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12 luglio

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Giovanni Gualberto (+ 1073)
monaco

Nel 1073 muore a Passignano, nei pressi di Firenze, Giovanni Gualberto, promotore della riforma monastica di Vallombrosa.
Della sua vita precedente l'ingresso in monastero a San Miniato (Firenze) si sa ben poco; tuttavia, una volta scelta la via monastica, Giovanni divenne un riferimento importante per la lotta contro uno dei più gravi mali che affliggevano la chiesa del suo tempo: la simonia, ovvero la perversa abitudine di acquisire con il denaro gli incarichi più prestigiosi nella chiesa. Contro tale male egli non cessò di predicare sino alla fine dei suoi giorni.
Fautore di un ritorno del clero alla purezza e alla povertà evangeliche, Giovanni avvertì altresì il bisogno di una vita più ritirata e più conforme alla Regola di Benedetto rispetto a quella che si viveva nei monasteri del suo tempo.
Dopo aver girato diverse comunità della Romagna alla ricerca del luogo adatto per realizzare i suoi progetti, egli decise di unirsi a due eremiti di Vallombrosa per cominciare insieme a loro un nuovo monastero, di stampo più cenobitico rispetto ad altre contemporanee esperienze di riforma monastica nell'Italia centrale. Giovanni riteneva infatti che al centro della vita cenobitica ci dev'essere il comandamento nuovo dell'amore, il solo sul quale poter edificare la comunione nel cenobio.
Le sue ultime parole prima di morire riguarderanno proprio la carità e il ruolo dell'abate, il quale presiede nella comunità dei fratelli all'adempimento del grande comandamento lasciato da Gesù.


TRACCE DI LETTURA

Essendo io già da lungo tempo gravemente infermo, attendo di giorno in giorno che Dio accolga la mia anima e che la terra del mio corpo ritorni alla terra da cui fu tratta.
Veramente pensavo di passare da questa vita in silenzio, quasi di nascosto; ma riflettendo al nome e alla carica che, benché indegno, ho dovuto occupare in questa vita transitoria, ho giudicato utile dirvi qualcosa sul vincolo della carità.
La carità è, senza dubbio, quella virtù che ha spinto il Creatore di tutte le cose a farsi creatura. È la virtù che egli ha raccomandato agli apostoli come sintesi di tutti i suoi comandamenti, dicendo: «Questo è il mio comandamento, che vi amiate gli uni gli altri».
Per custodire inviolabilmente questa virtù, fratelli, è immensamente utile la comunione dei fratelli raccolti insieme sotto il governo di una sola persona. Come infatti il fiume si prosciuga nel suo letto se si divide in tanti rigagnoli, così l'unione fraterna è meno utile ai singoli, se si disperde qua e là.
(Andrea di Strumi, Vita di san Giovanni Gualberto 80)


PREGHIERA

O Dio, nostro Padre,
per intercessione dell'abate san Giovanni Gualberto
ravviva in noi lo spirito di carità
che in paziente perseveranza
unisca i nostri cuori nel vincolo della pace.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

Lv 19,1-2.17-18; Ef 6,10-13.18; Lc 6,27-38


Leggi tutto: 12 luglioNathan Söderblom (1866-1931)
pastore e testi
mone di ecumenismo

Nel 1931 muore, a seguito di una lunga malattia al cuore, l'arcivescovo luterano di Uppsala, Nathan Söderblom.
Lars Olof Jonathan (questo il suo nome di battesimo) era nato sessantacinque anni prima a Trönö, nella campagna svedese. Egli era cresciuto contemperando nella sua forte personalità la spiritualità paterna, influenzata dal pietismo tedesco, e gli studi di teologia e di storia delle religioni, compiuti in accademie nelle quali la teologia liberale aveva un peso preponderante.
La sua carriera di tranquillo storico delle religioni a Uppsala venne improvvisamente interrotta quando nel 1914, fra la sorpresa generale, venne nominato arcivescovo luterano di Uppsala. Iniziò così un lungo impegno su due versanti, legati strettamente l'uno all'altro, nei quali Söderblom spenderà tutta la vita: la promozione della pace nel mondo e la ricerca dell'unità fra le chiese cristiane.
Per il suo impegno nel campo della pace, Söderblom ricevette nel 1930 il premio Nobel, mentre la sua dedizione alla promozione dell'incontro fra le chiese cristiane aveva portato nel 1925 alla creazione della commissione «Vita e azione», nella quale per la prima volta accanto a delegati delle chiese protestanti erano stati presenti dei delegati ortodossi.
Dopo aver preso parte ai primi lavori di «Fede e Costituzione» nel 1927, Söderblom fu il primo a ipotizzare e a lavorare per la costituzione di un consiglio mondiale delle chiese. È giustamente considerato il padre del movimento ecumenico nel XX secolo.


