Cosa Dio spera da noi?

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22 marzo 2024

Ecco una domanda importante: “Qual è il comandamento più importante?” Nell’ebraismo che aveva trovato e elencato nelle sue Scritture ben 613 comandamenti, era logico – almeno così pensiamo noi – cercare di stabilire una certa gerarchia. Impossibile, infatti, tener d’occhio l’imponente massa delle cose da fare o da evitare. 

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Una sapienza diversa

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21 marzo 2024

Stupiscono l’agire e le parole di Gesù. Gesù si muove fuori dall’ordinario, spiazza i suoi interlocutori, mostra una sapienza e una libertà che gli altri non si aspettano, si rivela in qualche modo imprevedibile, inafferrabile, e quindi, anche solo per questo, non dominabile, e dunque pericoloso. Persona scomoda, persona non gradita, persona nei confronti della quale l’unico modo che i suoi avversari mostrano di avere per rivolgersi è quello della falsa adulazione, della menzogna che a loro dispetto grida una verità: “tu insegni secondo verità la via di Dio” (v. 16).

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Giuseppe, uomo giusto

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19 marzo 2024

Chi è Giuseppe? Matteo ce ne fornisce un ritratto sobrio e allo stesso tempo splendido. Giuseppe è innanzitutto un uomo generato da un altro, Giacobbe (cf. Mt 1,16). È l’anello di una lunga catena che, a partire da Abramo, e passando per Davide, testimonia la fedeltà incrollabile di Dio al suo popolo (Mt 1,1-16), di generazione in generazione. Ma è anche l’anello, in questa lunga catena, che rischia di spezzarsi: di lui non si dice, a differenza di tutti i suoi avi che “generò”. Giuseppe è solo “generato”. Una vita votata alla sterilità la sua? 

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Senza vera preghiera, la vita spirituale diventa vuota

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18 marzo 2024

Leggiamo oggi l’ultima parte di un racconto costruito “a sandwich”, caratteristico della scrittura dell’evangelista Marco. Ricordiamo il contesto: dopo l’entrata di Gesù a Gerusalemme e la sua acclamazione da parte del popolo, egli e i suoi discepoli escono dalla città e camminano verso Betania, presumibilmente ospiti di Marta, Maria e Lazzaro, amici del Signore. All’indomani, ritornando a Gerusalemme, lungo il cammino, passano accanto a un albero di fico. Gesù ha fame e guardando all’albero cerca un frutto, ma non ne trova.

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Dire il male

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16 marzo 2024

Che cosa significa male-dire? Augurare il male a qualcuno, oppure dire il male, denunciarlo, chiamare male il male? Sappiamo, certo, che non si deve male-dire nessuno: “Benedite e non male-dite” (Rm 12,14); e, specialmente, che non si deve ricambiare il male con il male: “benedite coloro che vi male-dicono” (Lc 6,28). Ciò nondimeno anche Gesù era un uomo, e anche a lui accadeva di essere affamato. La fame, di solito, ci rende impazienti, aggressivi. 

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