Attraversare il dubbio

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16 luglio 2024

“Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?” (v. 2): è la domanda che Giovanni Battista, nella solitudine del suo isolamento in prigione, pone attraverso i suoi discepoli a Gesù. La sua ricerca e attesa di colui che è “più forte” e “battezzerà in Spirito santo e fuoco” (Mt 3,11), ricerca che in Gesù aveva trovato risposta, ora non è più così certa: l’uomo che ha vissuto nel deserto alla ricerca e in attesa del Messia è attraversato dal dubbio.

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La vita si salva donandola

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15 luglio 2024

Gesù ha appena detto ai suoi discepoli/e: “Neppure un passero cadrà a terra senza avere il Padre accanto a sé”. E “Voi valete più di molti passeri” (Mt 10,29.31). È questa la fede, la fiducia nel Padre che Gesù ci comunica perché diventi la nostra e ci liberi dall’essere ostaggio della paura della nostra morte. Perché l’amore di Dio, che è misericordia, fedeltà, tenerezza, compassione, amore più forte della morte, “è eterno”, “per sempre” e “vale più della vita”- canta la Bibbia mille volte (cf. Sal 118,1 ss; 136,1 ss; Sal 63,4).

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Una fede che diventa speranza

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13 luglio 2024

Il capitolo 10 dell’evangelo secondo Matteo in cui è inserito il brano di oggi, riguarda la missione dei Dodici: Gesù li chiama a sé per inviarli “alle pecore perdute della casa di Israele”, per comunicare tramite loro la buona novella che è venuto a portare. Una buona novella che capovolge i nostri pensieri di quieto vivere, il nostro ideale di vivere senza contraddizioni, senza fatiche e persecuzioni.

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Accorti come serpenti, semplici come colombe

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12 luglio 2024

Il testo di oggi fa parte del discorso missionario del vangelo secondo Matteo (Mt 9.36-10.42). La compassione di Gesù per le folle che appaiono “stanche e affaticate come pecore senza pastore” è il motivo dell’invio dei discepoli. La cura di coloro che ha di fronte, il desiderio di dare ciò di cui hanno bisogno, il ridare il senso alle loro vite (sono pecore perdute: cf. Mt 10,5), questo è il vero significato dell’invio dei discepoli. Non una propaganda solo di parole, ma il mostrare una via per ritrovare una vita piena e dignitosa. 

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Se vuoi avere la vita vera ed eterna…

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11 luglio 2024

“Che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. La domanda che il vangelo di oggi, per questa festa di san Benedetto, pone in bocca al ricco è la domanda che abita il cuore di ogni uomo e di ogni donna, in maniera più o meno consapevole, e che è all’origine di ogni cammino di vocazione cristiana e monastica, se davvero comprendiamo la “vita eterna” come quella pienezza di vita che inizia già qui e non riguarda solo l’al di là. Che cosa fare dunque per avere la vita vera? 

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Glorie e miserie della comunità apostolica

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10 luglio 2024

Il brano evangelico odierno presenta la comunità dei dodici apostoli (Mt 10,2) nel momento in cui Gesù li invia per ad annunciare in opere (v. 1) e in parole (v. 7) che “il Regno dei cieli è vicino” (v. 7). L’impegnativa testimonianza dell’avvento del Regno è affidata a un esiguo numero di uomini disomogenei tra di loro: che cosa potrà tenerli insieme e come potranno adempiere l’incarico loro affidato da Gesù?

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Una compassione che guarisce

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9 luglio 2024

Due ciechi seguono Gesù e gli chiedono di aver pietà di loro. A differenza degli altri sinottici, Matteo non esplicita che chiedono di riavere la vista, e nemmeno Gesù fa menzione di questo dato che resta non detto. Semplicemente i due ciechi credono che Gesù può fare “questo”, cioè aver pietà di loro. E “questo” si traduce nel rendere loro la vista. C’è piena empatia tra i ciechi e Gesù: questi infatti sanno che basta invocare pietà da Gesù ed egli troverà il modo per rispondere al loro bisogno primario. 

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