8 Ottobre - Foto e sintesi
Uomo di cultura e uomo di studio, così il prof. Paolo Siniscalco delinea nella prima relazione di questa mattina, il profilo di Michele Pellegrino. Un accademico non tradizionale appassionato della lingua e della letteratura cristiana antica, professore animato da un fermo rigore scientifico e dal desiderio di diffondere lo studio delle fonti in un mondo accademico che ai tempi era alquanto diffidente nei confronti delle discipline storico-religiose.
Nella seconda relazione la professoressa Mazzucco ci ha offerto un ritratto di Michele Pellegrino come amico, guida e padre spirituale Uomo retto che sapeva consigliare, confermare, stare a fianco, ma anche uomo che era in grado di aprirsi, di dialogare, di mostrare e raccontare le sue fatiche e le sue paure.
Nel pomeriggio invece si sono alternate le due relazioni, quella del prof. Carlo Ossola e quella di don Oreste Aime che ci hanno permesso di fare luce sulla recezione da parte di Michele Pellegrino delle novità e soprattutto dell’intuizione del Concilio Vaticano II. La sua idea di popolo di Dio, la sua opzione preferenziale per i poveri e il suo rimettere al centro la chiesa locale, che sono alla base della stesura della “Camminare insieme”, niente altro sono che la messa in atto concreta di ciò che era emerso dal Concilio.
Nella seconda parte del pomeriggio si sono succedute quattro testimonianze della persona di Pellegrino quattro personaggio differenti, quattro angolature diverse e altrettanti modi per ricordare un padre, un vescovo, un amico, un compagno. L’ex sindaco di Torino, Novelli ha ricordato in particolare la saldezza, la fede e la fermezza davanti all’ingiustizia sociale del vescovo Pellegrino negli anni duri della contestazione, e del terrorismo. L’arcivescovo emerito di Ivrea, Luigi Bettazzi ha ricordato l’amicizia vissuta con Michele Pellegrino e lo sconvolgimento che la parresia che era solito utilizzare portò in alcuni ambienti ecclesiastici.
Il vescovo di Biella Gabriele Mana ha ricordato l’attenzione che il vescovo Pellegrino aveva per i sacerdoti della diocesi di Torino, la sua presenza discreta che infondeva coraggio. E infine il priore Enzo Bianchi ha sottolineato ancora la grande amicizia che lo ha legato a Michele Pellegrino, l’aiuto che e la fiducia che il vescovo ha dato alla comunità nei suoi inizi. E infine ha ricordato come in Padre Pellegrino questa forte parresia si univa sempre però ad una grande obbedienza e sottomissione, e proprio questo fece di lui un vero uomo della Parola e nello stesso tempo un vero uomo di Chiesa.