TRACCE DI LETTURA

Io sono convinto che le formulazioni verbali che hanno creato e ancora creano separazione non torneranno mai più a rivestire il ruolo che hanno avuto nel passato. Non perché il cristianesimo sia diventato o stia per diventare qualcosa di vago, i cui tratti salienti sono stati erosi dal tempo, ma perché la cruda necessità, la morte, la fame e le feroci minacce che esso subisce hanno costretto la cristianità ad abbandonare le sue speculazioni, che confrontate all'attuale situazione appaiono un lusso, dei giochi dilettevoli o degli anacronismi, e a concentrarsi su ciò che è essenziale.
All'ordine del giorno vi sono oggi niente di meno che il mistero della sofferenza, la tragedia del mondo, ma anche la sua salvezza, la riconciliazione, il perdono, la trasformazione e il rinnovamento dell'umanità e la presenza di Dio.
(N. Söderblom, Cattolicità evangelica)


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Giovanni Gualberto, abate (calendario monastico)
Nabore e Felice (+ ca 303), martiri (calendario ambrosiano)
Marciana (+ ca 303), vergine e martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (5 abīb/ḥamlē):
Pietro e Paolo, apostoli

LUTERANI:
Nathan Söderblom, vescovo in Svezia

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Proclo e Ilario di Ancira (II sec.), martiri
Sinassi dei santi di Tver' (Chiesa russa)

11 luglio

Leggi tutto: 11 luglio

Benedetto (ca 480-547)
monaco

«Vi fu un uomo di vita venerabile, Benedetto per grazia e per nome»: così inizia il secondo libro dei Dialoghi, in cui Gregorio Magno narra la vita del più famoso monaco latino, nato a Norcia intorno al 480. Inviato a Roma per compiere gli studi, Benedetto abbandonò la città, «sapientemente ignorante e saggiamente incolto, desideroso di piacere a Dio solo». Conobbe le diverse forme di vita monastica del suo tempo: il semianacoretismo ad Affile, l'eremitismo in una grotta vicino a Subiaco, infine il cenobitismo indisciplinato e decadente di quell'epoca. Dopo un tentativo fallito di riformare un monastero già esistente, Benedetto tornò nella solitudine, raggiunto ben presto da molti, che desideravano mettersi sotto la sua paternità spirituale. Egli organizzò per i suoi discepoli delle piccole comunità, assegnando loro degli abati e istruendoli nella conoscenza delle Scritture, nella vita fraterna e nella preghiera.
Nel 529 Benedetto si trasferì con alcuni monaci a Montecassino, per dar vita a un nuovo tipo di monastero. Per questo cenobio, unico e con un solo abate, egli scrisse la sua Regola, che testimonia il suo grande discernimento e la sua misura, e che sarebbe diventata il riferimento essenziale per tutto il monachesimo d'occidente. Benedetto organizzò le giornate della comunità contemperando tempi di preghiera e di lavoro, da lui ritenuti ugualmente imprescindibili per la vita del monaco.
Secondo un'antica tradizione, il padre dei monaci latini morì il 21 marzo del 547.


TRACCE DI LETTURA

Dice il Signore: «Chi è l'uomo che vuole la vita e che desidera vedere giorni felici?». Ecco, il Signore nel suo grande affetto ci mostra la via della vita: percorriamo sotto la guida dell'Evangelo le sue vie, per giungere a vedere colui che ci ha chiamati al suo regno.
È perciò necessario che istituiamo una scuola del servizio divino, all'interno della quale speriamo di non stabilire nulla di aspro o di gravoso; ma se anche, in ragione di un necessario equilibrio, ne risultasse qualcosa di un poco appena più ristretto, in vista della correzione dei vizi e del mantenimento della carità, non tornare indietro, atterrito per lo spavento, dalla via della salvezza. Man mano infatti che si avanza nella vita di conversione e di fede, si corre sulla via dei comandamenti con il cuore dilatato nell'inesprimibile dolcezza dell'amore.
(Benedetto, Prologo della Regola).


PREGHIERA

Signore Dio,
tu hai chiamato Benedetto
alla sequela di tuo Figlio Gesù
nell'abbandono di tutti i beni,
nel celibato e nella vita comune:
insegnaci a servirti senza preferire nulla all'amore di Cristo,
nel lavoro e nella preghiera,
e avanzeremo con un cuore dilatato e libero
sul cammino dei tuoi comandi.
Per Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE

Pr 2,1-9; Eb 13,1-17; Lc 18,18-30


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Benedetto da Norcia, abate di Montecassino, padre del monachesimo occidentale

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Benedetto, abate

COPTI ED ETIOPICI (4 abīb/ḥamlē):
Traslazione delle reliquie di Ciro e Giovanni a Menouthi (412) (per la Chiesa copto-ortodossa). Vedi al 14 febbraio.

