1Cor 1,18-25; Gv 21,20-25


Leggi tutto: 25 maggioGilberto di Hoyland (+ 1172)
monaco

Il Menologio cistercense ricorda in questo giorno Gilberto di Hoyland, abate del monastero inglese di Swineshead.
La maggior parte delle scarse notizie sulla sua vita sono contenute nel Chronicon clarevallense e negli scritti che lo stesso Gilberto ci ha lasciato.
Delle sue origini nulla è certo, mentre è probabile che egli sia stato inviato assieme ad altri cistercensi a Swineshead, fondazione dell'abbazia benedettina di Furness da poco passata alla riforma di Cîteaux, per facilitare l'adattamento della comunità alle nuove consuetudini adottate.
Eletto abate di Swineshead probabilmente attorno al 1147, Gilberto conservò tale carica fino alla morte, ispirandosi nella conduzione della comunità all'esempio dell'amico Aelredo di Rievaulx e al maestro Ruggero di Byland. La fama di Gilberto è legata soprattutto alla coraggiosa decisione di riprendere il Commento al Cantico dei Cantici lasciato interrotto da san Bernardo, che egli continuò restando fedele all'ispirazione spirituale del grande abate di Clairvaux.
Gilberto compose inoltre diversi opuscoli spirituali dedicati alla preghiera che, nel solco della tradizione bernardina, è letta dall'abate di Swineshead come il perseverante esercizio dell'interiorità al fine di passare dalla memoria di Dio alla sua presenza nel cuore del credente.
Gilberto morì nel 1172 nel monastero francese di Larivour, mentre era in viaggio per rinsaldare i legami di carità con gli altri monasteri cistercensi attraverso la partecipazione al capitolo generale dell'Ordine.


TRACCE DI LETTURA

È Cristo a suscitare in te una sete ancor più ardente. È buona, questa sete, ma, come si legge, «possa Colui che è ebbro farsi carico di colui che ha sete»: ebbro, è Colui che è detto pieno di grazia e di verità; ebbro, Colui dalla cui pienezza abbiamo ricevuto ogni cosa; ebbro, e al tempo stesso inebriante, è Colui che versa da bere e si presenta nel contempo come calice. Egli è il vaso e il vino, il vino puro e quello tagliato con l'acqua. Sta scritto infatti: «La Sapienza ha preparato il suo vino» in una coppa.
O calice inebriante, come sei spumeggiante! Sì, davvero spumeggiante: tu irradi verità e inebri di piacere. Infatti, «in lui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza». Beata miscela, in cui la grazia è mescolata alla verità, il sapere alla sapienza, le realtà umane alle realtà divine!

(Gilberto di Hoyland, Trattati 6,4)


Leggi tutto: 25 maggioMaria Maddalena de' Pazzi (1566-1607)
monaca

Il 25 maggio del 1607, si spegne dopo una breve agonia Maria Maddalena de' Pazzi, monaca carmelitana e mistica.
Se il santo è una persona che lascia agire in sé la grazia di Dio fino a essere trasfigurato in ogni suo più misterioso recesso del corpo, della mente e dello spirito, i mistici, specie quelli che vissero gli stati mentali più enigmatici ed eclatanti, sono santi nella misura in cui veicolano con le loro vite il messaggio del vangelo. Sicuramente Maria Maddalena de' Pazzi appartiene al novero dei mistici evangelici.
Caterina, questo il suo nome di battesimo, era nata nel 1566 in una celebre famiglia della nobiltà fiorentina. Toccata profondamente fin da bambina dalla grandezza dell'amore di Dio, entrò a sedici anni nel carmelo di Santa Maria degli Angeli, nel quartiere di San Frediano, il più povero di Firenze. Essendosi ammalata gravemente, il 27 maggio del 1584 fu deciso che prendesse i voti, sebbene costretta a letto da dolori lancinanti. Da quel momento inizia la sua vita di «visionaria». Ogni volta che sarà raggiunta dall'amore di Dio, grazie alla lettura delle Scritture o alla partecipazione ai sacramenti, essa entrerà in stati di semincoscienza, durante i quali narrerà alle persone circostanti le inesauribili ricchezze della misericordia divina.
Desiderosa di rimanere nel nascondimento, Maria Maddalena accettò tuttavia per obbedienza che venissero trascritti i suoi dialoghi e anche quelle vere e proprie messe in scena che essa era solita compiere per narrare le visioni ricevute e per coinvolgere le compagne nelle sue estasi d'amore.
Quando terminarono le sue visioni, essa visse stati di profonda sofferenza e turbamento, ma non smise di proclamare con la semplicità della sua vita il primato dell'amore. Negli ultimi anni fu anche maestra delle novizie e vicepriora.


