29 giugno

Leggi tutto: 29 giugno

Martirologio ecumenico
Le chiese d'oriente e d'occidente celebrano oggi la solennità degli apostoli Pietro, originario di Betsaida di Galilea e Paolo, originario di Tarso, in Cilicia

Pietro e Paolo
apostoli

Le chiese d'oriente e d'occidente celebrano oggi la solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo, nella data in cui, secondo un'antica tradizione, sarebbe avvenuto nel 64 il loro martirio a Roma.
Pietro «nostro padre», come lo definisce la liturgia copta, era un pescatore originario di Betsaida di Galilea e fratello di Andrea, il quale lo presentò a Gesù. Testimone privilegiato della Trasfigurazione e del Getsemani, ricevette da Gesù il compito di riconfermare i fratelli dopo aver lui stesso conosciuto la misericordia di Dio nel perdono del suo rinnegamento. Egli che per rivelazione del Padre aveva confessato Gesù come il Cristo, il Figlio del Dio vivente, guidò la prima comunità nella testimonianza del Risorto, accolse i pagani nella chiesa e annunciò il vangelo fino a Roma, dove morì martire. Origene testimonia che morì come uno schiavo, crocifisso con la testa all'ingiù.
Paolo, che dalla liturgia copta è chiamato «nostro maestro», era originario di Tarso, in Cilicia, ed era stato istruito nella fede ebraica secondo la tradizione dei farisei. Dopo aver riconosciuto in Gesù il Messia, egli divenne l'annunciatore del vangelo alle genti e percorse le regioni dell'Asia Minore e della Grecia, affrontando pericoli e fatiche e portando in sé la sollecitudine per tutte le chiese. Cittadino romano, egli fu, secondo la tradizione, decapitato a Roma presso la via Ostiense.
La festa di Pietro e Paolo apostoli era celebrata a Roma nella data del 29 giugno già attorno alla metà del IV secolo.


TRACCE DI LETTURA

Al beato Pietro, il primo degli apostoli, l'ardente amante di Cristo, fu dato di ascoltare: «E io ti dico che tu sei Pietro». Egli infatti aveva detto: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Cristo a lui: «E io ti dico che tu sei Pietro, e sopra questa pietra edificherò la mia chiesa». Sopra questa pietra edificherò la fede che tu confessi, sopra ciò che hai detto: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente», edificherò la mia chiesa. Da pietra Pietro, non pietra da Pietro; così come cristiano da Cristo.
Paolo invece viene da Saulo, come un agnello uscito da un lupo. Prima avversario, poi apostolo; prima persecutore, poi predicatore. Il Signore gli mostrò quelle cose che bisognava patisse per il suo Nome, lo sostenne nella passione e lo fece pervenire a questo giorno.
Unico il giorno della passione per i due apostoli, ma essi erano del resto una cosa sola.
(Agostino,  Discorsi 295)


PREGHIERA

Signore Dio,
noi celebriamo oggi il martirio dei tuoi apostoli,
Pietro il fondamento della chiesa
e Paolo il missionario tra le genti:
concedi alla tua chiesa
di camminare fedelmente sulle loro tracce
e di accettare la sofferenza
per la testimonianza di Gesù tuo Figlio,
vivente nei secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

2Tm 4,6-18 (vigilia); Gal 1,11-20; At 12,1-11; Mt 16,13-19


 LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Pietro e Paolo, apostoli

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Pietro e Paolo, apostoli

COPTI ED ETIOPICI (22 ba'ūnah/sanē):
Dedicazione della chiesa dei Santi Cosma e Damiano (Chiesa copta)

LUTERANI:
Pietro e Paolo, apostoli

MARONITI:
Pietro e Paolo, apostoli

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Pietro e Paolo, principi degli apostoli, martiri
Kaichosro il Georgiano (+ 1558), monaco (Chiesa georgiana)

SIRO-OCCIDENTALI:
Pietro e Paolo, apostoli

SIRO-ORIENTALI:
Pietro e Paolo, apostoli

VETEROCATTOLICI:
Pietro e Paolo, apostoli

28 giugno

Martirologio ecumenico
Per Ireneo la fede cristiana è la fede in un Padre buono, che non ha abbandonato l'uomo, ma che ha continuato a parlargli e a prepararlo alla salvezza

