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22 aprile

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Aḥā di Siria (ca 457-556)
monaco

Le chiese siro-occidentali ricordano oggi il monaco Aḥā, eremita e fondatore di diversi monasteri nella regione di Ninive in Siria. Nato ai tempi dell'imperatore Marciano a Georgina, in Mesopotamia, Aḥā era uno schiavo persiano che fu condotto segretamente alla fede cristiana dal suo padrone, un ufficiale dell'esercito persiano. Giunto diciottenne a Nisibi, egli diede vita a un monastero per dedicarsi assieme ad alcuni compagni a una vita di raccoglimento e di preghiera. Aḥā visitò nel corso della sua vita prima Gerusalemme e Antiochia, e poi si spinse fino a Costantinopoli e alla Grecia, toccando il territorio italiano.
Prima di morire, egli predicò il vangelo agli armeni, consolidò i tre monasteri di Banael, Ausa e Hesna a cui lui stesso aveva dato origine, e arricchì, con i frutti della sua esperienza maturata nel confronto con le altre chiese, i cristiani della propria terra. Tutto ciò che sappiamo di lui proviene dalla Vita redatta da un agiografo giacobita. Aḥā morì ad Ausa il 25 gennaio del 556.


Leggi tutto: 22 aprileMaria Gabriella Sagheddu (1914-1939)
monaca

Ricorre oggi la memoria di Maria Gabriella Sagheddu, monaca trappista spentasi il 23 aprile del 1939 a soli 25 anni di età. Maria Sagheddu era nata a Dorgali, in Sardegna, in una povera famiglia di pastori. Ragazza molto brillante, aveva dovuto tuttavia rinunciare agli studi secondari per aiutare la madre rimasta vedova a mantenere i suoi fratelli e le sue sorelle. Poco interessata ai problemi religiosi, Maria cambiò profondamente all'età di 18 anni: iniziata un'intensa vita di preghiera, la giovane si diede alla catechesi e all'apostolato, maturando a poco a poco una chiara vocazione alla vita monastica. Abbandonata la Sardegna, Maria entrò a 21 anni nella Trappa di Grottaferrata. Sotto la sapiente guida della badessa, madre Pia, essa scoprì l'ecumenismo spirituale di Paul Couturier, e decise sulla scia di altre sorelle della sua comunità di offrire la propria vita e le proprie sofferenze per la causa dell'unità fra i cristiani. Ammalatasi pochi mesi dopo di tubercolosi, Maria, divenuta nel frattempo suor Maria Gabriella, visse i restanti mesi di vita immersa nella preghiera di Gesù per l'unità dei credenti in lui. Sebbene la sua vicenda sia per certi versi assimilabile a quella di altri testimoni della passione per l'ecumenismo, la piccolezza e la semplicità di Maria apparve subito un segno importante per indicare la via verso la comunione fra le diverse confessioni cristiane. La sua vita ebbe un impatto enorme, soprattutto sul nascente ecumenismo della chiesa cattolica, e toccò i cuori di cristiani di ogni paese e confessione. Suor Maria Gabriella è stata beatificata da papa Giovanni Paolo II al termine della settimana di preghiera per l'unità dei cristiani del 1983.


TRACCE DI LETTURA

Ho letto questa frase di Ruusbroec: «Con un cuore umile e generoso, offri e presenta Cristo come fosse la tua offerta, come un tesoro che libera e colma di ogni bene. Egli, a sua volta, ti offrirà al suo Padre celeste come frutto prezioso per il quale egli è morto, e il Padre ti abbraccerà con il suo amore». Mi sono fermata... mi è parso che il Signore volesse farmi capire: «Questa parola è per te». Gesù mi ha scelta come oggetto privilegiato del suo amore, dandomi da portare la sua sofferenza per essere sempre più conforme a lui... Penso che non capirò mai pienamente l'amore che Gesù mi ha mostrato offrendomi questa croce.

(Maria Gabriella Sagheddu, Conversazioni con la sua badessa)


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (14 barmūdah/miyāzyā):
Massimo (+ 282), 15° patriarca di Alessandria (Chiesa copta)

LUTERANI:
Friedrich Justus Perels (+ 1945), testimone fino al sangue in Prussia

MARONITI:
Teodoro il Siceota (+ 613), vescovo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Teodoro il Siceota, vescovo di Anastasiopoli