TRACCE DI LETTURA

Saltando fuor del letto, corse verso un altarino che quivi era, e togliendo il suo Crocifisso, lo sconficcò dalla croce e abbracciandolo stretto cominciò a correre in su e in giù per la camera dicendo: «Amore, amore; amore non amato né conosciuto da nessuno». E pigliando la sua compagna per la mano le diceva: «Venite, venite a correre con me, aiutatemi a chiamar l'amore», soggiungendo: «Gridate forte, forte, forte, voi parlate troppo piano, non siete sentita». E correndo di nuovo per la camera, stringendosi al petto il suo Gesù che teneva in mano, andava gridando: «Amore, amore», facendo il più bel riso, con un giubilo che era una consolazione a sentirla.

(Maria Maddalena de' Pazzi, I quaranta giorni)


PREGHIERA

Vieni, o santo Spirito,
unione del Padre,
compiacimento del Verbo.
Tu sei Spirito di verità,
corona dei santi, refrigerio delle anime,
luce delle tenebre, ricchezza dei poveri,
tesoro di chi ama.
Vieni, e consuma in noi
tutto ciò che ci impedisce
di essere consumati in te.


LETTURE BIBLICHE
Ct 8,6-7; Mt 25,1-13


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Beda il Venerabile, monaco a Jarrow, erudito, storico
Aldelmo (+ 709), vescovo di Sherborne

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Dionigi (IV sec.), vescovo (calendario ambrosiano)
Beda il Venerabile, presbitero e dottore della chiesa
Gregorio VII (+ 1085), papa
Maria Maddalena de' Pazzi, vergine (calendario romano)

COPTI ED ETIOPICI (17 bašans/genbot):
Epifanio di Salamina (+ 403), vescovo (Chiesa copta)

LUTERANI:
Beda il Venerabile, dottore della chiesa in Inghilterra

MARONITI:
Bassilla (+ 304), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Terzo ritrovamento della testa del santo e illustre Profeta e Precursore Giovanni il Battista (850)
Glorificazione di Ermogene (+ 1913), patriarca di Mosca (Chiesa russa)

24 maggio

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Leggi tutto: 24 maggioVincenzo di Lérins (V sec.)
monaco

Il Martirologio Romano ricorda oggi Vincenzo di lérins, monaco vissuto durante il V secolo nel sud della Francia.
Vincenzo era nato probabilmente nell'odierna cittadina belga di Toul, in una famiglia agiata e importante. Egli poté dunque ricevere un'approfondita formazione letteraria e teologica. Tuttavia, come egli stesso ammetterà, esitò a lungo prima di assumere seriamente le esigenze e le ricchezze di una vita vissuta secondo il vangelo. A un certo punto, forse spinto dalle invasioni barbariche che in quegli anni suggerirono a parecchi membri dell'aristocrazia di emigrare verso il sud della Gallia, Vincenzo iniziò una vita solitaria a Lérins. La sua notevole cultura, applicata alla lettura delle Scritture e delle opere dei padri, gli consentì di acquisire un forte sensus fidei. Stimato come educatore e trasmettitore della fede, Vincenzo scrisse prima di morire la sua opera principale, l'unica a noi pervenuta, il Commonitorium. In esso, sotto forma di appunti stilati per soccorrere la memoria, Vincenzo afferma come soltanto la Scrittura possa offrire un canone, una misura della fede. Accanto ad essa, tuttavia, egli ricorda come soltanto ciò che è stato creduto da sempre, da tutti e dappertutto, appartenga in modo certo al deposito della fede.
L'insegnamento vincenziano, pur con tutti i suoi limiti, avrà una fortuna straordinaria nella storia della teologia, soprattutto in occidente.