Ireneo di Lione (+ ca 202)
pastore e martire

 

A Lione, attorno al 202, muore Ireneo, vescovo di quella città, padre della chiesa e forse martire durante la persecuzione di Settimio Severo.
Originario dell'Asia Minore, di famiglia pagana, Ireneo fu discepolo di Policarpo di Smirne, che gli trasmise ciò che a sua volta aveva appreso dagli apostoli.
Nel 177 era presbitero nelle giovani chiese di Lione e di Vienne durante la persecuzione che colpì quelle comunità, e fu chiamato a succedere al vescovo Potino, morto martire in quell'anno. Come pastore Ireneo esercitò un'intensa attività missionaria tra le popolazioni della Gallia, correggendone le deviazioni dalla fede apostolica e rappacificando le chiese già allora segnate dalla divisione e dalle controversie.
Partendo dalla Scrittura, letta nella sua totalità e unità e interpretata alla luce del canone di verità rappresentato dalla predicazione degli apostoli, Ireneo narrò con grande passione l'esperienza di fede della chiesa, che si tramanda di generazione in generazione come un deposito che ringiovanisce.
Per Ireneo la fede cristiana è la fede in un Padre buono, che non ha abbandonato l'uomo, sua creatura, ma che ha continuato a parlargli e a prepararlo alla salvezza recata dall'incarnazione del Figlio.
Ireneo testimoniò nei suoi scritti, che sono anche i primi esempi di teologia cristiana, la bontà delle realtà create e dell'uomo, immagine e somiglianza di Dio, chiamato a diventare la gloria di Dio sulla terra. Prima di morire si adoperò per riconciliare le chiese d'oriente e d'occidente, divise sulla data di celebrazione della Pasqua, dando un ulteriore segno della propria totale dedizione alla riconciliazione. La riconciliazione di ogni creatura, ricapitolata in Cristo, del resto, era per Ireneo il cuore del lieto annuncio cristiano.


TRACCE DI LETTURA

Coloro che vedono la luce sono nella luce e partecipano del suo splendore. Allo stesso modo, coloro che contemplano Dio sono in Dio, partecipando del suo splendore. Perché lo splendore di Dio vivifica!
Perciò il Verbo divenne dispensatore della grazia paterna a vantaggio degli uomini, per i quali ha stabilito così grandi economie, mostrando Dio agli uomini e presentando l'uomo a Dio: salvaguardando l'invisibilità del Padre affinché l'uomo non divenisse disprezzatore di Dio e avesse sempre un punto verso il quale progredire, ma nello stesso tempo mostrando Dio visibile agli uomini per mezzo delle molte economie, affinché l'uomo, privo totalmente di Dio, non cessasse di esistere.
Infatti la gloria di Dio è l'uomo vivente, e la vita dell'uomo è la manifestazione di Dio. Ora se la manifestazione di Dio che avviene attraverso la creazione dà la vita a tutti gli esseri che vivono sulla terra, molto più la manifestazione del Padre mediante il Verbo darà la vita a coloro che contemplano Dio
(Ireneo di Lione, Contro le eresie 4,20,5-7).


PREGHIERA

Signore nostro,
tu hai dato al vescovo Ireneo
la grazia di confermare la tua chiesa
nella verità e nella pace:
rinnovaci nella fede e nella carità,
affinché cerchiamo sempre e in ogni cosa
ciò che accresce l'unità e la concordia.
Per Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE

Sap 7,7-10.15-16; 2Pt 1,16-21; Lc 11,33-36 o Gv 17,20-26


Paolo Giustiniani (1476-1528)
monaco

Il 28 giugno del 1528 si spegne sul monte Soratte Paolo Giustiniani, monaco e fondatore degli eremiti camaldolesi di Monte Corona.
Nato nel 1476 nella ricca famiglia veneziana dei Giustiniani, il giovane Tommaso fu formato alla scuola dei più grandi umanisti italiani del tempo. Ritiratosi sull'isola di Murano per approfondire nella quiete la propria ricerca filosofica, Tommaso venne a contatto con i monaci camaldolesi e la sua vita subì una svolta repentina e radicale. Entrato nel 1510 assieme a due compagni veneziani nell'eremo di Camaldoli, Tommaso assunse il nuovo nome di Paolo, e cominciò presto con uno di loro, l'amico Pietro Quirini, a invocare una profonda riforma della chiesa, fino a scrivere un dettagliato Libello sull'argomento, indirizzato a papa Leone X.
Ma lo scontento di Giustiniani non si limitò alla situazione globale della chiesa; egli serbò per tutta la vita la convinzione che la vita eremitica potesse costituire una silenziosa e misteriosa memoria dell'amore di Dio per gli uomini, una «predicazione senza parole». Desideroso di dedicarsi totalmente all'intimità con Dio, egli abbandonò l'ambiente camaldolese e diede vita nel 1520 nei pressi di Ancona alla «compagnia degli eremiti di san Romualdo», oggi noti con il nome di eremiti camaldolesi di Monte Corona.
Giustiniani seppe tenere unite grazie alla sua grande cultura un'austerità quasi parossistica e una notevole finezza spirituale. I suoi insegnamenti sulla vita spirituale ci sono giunti attraverso una preziosa serie di opere capaci di parlare, a dispetto della loro netta impronta eremitica, a ogni cristiano in cerca del radicalismo evangelico.


TRACCE DI LETTURA

Come la nave, che solca il mare, dietro a sé non lascia traccia alcuna del percorso fatto, così la nostra anima, condotta dallo Spirito divino, attraversando l'immenso mare e l'abisso delle contemplazioni divine, non dovrebbe vedere, se si volta indietro, per quale strada sia passata, né come a quel dato punto sia giunta.
Se tu avessi considerato tutto questo, carissimo fratello in Cristo, probabilmente non avresti domandato né a me né ad altri che ti fosse suggerito un modo di pregare; ma ti saresti completamente abbandonato, invece, allo Spirito divino, senza pretendere di conoscere né la via, né come ti guida.
Allora tieni a mente che nelle tue orazioni, quando cioè sei in preghiera, il metodo migliore è quello di non avere nessun metodo e che la forma migliore è quella di non avere alcuna forma. Poiché l'orazione nasce da quello Spirito che nei suoi doni è generoso, abbondante e vario, così vari e diversi e quasi infiniti sono i modi e le forme che essa ha.
(Paolo Giustiniani, Trattato sulla preghiera)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Ireneo, vescovo di Lione, maestro della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Ireneo, vescovo e martire (calendario romano e ambrosiano)
Giuliana, vergine e martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (21 ba'ūnah/sanē):
Costruzione della prima chiesa dedicata alla Vergine a Filippi (Chiesa copta)

LUTERANI:
Ireneo, dottore della chiesa a Lione

MARONITI:
Ireneo, vescovo e confessore

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Traslazione delle reliquie di Ciro e Giovanni di Alessandria (412), taumaturghi e anargiri
Giona il Taumaturgo (+1461), metropolita di Mosca (Chiesa russa)
Efrem (XIV sec.), patriarca dei serbi
Lazzaro Hrebeljanović (+1389), martire (Chiesa serba)
Sergio e Germano di Valaam (XIV-XV sec.), monaci (Chiesa ortodossa di Finlandia)

SIRO-ORIENTALI:
Ireneo, vescovo e martire (Chiesa malabarese)

VETEROCATTOLICI:
Ireneo di Lione, vescovo

27 giugno

ANGLICANI:
Cirillo (+ 444), vescovo di Alessandria, maestro della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Cirillo di Alessandria, vescovo e dottore della chiesa (calendario romano)
Arialdo, diacono e martire (calendario ambrosiano)
Zoilo, martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (20 ba'ūnah/sanē):
Eliseo (IX sec. a.C.), profeta (vedi al 14 giugno)

LUTERANI:
Johann Valentin Andreä (+ 1654), teologo nel Württemberg

MARONITI:
Sansone l'Ospedaliere (+ ca 530), confessore

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Sansone l'Ospedaliere, ieromonaco

