Lo scrigno che contiene il tesoro

Foto di Andrei Castanha su Unsplash
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20 dicembre 2025

Dal Vangelo secondo Luca - Lc 1,26-38 (Lezionario di Bose)

In quel tempo, 26l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
34Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei.


Ogni parola e azione del Dio d’Israele e di Gesù è liberazione come lo fu l’esodo. E Dio agisce sempre per Israele e per ogni essere umano e ogni creatura. E al compimento del tempo - secondo il tempo di Dio che noi ignoriamo - Dio inizia un altro esodo: dando vita umana al suo figlio e messia, in vista della sua vita insieme a noi, per farci vivere tutte e tutti con lui per sempre nella pienezza gioiosa dell’amore e della pace. Questo è il desiderio di Dio rivelato dai profeti e confermato da Gesù.

L’Annunciazione è, nei conti di Dio - per così dire - l’ora in cui giunge a compimento il suo desiderio di abitare come essere umano nel grembo dell’umanità, desiderio che è da sempre all’origine della creazione, della storia e della chiamata di Abramo. 

Il Signore rivolge la sua Parola a Maria, una giovane donna credente e fedele, appartenente a quella porzione d’Israele fatta di poveri e umili che confidano sempre e solo nella promessa di Dio (cf. Sof 3,12). 

Oggi ascoltiamo la sinergia, cioè l’agire insieme, della Parola di Dio, scrigno di tutto il suo amore appassionato e fedele per il mondo, e di Maria, che nella sua adesione fiduciosa e accoglienza obbediente dello Spirito santo, è resa grembo, dimora della sua Parola.

Il desiderio di Dio che Maria ascolta, accoglie e esaudisce è quello di diventare un essere umano per essere solidale con noi di tutto corpo, anima e spirito, per poter compatire nella sua carne la nostra condizione umana, che, pur benedetta per sempre, è così minacciata da ogni infermità e angoscia. 

Come Maria stessa interpreta, il Signore la visita perché si è ricordato della promessa che, mosso dallo stesso desiderio, aveva fatto ad Abramo, e prima ancora ad Adamo ed Eva: perché Dio crea solo ciò che amerà per sempre.

Questa pagina racconta la vocazione di Maria, che lei riconosce e accoglie, ad essere colei che fa crescere in sé e porta agli altri la Parola del Signore, come Mosè e i profeti, servi del Signore. Parola che in lei Dio fa nascere e crescere come l’essere umano Gesù. E come i profeti, anche lei è turbata perché sa, e non lo tace, che l’avventura cui è chiamata le è impossibile. Ma rimane in ascolto. E ascolta “Non temere Maria, nulla è impossibile a Dio”.

La parola di Dio incarnata, resa umana dallo Spirito di Dio in Maria, profetizzata da tutto l’amore e il desiderio di Dio verso l’umanità cantato dai profeti, contrasta però con la religiosità del sacro, è il contrario della distruzione propria dei sacrifici, della mediazione sacerdotale e di ogni separazione tra sacro e profano nel rapporto con Dio, ed è invece conferma della creazione e della benedizione della vita per sempre, perché Dio è il Dio di Mosè e dei profeti.

E Maria, riconoscendo la sua beatitudine nella sua piccolezza e irrilevanza, ci insegna: nessuno vada cercando cose grandi, ma sia grato alla propria irrimediabile irrilevanza (che non manca a nessuno) perché questa sola ci rivela, nella nostra chiamata, l’infinita gratuità dell’amore di Dio, la dismisura del suo desiderio amoroso per ciascuna/o di noi. E così la nostra pochezza diventa lo scrigno che contiene il tesoro, il vaso di coccio ripieno di grazia.

sorella Maria


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