TRACCE DI LETTURA

Ogni cristiano che intenda restare integro e incolume in una fede incontaminata, deve, con l'aiuto di Dio, munire la sua fede in una duplice maniera: con l'autorità della legge divina, innanzitutto, e poi con la tradizione della chiesa cattolica. Qualcuno però potrebbe obiettare: poiché il canone delle Scritture è perfetto da solo e più che largamente sufficiente a tutto, che bisogno c'è che gli si aggiunga l'autorità dell'interpretazione della chiesa? Perché la Scrittura, a causa della sua stessa sublimità, non è da tutti intesa in modo identico e universale. Le medesime parole, infatti, sono interpretate differentemente dagli uni e dagli altri. È dunque sommamente necessario, di fronte alle molteplici e aggrovigliate tortuosità dell'errore, che l'interpretazione dei profeti e degli apostoli si faccia a norma del sentire ecclesiale e cattolico. Nella stessa chiesa cattolica bisogna avere la più grande cura nel ritenere ciò che è stato creduto dappertutto, sempre e da tutti.

(Vincenzo di Lérins, Commonitorio)


Leggi tutto: 24 maggioJohn (+1791) e Charles (+1788) Wesley
presbiteri e innografi

La Chiesa d'Inghilterra ricorda oggi i fratelli John e Charles Wesley, iniziatori nel XVIII secolo del metodismo in terra inglese.
Figlio di un ecclesiastico anglicano, John seguì le orme paterne, ricevendo anch'egli l'ordinazione presbiterale e partendo missionario per la colonia inglese della Georgia. Il fallimento della missione gli fu tuttavia utile per mettere a punto il metodo che adotterà in seguito per la riforma spirituale della chiesa, a cui si dedicherà anima e corpo. A seguito di una forte esperienza religiosa, infatti, che egli stesso più tardi farà risalire al 24 maggio del 1738, John Wesley cominciò le sue missioni itineranti. Egli diede vita a molte piccole comunità di semplici cristiani, desiderosi di vivere radicalmente l'Evangelo a partire dall'ascolto orante delle Scritture e dalla partecipazione alla liturgia; nei cenacoli wesleyani vi fu una forte sottolineatura della dimensione comunitaria e una grande dedizione al servizio dei più poveri. Una spiritualità e una teologia equilibrate sono forse il segreto del successo lungo i secoli e in tutto il mondo che avrà il movimento metodista. A fianco di John vi fu sempre il fratello Charles, che trasformerà l'esperienza dell'amore di Dio vissuta nelle comunità metodiste in un'immensa produzione di inni, tra i più belli e i più biblici della liturgia occidentale. Per tutta la loro vita, John e Charles Wesley desiderarono rimanere fedeli alla Chiesa d'Inghilterra. Alcune loro decisioni, tuttavia, getteranno le basi per la nascita di una nuova entità ecclesiale: le Chiese metodiste.
Charles Wesley morì nel 1788, seguito tre anni più tardi dal fratello John, che morì nel 1791.


TRACCE DI LETTURE

Vieni, o Viaggiatore sconosciuto
che ancora io trattengo, ma non vedo,
i miei compagni all'altra riva mi hanno preceduto
e io sono rimasto solo assieme a te.
Con te io voglio stare tutta notte
e combattere fino all'irrompere del giorno.

Arrenditi a me ora: debole io sono,
ma nel disperare di me stesso io confido:
parla al mio cuore, parole di benedizione,
lasciati vincere dalla mia preghiera urgente,
parla, o mai ti muoverai di qui,
e dimmi se il tuo nome è Amore.

«È Amore, è Amore!», per me sei morto,
sento il tuo sussurro nel mio cuore.
Irrompe il mattino, fugge ogni ombra:
tu sei Puro Amore Universale;
per me, per ogni uomo si commuovono le tue viscere,
la tua natura e il tuo nome, è Amore.

