Warning: getimagesize(images/preghiera/martirologio/martirologio_luglio/08_01_maccabei.jpg): failed to open stream: No such file or directory in /home/monast59/public_html/plugins/content/multithumb/multithumb.php on line 1563

Warning: getimagesize(images/preghiera/martirologio/martirologio_luglio/08_01_maccabei.jpg): failed to open stream: No such file or directory in /home/monast59/public_html/plugins/content/multithumb/multithumb.php on line 1563

Warning: getimagesize(images/preghiera/martirologio/martirologio_settembre/09_30_gregorio.jpg): failed to open stream: No such file or directory in /home/monast59/public_html/plugins/content/multithumb/multithumb.php on line 1563

Warning: getimagesize(images/preghiera/martirologio/martirologio_settembre/09_30_gregorio.jpg): failed to open stream: No such file or directory in /home/monast59/public_html/plugins/content/multithumb/multithumb.php on line 1563

1 agosto

Multithumb found errors on this page:

There was a problem loading image 'images/preghiera/martirologio/martirologio_luglio/08_01_maccabei.jpg'
There was a problem loading image 'images/preghiera/martirologio/martirologio_luglio/08_01_maccabei.jpg'
Leggi tutto: 1 agosto

Eusebio di Vercelli (+ 371)
pastore

Nato in Sardegna all'inizio del IV secolo, Eusebio fu educato a Roma, dove venne ordinato lettore, e poi inviato a Vercelli per prendersi cura dei cristiani di quella città. Acclamato dopo breve tempo vescovo dalla popolazione locale, nel 345 fu consacrato da papa Giulio I primo pastore di quella chiesa che comprendeva allora larga parte del territorio piemontese.
Uomo sapiente e instancabile oratore dalla parola efficace, Eusebio diffuse e consolidò il cristianesimo tra le popolazioni delle regioni subalpine. Ispirandosi alla nascente tradizione monastica, egli fu il primo a introdurre in occidente la vita cenobitica per tutti i suoi collaboratori, riunendo i presbiteri della sua diocesi nel cenobio di Vercelli e offrendo loro una disciplina fatta di lavoro, studio e preghiera. Nel suo cenobio si formarono così i vescovi di molte altre diocesi dell'Italia settentrionale. Incrollabile difensore della fede di Nicea e del patriarca Atanasio di Alessandria, Eusebio non temette di affrontare l'imperatore Costanzo e l'ira degli ariani; pagò però la sua fermezza con l'esilio, prima in Palestina, e poi in Cappadocia e nella Tebaide, giungendo alle soglie della morte violenta; per questo la chiesa gli ha da sempre riconosciuto il titolo di martire.
Tornato a Vercelli nel 363, Eusebio collaborò fino alla morte con Ilario di Poitiers per ristabilire la fede apostolica nelle chiese piemontesi e transalpine.


TRACCE DI LETTURA

Mi rallegro, fratelli carissimi, della vostra fede, mi rallegro della salvezza che segue la fede, mi rallegro dei frutti che offrite non solo dove risiedete, ma anche a grande distanza. Come infatti l'agricoltore innesta l'albero buono che poiché produce frutti non subisce i colpi della scure e non è gettato nel fuoco, così anche noi alla vostra santità non desideriamo e non vogliamo offrire soltanto il servizio secondo la carne, ma la nostra stessa vita per la vostra salvezza.
(Eusebio di Vercelli, Lettere 2,2)


PREGHIERA

Dio nostro,
facendo memoria di Eusebio,
fondatore della chiesa locale piemontese
e difensore della fede in Cristo, uomo e Dio,
noi ti preghiamo:
illumina e fortifica i pastori della nostra chiesa
affinché con il loro ministero,
ci guidino sul cammino della verità e della santità.
Per Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE

1Gv 2,15-25 (vigilia); 2Ti 4,1-8; Mt 5,11-16


Leggi tutto: 1 agostoI 7 fratelli Maccabei (+ 166 a.C.)
martiri ebrei

Nel 166 a.C. vengono uccisi per ordine del re Antioco IV Epifane i sette fratelli Maccabei assieme alla loro madre, dopo che già era stato messo a morte l'anziano scriba Eleazaro, loro precettore. Con la morte essi testimoniarono la loro fedeltà alla legge del Signore e la speranza nella resurrezione dai morti.
Oltre agli ebrei, anche i primi cristiani ebbero grande ammirazione per questi martiri d'Israele, e li ritennero precursori dei martiri cristiani.
Secondo la tradizione, i Maccabei furono uccisi ad Antiochia, e il ricordo del loro martirio si diffuse rapidamente fino a essere celebrato universalmente già nel IV secolo dopo Cristo. La data odierna è quella in cui essi sono stati sempre ricordati tanto nei calendari orientali quanto in quelli occidentali.


