Nel Nuovo Testamento “riconciliazione” è quello scambio verso il basso che comporta una perdita, una rinuncia. Una libera e voluta rinuncia. Come quella di Cristo sulla croce. Non a caso dice ancora la nostra Regola: “Ama [i tuoi fratelli, le tue sorelle] allo stesso modo con cui Cristo ti ha amato fino alla fine” (RBo 2)
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Il dono della vocazione, una volta accolto, viene scelto e di esso diveniamo responsabili: scelta e responsabilità fanno parte della nostra risposta alla vocazione, alla parola del Signore e coinvolgono anche una facoltà che spesso dimentichiamo: la volontà.
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Unica è la vita spirituale e trova nella pagina evangelica come nel volto dell’altro un sacramento grazie al quale entrare nella conoscenza di Dio e fare esperienza del Signore che ci parla sia nel vangelo che nel fratello, nella sorella
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L’ultima parola della Regola è un appello alla responsabilità di ciascuno nel costruire e dare forma alla comunità, la quale non è un dato già costituito, ma in divenire. Si tratta di parole che non valevano solo per il momento sorgivo della comunità, ma valgono ogni giorno e sempre, valgono oggi: la comunità è opera comune, di ciascuno e di tutti
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