Di che cosa stavate discutendo?
28 marzo 2025
Dal Vangelo secondo Marco Mc 9,30-37
30In quel tempo Gesù e i discepoli partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. 31Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». 32Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. 33Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». 34Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. 35Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti». 36E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: 37«Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Gesù e i Dodici, lasciata la regione della Trasfigurazione, si dirigono verso Gerusalemme attraversando la Galilea, egli sa che cosa l’attende e per la seconda volta lo annuncia ai suoi: “ll Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà”. Gesù, il Figlio dell’uomo inviato dal cielo a guidare in vie di pace, è il contraddetto fino a divenire il consegnato per essere ucciso: da Giuda alla folla (Mc 14,41-46), al sommo sacerdote e ai capi (Mc 14,53), a Pilato (Mc 15,1), ai crocifissori (Mc 15,15). Eventi che Gesù vive nell’amore, e in lui Dio suo Padre.
Gesù il giusto, sintesi delle vittime innocenti di ogni luogo e tempo, iniquamente condannato è bacio a chi lo condanna a morte. Un dire nella libertà (Gv 10,17-18) la verità folle e scandalosa di Dio (cf. 1Cor 1,22-25) e dell’uomo secondo Dio, volere appassionatamente il bene di chi vuole il tuo male, un dire che lascia increduli: “Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo”. Essi, i Dodici-le Chiese-noi, che non vogliamo sentirci dire quello che non ci aggrada, un'immagine di Dio e del suo Inviato non rispondente alla logica dell’essere contro chi ti è contro. Verrà il tempo per Pietro e i discepoli di capire che Gesù è Messia nella linea del Servo sofferente; nel frattempo egli non si stanca di spiegare, ritorna sul tema aiutando i suoi a riflettere sulla vera grandezza, di cui la croce è l’adempiuta manifestazione.
Muta la scena. Siamo in una casa di Cafarnao, luogo dell’inizio del ministero di Gesù (cf. Mc 1,21), casa metafora della Chiesa come assemblea di Gesù con i suoi, un Gesù che prende l’iniziativa interrogando: “Di che cosa stavate discutendo per la strada?”. Non rispondono, forse vergognandosi: qualcosa hanno pure appreso stando con lui.
La risposta è data da Gesù stesso con rigorosità magisteriale: si pone infatti a sedere, atteggiamento tipico del rabbino nell’atto di ammaestrare. Al loro discutere su chi fosse il più grande dice: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo e il servitore di tutti”. Gesù capovolge la scala dei valori: primo e grande non è chi domina sugli altri guardandoli dall’alto in basso, ma chi con mente e cuore dilatati legge se stesso come umile servo del bisogno e della gioia altrui, guardando dal basso in alto, dall’ultimo posto da cui si vede bene, quello del Gesù giovanneo, il Maestro e Signore della lavanda dei piedi. Questa è grandezza, è nobiltà, è regalità, questi in Gesù è Dio e l’uomo a immagine di Dio. Su questo devono riflettere le Chiese malate di rilevanza mondana.
E l’insegnamento continua. Gesù prende un bambino, lo abbraccia e dice: “Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me, e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”. Dio grande è il Dio servo dell’uomo, uomo grande è l’uomo servo dell’uomo, ambedue detti in Gesù, e ancora è chi considera grandi gli ultimi della terra, coloro che non contano, gli scarti. In quel mondo simboleggiati tra l’altro dai bambini.
Anche qui è capovolta la scala dei valori: i discepoli non cerchino accoglienza presso i potenti e non si pongano al servizio dei loro interessi, ma siano ospitalità ai non potenti, loro difesa profetica. In un bambino privo di potere è Cristo stesso a essere accolto, lo è Dio stesso. Questo è un vivere da risorti in cammino verso la piena resurrezione: chi ama servendo e accogliendo sulle orme di Gesù è come lui figlio della resurrezione: “dopo tre giorni risorgerà”..
fratel Giancarlo