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7 aprile

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Leggi tutto: 7 aprileAfraat il Sapiente Persiano (IV sec.)
monaco

La Chiesa maronita ricorda in questo giorno Afraat il Sapiente Persiano, prima grande figura delle chiese siriache i cui insegnamenti siano stati tramandati come esempio ai posteri.
Afraat nacque sul finire del III secolo, verosimilmente nei dintorni di Ninive-Mossul, nell'odierno Iraq. Se il suo nome sembra tradire un'origine pagana, nondimeno la sua conoscenza delle Scritture e la sua esegesi sono altamente influenzate dai metodi giudaici.
Figlio di una chiesa di confine tra cristianesimo e giudaismo, egli visse la separazione e il conflitto tra chiesa e sinagoga con relativa serenità, con toni polemici ma pacati.
Afraat fu un «figlio del Patto», cioè un uomo impegnato a rimanere nel celibato per testimoniare la riunificazione escatologica dell'uomo inaugurata in sé dal Cristo, primo solitario, a cui i figli del Patto si ispiravano. Egli dimorò probabilmente presso il monastero di Mar Mattai, e secondo alcuni fu anche superiore di monaci e poi vescovo.
Estraneo alle controversie cristologiche che attanagliavano l'occidente, Afraat visse come discepolo delle Scritture, secondo la sua stessa definizione, e si premurò di trasmettere per iscritto i suoi insegnamenti sulla vita spirituale e sul rapporto fra cristianesimo e giudaismo attraverso le Dimostrazioni, unica sua opera giunta fino a noi. Dalle pagine di Afraat, scritte secondo uno stile sapienziale, inizia a emergere quel gusto per la bellezza e per la dolcezza spirituali che caratterizzerà il cristianesimo siriaco.


TRACCE DI LETTURA

Ama, mio amato, la condizione nella quale dimorano i figli della carne.
Retto è per l'uomo umiliare se stesso; la condizione di Adamo è polvere dalla terra.
Il suo Signore stabilì per lui un comandamento da custodire; se lo custodirà, il suo Signore farà pervenire alla condizione eccelsa colui che fu condannato. Adamo si esaltò e fu umiliato e ritornò alla polvere, alla sua condizione d'un tempo. Il nostro Salvatore, altissimo e magnifico, si umiliò e fu esaltato e fu elevato alla sua condizione d'un tempo e la sua gloria fu accresciuta e tutto gli fu sottomesso. Perciò, mio amato, all'uomo che ama Dio, si addice ed è giusto amare l'umiltà e restare nella sua condizione di umiltà. Poiché se la sua radice è piantata nella terra, i suoi frutti salgono davanti al Signore di grandezza.

(Afraat il Sapiente Persiano, Dimostrazioni 9,14)


LE CHIESE RICORDANO...

ARMENI:
Annunciazione

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Giovanni Battista de la Salle (+ 1719), presbitero (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (29 baramhāt/maggābit):
Annunciazione gloriosa-Concepimento del Signore

LUTERANI:
Albrecht Dürer (+ 1528), pittore a Norimberga
Johann Heinrich Wichern (+ 1881), fondatore delle Missioni interne

MARONITI:
Afraat, monaco

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Calliopio di Pompeiopoli (+ 304), martire
Giorgio (+821), vescovo di Melitene
Transito di Tichon (+ 1925), patriarca di Mosca (Chiesa russa)
Giustino Popovic (+ 1979), igumeno (Chiesa serba)
Partenio di Kiev (+ 1855), monaco (Chiesa ucraina)

6 aprile

LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Pietro di Verona (+ 1252), presbitero e martire (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (28 baramhāt/maggābit):
Costantino (+ 337), imperatore (Chiesa copta)

LUTERANI:
Notkero il Balbuziente (+ 912), monaco e innografo a San Gallo

MARONITI:
Eutichio di Costantinopoli (+ 582)
Flaviano, patriarca di Alessandria, martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Eutichio, patriarca di Costantinopoli
Gregorio Sinaita (+ 1347), monaco (Chiesa greca)
Ireneo di Sirmio (IV sec.), vescovo e martire (Chiesa romena)

VETEROCATTOLICI:
Notkero il Balbuziente, monaco

5 aprile

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Leggi tutto: 5 aprileMacario il Grande (ca 300-390)
monaco