TRACCE DI LETTURA

Ci fu in quell'epoca il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re a forza di flagelli e nerbate a cibarsi di carni suine proibite. Uno di essi, facendosi interprete di tutti, disse: «Che cosa cerchi di indagare o di sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei nostri padri ... Ma il Re del mondo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna».
(2Mac 7,1-2.9)


PREGHIERA

Noi ti preghiamo,
Signore amico degli uomini,
per le sofferenze che i tuoi martiri
hanno sopportato per te,
di guarire anche ogni nostra sofferenza.


LETTURE BIBLICHE

Eb 11,33-40; Mt 10,16-22


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Alfonso Maria de' Liguori (+ 1787), vescovo e dottore della chiesa (calendario romano e ambrosiano)
Felice di Gerona, martire
I Maccabei, martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (25 abīb/ḥamlē):
Dedicazione della chiesa di San Mercurio (Chiesa copta)
Ascensione di Enoch, profeta (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Gustav Werner (+ 1887), benefattore nel Württemberg

MARONITI:
Samona e i suoi 7 figli, martiri Maccabei

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Processione della santa e vivificante Croce a Costantinopoli
I sette fratelli Maccabei, martiri
Ritrovamento delle reliquie di Serafim di Sarov (1903) (Chiesa russa), vedi al 15 gennaio
Stefano Lazarević l'Alto (+ 1427) e la madre Milica (+ 1405) (Chiesa serba)

SIRO-OCCIDENTALI:
Samona e i suoi 7 figli, martiri Maccabei

VETEROCATTOLICI:
I 7 fratelli Maccabei e la loro madre, martiri

30 settembre

Multithumb found errors on this page:

There was a problem loading image 'images/preghiera/martirologio/martirologio_settembre/09_30_gregorio.jpg'
There was a problem loading image 'images/preghiera/martirologio/martirologio_settembre/09_30_gregorio.jpg'

Girolamo (ca 342-420)
padre della ch
iesa e monaco

Nel 420 muore a Betlemme Girolamo, padre della chiesa e monaco. Nato in Dalmazia negli anni '40 del IV secolo, Girolamo si recò a Roma per studiare i classici latini. Nella capitale dell'impero egli conobbe la vita ascetica dell'occidente, e si recò poi in oriente per conoscere la tradizione monastica del deserto siriaco. Giunto ad Antiochia, fu ordinato presbitero, suo malgrado, dal vescovo Paolino.
Tornato a Roma, Girolamo fondò sull'Aventino un luogo di preghiera frequentato dalle donne dell'aristocrazia romana, tre delle quali, Marcella, Paola ed Eustochio, lo seguiranno in Palestina nel 385. A Roma Girolamo acquisì un profondo amore per le Scritture, che non lo abbandonerà più fino alla morte. Uomo dal carattere passionale, egli ebbe amicizie intense, come quella con Rufino di Aquileia, che non tardarono a diventare contrapposizioni altrettanto profonde quando questioni di principio si frapposero tra lui e i suoi interlocutori. Alla morte di papa Damaso, deluso da molti di coloro che aveva amato sino ad allora, Girolamo lasciò tutto e ripartì per l'oriente, alla volta di Betlemme, dove, fondato un monastero maschile e uno femminile, si dedicò alla traduzione e al commento dei libri della Scrittura. È a lui che si deve la Vulgata, il testo latino della Bibbia che fu adottato in tutto l'occidente. Ma neppure nella solitudine monastica trovò pace, poiché venne coinvolto, per la sua conoscenza allora ineguagliabile delle Scritture, nelle grandi controversie teologiche del tempo. Nei suoi scritti, e in particolare nel suo vasto epistolario, Girolamo ha lasciato alla chiesa un tesoro monumentale di insegnamenti e intuizioni sulla vita cristiana e sull'ascesi monastica, ed è ricordato giustamente come uno dei più grandi dottori della chiesa indivisa.