LUTERANI:
Benedetto da Norcia, padre di monaci in Italia
Renata di Ferrara (+ 1575), sostenitrice della Riforma in Francia

MARONITI:
Eufemia di Calcedonia (III-IV sec.), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Eufemia di Calcedonia, megalomartire
Sergio e Germano di Valaam (+ 1353), taumaturghi (Chiesa russa)

VETEROCATTOLICI:
Placido, martire, e Sigisberto (VIII sec.), abate

10 luglio

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Leggi tutto: 10 luglioCirillo di Alessandria (ca 378-444)
padre della chiesa e pastor
e

Le chiese d'occidente ricordano in questo giorno Cirillo, patriarca di Alessandria e padre della chiesa.
Cirillo nacque nei dintorni di Alessandria d'Egitto attorno al 378, ma di lui è noto soprattutto ciò che avvenne dal momento in cui fu eletto patriarca di Alessandria nel 412.
Sulla scia dello zio Teofilo, suo predecessore al seggio episcopale alessandrino, Cirillo fu uomo intransigente, poco propenso a compromessi sia con i pagani, sia con gli ebrei, sia con gli stessi cristiani che avevano una visione differente dalla sua. Come teologo fu una delle menti più penetranti e speculative dell'antichità cristiana: egli elaborò una cristologia e una pneumatologia conformi all'Evangelo e alla tradizione, attraverso la stesura di opere fondamentali per la teologia delle epoche successive.
Cirillo si dedicò in particolare a definire la visione cristologica della grande chiesa, in opposizione agli insegnamenti di Nestorio, eletto nel 428 patriarca di Costantinopoli, e riuscì a far valere la propria visione teologica al concilio di Efeso del 431, dove avvenne tra l'altro la deposizione sia di Nestorio sia dello stesso Cirillo dai rispettivi seggi patriarcali.
Negli ultimi anni della sua vita, reso più malleabile dall'esperienza di decenni d'impegno pastorale, egli acconsentì a ricercare una formula d'unione tra le diversi correnti teologiche che avevano ormai condotto la chiesa a dolorose e durature divisioni. Morì nel 444.
Cirillo è ricordato dalle chiese ortodosse assieme ad Atanasio il 18 gennaio, mentre la chiesa copta, per la quale è uno dei santi più importanti, lo ricorda il 27 giugno del calendario giuliano, equivalente al nostro 10 luglio.


TRACCE DI LETTURA

Gesù Cristo è uno, e tuttavia è descritto come un covone abbondante, e davvero lo è, perché contiene in sé tutti i fedeli mediante un'unione spirituale. Altrimenti, come potrebbe Paolo dire che «con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli»? Poiché si è fatto uno di noi, gli siamo divenuti concorporei e abbiamo ricevuto un'unione con lui secondo il corpo. Per questo diciamo che siamo tutti una sola cosa in lui. Non ha detto egli stesso a suo Padre: «Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola»? Colui che aderisce a Cristo, è un solo Spirito con lui.
(Cirillo di Alessandria, Chiarimenti sul libro dei Numeri)


PREGHIERA

Tu sei beato, o padre nostro, grande abba Cirillo,
perché sei divenuto apostolo e insieme profeta.
Tu decretasti per noi
la legge delle virtù perfette
e conservasti i precetti scritti nel Vangelo,
confessando la bella confessione
nell'incarnazione del Dio Verbo
che divenne uomo come noi
per salvare il nostro genere
e redimerci dalla mano del divisore.
Prega il Signore per noi,
o mio signore e padre abba Cirillo,
affinché rimetta a noi i nostri peccati.


LETTURE BIBLICHE

2Cor 4,5-5,11; 1P 2,18-3,7; At 20,17-38; Gv 10,1-16


I 51 martiri ebrei di Berlino (+ 1510)

Nel 1510, gli ebrei di Berlino sono accusati di aver profanato un'ostia e di aver rubato alcuni vasi sacri dalla chiesa del piccolo villaggio di Knoblauch: 111 di loro vengono arrestati, 51 condannati a morte e 38 arsi vivi sul rogo fatto erigere nella nuova piazza del mercato di Berlino. Nel 1539, la dieta di Francoforte riconoscerà l'innocenza di tutte queste vittime.


TRACCE DI LETTURA

Canta, canta! Alza lo sguardo verso il cielo
come se ci fosse un Dio lassù... e fagli un cenno,
come se lassù una grande gioia ci aspettasse.
Siedi fra le rovine del tuo popolo massacrato e canta!
(Y. Katzenelson, Il canto del popolo ebraico massacrato).


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Cristoforo (+ ca 250), martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (3 abīb/ḥamlē):
Cirillo il Grande, 24° patriarca di Alessandria (Chiesa copta)

LUTERANI:
Guglielmo d'Orange (+ 1584), sostenitore del protestantesimo nei Paesi Bassi

MARONITI:
Martirio dei fratelli Massabki e dei padri francescani di Damasco (+ 1860)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
I 45 martiri di Nicopoli di Armenia (+ ca 319)
Luca di Gerusalemme, Muchaisdze (+ 1273), monaco (Chiesa georgiana)

SIRO-ORIENTALI:
Fratelli Massabki, martiri (Chiesa malabarese)