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20 marzo

Serapione di Thmuis (IV sec.)
monaco e pastore

Il 20 marzo l'antico Sinassario Alessandrino riporta la memoria di Serapione, asceta nel deserto egiziano e poi vescovo di Thmuis.
Serapione fu una figura di primissimo piano nella chiesa copta del IV secolo. Monaco nel deserto interiore, confidente di Antonio che gli lasciò in eredità, in maniera molto simbolica, una delle sue tuniche di pelle, Serapione accettò la nomina episcopale per contribuire a difendere la fede della chiesa, seriamente minacciata dagli ariani, ma soprattutto dai manichei. Per contrastare questi ultimi Serapione scrisse un trattato sulla dignità e l'importanza dell'Antico Testamento per la fede cristiana, che denota al tempo stesso una notevole finezza d'ingegno e una assidua frequentazione delle Scritture.
Serapione fu un polemista dai toni pacati, ebbe una sincera amicizia con Atanasio, che difese a più riprese dai detrattori, e contribuì in modo notevole alla pacificazione tra le fazioni che dividevano in modo profondo la chiesa nel IV secolo.
Egli morì in esilio sotto l'imperatore Costanzo, e per questo motivo Girolamo lo ricorda con il titolo di confessore della fede.


TRACCE DI LETTURA

È Gesù Cristo all'origine della vostra decisione, buona e lodevole, di farvi monaci, e sarà lui stesso a portarla a compimento. Egli vi dona, o monaci, una pazienza e una fine mirabili, egli si fa cammino percorribile per tutti coloro che desiderano essere salvati. Affrettandovi a percorrere questa via sin da principio, voi avete come compagno di viaggio il nostro Signore e Salvatore, come Dio disse a Israele: «Non ti lascerò e non ti abbandonerò».
Assieme a voi e grazie a voi, o monaci, è beato anche il mondo: voi santificate il deserto, e le vostre preghiere salvano l'intera umanità.
(Serapione di Thmuis, Lettera ai monaci )


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Cuthbert (VII sec.), vescovo di Lindisfarne, missionario

COPTI ED ETIOPICI (11 baramhāt/maggābit):
Basilio di Cherson (III-IV sec.), martire (Chiesa copto-ortodossa)
Serapione, vescovo di Thmuis (Chiesa copto-cattolica)
Alēf (V-VI sec.), monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Alberto di Prussia (+ 1568), sostenitore della Riforma

MARONITI:
Fotina la Samaritana e compagni (I sec.)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
I 20 monaci di San Saba (+ 797 ca), martiri

19 marzo

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Leggi tutto: 19 marzoGiuseppe, padre di Gesù secondo la Legge,
testimone

Giuseppe era discendente di David, e il vangelo di Matteo lo definisce sobriamente: «Lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato il Cristo» (Mt 1,16) e «uomo giusto» (Mt 1,19). Egli ebbe il compito di legare Gesù alla discendenza davidica, di riassumere le figure dei patriarchi, che spesso avevano ricevuto in sogno la rivelazione di Dio, e di far ripercorrere al piccolo Gesù il cammino dell'esodo, inserendolo pienamente nella storia di Israele per renderlo erede delle promesse. Uomo del silenzio, Giuseppe apprese nella sua quiete orante, giorno dopo giorno, la volontà del Signore. Dopo il ritorno dall'Egitto, nulla ci è detto a suo riguardo. Un'antica leggenda vuole che egli abbia terminato i suoi giorni in una grande pace, indicando nel figlio Gesù, riconosciuto come Messia, il motivo della sua serenità di fronte alla fine della vita terrena. Per questo motivo, nella tradizione occidentale si cominciò presto a invocarne l'intercessione per ricevere il dono di una buona morte.
Le chiese bizantine ricordano Giuseppe assieme a David e a Giacomo fratello del Signore nei giorni che seguono il Natale. Nella chiesa copta la sua memoria era celebrata già nel V secolo. In occidente, invece, una vera e propria festa di Giuseppe si sviluppò soltanto in epoca moderna e divenne festa di precetto nel 1621.
In epoca recente, malgrado il suo inserimento nel Canone romano per volere di papa Giovanni XXIII, la festa di Giuseppe è stata privata della solennità che da poco aveva acquisito, quasi a segnare la discrezione e il silenzio che accompagnano sin dai primi secoli la memoria di colui che fu il padre di Gesù secondo la Legge.