La chiesa copta celebra oggi la memoria di Macario il Grande, iniziatore della vita monastica nel deserto di Scete. Assieme ad Antonio, Macario è senz'altro il padre monastico più venerato in oriente. Nato attorno all'anno 300 in una famiglia di modeste condizioni, egli esercitava la professione di cammelliere nella «valle del salnitro», l'odierna Wādī al-Natrūn. Accusato ingiustamente di aver disonorato una ragazza, egli accettò di mantenerla, finché non fu rivelata la sua innocenza. Allora Macario fuggì nel deserto di Scete, spingendosi progressivamente verso luoghi di sempre maggiore solitudine. Raggiunto dai primi fratelli, egli riuscì ad armonizzare vita comunitaria e vita eremitica, dando vita a un insediamento monastico che raggiunse proporzioni ragguardevoli, e che ancor oggi conosce una notevole fioritura. Macario fu un uomo capace di coniugare nella propria vita estrema austerità e grande dolcezza, rigore con se stesso e misericordia verso gli uomini, sino a farsi trasparenza della misericordia stessa di Dio; è a lui che si ispireranno Evagrio e i monaci di Gaza per sviluppare l'insegnamento sull'inammissibilità della collera e l'importanza della mitezza per ogni cristiano, e in particolare per chi è chiamato alla vita monastica. Oltre a Evagrio, Macario conobbe Antonio il Grande, Palladio e Cassiano. È soprattutto grazie alle loro testimonianze, oltre che ai Detti dei padri del deserto, che la sua figura è giunta fino a noi in tutta la sua ricchezza umana e spirituale. Macario morì nel suo ritiro di Scete nel 390, dove era sempre vissuto, eccezion fatta per un breve periodo di esilio all'epoca delle persecuzioni ariane.


TRACCE DI LETTURA

Un fratello si recò dal padre Macario e gli chiese: «Padre, dimmi una parola, come posso salvarmi?». Gli dice l'anziano: «Va' al cimitero e insulta i morti». Il fratello vi andò, li insultò e li prese a sassate. Quindi ritornò a dirlo all'anziano e questi gli disse: «Non ti hanno detto nulla?». Ed egli: «No». Gli dice l'anziano: «Ritorna domani e lodali». Il fratello vi andò e li lodò chiamandoli apostoli santi e giusti. Quindi ritornò dall'anziano e gli disse: «Li ho lodati». Ed egli: «Non ti hanno risposto nulla?». «No». «Tu sai quanto li hai insultati - dice l'anziano - e non hanno risposto nulla, e quanto li hai lodati, e non ti hanno detto nulla; diventa anche tu morto in questo modo, se vuoi salvarti. Non far conto né dell'ingiuria né della lode degli uomini, come i morti; e potrai salvarti».

Dicevano del padre Macario il Grande che diventò, come sta scritto, un dio sulla terra. Infatti, come Dio copre il mondo con la sua protezione, così il padre Macario copriva le debolezze che vedeva come se non le vedesse, quelle che udiva come se non le udisse.

(Detti dei padri del deserto, Serie alfabetica, Macario 23 e 32)


PREGHIERA

Salve, o grande abba Macario,
lume del monachesimo,
divenuto un luminare d'oro che rischiara più del sole.
Noi crediamo che sei con noi,
anima, corpo e spirito, e sei per noi un consolatore,
e un consolatore delle nostre anime.
I monaci di ogni nazione
lodano e benedicono Dio per la tua venuta tra noi,
o nostro santo abba Macario.
Per questo noi ti chiediamo,
quali figli delle tue preghiere:
chiedi al Signore per noi
di essere misericordioso con le nostre anime.


LETTURE BIBLICHE
Eb 11,17-31; Gc 1,12-21; At 19,11-20; Mt 4,23-5,16


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Vincenzo Ferrer (+ 1419), presbitero (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (27 baramhāt/maggābit):
Macario il Grande, monaco (Chiesa copta)
Madḫānē cālam (Il Salvatore del mondo), memoria della crocifissione (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Christian Scriver (+ 1693), poeta in Sassonia
Pandita Mary Ramabai (+ 1922), evangelizzatrice in India

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Claudiano di Corinto e compagni (+ 251 ca), martiri

VETEROCATTOLICI:
Isidoro di Siviglia (+ 636 ca), vescovo