(Charles Wesley, Giacobbe in lotta)


PREGHIERA

Dio di misericordia,
che hai ispirato John e Charles Wesley,
donando loro zelo per il tuo Evangelo,
accorda a tutti i cristiani
la loro franchezza nell'annunciare la tua parola
e un cuore sempre pronto
a gioire e a cantare le tue lodi.
Attraverso Gesù Cristo
tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
Ez 2,1-5; Ef 5,15-20; Mc 6,30-34


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
John e Charles Wesley, evangelizzatori, innografi

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Gregorio VII (+ 1085), papa (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (16 bašans/genbot):
Giovanni, evangelista (Chiesa copta)

LUTERANI:
Nikolaus Selnecker (+ 1592), teologo in Sassonia

MARONITI:
Simeone lo Stilita il Giovane (+ 592), monaco

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Simeone lo Stilita il Giovane, monaco
Cirillo e Metodio, apostoli degli slavi (Chiesa russa)
Nicodemo (+ 1325), arcivescovo dei serbi (Chiesa serba)
Cristoforo il Monaco (+ 1871; Chiesa georgiana)
Alessandro arcivescovo di Char'kov (+ 1940), martire (Chiesa ucraina)

VETEROCATTOLICI:
Vincenzo di Lérins, monaco

23 maggio

Girolamo Savonarola (1452-1498)
presbitero

Il 23 maggio del 1498, a Firenze, sale sul patibolo fra Girolamo Savonarola, predicatore domenicano le cui spoglie saranno poi bruciate e gettate nell'Arno. È l'inevitabile epilogo di una vita consumata dal fuoco divorante dell'amore per Dio e per il suo regno.
Girolamo era nato a Ferrara nel 1452, e fin da giovane si era sentito chiamato a denunciare profeticamente i peccati della chiesa. Entrato nel convento domenicano di Bologna, Girolamo divenne un predicatore rinomato. Uomo dal costante colloquio interiore con il Signore, egli credette di poter trasformare con la forza della sua predicazione apocalittica la città di Firenze, nella quale era divenuto priore del convento di San Marco.
Impiegando metodi non violenti e incentrati sulla persuasione, anche se talvolta di dubbia evangelicità, fra Girolamo predicò la conversione di una società che si diceva cristiana ma che era corrotta e lontana dalla logica del Regno. Girolamo entrò direttamente nelle politiche internazionali della Signoria di Firenze, e le sue opinioni si rivelarono contrastanti con quelle della Santa Sede. Ciò condusse alla sua scomunica nel 1497. E insieme con i favori del papa, Girolamo perse presto anche quelli della città, che incominciò a dubitare delle sue profezie. Imprigionato, Savonarola cadde vittima delle proprie debolezze e smentì sotto tortura gran parte del suo operato. Fu condannato a morte come eretico e scismatico, sebbene sul piano dottrinale non avesse mai predicato nulla di contrario alla tradizione della chiesa. Ormai prossimo alla morte, però, Girolamo compose in carcere delle straordinarie preghiere in cui riconosceva la propria miseria, si affidava alla misericordia di Dio e dei fratelli, e chiedeva perdono delle proprie debolezze.
Savonarola morì assieme ai due compagni rimastigli fedeli, benedicendo la folla accorsa a vedere lo spettacolo della sua umiliazione.


TRACCE DI LETTURA

O Dio, tu che sei tutto ciò che è in te, tu che sei la tua sapienza, la tua bontà, la tua potenza, la somma tua felicità, essendo misericordioso, che cos'altro sei se non la tua misericordia? Ecco quindi che la miseria sta dinanzi a te, o Dio, che sei misericordia. E tu, misericordia, che cosa farai? Certo l'opera tua, non potendo tu scostarti dalla tua natura. E qual è l'opera tua? Togliere la miseria, risollevare gli uomini miseri. Abbi dunque misericordia di me: Miserere mei, Deus; togli, o Dio di misericordia, la mia miseria; togli i miei peccati, che sono la mia somma miseria: solleva questo misero, manifesta in me l'opera tua, esercita in me la tua forza.
«L'abisso invoca l'abisso»: l'abisso della miseria invoca l'abisso della misericordia, l'abisso dei peccati invoca l'abisso delle grazie. Ma l'abisso della misericordia è più grande dell'abisso della miseria. Perciò l'abisso colmi l'abisso, l'abisso della misericordia colmi l'abisso della miseria: «Abbi misericordia di me, o Dio, secondo la tua grande misericordia».