TRACCE DI LETTURA

Giuseppe dalle labbra chiuse è l'uomo dell'interiore; fa parte di quella coorte di silenziosi per i quali parlare è perdere tempo, è soprattutto tradire l'Intraducibile, l'Ineffabile. Giuseppe dalle labbra chiuse è l'uomo che comincia là dove Giobbe finisce, che nasce con la mano sulla bocca. Ha un senso enorme di Dio, della dismisura del suo Essere e della sua pazzia d'amore.
Dopo il ritorno dall'Egitto, Giuseppe scompare. Credetemi, questa morte, questo transitus del beato Giuseppe non ha nulla di triste. Il suo silenzio è lo stesso di Dio. È riempito dalla forza dell'Amore.
(L.-A. Lassus, Pregare è una festa)


PREGHIERA

Dio nostro,
tu hai voluto che tuo Figlio Gesù
fosse chiamato il figlio di Giuseppe
per adempiere la promessa fatta a David:
accordaci di accogliere con semplicità
il mistero dell'incarnazione,
come l'ha accolto
l'umile e giusto falegname di Nazaret.
Per Cristo nostro Signore.


LETTURE BIBLICHE
2Sam 7,8-16; Rm 4,13-22; Mt 1,16-25


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Giuseppe di Nazaret

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Giuseppe, sposo della beata vergine Maria (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (10 baramhāt/maggābit):
Ritrovamento della Croce gloriosa
Takaśta Berhān (XIV sec.), monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Giuseppe di Nazaret
Michael Weiße (+ 1534), presbitero e poeta in Boemia

MARONITI:
Giuseppe di Nazaret, confessore

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Crisanto, Daria e compagni (+ 283), martiri

SIRO-ORIENTALI:
Giuseppe di Nazaret (Chiesa caldea e malabarese)

VETEROCATTOLICI:
Giuseppe, padre adottivo di Gesù

18 marzo

Cirillo di Gerusalemme (ca 315-386)
pastore

Il 18 marzo del 386 o del 387 muore a Gerusalemme Cirillo, pastore della chiesa gerosolimitana. Cirillo era nato attorno al 315 nei pressi della Città Santa, e nessuna informazione attendibile ci è giunta riguardo alla sua giovinezza. Quel che è certo è che egli fu ordinato presbitero all'età di trent'anni, e che dopo poco più di tre anni, e con un'elezione molto contestata, gli fu affidato il seggio episcopale di Gerusalemme. I dubbi e le maldicenze sulla sua persona lo accompagneranno per tutta la vita, soprattutto per il fatto che i suoi due vescovi consacranti erano filoariani. Ma Cirillo, a dispetto delle umiliazioni patite, maturò, grazie all'ascolto costante delle Scritture, un sensus fidei che lo porterà ad essere uno dei grandi difensori della fede apostolica. Condannato per tre volte all'esilio da imperatori o sinodi arianeggianti, Cirillo fu animato da un sincero spirito di carità e di attenzione per i poveri. Ma soprattutto coltivò un appassionato interesse per l'educazione religiosa dei fedeli. Le sue Catechesi, di schietta ispirazione biblica - sebbene non tutte di certa attribuzione - ne fanno uno dei più grandi annunciatori del vangelo dell'antichità. Non si può infine nascondere un'ombra, che non muta la grandezza dell'esempio che Cirillo ci ha lasciato in molti altri settori. Come altri padri della chiesa, egli non ebbe una piena comprensione del mistero di Israele, e si oppose con toni talmente veementi alla ricostruzione del Tempio di Gerusalemme, da contribuire in modo significativo a quell'antigiudaismo che soltanto sedici secoli dopo la chiesa comincerà a ricusare.


TRACCE DI LETTURA

La chiesa è detta cattolica perché abbraccia tutti i luoghi dell'universo, da un'estremità all'altra della terra; perché insegna la totalità dello scibile riguardo alle verità necessarie, senza omissione, sulle cose visibili e invisibili, celesti e terrestri; perché ha come referente religioso l'universo degli uomini, capi e sudditi, dotti e indotti, che è chiamata a raggiungere per condurre tutto il genere umano al culto in verità. Essa rende inoltre disponibile un rimedio universale e una cura per ogni sorta di peccato, dell'anima e del corpo, e possiede in sé ogni genere di forza, sia che la si possa esprimere a parole o mediante grazie di ogni sorta.
(Cirillo di Gerusalemme, Catechesi 18,23)