TRACCE DI LETTURA

Ora ti domando, carissimo fratello, se non ti pare di abitare, già qui sulla terra, nel regno dei cieli, quando si vive fra i testi della Scrittura, li si medita, non si conosce o non si cerca di conoscere nessun'altra cosa.
Non vorrei che ti fosse di danno, nella sacra Scrittura, la semplicità e - vorrei dire - la banalità delle parole. Può essere che questa stesura dipenda da difetto d'interpretazione, oppure che sia stata fatta appositamente per renderne più facile la comprensione al pubblico, per far sì che in un'unica e medesima frase, tanto l'uomo di cultura quanto l'ignorante potessero coglierne il senso secondo la propria capacità.
Da parte mia non sono così superficiale e stupido da farmi passare per uno che tutte queste cose le conosce, o che vuol cogliere in terra i frutti di quelle radici che sono piantate in cielo. Confesso però che ne ho il desiderio e che ho pure voglia di impegnarmi con tutte le mie forze per intraprendere il cammino verso tale meta.
(Girolamo, Lettera 53,10)


PREGHIERA

Dio nostro,
tu hai concesso a Girolamo
di indagare con sapienza
la santa Scrittura
e di gustare la dolcezza della tua parola:
concedi anche a noi
di saperla ascoltare, meditare e contemplare,
perché essa
è il nostro cibo quotidiano
nel pellegrinaggio verso il regno.
Per Cristo nostro unico Signore.


LETTURE BIBLICHE

2Tim 3,14-4,5; Lc 24,40-49


Leggi tutto: 30 settembreGregorio l'Illuminatore (ca 260-328)
pastore

Gli antichi calendari d'oriente e d'occidente ricordano il 30 settembre Gregorio l'Illuminatore, apostolo degli armeni.
Gregorio era figlio di un principe parto, Anak, e nacque in Armenia perché il padre vi si era trasferito attorno alla metà del III secolo. In Armenia la sua famiglia, coinvolta nella congiura ordita dal re sassanide Artaserse per eliminare il re di Armenia Cosroe, fu sterminata dai figli di quest'ultimo, e Gregorio sfuggì alla morte riparando a Cesarea di Cappadocia. A Cesarea ricevette il battesimo cristiano, si sposò, ed entrò alla corte del re Tiridate, figlio di Cosroe. A motivo della sua fede cristiana e dell'appartenenza alla famiglia di Anak egli conobbe dure persecuzioni, fino a essere recluso nel carcere di Artaxata per quindici anni, dal 298 al 313.
Secondo i più antichi racconti agiografici, Gregorio guarì il re Tiridate da una grave malattia, e questi si convertì al cristianesimo. Per questo motivo, a Gregorio è attribuita tradizionalmente la conversione di gran parte dell'Armenia al cristianesimo.
Sul piano storico, è certo che Gregorio, una volta ottenuta la libertà, fu ordinato vescovo a Cesarea nel 314 dal vescovo Leonzio, e grazie all'aiuto delle chiese cappadocie riuscì a riorganizzare profondamente la vita dei cristiani armeni, portando il vangelo in territori dove non era ancora stato predicato.
Sempre secondo la tradizione, egli morì solitario, dopo essersi ritirato in una grotta vicino al villaggio di Thordan. Gli armeni ne ricordano in tre date differenti l'inizio della prigionia, la fine della prigionia e il ritrovamento delle spoglie mortali.


TRACCE DI LETTURA

L' inconoscibile venne nella carne e fu toccato e conosciuto nella carne; ed egli assunse liberamente su di sé tutte le passioni della carne, e soffrì nell'umiliazione, trovandosi in mezzo a stranieri. E senza esservi costretto da nessuno, ma per sua stessa indipendente volontà, egli portò tutto ciò, come sta scritto: «Io ho il potere di deporre la mia vita secondo il mio beneplacito, per poi riprenderla di nuovo». E nacque da una vergine e volontariamente adempì la volontà di colui che l'aveva inviato. Dice infatti: «Sono venuto a compiere la volontà del Padre mio», così da mostrare l'unica, indissolubile e indivisibile unità che regna tra di loro.
(Gli insegnamenti di san Gregorio 379-380)


PREGHIERA

Tu che sei sorto come il sole
per la vocazione donata da Cristo
e hai illuminato
la nostra terra di Armenia
con la conoscenza di Dio, Signore,
santo Gregorio,
intercedi incessantemente per le nostre anime.