SIRO-OCCIDENTALI:
Aha, fondatore monastico

21 aprile

Anselmo di Aosta (ca 1033-1109)
monaco e pastore

A Canterbury, nel 1109, muore Anselmo di Aosta, monaco e pastore.
Anselmo era nato ad Aosta attorno al 1033. Poco dopo i vent'anni, egli lasciò la sua città e viaggiò per conoscere i monasteri e i centri spirituali del suo tempo. Giunto all'abbazia di Bec, in Normandia, fu profondamente colpito dall'incontro con l'abate Lanfranco, uomo di grande erudizione, che lo convinse a rimanere a Bec per farsi monaco. Anselmo, già da tempo cultore appassionato delle discipline filosofiche e teologiche, trovò nell'austera quiete della Normandia l'humus ideale per approfondire i propri studi. Alla ricerca di una migliore intelligenza della fede, Anselmo affrontò le questioni teologiche con un metodo nuovo, che troverà pieno sviluppo nella scolastica medievale.
Divenuto priore e abate di Bec, egli fu chiamato nel 1093 a succedere a Lanfranco anche come arcivescovo di Canterbury. Come primate della chiesa inglese, nonostante l'amicizia personale con il re d'Inghilterra, Anselmo si batté per la libertà della chiesa dalle ingerenze del potere politico e fu costretto due volte all'esilio. Malgrado le contraddizioni patite, la vita e l'insegnamento di Anselmo sono permeati di una pace e una gioia profonde, frutto della contemplazione di Dio e del suo mistero, e sono animati da quella dolce compassione per le sofferenze di Cristo che, diffusa in seguito dai cistercensi, darà vita a un nuovo e ricco filone nella storia della spiritualità occidentale.


TRACCE DI LETTURA

Veramente, o Signore, è inaccessibile questa luce in cui tu abiti; veramente non c'è altro che possa penetrare questa luce, allo scopo di investigarti. Proprio perciò io non la vedo, perché è eccessiva per me. Tuttavia, per mezzo suo vedo tutto quel che vedo, così come il debole occhio vede quel che vede per mezzo della luce del sole, luce che non può vedere nel sole stesso. Il mio intelletto non ha potere nei suoi confronti - troppo risplende -, non l'afferra, e l'occhio dell'anima mia non riesce a fissarsi in lei troppo a lungo. Ne è colpito dal fulgore, ne è sconfitto dall'ampiezza, ne è soffocato dall'immensità, ne è schiacciato dalla capacità.
O luce somma e inaccessibile! O completa e beata verità, quanto sei lontana da me, che ti sono tanto vicino! Quanto sei remota dalla mia vista, mentre io sono così presente alla tua! Dovunque sia, sei tutta presente, e io non ti vedo. In te mi muovo e sono in te, e non posso avvicinarmi a te. Tu sei dentro e attorno a me, e io non ti sento.

(Anselmo di Aosta, Proslogion 16)


PREGHIERA

Dio eterno,
che hai fatto grandi doni al tuo servo Anselmo
rendendolo pastore e maestro:
accorda anche a noi
di desiderarti con un cuore unificato
e, desiderandoti, di cercarti
e, cercandoti, di trovarti.
Attraverso Gesù Cristo
tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
Sap 9,13-18; Rm 5,8-11; Lc 21,9-15


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Anselmo, abate di Bec, arcivescovo di Canterbury, maestro della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Anselmo, vescovo e dottore della chiesa (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (13 barmūdah/miyāzyā):
Giosuè e Giuseppe (?), monaci e martiri (Chiesa copta)

LUTERANI:
Anselmo di Canterbury, dottore della chiesa in Inghilterra

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Gennaro, vescovo di Benevento, e compagni (+ 305 ca), martiri
Teodoro di Perge (II sec.), martire (Chiesa melkita)

20 aprile

Awgen (Eugenio, IV sec.)
monaco

Le chiese di tradizione siriaca ricordano oggi Awgen (Eugenio), padre di tutti i monaci d'oriente.
Secondo la tradizione, Awgen era un pescatore di perle egiziano che aveva deciso di farsi monaco nel monastero di Pacomio. Dall'Egitto, Awgen partì poi con ventotto discepoli (o settanta, secondo un'altra fonte) per l'oriente. Giunto a Nisibi, si stabilì sul monte Izla, trasmettendo la tradizione monastica egiziana al cristianesimo di lingua siriaca. Al di là dei dati tradizionali, sembra storicamente fondata la presenza attorno al territorio di Nisibi di colonie monastiche egiziane già nel IV secolo, e diversi tra i compagni di Awgen menzionati nei racconti agiografici sono fondatori monastici realmente vissuti nella chiesa d'oriente.
Awgen è ricordato da assiri e caldei il primo venerdì della Dedicazione, come pure il 12 ottobre e il 21 novembre. La data odierna è quella più diffusa presso i siro-occidentali.


