13 agosto 2024
Gesù è lontano dai luoghi religiosi e ufficiali, “nella regione di Cesarea di Filippo” (v. 13), è uscito con i suoi discepoli nel territorio dello sconosciuto, oltre i confini protetti dell’ordinario in cui si rischia di adagiarsi, di accontentarsi del già noto, della tiepidezza di una fede immobile. Gesù ci porta fuori dalle regioni sicure delle spiegazioni razionali, delle risposte certe, perché la fede in lui non è un pacchetto di certezze pronte all’uso, è invece un movimento in divenire, progressiva, è disponibilità a misurarsi continuamente con parole scomode, come la parola della croce, ineludibile.
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12 agosto 2024
Ci sono diverse tonalità di contesto nel brano che preghiamo oggi. Un primo clima nel quale Gesù si trova coinvolto è un clima di sospetto. I farisei e i sadducei vogliono proprio mettere alla prova Gesù e chiedono un “segno dal cielo”. Questa specifica di Matteo che il segno deve venire “dal cielo” è interessante: i farisei e i sadducei sono in cerca dello spettacolare, del maestoso, del segno inequivocabile che viene dal cielo. Sono disposti a credere solo dopo aver assistito ad uno spettacolo rendendo Gesù il burattino di una esibizione.
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10 agosto 2024
Il vangelo di oggi è un testo che conosciamo bene e allora vorrei soffermarmi su tre verbi.
“Si fermò”. Gesù sale sul monte e si ferma. Gesù che è sempre in cammino pone delle tappe nel suo camminare. Si ferma per riposare, per pregare, per godere dell’amicizia della casa di Betania. La vita è un cammino in cui è importante porre delle soste per ristorarsi, per stare con il Signore, per andare in profondità di noi stessi e se necessario fermarsi, lungo il cammino, come i discepoli di Emmaus (cf. Lc 24,17) per ascoltare il Signore e cambiare direzione per poter ritornare a lui.
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