PREGHIERA

O Dio,
che con l'insegnamento di san Cirillo
hai guidato la tua chiesa
a comprendere la profondità dei misteri cristiani,
donaci, per sua intercessione,
di conoscere te e colui che hai mandato,
Gesù Cristo tuo Figlio,
per possedere la pienezza della vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE:
Pr 4,1-9; Gv 16,12-15


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Cirillo, vescovo di Gerusalemme, maestro della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Cirillo di Gerusalemme, vescovo e dottore della chiesa (calendario romano)

COPTI ED ETIOPICI (9 baramhāt/maggābit):
Conone di Isauria (III sec.), martire (Chiesa copto-ortodossa)
Arriano (IV sec.), martire (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Cirillo di Gerusalemme, vescovo e dottore della chiesa
Marie Schlieps (+ 1919), testimone fino al sangue in Lettonia

MARONITI:
Cirillo di Gerusalemme, confessore

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Cirillo, arcivescovo di Gerusalemme
Ritrovamento delle reliquie di Teodoro di Smolensk e dei suoi figli (1463) (Chiesa russa)

SIRO-ORIENTALI:
Cirillo di Gerusalemme, vescovo (Chiesa malabarese)

17 marzo

Patrizio d'Irlanda (ca 390-461)
pastore

Le chiese d'occidente ricordano oggi Patrizio, evangelizzatore e primo vescovo dell'Irlanda.
Nato nella Cornovaglia britannica attorno al 390, non ancora sedicenne Patrizio era stato catturato da pirati irlandesi che lo avevano rivenduto come schiavo in Irlanda. Nei sei anni di cattività, in cui Patrizio fece il pastore, la sua solitudine fu colmata dalla presenza sempre più consolante del Signore nel suo cuore. Fuggito dall'Irlanda, Patrizio si preparò all'ordinazione presbiterale, e forse soggiornò per un certo tempo in qualche monastero della Gallia. Non si sa con certezza se abbia mai emesso i voti monastici, anche se è chiaro il grande amore che aveva per i monaci e per la loro intimità con il Signore. Patrizio si nutrì con assiduità della Scrittura, nella quale infine troverà la sua vocazione di annunciatore del vangelo sino agli estremi confini della terra. Nel 432 Patrizio venne inviato come vescovo in Irlanda. Da quel momento, per trent'anni egli percorse in lungo e in largo l'isola diffondendo il vangelo, costituendo comunità e dando un'organizzazione agli sparuti gruppi di cristiani che già esistevano in quella terra. Spesso disprezzato dagli ibernici perché straniero, contrastato in seno alla chiesa per la sua cultura approssimativa, Patrizio riuscì tuttavia, grazie alla sua grande umanità e alla sua passione per il vangelo, a portare a termine con gioia la missione ricevuta, come testimonia la sua Confessione, documento autobiografico nel quale egli narra con toni altamente evangelici la propria esperienza missionaria. Egli morì, forse nel 461, non si sa bene dove. Sulla sua vita fiorì un'enorme messe di leggende, che lo resero uno dei santi più amati di tutto il medioevo.


TRACCE DI LETTURA

Non devo nascondere il dono che Dio mi elargì nella terra della mia prigionia, perché allora tenacemente lo cercai e là lo trovai e mi salvò da tutte le mie colpe in virtù dell'inabitazione del suo Spirito, che ha operato fino ad oggi in me. Perciò rendo incessantemente grazie al mio Dio, che mi ha conservato fedele nel giorno della prova, così che oggi con fiducia posso osare offrirgli in sacrificio come offerta viva la mia vita per Cristo Signore, che mi ha salvato da tutte le mie angosce, e così posso dire: «Chi sono io, Signore, quale vocazione è la mia, se tu hai operato al mio fianco con tutta la forza della tua divinità: ecco, siamo testimoni, il vangelo è stato predicato fino agli estremi confini della terra».
(Patrizio, Confessione 33-34)


PREGHIERA

Dio onnipotente,
che nella tua provvidenza
hai scelto il tuo servo Patrizio
perché divenisse l'apostolo
del popolo irlandese:
mantieni vivo in noi il fuoco della fede che egli ha acceso
e rafforzaci nel nostro pellegrinaggio
verso la luce della vita senza fine.
Attraverso Gesù Cristo tuo Figlio nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
Is 51,1-11; Ap 22,1-5; Mt 10,16-23