LETTURE BIBLICHE

Eb 13,17-21; Mt 19,27-29


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Girolamo, traduttore delle Scritture, maestro della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Girolamo, presbitero e dottore della chiesa

COPTI ED ETIOPICI (20 tūt/maskaram):
Teopista (?), reclusa (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Girolamo, padre della chiesa a Betlemme

MARONITI:
Gregorio, vescovo di Armenia, confessore
Fidanzamento di Maria con Giuseppe

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Gregorio della Grande Armenia, ieromartire

SIRO-ORIENTALI:
Girolamo, dottore della chiesa (Chiesa malabarese)

29 settembre

Angeli e messaggeri del Signore

Le chiese d'occidente fanno oggi memoria degli angeli e messaggeri del Signore.
Gli angeli, secondo tutta la tradizione biblica, riassunta nella Lettera agli Ebrei, «sono spiriti inviati da Dio al servizio di coloro che devono ereditare la salvezza» (Eb 1,14). A loro, nella prima come nella nuova alleanza, Dio affida il compito di trasmettere la sua volontà al popolo d'Israele o a uomini da lui prescelti per una missione particolare. Certo, Paolo ricorda che «uno solo è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini: l'uomo Cristo Gesù» (1Tm 2,5), tuttavia le chiese cristiane hanno fin da principio riconosciuto un ruolo ai messaggeri di Dio nell'economia del Verbo: nel Nuovo Testamento è agli angeli che viene affidato l'incarico di annunciare l'incarnazione del Figlio di Dio, di custodirne il cammino terreno, di proclamarne la resurrezione, di spiegame l'ascensione, di accompagnarne il ritorno glorioso. Secondo la testimonianza degli antichi testi eucaristici d'oriente e d'occidente, i messaggeri di Dio celebrano alla presenza del Signore un'ininterrotta liturgia celeste, alla quale la liturgia della chiesa sulla terra non fa che unirsi per proclamare Dio tre volte Santo.
Con gli interrogativi posti alla fede in epoca moderna, tra le diverse confessioni cristiane sono sorte divergenze di comprensione, tuttora in attesa di approfondimento, riguardo al ruolo che gli spiriti angelici rivestono nel tempo della chiesa, per vegliare su di essa e sui singoli credenti.


TRACCE DI LETTURA

La mediazione non è sostanzialmente più necessaria, là dove il Figlio ha il Padre presso di sé e dimora anzi nel seno del Padre e agisce a partire dal proprio vedere, ascoltare e toccare il Padre, in forza della propria potestà ricevuta direttamente dal Padre. E tuttavia gli angeli non possono mancare, in primo luogo perché fanno parte della gloria celeste del Figlio dell'uomo, ma in secondo luogo e soprattutto perché devono rendere visibile il carattere sociale del regno dei cieli, nel quale il cosmo dev'essere trasformato. Non deve sorgere l'impressione che il regno che il Figlio è venuto a fondare e che certamente incarna nella sua totalità (come autobasileía), sia un luogo solitario nell'assoluto. Piuttosto questo luogo in Dio, al quale devono essere condotti i redenti della terra, è fin dall'inizio «la città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste», con le sue innumerevoli schiere di angeli, la comunità festosa dei primi nati.
(H. U. von Balthasar,  Gloria I. La percezione della forma)


PREGHIERA

Dio della luce,
tu hai affidato agli angeli
il ministero della lode continua
alla tua presenza
e li hai voluti quali tuoi messaggeri
per noi uomini:
concedi a noi,
pellegrini sulla terra,
la protezione delle creature del cielo,
perché possiamo
insieme con loro nel regno
contemplare sempre
la gloria del tuo volto.
Per Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE

Gen 28,10-19; Eb 12,18-24; Gv 1,47-51


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Michele e tutti gli angeli

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Michele, Gabriele e Raffaele, arcangeli (calendario romano e ambrosiano)
Michele, arcangelo (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (19 tūt/maskaram):
Terzo giorno della Croce gloriosa

LUTERANI:
Michele, arcangelo, e tutti gli angeli

MARONITI:
Ruhana (Ciriaco) il Cantore (+ ca 553), confessore

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Ciriaco l'Anacoreta, monaco
Cipriano di Kiev (+ 1406), vescovo (Chiesa russa)
Kukša di Odessa (+ 1961), monaco (Chiesa ucraina)

SIRO-OCCIDENTALI:
Arrivo in Egitto di Severo di Antiochia

VETEROCATTOLICI:
Michele e tutti gli angeli