11 maggio

Pietro il Venerabile
e i santi abati di Cluny (X-XII sec.)
monaci

In Francia, tra il X e il XII secolo, rendono celebre in tutto l'occidente il nome di Cluny gli abati Oddone, Maiolo, Odilone, Ugo e Pietro il Venerabile. Nel 909 il duca di Aquitania aveva donato all'abate di Baume, Bernone, la località di Cluny perché vi fondasse un monastero dedicato ai santi Pietro e Paolo. Aveva così inizio una delle più significative avventure del monachesimo occidentale.
Oddone, che aveva partecipato alla fondazione della nuova abbazia, ne fu la prima grande guida. Egli dette alla vita cluniacense quella sapiente miscela di grandezza e di umiltà che ne caratterizzerà la storia lungo i secoli. Egli propose il ritorno all'ideale della chiesa primitiva attraverso la condivisione dei beni, la vita comune, l'assiduità nella preghiera, e allo stesso tempo volle che anche l'architettura e la liturgia fossero segni tangibili della Gerusalemme celeste, a cui i monaci anelano con tutto il loro essere. Gli abati di Cluny seppero discernere le vie che conducono a Dio in ogni aspetto bello e buono della realtà creata, unendo cultura e vita spirituale per diffondere bontà e pace e per testimoniare la misericordia e la bellezza del Signore. A Oddone (927-942) seguì una serie impressionante di grandi abati, che mantennero per più di due secoli l'abbazia di Cluny ai vertici della vita spirituale: Maiolo (948-994), Odilone (994-1048), Ugo (1049-1109), e infine Pietro il Venerabile (1122-1156).
In Pietro il Venerabile, uomo di larga e serena umanità, intelligente e colto, forte e dolce, le caratteristiche più belle della spiritualità cluniacense trovarono forse la loro più autentica espressione. Egli ricercò sempre la carità intelligente e prudente, la discretiva caritas, l'umile carità che sola può costruire la fraternità all'interno della chiesa e aprire il cuore di tutti al dialogo e alla comunione.


TRACCE DI LETTURA

Il giorno in cui morirò, il priore di Baume, chiunque egli sia, offrirà a tutti i fratelli, sia in refettorio sia in infermeria, il menù dei giorni più grandi e delle solennità maggiori, vale a dire buon pane, fave, vino prelibato, pesci fra i più grandi e gustosi. Quanto ai malati, se non è un giorno d'astinenza maggiore, verrà servita loro una splendida porzione di carne. Lo stesso giorno saranno offerti a cento poveri pane, vino e carne o, se è giorno di pubblica astinenza, li si sazierà con alimenti che è possibile mangiare in tali giorni. E tutto questo, per grazia di Dio, lo si farà sempre in occasione dell'anniversario della mia morte. Finché sarò in vita, questa speciale refezione verrà servita, senza alcuna restrizione, ai fratelli e ai poveri, il 9 delle calende di novembre, cioè la viglia della consacrazione della nostra chiesa maggiore.

(Pietro il Venerabile, Costituzioni di Baume)


PREGHIERA

O Dio, sostegno e e ricompensa incomparabile
per quanti camminano sotto il tuo sguardo
desiderando conseguire la piena maturità cristiana,
confermaci nella fedeltà amorevole alla tua chiamata,
perché con l'esempio e l'intercessione dei santi abati cluniacensi
corriamo con sempre nuovo slancio sulla via del tuo amore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.

 

LETTURE BIBLICHE
Sir 44,1.10-15; Mt 11,25-30


Johann Arndt (1555-1621),
pastore luterano

L'11 maggio del 1621 muore a Brunswick, in Germania, Johann Arndt, teologo e spirituale luterano.
Johann era nato nel 1555 a Edderitz. Era cresciuto nutrendosi delle opere dei mistici medievali e dell'Imitazione di Cristo, ai quali associerà col tempo un approfondito studio dei teologi della Riforma, compiuto alle università di Helmstadt, Wittenberg, Strasburgo e Basilea.
Al di là delle letture anche molto contrastanti che la sua opera ha ricevuto nella storia, Arndt fu profondamente luterano nella sua ispirazione, anche se sviluppò in modo molto acuto e a tratti originale le intuizioni già presenti in Lutero riguardo alla vita interiore. Egli propose nei suoi scritti, in particolare ne Il vero cristianesimo, una vita cristiana fortemente incentrata sulla sequela quotidiana di Cristo, che nella sua visione si fonda sull'unione interiore a Dio nella preghiera.
L'impatto che Arndt ebbe sul luteranesimo tedesco, specie a livello popolare, fu enorme. A lui guarderanno con ammirazione i pietisti, soprattutto il loro capofila Philipp Jacob Spener. Firmatario della Formula di Concordia, Arndt divenne pastore nella cittadina di Badeborn nel 1583, ma rassegnò le dimissioni dalla locale parrocchia in seguito a una controversia sulla liturgia battesimale.
Trasferitosi a Quedlinburg e quindi a Brunswick, egli fu nominato soprintendente del principato del Lüneberg, incarico che mantenne fino alla morte.


