I quattro terreni

Foto di Ricardo Gomez Angel su Unsplash
Foto di Ricardo Gomez Angel su Unsplash

Mc 4,1-20

In quel tempo 1 Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. 2Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: 3«Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un'altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. 8Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». 9E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».

10Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. 11Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, 12affinché

guardino, sì, ma non vedano,
ascoltino, sì, ma non comprendano,
perché non si convertano e venga loro perdonato».

13E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? 14Il seminatore semina la Parola. 15Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l'ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. 16Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l'accolgono con gioia, 17ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. 18Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, 19ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. 20Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l'accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».


Il seme del Regno è la Parola: non la sola Parola scritta, ma anche quella orale. Ogni parola è Parola di Dio se detta sul cuore, se detta per amore. Il vero problema è la sua ricezione. La parabola evangelica del seminatore è la Parola in atto, è la stessa Parola (il termine “parola” viene proprio da “parabola”). E questa parabola è in due atti: prima la trasmissione e poi la sua ricezione. Sono due momenti diversi: la parola detta dev’essere poi interpretata.

Ci sono, quindi, quattro terreni, quattro parti, quattro destinazioni. Una parte lungo la via, una parte sul terreno pietroso, una parte tra le spine e la quarta sulla terra buona. Queste quattro parti appartengono a ciascuno di noi: possono anche essere quattro fasi della nostra vita. Vi è una crescita, un progresso che si compie per ognuno e per ognuna, secondo la sua vocazione.

Ma le vocazioni possono essere diverse, e ciascuno si riconosce più o meno in un terreno. Sono tempi della vita, ma sono anche temperamenti, sono anche atteggiamenti diversi che caratterizzano le persone: chi si trova sulla via ancora da percorrere, chi si trova tra le pietre, chi si trova tra le spine e chi ha raggiunto il suo obiettivo, ha compiuto la propria vocazione.

“Sulla via”, prima di tutto, quando si è all’inizio di una vocazione alla sequela di Gesù. Questo è il tempo della tentazione. Viene subito Satana a interrompere il sentiero, a portare distrazione. A portarci via, come dice un altro evangelo, “ciò che è stato seminato nel cuore” (Mt 13,19). È il momento della massima attenzione, ma nello stesso tempo della confusione. Della necessità che qualcuno ci accompagni, che ci indichi la direzione.

Poi viene la gioia, l’entusiasmo giovanile. Ma anche questo va messo alla prova. Qui appaiono le pietre, la mancanza di radici profonde, l’incostanza nelle difficoltà, le possibili delusioni. Questa non è la prova del cuore, ma la prova dell’anima, perché a causa della Parola ci sono anche le tribolazioni, ci sono anche le persecuzioni. “Subito” accogliamo con gioia, ma “subito”, ossia molto facilmente, ci possiamo anche scandalizzare.

Poi ancora sorgono grandi preoccupazioni, per sé stessi e anche per gli altri. Si impone un necessario discernimento di ciò che è bene e di ciò che è male, o di ciò che in apparenza è un fallimento ma che invece risulta ancora migliore. Sono le “preoccupazioni del mondo”, cioè della vita, del sostentamento, di una giusta occupazione. Qui il criterio ben definito dal Vangelo è che non si possono mai servire due padroni. Bisogna scegliere quello che favorisce anche gli altri e non solo quanto è più conveniente, e la “seduzione della ricchezza” personale è sempre molto grande.

Superate queste prove, si è davvero sulla strada buona: il seme porta frutto, non rimane solo una parola. Le proporzioni sono diverse: chi il trenta, chi il sessanta e qualcuno, forse pochi, il cento per cento. Ma ciascuno ha la sua parte e la sua consolazione. Bisogna sempre accontentarsi, riconoscere che è buono quello che si ha, non quello che si vuole. Questo è il giusto della vita, la nostra vera ricompensa, la quale è sempre uguale per tutti.

fratel Alberto