(Girolamo Savonarola, Commento al Miserere)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Petroc (VI sec.), abate di Padstow

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Beda il Venerabile (+ 735/736), presbitero e dottore della chiesa
Maria Maddalena de' Pazzi (+ 1607), vergine (calendario ambrosiano)
Desiderio (VIII sec.), vescovo e martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (15 bašans/genbot):
Simone lo Zelota, apostolo (Chiesa copta) (vedi al 28 ottobre)

LUTERANI:
Girolamo Savonarola, predicatore di penitenza a Firenze
Ludwig Nommensen (+ 1918), evangelizzatore a Sumatra

MARONITI:
Michele di Sinnada il Confessore (+ 826), vescovo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Michele il Confessore, metropolita di Sinnada

22 maggio

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (14 bašans/genbot):
Pacomio, padre della vita cenobitica (Chiesa copta)

LUTERANI:
Marion von Klot (+ 1919), testimone fino al sangue in Lettonia

MARONITI:
Rita da Cascia (+ 1457)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Basilisco di Comana (+ 308 ca), martire
Traslazione delle reliquie di Nicola a Bari (1089; Chiesa russa)

21 maggio

LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Elena (+ 330 ca), protettrice dei Luoghi Santi

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Mancio di Ebora (V-VI sec.), martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (13 bašans/genbot):
Arsenio (+ 445 ca), monaco (Chiesa copta)

LUTERANI:
Costantino il Grande (+ 337), imperatore e sostenitore del cristianesimo nell'impero romano

MARONITI:
Elena, madre di Costantino

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Costantino il Grande e la madre Elena, uguali agli apostoli

20 maggio

Nil Sorskij (1433-1508)
monaco

La chiesa russa ricorda oggi Nil Sorskij (Nilo della Sora), monaco e animatore della rinascita esicasta nella Russia del XV secolo.
D'origine aristocratica, Nil Majkov era nato a Mosca nel 1433, ed entrò molto giovane nel monastero di San Cirillo del Lago Bianco, dove fu discepolo dello starec Paisij Jaroslavov. Appresi i rudimenti dell'esicasmo, Nil si recò al monte Athos e a Costantinopoli per approfondire la propria ricerca spirituale accanto ai grandi maestri dell'epoca. Egli rimase a lungo alla Santa Montagna, dove apprese l'arte della preghiera continua e del discernimento spirituale.
Tornato sul Lago Bianco, dopo un periodo di vita solitaria Nil si stabilì sulle rive del fiume Sora, non lontano dal suo monastero, organizzandovi una nuova forma di vita monastica, a metà strada tra quella cenobitica e quella eremitica, sull'esempio delle skiti dell'Athos. Nil mostrò sempre grande umanità verso i propri discepoli, che amava chiamare «miei signori e fratelli». La sua disponibilità ad aprire l'orecchio del cuore a Dio e al prossimo gli consentirono di imparare a riconoscere il proprio peccato e l'inesauribile misericordia di Dio, e di divenire testimone credibile di tale amore misericordioso. Nil Sorskij è per tutti i monaci russi un venerabile esempio di mitezza e di sobrietà evangeliche.
Convinto di dover contribuire alla nascita di un monachesimo più povero e meno mondano rispetto a quello dominante nei grandi centri monastici del suo tempo, Nil non esitò negli ultimi anni della sua vita a porsi a capo di un vero e proprio movimento di riforma che con parresia favorì il ritorno di molti monasteri a uno stile di vita radicalmente evangelico.
Nil Sorskij morì il 20 maggio del 1508.