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (12 barmūdah/miyāzyā):
Alessandro (+ 250 ca), vescovo di Gerusalemme (Chiesa copta)

LUTERANI:
Johannes Bugenhagen (+ 1558), Riformatore nella Germania settentrionale

MARONITI:
Natanaele il Giusto, apostolo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Teodoro Trichinas (V sec.?), monaco
Atanasio delle Meteore (+ 1383), monaco (Chiesa greca)
Teotimo di Tomi (IV-V sec.), vescovo (Chiesa romena)

SIRO-OCCIDENTALI:
Awgen d'Egitto, importatore del monachesimo nella regione di Nisibi

19 aprile

LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Elfego (+ 1012), arcivescovo di Canterbury, martire

COPTI ED ETIOPICI (11 barmūdah/miyāzyā):
Teodora di Alessandria (IV sec.), penitente (Chiesa copta)

LUTERANI:
Filippo Melantone (+ 1560), dottore della chiesa a Wittenberg

MARONITI:
Timone il Diacono (I sec.), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Pafnuzio di Gerusalemme e compagni (+ 303 ca), martiri
Giovanni il Paleolaurita (VIII-IX sec.), monaco (Chiesa melkita)

18 aprile

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Leggi tutto: 18 aprile

Massacro degli ebrei di Praga
(+ 1389)

 

In questo giorno, nel 1389, inizia il massacro degli ebrei di Praga. Costretti all'alternativa fra il battesimo e la morte, migliaia di uomini, donne e bambini vengono condannati a morte. I loro cadaveri, come ulteriore segno di disprezzo, sono mescolati a cadaveri di animali e arsi fuori delle mura della città.


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Galdino (+ 1176), vescovo (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (10 barmūdah/miyāzyā):
Isacco di Scete (IV sec.), monaco (Chiesa copta)

LUTERANI:
Apollonio (+ 180 ca), martire in Egitto

MARONITI:
Cosma (VIII sec.), vescovo di Calcedonia
Taisia la Penitente (IV sec.)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Giovanni discepolo di Gregorio il Decapolita (IX sec.), monaco
Traslazione delle reliquie di Giobbe (1625), patriarca di Mosca (Chiesa russa)

17 aprile

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Leggi tutto: 17 aprileSimone Bar Ṣabbācē (+ 341)
pastore e martire

Il 14 di nisan dell'anno 341, un Venerdì santo per i cristiani della Siria, muoiono martiri il catholicos di Seleucia-Ctesifonte, Simone Bar Ṣabbācē, e cento suoi compagni, tutti vescovi, presbiteri o diaconi della chiesa siro-orientale. Con la loro morte il re persiano Sapore II sperò di dare in quelle terre un colpo di grazia all'atteggiamento dei cristiani, ostili alle guerre e dunque ritenuti un pericolo per il regno di Persia.
Le notizie storiche sulla vita di Simeone sono piuttosto scarne. Eletto catholicos in seguito alla deposizione del suo predecessore, di fatto egli dovette aspettare la morte di quest'ultimo per prendere realmente possesso della sede di Seleucia-Ctesifonte. Ciò che invece è noto con una certa ricchezza di particolari è l'ultima fase della vita di Simone, che culminò con il martirio. Il re di Persia aveva raddoppiato le imposte per far fronte alle ingenti spese di guerra. Simeone, conscio dell'estrema povertà in cui versava gran parte dei fedeli sottoposti alla sua cura pastorale, rifiutò di attuare il decreto di Sapore. Si scatenò così una persecuzione contro i cristiani: le loro chiese vennero distrutte per convincerli a pagare la nuova tassa e, di fronte alla loro resistenza Simeone venne arrestato assieme a tutti i membri del clero responsabili dell'opposizione cristiana.
Sapore cercò in ogni modo di far cambiare idea a Simeone, che resistette fino a versare il sangue, dopo aver visto morire a uno a uno tutti i suoi compagni. La memoria di Simone Bar Ṣabbācē, celebrata da assiri e caldei il sesto venerdì d'estate, passò presto anche all'oriente bizantino, mentre non appare quasi mai nei calendari siro-occidentali.


TRACCE DI LETTURA

Mentre venivano condotti alla morte, giunse il capo dei magi e domandò loro se volevano vivere, condividendo la religione del re e adorando il sole. Nessuno di loro accettò simili condizioni: quando li ebbero condotti nel luogo dove dovevano essere uccisi, mentre i carnefici attendevano alla loro opera e sgozzavano a uno a uno i testimoni, Simeone, stando in piedi accanto alle vittime, le esortava ad aver coraggio, parlava loro della morte, della resurrezione e della fede; traendo la sua sicurezza dalle sante Scritture, egli mostrava che morire era per quegli uomini la vera vita, mentre tradire Dio per debolezza sarebbe stato come morire.