TRACCE DI LETTURA

Noi siamo chiamati cristiani non solo perché crediamo in Cristo, ma anche perché dobbiamo vivere in Cristo e lui in noi. Il vero ravvedimento deve scaturire dal profondo del cuore; cuore, intelletto e sensi devono essere mutati per conformarsi a Cristo e al suo santo Evangelo. Dobbiamo essere rinnovati quotidianamente dalla parola di Dio per diventare nuove creature; poiché, come ogni seme porta il frutto della sua specie, così la Parola di Dio deve portare quotidianamente in noi nuovi frutti spirituali, e come siamo diventati nuove creature per mezzo della fede, così dobbiamo vivere in maniera conforme alla nuova nascita.
Adamo deve morire in noi e Cristo vivere in noi. Non basta conoscere la Parola di Dio, ma la si deve anche mettere in pratica.

(J. Arndt,  Il vero cristianesimo)


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Oddone, Maiolo, Odilone, Ugo e Pietro il Venerabile, abati di Cluny (calendario monastico)

COPTI ED ETIOPICI (3 bašans/genbot):
Giasone (I sec.), uno dei 70 discepoli (Chiesa copta)

LUTERANI:
Johann Arndt, testimone della fede in Bassa Sassonia

MARONITI:
Ponzio (III sec.), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Cirillo (+ 869) e Metodio (+ 885), uguali agli apostoli e illuminatori degli Slavi
Mocio di Bisanzio (+ 295 ca), ieromartire
Dedicazione della città di Costantinopoli alla santissima Madre di Dio (330)

SIRO-OCCIDENTALI:
Giacomo di Nisibi (+ 338), vescovo

SIRO-ORIENTALI:
Filippo e Giacomo, apostoli (Chiesa malabarese)

10 maggio

Il due del mese di bašans dell'anno 368, con una pace e una dolcezza conquistate a caro prezzo, rimette il suo spirito nelle mani del Signore Teodoro, discepolo di Pacomio e suo terzo successore alla guida della comunità pacomiana. Teodoro aveva abbracciato in età molto precoce la vita anacoretica ritirandosi in un monastero della diocesi egiziana di Shne. Uomo radicale, egli intuì la grandezza di Pacomio dai racconti che circolavano negli ambienti monastici, e partì per Tabennesi, il primo cenobio cristiano sorto in terra d'Egitto, onde poter conoscere il padre della "santa koinonia". Pacomio ne fece ben presto il suo discepolo prediletto, anche se Teodoro dovette lottare molti anni, fin dopo la morte del suo maestro, per combattere la tentazione dell'orgoglio e del potere che avevano accompagnato fin dall'inizio il suo radicalismo ascetico. Pacomio gli affidò incarichi importanti: si servì di lui per ricondurre i fratelli all'obbedienza evangelica, per commentare le Scritture, per sciogliere situazioni delicate. Ma Teodoro tradì la fiducia di Pacomio, che non lo fece suo immediato successore. Egli diverrà veramente discepolo e imitatore dell'umiltà e della mitezza di Pacomio soltanto dopo la morte di quest'ultimo, quando imparerà, in una comunità lacerata da scismi e divisioni, a portare su di sé il peccato dei fratelli, accettando di essere solidale con loro nel loro fallimento. E così Teodoro è definito giustamente dalla liturgia «il santificato», a indicare il lungo cammino attraverso le contraddizioni che ne provarono la tempra e ne plasmarono la conformità al vangelo.


TRACCE DI LETTURA

Così disse infine Teodoro: «Signore Dio misericordioso, unico giudice che ha compassione dei vivi e dei morti, tu che conosci il mio cuore, i miei pensieri, la mia coscienza, i miei desideri, possano la tua bontà e la tua pietà giungere fino a noi nella miseria in cui ci troviamo. Abbiamo deviato dai sentieri di vita, dalle tue leggi e dai tuoi precetti, che avevi dato al nostro padre giusto Pacomio, sul cui santo corpo ora mi trovo».