26 giugno

Mari (I-II sec.)
apostolo

Il secondo venerdì d'estate, la chiesa caldea e quella assira ricordano mar Mari, apostolo della Siria, della Mesopotamia e della Persia.
Le fonti che narrano la vita di Mari, discepolo di Addai, che sarebbe stato il primo dei settanta(due) discepoli inviati in missione da Gesù, sono tardive e contraddittorie. Con esse ciò che si vuole tuttavia ricordare e affermare è l'origine antichissima delle chiese siro-orientali.
Secondo la tradizione, Mari fu scelto da Addai per continuare la sua missione evangelizzatrice nell'oriente. Ricevuto tale mandato, egli percorse la Mesopotamia orientale, spingendosi a predicare sino ai contrafforti dell'altopiano dell'Iran.
A lui si deve la fondazione delle sedi episcopali di Nisibi, di Kaškar e l'evangelizzazione della regione di Seleucia-Ctesifonte.
Ad Addai e Mari è attribuita una delle più antiche anafore eucaristiche, tuttora in uso nelle liturgie siro-orientali.
I due apostoli sono ricordati insieme in varie regioni orientali, in date che variano da una zona all'altra; la festa più importante è forse quella che si celebra in Iraq e in Kurdistan il 5 di agosto, con una ricca liturgia propria.


TRACCE DI LETTURA

Degno di gloria da tutte le bocche e di rendimento di grazie da tutte le lingue è il Nome adorabile e glorioso del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, che creò il mondo con la sua grazia e i suoi abitanti con la sua misericordia; salvò gli uomini con la sua compassione e fece grande grazia ai mortali.
Ti conoscano tutti gli abitanti della terra, poiché tu solo sei Dio, padre di verità! Tu hai mandato il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio e tuo amato, e lui, nostro Signore e nostro Dio, ci ha insegnato, per mezzo del suo Evangelo vivificante, tutta la purezza e la santità dei profeti, degli apostoli, dei martiri, dei confessori, dei vescovi, dei presbiteri, dei diaconi e di tutti i figli della chiesa santa e cattolica, coloro che sono segnati dal santo battesimo.
(Dall'Anafora degli apostoli Addai e Mari)


LETTURE BIBLICHE

Is 55,4-13; 1Cor 15,1-19; At 4,32-5,11; Gv 20,19-21,25


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Cirillo di Alessandria (+ 444), vescovo e dottore della chiesa (calendario ambrosiano)
Pelagio, martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (19 ba'ūnah/sanē):
Giorgio il Giovane (?), martire (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Vigilio (+ ca 397), vescovo e martire a Trento

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Davide di Tessalonica (+ ca 540), anacoreta

25 giugno

Martirologio ecumenico
Massimo di Torino, pastore della chiesa torinese, fu uno dei più noti predicatori dell'Evangelo dell'epoca patristica

Massimo di Torino (IV-V sec.)
pastore

In un anno imprecisato del IV secolo, è nato, secondo la tradizione, Massimo di Torino, pastore della chiesa torinese.
Egli fu uno dei più noti predicatori del vangelo dell'epoca patristica, e tutto ciò che sappiamo di lui ci è giunto attraverso il suo corpus di omelie ricostruito criticamente in epoca moderna.
Fra le poche notizie biografiche certe vi è che Massimo non era originario di Torino, e che fu tuttavia presente in qualità di vescovo di quella città a un concilio tenutosi agli inizi del V secolo.
Alle capacità oratorie, frutto di un'assidua lettura delle Scritture e della frequentazione dei grandi padri del suo tempo, Massimo univa una spiccata sensibilità liturgica, che gli permise di fornire interpretazioni acute e originali dei sacramenti e più in generale del culto cristiano.
Egli dedicò la sua azione pastorale soprattutto a eliminare ogni forma di sincretismo e ogni residuo pagano nella prassi dei cristiani, nonché a diffondere nelle campagne il messaggio evangelico, in quel tempo ancora fortemente circoscritto al mondo cittadino.
Massimo morì tra il 408 e il 423, ed è ricordato come il primo vescovo della chiesa torinese.