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Patrizio, vescovo, missionario, patrono dell'Irlanda

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Patrizio, vescovo (calendario romano)

COPTI ED ETIOPICI (8 baramhāt/maggābit):
Mattia, apostolo

LUTERANI:
Patrizio d'Irlanda, vescovo e missionario

MARONITI:
Giuseppe d'Arimatea
Alessio «l'uomo di Dio» (+ 411)
Patrizio, vescovo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Alessio «l'uomo di Dio»
Daniele di Mosca (+ 1303), fondatore del monastero di San Daniele (Chiesa russa)

VETEROCATTOLICI:
Patrizio, vescovo ed evangelizzatore

16 marzo

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (7 baramhāt/maggābit):
Filemone e Apollonio di Antinoe (III-IV sec.), martiri (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Eriberto di Colonia (+ 1021), vescovo

MARONITI:
Papas di Licaonia (III-IV sec.), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Sabino d'Egitto (+ 287), martire
Giovanni II (XI sec.), patriarca (Chiesa georgiana)

15 marzo

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (6 baramhāt/maggābit):
Dioscoro di Alessandria (VII-VIII sec.), martire (Chiesa copto-ortodossa)
Teodoto di Ancira (+ 303), martire (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Gaspare Oleviano (+ 1587), teologo nel Palatinato

MARONITI:
Benedetto da Norcia (+ 547), monaco

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Agapio di Cesarea e compagni (+ 303), martiri
Arsenio (+ 1409), vescovo di Tver' (Chiesa russa e di Serbia)
Ambrogio Chelaia (+ 1927), patriarca (Chiesa georgiana)

14 marzo

Gabra Manfas Qeddus (XIV-XV sec.)
monaco

Il 5 del mese di maggābit, corrispondente al nostro 14 marzo, i cristiani di Etiopia ricordano Abuna Gabra Manfas Qeddus, anacoreta tra i più venerati nella Chiesa etiopica.
Non è agevole ricostruire storicamente la vita di colui il cui nome significa «servo dello Spirito santo». Secondo i sinassari etiopici egli nacque nella città egiziana di Neḥisā, che abbandonò molto presto per intraprendere un lungo cammino anacoretico nella terra di Kabt.
Gabra Manfas Qeddus rappresenta in modo emblematico il tipo dell'eremita che si separa dal mondo per fare spazio all'intera creazione nella sua incessante intercessione.
Raffigurato nell'iconografia tradizionale in compagnia di leoni e di pantere e rivestito solamente dei propri lunghi capelli, Gabra Manfas Qeddus visse probabilmente a cavallo tra il XIV e il XV secolo, spostandosi a più riprese lungo l'altopiano etiopico e diventando ovunque un importante riferimento spirituale.
Sempre secondo la tradizione, alla sua morte il Signore fece il patto di concedere la vita eterna a quanti si sarebbero affidati alla sua intercessione.


TRACCE DI LETTURA

Signore nostro Dio, tu che scruti i cuori e conosci ogni pensiero degli uomini prima ancora che si formi, guarda verso di noi dalla dimora del tuo Santo.
Signore, tu che perdoni e sei clemente, porta a compimento la tua misericordia su questo tuo servo, che è venuto a te perché chiamato a questa vocazione santa e pura. Tutti i suoi pensieri siano rivolti a te, affinché egli possa farsi carico del tuo giogo che è leggero e che conduce alla vita eterna. Egli ha fuggito ogni concupiscenza e desiderio malvagio, e si è rifugiato nella tua misericordia, perché tu possa rinnovarlo. Rendilo saldo nella lotta, vigilante nella conoscenza dei misteri, in vista della loro piena rivelazione, affinché sia reso degno dell'indicibile gioia e di ricevere la gloria che non verrà mai meno nel tuo regno.
(
Liturgia etiopica, Preghiera per la professione monastica)


LETTURE BIBLICHE
Rm 14,1 e ss.; 1P 4,1 e ss.; At 17,19 e ss.; Mt 6,19 e ss.


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Rodrigo e Salomone (+ 857), martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (5 baramhāt/maggābit):
Sarapamone di Scete (?), monaco (Chiesa copto-ortodossa)
Gabra Manfas Qeddus, monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Matilde (+ 968), regina, moglie di Enrico I
Frierich Gottlieb Klopstock (+ 1803), poeta ad Amburgo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Benedetto da Norcia (+ 547), monaco