Gesù ci segue, ci stringe, cammina con noi

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Gesù, incessantemente sospinto dallo Spirito nei deserti del mondo, continua senza sosta a passare in mezzo a noi, chiamando alla sua sequela e attirando sulle sue orme di Uomo universale anche quelli che non conoscono il suo nome ma amano condividere lo stesso pane. Può sembrare strano che, anche dopo essere risalito presso il Padre con la sua ascensione attraverso i cieli, egli continui a camminare lungo le strade degli uomini …

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Contemplando amicizia e amore

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1. Domandò l’amico al suo amato se in lui fosse rimasto qualcosa da amare. Rispose l’amato che l’amore dell’amico poteva moltiplicarsi solo nell’amare.

18. Vi fu un parlare tra gli occhi e la memoria dell’amico perché gli occhi dicevano che niente è come vedere l’amato senza ricordarlo, mentre per la memoria è grazie al ricordo che l’acqua ruscella fino agli occhi e il cuore s’infiamma d’amore.

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Immagine di Dio: l’essere umano

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Dio è nel mondo là dove c'è l’uomo! Ecco perché all’uomo è concesso il dominio all’interno del creato (Gen 1,26), ma non si tratta di una potestà che autorizza l’uomo a spadroneggiare o di cui può abusare: in tutto questo egli è e deve restare il rappresentante di Dio, del Creatore, di Colui che crea continuamente mantenendo in vita il creato.

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Una felicità piuttosto paradossale...

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Nella lingua ebraica non c’è un termine che corrisponda veramente al nostro concetto di “felicità”, benché molti lo sfiorino da vicino. Neanche il conosciutissimo sostantivo shalom è interamente corrispondente. In ultima analisi, il termine ashrè, spesso tradotto con “felice” o “beato”, è probabilmente quello che più si avvicina a ciò che normalmente intendiamo per “felicità”: in effetti sembra evocare una fortuna durevole, un successo, un’evoluzione in atto. Ma, oltre al fatto che la felicità che designa spesso ha qualcosa a che fare anche con Dio o con la Sapienza, che consiste nel conformarsi all’ordine del Creatore, resta difficile discernere cosa esattamente significhi questo termine. Inoltre la parola ashrè e il verbo che da essa deriva ricorrono quasi soltanto per proclamare “felice” qualcuno che non necessariamente ha la sensazione di esserlo.

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Misericordia: il nome di Dio

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La Bibbia ci dice: “Dio è amore” (1Gv 4,8), cioè comunicazione di se stesso. Prima di tutto, Dio è comunicazione di se stesso nella Trinità. Dio non è un Dio solitario, il Dio trinitario è comunione. L’aspetto esteriore di quest’amore e di questa comunicazione in se stessa è la misericordia. Essa è la fedeltà di Dio a se stesso, che è amore. Poiché Dio è fedele a se stesso, egli vuole comunicare il suo essere prima nella creazione, poi nella storia della salvezza; egli non può fare altrimenti che perdonare e dare una nuova chance a ogni peccatore che si pente e si converte … Nella sua misericordia Dio apre il suo cuore e ci lascia guardare nel suo cuore. Così papa Francesco, quando gli ho dato il libro sulla misericordia solo qualche giorno dopo che era stato pubblicato in traduzione spagnola, mi ha detto: “Misericordia, questo è il nome del nostro Dio!”.

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