TRACCE DI LETTURA

I santi padri, lottando con il corpo, coltivavano anche spiritualmente la vigna del loro cuore e, dopo aver purificato in tal modo la mente dalle passioni, trovavano il Signore e acquistavano l'intelligenza spirituale. E a noi che siamo consumati dal fuoco delle passioni essi hanno comandato di attingere l'acqua viva alla fonte della divina Scrittura, la quale può estinguere le passioni che ci consumano e mostrarci la vera intelligenza.
Per questo anch'io, grande peccatore e uomo privo di senno, ho raccolto alcune cose dalla sacra Scrittura e da quello che ci hanno detto i santi padri, e le ho scritte per conservarne il ricordo, perché io pure, incurante e pigro, le possa compiere.

(Nil Sorskij, Prologo della Regola)


PREGHIERA

Dio di tenerezza e giudice misericordioso,
che hai concesso a Nil Sorskij
il grande dono della visione dei propri peccati,
concedi anche a noi
lacrime di compunzione e di infinita riconoscenza,
davanti al dono ancor più grande
che è la remissione di tutti i nostri peccati,
che tu ci hai promesso e ci hai accordato
attraverso Gesù Cristo,
tuo Figlio amato e nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE
Sir 3,17-24; Mt 11,28-30


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Alcuino di York (+ 804), diacono, abate di Tours

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Bernardino da Siena (+ 1444), presbitero (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (12 bašans/genbot):
Traslazione delle reliquie di Giovanni Crisostomo a Costantinopoli (Chiesa copta)
Traslazione delle reliquie di Takla Hāymānot (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Samuel Hebich (+ 1868), evangelizzatore in India e in Etiopia

MARONITI:
Talleleo di Egea (+ 284 ca), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Talleleo di Egea e compagni, martiri
Nil Sorskij, monaco (Chiesa russa)
Giovanni Zedazneli (VI sec.) e compagni, apostoli della Georgia (Chiesa georgiana)

19 maggio

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Leggi tutto: 19 maggioDunstan di Canterbury (ca 910-988)
monaco e pastore

Nel 988 muore a Canterbury il monaco Dunstan, arcivescovo primate della chiesa d'Inghilterra. Dunstan era nato nei pressi di Glastonbury, forse nel 910. Dalle sue biografie non traspare in modo del tutto chiaro se la sua famiglia fosse nobile, o se invece egli sia entrato dopo la sua nascita a far parte dell'importante casata del vescovo di Winchester. Ad ogni modo, fu quest'ultimo ad avviarlo alla vita monastica, spingendolo a entrare nell'abbazia benedettina di Glastonbury.
Uomo di grande cultura e amante della bellezza, Dunstan si dedicò da monaco a diverse attività artistiche come la decorazione di manoscritti, la composizione di musica sacra e la lavorazione dei metalli preziosi. Nel 943 il nuovo re del Wessex lo nominò abate di Glastonbury e si avvalse della sua grande cultura per avviare la rinascita del monachesimo in tutto il paese. Da abate Dunstan promosse lo studio e l'amore per l'arte in diversi monasteri, organizzando una riforma che sarà portata a compimento quando egli verrà eletto arcivescovo di Canterbury sotto il re Edgardo. Anche se a partire dal 970 Dunstan perderà l'appoggio del re, non verrà comunque meno il suo impegno di predicatore, di maestro e di animatore del monachesimo, ed egli è ricordato dagli agiografi per il discernimento e l'energia con cui guidò sino alla fine la diocesi di cui era stato fatto pastore.


TRACCE DI LETTURA

Dunstan studiò con diligenza i libri degli antichi pellegrini irlandesi giunti a Glastonbury, meditando sulle vie della vera fede, e sempre esaminò con attenzione i libri di altri sapienti che egli, grazie alla visione profonda del suo cuore, aveva percepito essere confermati dagli insegnamenti dei santi padri.
Egli vigilava sulla propria condotta ricorrendo ogni volta che poteva all'esame delle sante Scritture, ed era come se Dio in esse gli parlasse. E veramente, ogni volta che poteva essere sollevato dalle sollecitudini terrene per deliziarsi nella preghiera, sembrava che fosse lui a parlare a Dio.

