La sequela del portare

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14 agosto 2024

Il Cristo che cammina sulle vie di Dio e sui sentieri degli uomini, invita la libertà dei discepoli («se qualcuno vuole…») a mettere i propri passi sulle orme di quelli del Maestro.
Ora, questa postura discepolare è un “andare dietro”, un “seguire”: non è un precedere, non è uno slancio da avanscoperta o da apripista, non è un fiancheggiare, ma una sequela.

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Diventare chi siamo… sotto lo sguardo dell’altro

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13 agosto 2024

Gesù è lontano dai luoghi religiosi e ufficiali, “nella regione di Cesarea di Filippo” (v. 13), è uscito con i suoi discepoli nel territorio dello sconosciuto, oltre i confini protetti dell’ordinario in cui si rischia di adagiarsi, di accontentarsi del già noto, della tiepidezza di una fede immobile. Gesù ci porta fuori dalle regioni sicure delle spiegazioni razionali, delle risposte certe, perché la fede in lui non è un pacchetto di certezze pronte all’uso, è invece un movimento in divenire, progressiva, è disponibilità a misurarsi continuamente con parole scomode, come la parola della croce, ineludibile.

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Vedere con occhi nuovi

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12 agosto 2024

Ci sono diverse tonalità di contesto nel brano che preghiamo oggi. Un primo clima nel quale Gesù si trova coinvolto è un clima di sospetto. I farisei e i sadducei vogliono proprio mettere alla prova Gesù e chiedono un “segno dal cielo”. Questa specifica di Matteo che il segno deve venire “dal cielo” è interessante: i farisei e i sadducei sono in cerca dello spettacolare, del maestoso, del segno inequivocabile che viene dal cielo. Sono disposti a credere solo dopo aver assistito ad uno spettacolo rendendo Gesù il burattino di una esibizione.

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Distribuire e non trattenere

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10 agosto 2024

Il vangelo di oggi è un testo che conosciamo bene e allora vorrei soffermarmi su tre verbi.

Si fermò”. Gesù sale sul monte e si ferma. Gesù che è sempre in cammino pone delle tappe nel suo camminare. Si ferma per riposare, per pregare, per godere dell’amicizia della casa di Betania. La vita è un cammino in cui è importante porre delle soste per ristorarsi, per stare con il Signore, per andare in profondità di noi stessi e se necessario fermarsi, lungo il cammino, come i discepoli di Emmaus (cf. Lc 24,17) per ascoltare il Signore e cambiare direzione per poter ritornare a lui.

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La donna che convertì Gesù

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9 agosto 2024

Sin quasi alla fine Gesù non se la fila. Non la vede né la sente. Un gruppo di uomini adulti in cammino, il leader in testa, un fagotto li rincorre, si getta ai piedi del capo, piange, urla. Si fa col corpo intercessione per la figlia malata. Proprio nessuna empatia da parte di Gesù, che pure si era commosso nelle viscere per le folle disorientate e affamate (Mt 9,36; 14,14) e in cui l’evangelista aveva visto compiersi una profezia: “Egli ha assunto le nostre debolezze e si è fatto carico delle nostre malattie” (Mt 8,17)? 

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Ipocrisia!

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7 agosto 2024

Cambio di atmosfera! Ieri, eravamo con Pietro, Giacomo e Giovanni sul Tabor a contemplare la rivelazione della luce divina che illuminava il Signore Gesù o da lui emanava, e della quale si facevano interpreti Mosè ed Elia, la Legge e i Profeti, l’Antico Testamento. Oggi siamo testimoni della meschinità di legalisti incapaci di vedere più in là del proprio naso e delle minuziose rubriche dei loro manuali liturgici o morali.

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Dov’è lo scandalo?

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8 agosto 2024

Parole che scandalizzano alcuni scribi e farisei già piuttosto perplessi sull’atteggiamento dei discepoli di Gesù: non ci si aspetta che un rabbi permetta di trasgredire ciò che è dato per assodato, e invece Gesù fornisce addirittura una più solida base teologico-esistenziale alla trasgressione! Quante volte la Parola del Signore ha la capacità di rivoluzionare il nostro modo di pensare e di comportarci, se appena appena siamo disposti a farle spazio!

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