La beatitudine di chi è in cammino

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1 agosto 2024

Oggi facciamo memoria di S. Eusebio di Vercelli, primo pastore della nostra chiesa locale. Eusebio giunse a Vercelli nel 345. La chiesa gli ha riconosciuto il titolo di martire a causa delle sofferenze da lui subite per la fede. Fu condannato all’esilio dall’imperatore Costanzo per aver difeso il credo del concilio di Nicea. In lui possiamo incontrare la testimonianza di un credente che ha incarnato la Parola di Dio, che oggi è proposta alla nostra meditazione: la beatitudine dei perseguitati.

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Nascondimento

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31 luglio 2024

“C’è una cosa che si può trovare in un unico luogo al mondo: è un grande tesoro, lo si può chiamare il compimento dell’esistenza. E il luogo in cui si trova questo tesoro è il luogo in cui ci si trova”. Così Martin Buber, ne Il cammino dell’uomo commenta la storia di Rabbi Eisik, che aveva creduto di dover andare da Cracovia fino a Praga, a cercare un tesoro sotto il ponte del palazzo reale, per poi accorgersi che il tesoro si trovava sotto la stufa di casa sua. Ovviamente, questa storia, per essere accettabile, suppone che uno abbia una casa e magari anche una stufa, cioè abbia un luogo in cui possa trovarsi e in cui fare una vita dignitosa.

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La zizzania che divide il grano

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27 luglio 2024

Stiamo leggendo in questi giorni il capitolo 13 del Vangelo secondo Matteo: ci vengono riportate parole di Gesù sul Regno dei cieli, immagini descritte anche dagli altri evangelisti per provare a delineare, o almeno a evocare, dei tratti del Regno che Gesù stesso è venuto ad annunciare e a rendere presente. Il regnare di Dio nella storia degli uomini e delle donne di ogni tempo trae spunto da immagini della quotidianità che Gesù stesso viveva: Dio ci viene incontro lì dove siamo. 

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Seguire Gesù fino alla fine

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25 luglio 2024

Oggi facciamo memoria di S. Giacomo di Zebedeo apostolo, uno tra i primi chiamati alla sequela di Gesù. Fu testimone di alcuni degli eventi più importanti della vita di Gesù come la Trasfigurazione e il momento al Getsemani. Insieme al fratello Giovanni venivano soprannominati da Gesù come “figli del tuono”; doveva infatti avere un carattere forte, impulsivo e irruento. 

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