(Vita di Dunstan 11)


PREGHIERA

Dio onnipotente,
che hai fatto di Dunstan
un autentico pastore del tuo gregge,
un restauratore della vita monastica
e un fedele consigliere di chi aveva autorità:
accorda a tutti i pastori gli stessi doni del tuo Spirito
perché possano essere veri servi
di Cristo e di tutto il suo popolo.
Attraverso Gesù Cristo tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
Es 31,1-5; 2Cor 5,1-10; Mt 24,42-46


Leggi tutto: 19 maggioPietro del Morrone-Celestino V (+ 1296)
monaco e pastore

Nel 1296 muore nella torre del castello di Fumone, nei pressi di Ferentino, dove era stato segregato da Bonifacio VIII, Pietro del Morrone, eremita e papa della chiesa di Roma. Di origini umili - era l'undicesimo figlio di una famiglia di contadini - Pietro si era trasferito ancora molto giovane dalla nativa Isernia al monastero benedettino di Santa Maria di Faifoli. Desideroso di una maggiore solitudine, Pietro cominciò assai presto a condurre una vita eremitica e a dedicarsi totalmente alla preghiera. Egli acquisì una tale notorietà, che dovette spingersi sino alle falde della Maiella per potersi sottrarre alla curiosità dei pellegrini, attratti dalla sua ricerca di Dio e dal suo radicalismo evangelico. Ma ormai il suo nome era circolato a tal punto che nel luglio del 1294 fu eletto a sorpresa papa di Roma dopo un conclave che si protraeva da più di due anni, e che lo stesso Pietro aveva stigmatizzato per la sua inconcludenza. Assunto il nome di Celestino V, Pietro si mostrò pastore estremamente umano e misericordioso, e con il suo breve pontificato sembrò aver inizio una profonda riforma della chiesa. Tuttavia, convinto della propria inadeguatezza all'incarico ricevuto, Celestino rinunciò al pontificato, sperando di poter ritrovare la pace dell'eremo. Poco dopo, però, fu fatto arrestare dal suo successore Bonifacio, che in breve aveva revocato quasi tutti i provvedimenti presi da Celestino. Pietro morì solo, e breve vita ebbe anche la congregazione di eremiti da lui fondata. Ma la sua testimonianza di libertà evangelica, rinomata già nei versi del Petrarca, ha lasciato segni profondi nella storia della spiritualità.


TRACCE DI LETTURA

La potenza non mi attira, la trovo anzi essenzialmente cattiva. Il comandamento cristiano che riassume tutti gli altri, è l'amore. Durante questi ultimi mesi, mentre me ne stavo nascosto per sfuggire alle ricerche della vostra polizia, sono diventato più cosciente di quanto non lo fossi nel passato, che la radice di tutti i mali, per la chiesa, è nella tentazione del potere.
Che cosa è divenuto il cristianesimo adattandosi al mondo? Fino a che punto esso l'ha trasformato o ne è stato corrotto? Abbiamo dimenticato che il cristianesimo ha avuto inizio dalla Croce...
Ma perché continuiamo a chiamarci cristiani? Cos'è diventata la Croce per i cristiani d'oggi? Un oggetto ornamentale.

(I.Silone,  L'avventura d'un povero cristiano)


PREGHIERA

O Dio, che hai elevato san Pietro Celestino
alla dignità del sommo pontificato
e gli hai insegnato ad anteporre ad essa l'umiltà,
concedici benigno di disprezzare,
sul suo esempio, le cose mondane:
raggiungeremo allora felicemente
la ricompensa che è promessa agli umili.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE
Sir 3,19-34; Mt 11,25-30



LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Dunstan, arcivescovo di Canterbury, ripristinatore della vita monastica

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Celestino V, papa ed eremita (calendario monastico)

COPTI ED ETIOPICI (11 bašans/genbot):
Pafnuzio (X sec.), vescovo (Chiesa copto-ortodossa)
Yared l'Innografo (VI sec.), diacono (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Alcuino (+ 804), abate e dottore in Franconia

MARONITI:
Filetero ed Eubioto di Nicomedia (III-IV sec.), martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Patrizio, vescovo di Prusa, e compagni (+ 100 ca), martiri
Trasferimento delle reliquie di san Sava (Chiesa serba)