Parole belle, dolci, essenziali

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18 maggio 2024

Da Gesù impariamo l’arte della preghiera. La preghiera è un atto vitale ed è un mestiere che non può mai lasciarci tranquilli. Non è un dovere da assolvere, che si può rinchiudere tra le navate e il presbiterio di una chiesa o nel segreto della propria stanza, in tempi più o meno programmati. Non basta. È l’inquietudine delle inquietudini, è ricerca affannosa, è navigazione in alto mare, è traccia di cammino nella bufera delle nostre vicende umanissime. 

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Il nome di Dio

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17 maggio 2024

Giovanni 17 è al contempo preghiera di Gesù rivolta al Padre e messaggio ai suoi, una preghiera ad alta voce tesa a risvegliare la coscienza dei presenti e delle generazioni future sul nome di Dio - “Ho manifestato il tuo nome agli uomini” (Gv 17,6) - e sulla relazione che intercorre tra il Padre, il Figlio e i discepoli. Non a caso è chiamata preghiera dell’unità o per l’unità della Chiesa. “Perché tutti siano una sola cosa: come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17,21). 

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Solo l’amore può vincere il mondo

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16 maggio 2024

La separazione forzata da una persona amata, che ha saputo arricchire la nostra umanità, non è mai qualcosa che si possa accettare facilmente e in poco tempo. L’Ascensione che abbiamo da poco celebrato ricorda proprio questo: il distacco di Gesù dai suoi discepoli. Se in Luca questo distacco è preceduto dalla presenza rinnovata e nuova di Gesù in mezzo ai suoi, che si prolunga per la durata simbolica di quaranta giorni, in Giovanni lo stesso ruolo di preparazione è svolto dal lungo discorso che Gesù rivolge ai discepoli dopo aver lavato i loro piedi, venuta l’ora di tornare al Padre, ora dell’amore giunto a pienezza (cf. Gv 13,1).

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“Il mio peso è il mio amore”

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14 maggio 2024

L’amore come provenienza e mèta, come dono e comandamento, come dimora e gioia: è questo il testamento di Gesù per coloro che camminano sulle sue tracce. «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore, perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,9.11).

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Io e voi

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13 maggio 2024

Siamo immersi nel flusso di un lungo discorso che l’evangelista Giovanni colloca all’interno del racconto della passione. È un discorso senza repliche, in cui è solo Gesù a parlare, circondato dal silenzio. I discepoli, un’intera comunità sembra aver bisogno di questo tempo di silenzio per poter appropriarsi di ciò che Gesù sta dicendo. Concediamoci anche noi, ritagliamolo nelle nostre giornate, il silenzio dell’ascolto della Parola che dà vita.

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Rimanete!

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11 maggio 2024

Dopo aver detto ai discepoli, nei versetti precedenti al brano di oggi, che sta per tornare al Padre, Gesù si paragona ad una vite. “Io sono la vite”, afferma al v. 1 che apre il brano. Un'immagine molto bella che merita un approfondimento. Innanzitutto Gesù si paragona ad un essere vivente che cresce, che non rimane statico, non è un oggetto inanimato, ma si estende nel tempo e nello spazio. 

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