Gesù è la nostra pace

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10 maggio 2024

Nel capitolo 14 del vangelo di Giovanni si registra lo smarrimento dei discepoli di fronte all’ormai prossima separazione da Gesù. Gesù cerca di rassicurarli: questa separazione non sarà un abbandono,perché la sua fedeltà non viene meno. Ci resta il suo amore, la presenza dello Spirito santo, la preghiera efficace nel suo Nome, il dono della sua pace.

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Amici di Gesù, custodi dell’amore

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9 maggio 2024

“Se mi amate…”: Gesù chiede di amarlo. Lo desidera. L’immagine corregge una visione troppo unilaterale dell’amore del Padre in Gesù verso gli esseri umani. A volte sottolineando troppo la gratuità, l’immeritatezza, l’eccedenza, la sovrabbondanza dell’amore divino per gli esseri umani, sempre peccatori, cattivi, nemici, immeritevoli, incapaci di credere e di amare, si riduce questi a recettori passivi di qualcosa che li raggiunge dall’esterno da parte di qualcuno che sembra avere di mira la propria prestazione, lasciando però l’altro in situazione di inferiorità, poiché Dio è autosufficiente. 

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Né visto né conosciuto

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8 maggio 2024

Per Giovanni la cena/lavanda e i discorsi che la seguono, si collocano dopo l’equivalente del Getsemani (cf.12,23-33): le parole del Signore vanno comprese alla luce di questo. Gesù “non turbato”, che rassicura i discepoli, è il punto di arrivo della sua faticosa obbedienza, di un combattimento affrontato e superato accogliendo la sconfitta, perché vittoria non è trionfare ma accogliere (cf. Gen 32,25ss; Giacobbe e l’angelo). Rivela allora che il fallimento è per lui esplicitazione del servizio già prestato e svelamento della struttura sovversiva della comunità cristiana, in cui il “Signore e maestro” è il servo di tutti. Propone così autorevolmente di vivere il fallimento comunitario, tradimento, l’impossibilità a seguire, il rinnegamento, come occasioni di fiducia in Chi ha chiamato.

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Un Dio solidale dei nostri scacchi

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7 maggio 2024

L’Evangelo secondo Giovanni è spesso paradossale, non per il gusto del paradosso, ma perché, narrando l’opera di Dio nella storia, è ben conscio che il solo dire che Dio agisce nella storia è già una parola contraddittoria perché, come direbbe Qohelet, “Dio sta nei cieli e tu, uomo, sei sulla terra” (cf. Qo 5,1) e non si devono confondere i piani.

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Anche Gesù è in ascolto

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6 maggio 2024

Come le sue pecore ascoltano la sua voce ed egli le conosce ed esse lo seguono (v. 27), così anch’egli, Gesù, è in ascolto, in ascolto del Padre, che di lui parla, di lui testimonia, per mezzo di lui e in lui agisce. E le sue opere sono per Gesù stesso una conferma, una testimonianza della sua missione, del suo venire da presso il Padre.

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Guardare all’umanità di Gesù

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3 maggio 2024

Il testo liturgico di oggi si trova all’interno dei cosiddetti “discorsi di addio” di Gesù nel IV vangelo, parole che Gesù dice ai suoi discepoli prima della passione, per dar loro coraggio, per far loro intravedere le ragioni di fiducia che si celano anche al cuore del momento più buio della sua vicenda umana, per far cogliere loro che al fondo di tutto c’è un Dio che vuole vita in abbondanza per gli uomini sue creature (Gv 10,10). Perché comprendano che la parola definitiva è l’Amore, non la morte.

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