"Se tu fossi stato qui...Se tu credi"

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23 marzo 2024

Il brano della resurrezione di Lazzaro è il vangelo della 5° domenica di Quaresima dell’annata A, ma a Bose lo riproponiamo ogni anno come approccio alle celebrazioni pasquali, per ricordarci, con la liturgia bizantina del Grande Sabato di Lazzaro, che “ogni uomo che muore si chiamerà Lazzaro, poiché rialzandosi alla voce di Cristo, vivrà per sempre”.

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Cosa Dio spera da noi?

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22 marzo 2024

Ecco una domanda importante: “Qual è il comandamento più importante?” Nell’ebraismo che aveva trovato e elencato nelle sue Scritture ben 613 comandamenti, era logico – almeno così pensiamo noi – cercare di stabilire una certa gerarchia. Impossibile, infatti, tener d’occhio l’imponente massa delle cose da fare o da evitare. 

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Una sapienza diversa

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21 marzo 2024

Stupiscono l’agire e le parole di Gesù. Gesù si muove fuori dall’ordinario, spiazza i suoi interlocutori, mostra una sapienza e una libertà che gli altri non si aspettano, si rivela in qualche modo imprevedibile, inafferrabile, e quindi, anche solo per questo, non dominabile, e dunque pericoloso. Persona scomoda, persona non gradita, persona nei confronti della quale l’unico modo che i suoi avversari mostrano di avere per rivolgersi è quello della falsa adulazione, della menzogna che a loro dispetto grida una verità: “tu insegni secondo verità la via di Dio” (v. 16).

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Giuseppe, uomo giusto

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19 marzo 2024

Chi è Giuseppe? Matteo ce ne fornisce un ritratto sobrio e allo stesso tempo splendido. Giuseppe è innanzitutto un uomo generato da un altro, Giacobbe (cf. Mt 1,16). È l’anello di una lunga catena che, a partire da Abramo, e passando per Davide, testimonia la fedeltà incrollabile di Dio al suo popolo (Mt 1,1-16), di generazione in generazione. Ma è anche l’anello, in questa lunga catena, che rischia di spezzarsi: di lui non si dice, a differenza di tutti i suoi avi che “generò”. Giuseppe è solo “generato”. Una vita votata alla sterilità la sua? 

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Senza vera preghiera, la vita spirituale diventa vuota

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18 marzo 2024

Leggiamo oggi l’ultima parte di un racconto costruito “a sandwich”, caratteristico della scrittura dell’evangelista Marco. Ricordiamo il contesto: dopo l’entrata di Gesù a Gerusalemme e la sua acclamazione da parte del popolo, egli e i suoi discepoli escono dalla città e camminano verso Betania, presumibilmente ospiti di Marta, Maria e Lazzaro, amici del Signore. All’indomani, ritornando a Gerusalemme, lungo il cammino, passano accanto a un albero di fico. Gesù ha fame e guardando all’albero cerca un frutto, ma non ne trova.

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