Ascolto e sequela

L’ascolto della parola di Dio, nella liturgia, nella lectio comunitaria, ma particolarmente nella lectio divina personale in cella, è forma quotidiana di sequela di Cristo. Cristo non lo si segue solo nella vita comune e nel celibato, con il servizio fraterno, con la carità, con l’obbedienza, con il lavoro, con l’ospitalità, ma anzitutto con l’assiduità con la parola di Dio che ci dona conoscenza di Cristo e discernimento.

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Non temere le sofferenze

Per tre volte nella nostra Regola risuona l’invito a non temere e sempre esso significa un atto di fiducia nell’evangelo e nella persona di Gesù Cristo. In particolare nel prologo si chiede di non temere la sofferenza che la vita quotidiana porta con sé e di farne un’occasione di sequela di Cristo.

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Fiducia e pace

Non procurarti beni, non preoccuparti del domani: sono due parole radicate nel vangelo che invitano alla fiducia, all’abbandono fiducioso, al rischio della fiducia… Il non possedere e il non preoccuparsi del domani diventano così le condizioni necessarie per donare la pace, per spandere benedizione e pace in coloro che incontriamo

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Cercare il Regno di Dio

Cercare il Regno di Dio significa sforzarsi, tendere, disporre tutte le fibre del proprio essere per far sì che Dio possa regnare sulla nostra vita… Siamo di fronte a una priorità della nostra vita. A qualcosa di irrinunciabile, che ci deve accompagnare sempre, all’inizio come alla fine, a qualcosa che deve avere il primato sulle altre cose, pure vitali, necessarie, umanissime, che costituiscono il nostro vivere…

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Speranze non deluse

Dietro le parole della Regola si intravedono alcuni rischi della vita monastica: la delusione, la mancanza di saldezza, l’esposizione agli assalti del Divisore. La delusione è un passaggio inevitabile e necessario per chi entra nella vita monastica. Passaggio dalla comunità sognata alla comunità reale, dall’immaginazione alla concretezza…

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Contare sull'amore di Dio

Le nostre personali forze, doti, capacità, non sono sufficienti per farci reggere una vita monastica. L’autoreferenzialità è mortifera. Non possiamo contare su noi stessi, cioè, non possiamo porre la fiducia in noi stessi. La prima affermazione della nostra Regola ci pone di fronte a un bivio...

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