(Vita boairica di san Pacomio 198)


PREGHIERA

Tu sei la gloria degli asceti, o Teodoro,
che prendesti il posto del tuo padre Pacomio.
Hai guidato i fratelli alla pietà
e li hai esortati con la tua mite parola,
hai fortificato i deboli e i pusillanimi
con il perfetto amore per il nostro Signore Gesù Cristo.
Salute, o nostri santi padri abba Pacomio il cenobita
e Teodoro suo discepolo, amati da Cristo.
Pregate il Signore per noi,
affinché ci rimetta i nostri peccati.


LETTURE BIBLICHE
1Cor 3,1-8; 2P 1,1-11; At 15,13-29; Lc 14,25-35


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (2 bašans/genbot):
Teodoro, discepolo di Pacomio (Chiesa copto-ortodossa)
Giobbe il Giusto, profeta (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Johann Hüglin (+ 1527), testimone fino al sangue presso il lago di Costanza

MARONITI:
Simone lo Zelota, apostolo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Simone lo Zelota, apostolo
Rogo delle reliquie di san Sava (Chiesa serba)

9 maggio

Nikolaus von Zinzendorf (1700-1760)
pastore

Il 9 maggio del 1760 muore nella sua comunità di Herrnhut Nikolaus Ludwig von Zinzendorf, vescovo luterano e riformatore religioso tedesco.
Cresciuto a Dresda ed educato a motivo della prematura morte del padre in un ambiente quasi unicamente femminile, Zinzendorf maturò un'affettività e una spiritualità profondamente intimistiche. Ad esse egli tuttavia affiancò una solida formazione biblica e un'assidua frequentazione dei testi di Lutero e del pietismo tedesco. Di famiglia nobile, quindi libero da preoccupazioni finanziarie e naturalmente inserito nelle alte sfere del governo della Sassonia, egli poté dedicarsi allo studio e ai viaggi, mediante i quali maturò il grande sogno che animerà tutto il suo impegno apostolico: promuovere una comunità interconfessionale dove le differenze potessero convivere e dove l'unità doveva essere realizzata mediante una «teologia del cuore». Con quest'espressione, lungi dal designare una semplificazione irenistica dei problemi della fede, egli intendeva l'attaccamento nel profondo di ogni uomo alla verità essenziale della fede, cioè la rivelazione dell'amore misericordioso di Dio nella croce di Cristo. Nel 1722 egli cominciò a dare ospitalità ai Fratelli moravi, in fuga dalla loro terra caduta sotto il dominio dell'Austria cattolica. Ad essi egli dedicherà il resto della sua vita, come padre spirituale e quindi anche come vescovo luterano a partire dal 1737.
Gli ultimi anni della sua vita, spesi viaggiando fra Londra e la sua comunità in Sassonia, furono dedicati alla costruzione di una comunità e di una chiesa universali.


TRACCE DI LETTURA

Quando avevo otto anni, passai una notte senza dormire, e pensavo a un vecchio canto che mia nonna mi aveva cantato per farmi addormentare. Mi inoltrai in una meditazione e poi in un ragionamento così profondi che ne persi quasi il senso. Le idee più sottili degli atei s'installarono nella mia mente e ne fui penetrato fino all'intimo... Ma poiché il mio cuore apparteneva al Salvatore e io gli ero rimasto fedele con una dedizione dolce e delicata, fino a pensare che se mi fosse apparso un altro Dio avrei preferito essere dannato assieme al mio Salvatore piuttosto di essere felice con un altro Dio, le speculazioni e i ragionamenti che non cessavano di assalirmi non ebbero altro effetto che quello di angosciarmi un poco e di rubarmi il sonno, senza però che il mio cuore potesse subirne il benché minimo turbamento. A partire da quel giorno, presi la ferma risoluzione di restare attaccato così sinceramente alla verità afferrata dal mio cuore, e in particolare alla teologia delle croce e del sangue dell'Agnello, che io posi tale convinzione alla base di ogni altra verità, rigettando risolutamente tutto ciò che non avrei potuto dedurre da quella verità fondamentale.

(N. L. von Zinzendorf,  Discorsi )


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (1 bašans/genbot):
Nascita della vergine Madre di Dio

LUTERANI:
Nikolaus von Zinzendorf, vescovo in Sassonia

MARONITI:
Isaia (VII-VI sec. a.C.), profeta
Quinto concilio ecumenico (553)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Isaia, profeta
Cristoforo (+ 250 ca), megalomartire, e compagni
Stefano (+ 1396), vescovo della Grande Perm (Chiesa russa)
Ritrovamento delle reliquie di Ioannichio di Devic (+ 1430), anacoreta (Chiesa serba)