TRACCE DI LETTURA

Al tempo degli apostoli fu così grande la dedizione del popolo cristiano, che nessuno diceva sua la propria casa, nessuno rivendicava come propria qualche cosa, come afferma san Luca quando dice: «E nessuno diceva suo proprio qualcosa di ciò che possedeva, ma tutto era loro comune. Nessuno tra essi era nel bisogno». Beato dunque il popolo, che mentre ha molti ricchi in Cristo, non ha alcun bisognoso nel mondo e che, mentre pensa alle ricchezze eterne, allontana dai fratelli la povertà temporale.
(Massimo di Torino,  Sermoni 17).


PREGHIERA

O Dio,
che hai ornato di straordinaria sapienza e di meravigliosa carità
il tuo santo confessore e vescovo Massimo
per istruire le genti e incamminarle sulla via della salvezza,
concedici benigno,
con la forza che ci proviene da ciò che egli ha fatto,
di seguire i suoi consigli e i suoi esempi:
giungeremo allora felicemente al premio della vita eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE

Gen 12,1-9; Mt 7,1-1


Martiri ebrei del cavaliere Rindfleisch (+ 1298)

Nel 1298, la comunità ebraica di Rothenburg è sterminata durante le persecuzioni di Rindfleisch, cavaliere tedesco tristemente famoso per aver promosso nel corso della propria vita l'eliminazione sistematica di quarantasei comunità ebraiche nella Germania centrale e meridionale.
A Norimberga, lo stesso giorno, dopo essersi rifugiati nel castello, gli ebrei della città vengono tutti sgozzati. Fra le vittime vi è Mordecai ben Hillel, autore di un famoso commentario rabbinico, con la moglie e i loro cinque bambini.


TRACCE DI LETTURA

L'ho guardata quella bimbetta di due anni che pareva una nonna:
cento anni sembrava che avesse, così seria nella sua grande pena.
Ciò che sua nonna non avrebbe potuto neanche immaginare, lei lo aveva visto.
E allora ho pianto, e poi mi sono detto: non piangere, il dolore scompare, la tristezza rimane.
(Y. Katzenelson, Il canto del popolo ebraico massacrato)


Confessione di Augusta (1530)

In questo giorno, nel 1530, venne presentata all'imperatore Carlo V nel corso della dieta imperiale di Augusta (Augsburg) una confessione di fede sottoscritta dai rappresentanti di diverse città schierate a favore della Riforma protestante. Si trattò del più serio tentativo di recuperare un accordo tra riformatori e cattolici, a pochi anni dalla scomunica di Martin Lutero.
Accusati da più parti di eresia, alcuni riformatori accettarono di rispondere, sotto la guida di Filippo Melantone, ai giudizi dei principali controversisti cattolici cercando di evidenziare l'accordo di fondo sulla fede, e il disaccordo sugli abusi e sulle pratiche religiose che aveva dato vita alla Riforma.
La Confessione di Augusta, alla quale sempre faranno riferimento le chiese di tradizione luterana, fu redatta perciò in due parti: una prima di natura dottrinale e una seconda concentrata sulle prassi in vigore nella chiesa. Essa fu riconosciuta come fedele espressione del vangelo da Lutero, ma non bastò a porre fine a una divisione tra cristiani ormai giunta alle dimensioni di una vera e propria rottura.
In modo molto significativo, è ad Augsburg che nel 1999 cattolici e luterani hanno voluto firmare l'accordo sulla Giustificazione, con il quale è stato risolto il motivo di maggiore divisione tra le due anime cristiane dell'occidente.


TRACCE DI LETTURA

In questa Dieta ci impegneremo attivamente ad ascoltare, comprendere ed esaminare tra di noi, con carità e benevolenza, le idee e le opinioni di ciascuno, per poterle rendere concordi e per ricondurle all'unità della verità cristiana; per mettere da parte tutto ciò che, dall'una e dall'altra parte, risulterà essere stato interpretato o trattato in modo scorretto, e per far adottare e osservare da parte di noi tutti una sola e vera religione; così noi tutti, essendo e lottando sotto un solo Cristo, vivremo in una sola comunione, in una sola chiesa e in una sola concordia
(Dall'Editto imperiale di Augusta).