(Sozomeno, Storia della chiesa 2,10)


PREGHIERA

Acquistando sapientemente
le cose del cielo con quelle della terra,
le realtà immutabili con quelle che periscono,
hai scambiato gioioso
la gloria corruttibile con quella incorruttibile,
i tormenti con le corone,
le torture d'ogni sorta con il regno dei cieli
che oltrepassa la ragione:
esultando in esso insieme ai tuoi compagni,
prega per tutti coloro che con fede ti celebrano.


LETTURE BIBLICHE
2Tim 2,1-10; Gv 15,17-16,2


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (9 barmūdah/miyāzyā):
Zosima di Palestina (VI sec.), monaco (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Louis de Berquin (+ 1529), testimone fino al sangue in Francia
Max Joseph Metzger (+ 1944), testimone fino al sangue in Baviera

MARONITI:
Agapito I (+ 536), papa; Antusa (VIII sec.), monaca

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Simone Bar Ṣabbācē, vescovo di Persia, e compagni, martiri
Acacio (V sec.), vescovo di Melitene
Niceta di Albania e Serres (+ 1808), neomartire (Chiesa serba)

16 aprile

Benedetto Giuseppe Labre (1748-1783)
testimone

Il mercoledì santo del 1783 si spegne a Roma Benedetto Giuseppe Labre, vagabondo di Dio.
Nativo del borgo di Amettes (oggi nella diocesi di Arras), nel Nord della Francia, egli ricevette un'istruzione sufficiente a leggere in latino i grandi testi spirituali del suo tempo. Benedetto avvertì fin da giovanissimo di essere chiamato alla vita monastica, ma la sua ricerca vocazionale non fu facile. Egli fu infatti rifiutato da diverse certose a motivo della sua età precoce e di una salute malferma. I trappisti, dal canto loro, non lo ritennero in grado di condurre una vita religiosa tradizionale. Il giovane Labre non si arrese, e a partire dai propri limiti e dal rifiuto patito giunse a discernere la chiamata a una forma di testimonianza diversa e nel contempo profondamente evangelica. Divenuto pellegrino senza fissa dimora, in cerca della città futura, Benedetto si immerse nella preghiera, che non lo abbandonerà più fino alla morte, e visitò i grandi centri dell'Europa cristiana portando nella propria borsa unicamente il Nuovo Testamento, il breviario e l'Imitazione di Cristo. Giunto a Roma all'età di ventott'anni, egli visse vagabondando per sette anni da una chiesa all'altra e dormendo tra le rovine del Colosseo, in ascolto di poveri e pellegrini, amico di eretici e non credenti, totalmente abbandonato, come aveva sognato fin da piccolo, all'amore misericordioso di Dio. Alla sua morte si diffuse per le vie di Roma la voce: «E' morto il santo», e migliaia di poveri e di vagabondi vollero assistere in Santa Maria dei Monti ai suoi funerali. Benedetto Labre, vagabondo di Dio e povero sulle tracce di Cristo, testimonia al cuore della chiesa d'occidente una possibilità paradossale di santità, che lo accosta alle grandi figure dei «folli per Cristo» delle chiese d'oriente.


TRACCE DI LETTURA

In un secolo d'odio, superbo, avido, impuro
di colpe d'ogni genere, com'è benevola la chiesa
a esaltare oggi l'oscuro tra gli oscuri,
il mite fra tutti i miti, all'ignoranza umana,

e l'umiliato inquieto che la fede trascina
nel saio sanguinante e d'estasi sbiancato,
presso i popoli e i santi, lui che purificati i sensi
fece di Povertà sua sposa e sua regina,

come un novello Alexis, come un altro Francesco,
e fu il raccapricciante Povero, a un tempo angelico, che visse la dolcezza, l'orrore del Vangelo!

E per dimostrare a questo mondo che ha torto
e son d'argilla i piedi creduti d'oro e d'argento,
com'è tenera la chiesa e com'è forte il suo Signore!

(P. Verlaine, Saint Benoît-Joseph Labre. Jour de la canonisation)


PREGHIERA

Dio della speranza,
tu hai chiamato alla vita itinerante
il povero e umile Benedetto Labre:
egli, pieno di gioia e di carità,
perduto nella tua preghiera,
ha camminato sulle strade come un girovago:
concedici di amare la follia della croce
e di sentirci pellegrini verso il regno.
Per Cristo nostro Signore.


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Isabella Gilmore (+ 1923), diaconessa

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Engrazia e 18 compagni di Saragozza (III-IV sec.), martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (8 barmūdah/miyāzyā):
Agape, Irene e Chione di Tessalonica (+ 304), martiri (Chiesa copta)

LUTERANI:
Sundar Singh (+ 1929), testimone della fede in India

MARONITI:
Benedetto Labre
Bernadette Soubirous (+ 1879)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Agape, Irene e Chione di Tessalonica e compagni, martiri