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (18 ba'ūnah/sanē):
Damiano (+ ca 605), 35° patriarca di Alessandria (Chiesa copto-ortodossa)
Ireneo (+ ca 202), vescovo di Lione (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Memoria della consegna della Confessione di Augusta
Prospero di Aquitania (+ ca 463), teologo a Roma

MARONITI:
Febronia di Nisibi (+ ca 304), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Febronia di Nisibi, martire

24 giugno

Leggi tutto: 24 giugno

Martirologio ecumenico
Le chiese d'oriente e d'occidente celebrano oggi la natività di Giovanni il Battista, profeta e precursore del Signore. Modello del monachesimo nascente è sempre stato venerato con particolare amore

Nascita di Giovanni il Battista
profeta

Le chiese d'oriente e d'occidente celebrano oggi la natività di Giovanni il Battista, profeta e precursore del Signore.
Figlio del sacerdote Zaccaria e di Elisabetta la sterile, Giovanni è frutto della promessa di Dio e annuncia i tempi messianici in cui la sterile diventa madre gioiosa di figli e la lingua dei muti si scioglie nella lode profetica. Con lui rivive la profezia e si fa più urgente il richiamo alla conversione rivolto da Dio al suo popolo.

Secondo la parola dell'angelo, Giovanni venne con lo spirito e la forza di Elia per preparare al Signore un popolo ben disposto. Egli visse nel deserto fino al giorno della sua manifestazione a Israele e lì, nella solitudine e nel silenzio, nell'ascesi e nella preghiera, si preparò alla sua missione.
Insieme a Gesù, il Battista è l'unico personaggio di cui il Nuovo Testamento narri la nascita, ed è l'unico santo celebrato dalla chiesa antica con più feste durante l'anno.

Quando nel IV secolo la nascita di Gesù venne fissata nel solstizio d'inverno, quella di Giovanni venne posta nel solstizio d'estate per rispettare la lettera del racconto evangelico. La coincidenza con il solstizio d'estate e l'inizio dell'accorciarsi delle giornate è stata vista dai padri come una conferma delle parole di Giovanni e della sua testimonianza al Cristo: «Egli deve crescere e io invece diminuire».
Asceta vissuto nel deserto, Giovanni è diventato ben presto il modello del monachesimo nascente ed è sempre stato venerato con particolare amore dai monaci, che nell'ascesi, nel silenzio, nella preghiera e nell'assiduità alle Scritture cercano di predisporre ogni cosa per poter accogliere Dio nelle loro vite.


TRACCE DI LETTURA

Annunciazione, concepimento, santificazione e nascita di Giovanni ci sono presentate in parallelo ad annunciazione, nascita, consacrazione di Gesù, e con questi dittici dei capitoli 1 e 2 del suo vangelo, con questi eventi della preistoria di Giovanni e di Gesù, Luca ci mostra che anche nell'infanzia Giovanni è stato il precursore del Messia ... Poi il silenzio del vangelo su Giovanni come su Gesù: Giovanni vivrà nel deserto fino al giorno della sua manifestazione a Israele, Gesù vivrà soggetto a Maria e Giuseppe a Nazaret. Per entrambi è il nascondimento, la crescita, la preparazione alla missione, al dies ostensionis ad Israel.
(E. Bianchi, Amici del Signore).


PREGHIERA

Dio onnipotente ed eterno,
tu hai voluto la nascita straordinaria
di Giovanni il Battista
per preparare al Cristo
un popolo ben disposto:
concedici di accogliere il suo invito alla conversione
e di seguire l'esempio della sua vita,
consacrata nella solitudine e nella preghiera,
affrettando la venuta del regno.
Per Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE

Is 40,1-9 (vigilia); Ml 3,19-24; At 13,22-26; Lc 1,57-66.80


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Nascita di Giovanni il Battista

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Natività di Giovanni Battista

COPTI ED ETIOPICI (17 ba'ūnah/sanē):
Latsūn di al-Bahnasā (?), monaco (Chiesa copto-ortodossa)
Garima (V-VI sec.), monaco
Apertura del secondo periodo dell'Insegnamento (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Nascita di Giovanni il Battista

MARONITI:
Natività di Giovanni il Battista

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Natività del venerabile e glorioso Profeta e Precursore Giovanni il Battista
Niceta di Remesiana (IV sec.), vescovo (Chiesa romena)

VETEROCATTOLICI:
Nascita di Giovanni il Battista

23 giugno

Samuele di Trento e compagni (+ 1475)
martiri ebrei

Nel 1475 muore sul rogo assieme a una trentina di compagni il commerciante ebreo Samuele di Trento. Alcuni mesi prima, essi erano stati accusati dell'omicidio del piccolo Simone, trovato la mattina di Pasqua orribilmente straziato nei pressi della casa di un ebreo della città.
Il clima fortemente antiebraico, alimentato dai toni esplicitamente antigiudaici delle predicazioni quaresimali di quel tempo, condussero in breve all'arresto e alla tortura di diversi ebrei, i quali vennero seviziati a più riprese e condannati per omicidio rituale, pur in assenza di prove significative.
La vicenda accaduta a Trento ebbe poi un ulteriore deplorevole prolungamento, con l'autorizzazione che la chiesa diede al culto del piccolo Simone, in poco tempo divenuto un martire venerato ben al di là dei confini della chiesa locale tridentina. Egli fu inserito nel Martirologio Romano dal Baronio, e per la sua festa furono in seguito concessi anche un Ufficio e una Messa propri.
Soltanto grazie all'indagine storiografica moderna, e in un mutato contesto culturale, si è giunti finalmente nel 1965 all'abolizione del culto della piccola vittima di Trento, grazie a un atto ufficiale di papa Paolo VI.
In questo giorno è allora doveroso ricordare, accanto a Simone, vittima innocente della crudeltà umana, Samuele e i suoi compagni, i quali furono le vere vittime dell'odium fidei che troppo spesso nella storia i cristiani hanno alimentato contro i figli d'Israele.


TRACCE DI LETTURA

Dopo Hitler, il perdono è ancora possibile? Ma non è proprio a partire dalle nostre esitazioni che il trionfo di Hitler sembra aver reso impossibile il perdono? E se il perdono fosse la chiave che apre tutte le porte, chi dovrà farne uso? A chi bisognerà offrirlo? A chi invece domandarlo? È oggi forse il tempo di proporre tale chiave agli ebrei, mentre noi non sappiamo servircene? Non sarà invece l'ora in cui noi per primi ci mettiamo a chiedere perdono agli ebrei? E che fare se rifiuteranno, per mille ragioni, di accordarcelo? Sappiamo fin troppo bene quanto questa grazia quotidianamente invocata sia difficilmente vissuta e riverberata, e altrettanto facilmente esigita dagli altri, come se la grazia che ci è fatta potesse diventare un dovere da proporre ai nostri interlocutori. I cristiani non hanno da annunciare null'altro che il perdono riconciliatore. E se non possono parlarne, possono viverlo, vale a dire, a seconda dei casi, accordarlo o chiederlo.
Quando si tratta del rapporto dei cristiani con il popolo d'Israele, non è inutile sottolineare con franchezza un dato essenziale: perché l'incontro e il dialogo fra ebrei e cristiani abbia realmente luogo, sono i cristiani che devono, per primi, chiedere perdono a Dio e al popolo d'Israele, vale a dire agli ebrei.
(F. Lovsky, La lacerazione dell'assenza).


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Etheldreda (+ 678), badessa di Ely

COPTI ED ETIOPICI (16 ba'unah/sane):
Onofrio (IV-V sec.), anacoreta (Chiesa copta)

LUTERANI:
Argula von Grumbach (+ 1568), testimone della fede in Baviera

MARONITI:
Agrippina (III sec.), martire
Terzo concilio ecumenico (431)
Zenone e Zena, martiri
Giuseppe Cafasso (+ 1860), presbitero

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Agrippina di Roma e compagni, martiri
Ritrovamento delle reliquie di Basilio (1609), vescovo di Rjazan
Sinassi dei santi di Rjazan
Giovanni (+ 1715), metropolita di Tobolsk
Sinassi dei santi della Siberia (Chiesa russa)