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2 dicembre

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Jan van Ruusbroec (1293-1381)
monaco

Il 2 dicembre del 1381, all'età di 88 anni, si spegne Jan van Ruusbroec, canonico regolare della chiesa di Santa Gudula a Bruxelles e poi monaco a Groenendael. Nativo del villaggio di Ruusbroec, nei pressi di Bruxelles, Jan acquisì una notevole cultura pur senza frequentare le università del suo tempo. Egli era del resto poco attratto dalle speculazioni scolastiche, e alle discussioni astratte su Dio e sull'anima umana preferiva l'indagine dell'esperienza spirituale e della psicologia della vita interiore. La sua assiduità con le Scritture e con i padri, unita a un saldo equilibrio umano, gli evitarono nei suoi scritti mistici ogni deviazione dalla via del vangelo. Ordinato presbitero nel 1317, Jan fu per ventisei anni canonico a Bruxelles, dove diede un forte impulso alla vita spirituale dei suoi parrocchiani componendo per loro diverse opere spirituali di assoluto valore, tra cui il suo capolavoro, Le nozze spirituali. Quando la situazione in città si fece pesante, sia per l'imperversare di pseudopredicatori fanatici, sia per il crescente imborghesimento del clero, Jan si ritirò assieme a cinque compagni a Groenendael, nella campagna belga, per condividere una vita di povertà e di preghiera. Qui egli esercitò un intenso ministero di paternità spirituale, e compose altre opere pregevoli. La sua esperienza di vita ritirata, tesa all'incontro con Dio nella preghiera e all'accoglienza della continua novità portata dal rapporto d'amore che il credente intrattiene con Dio, sarà una delle principali fonti d'ispirazione della devotio moderna.


TRACCE DI LETTURA

Una voce grida: «Guardate, ecco lo sposo che viene: uscitegli incontro». Per colui che intende mettersi a guardare in questo modo soprannaturale attraverso intime occupazioni, tre cose sono necessarie. Anzitutto la luce della grazia di Dio, ma secondo un modo più elevato di quello che si può percepire nella vita attiva esteriore, sprovvista di intimo zelo. Quindi, lo spogliamento da ogni immagine estranea e da ogni agitazione del cuore, per poter essere liberi dalle creature, senza immagini suscitate da esse, senza prestare loro attenzione e senza essere occupati da esse. Infine, il libero volgersi della volontà, mediante il raccoglimento di ogni nostra potenza, del corpo e dello spirito, dopo che la volontà si è sbarazzata di qualsivoglia attaccamento disordinato per fluire ormai unita a Dio e al pensiero, affinché la creatura dotata di ragione possa acquisire in modo sovrannaturale la sublime unità di Dio, ed essere stabilita in essa. Ecco perché Dio ha creato il cielo, la terra e ogni cosa, e in vista di tutto ciò si è fatto uomo, ci ha istruiti con la sua parola e la sua vita, essendo lui stesso, del resto, la via che conduce a una simile unità. Non solo, egli morì, prigioniero dell'amore, è salito in cielo e ha dischiuso anche a noi questa stessa unità, nella quale ci è possibile conseguire la beatitudine senza fine.

(J. Ruusbroec, Nozze spirituali 2,11)


PREGHIERA

O Dio,
che hai reso bello
il beato Giovanni Ruusbroec
con la santità di vita
e i carismi che gli hai donato,
concedici, attraverso la sua preghiera
e seguendo le sue tracce,
di aderire, nelle mutevoli situazioni della vita,
alle realtà celesti
con tutte le nostre forze.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


12 02 filareteFilarete di Mosca (1782-1867)
pastore

Il 19 novembre del vecchio calendario, pari al 2 dicembre gregoriano, la Chiesa russa ricorda Filarete, metropolita di Mosca e di Kolomna. Per quasi cinquant'anni sulla cattedra episcopale moscovita, Filarete è forse il vescovo più amato nella memoria popolare russa. Basilio Michajlovič Drozdov era nato a Kolomna, nel governatorato di Mosca, nel 1782. Presto emerse in lui il dono che lo ha reso celebre fino ai nostri giorni: il grande talento di predicatore del vangelo. Formatosi alla Laura della Trinità San Sergio, Basilio emise i voti monastici assumendo il nome di Filarete, in memoria di san Filarete il Misericordioso. Fu docente di ebraico, di poetica e di storia della chiesa, e come insegnante e rettore cercò di ripristinare l'uso della lingua russa nell'insegnamento religioso, allora impartito in latino. La versione della Bibbia in lingua russa certamente non avrebbe visto la luce senza l'instancabile opera di Filarete, deciso a porre ogni fedele in contatto con la viva fonte delle Scritture. Accanto alle Scritture egli favorì in ogni modo la traduzione in lingua moderna degli scritti patristici. Eletto vescovo di Ravel'sk nel 1817, Filarete fu trasferito a Tver', a Jaroslavl' e quindi nel 1821 a Mosca. A Mosca, oltre a organizzare capillarmente la vita della diocesi, egli compose un Catechismo cristiano tuttora in uso come manuale nelle scuole religiose russe, e non perdette occasione per accompagnare incontri e celebrazioni liturgiche con omelie sapienti e accessibili al popolo. Alla fine della sua vita le sue omelie saranno raccolte in diversi volumi, tuttora inediti nelle varie lingue occidentali. Filarete morì nel 1867, dopo aver celebrato la divina liturgia e aver ricevuto, com'era solito, un gran numero di visitatori.


TRACCE DI LETTURA

Filarete non costruì un sistema, ma le sue pratiche, pur frammentarie, hanno un'intima interezza e organicità, dovuta innanzitutto all'unità di concezione: in esse si esprime una vivida esperienza teologica, sofferta e plasmata nell'attività e nelle veglie di preghiera. Nella storia ecclesiastica russa Filarete fu il primo a sentire la teologia come un compito vitale, un gradino essenziale per l'elevazione e il progresso spirituale, e a viverla senza limitarsi ad essere semplicemente un teologo. Riteneva che dal pulpito, dal seggio episcopale nella cattedrale, soltanto la ferma predicazione della fede fosse conveniente. Contenuto nelle parole, Filarete non improvvisava mai, ma leggeva o seguiva un testo scritto, secondo le regole delle scuole di retorica del tempo. Come insegnante e teologo, fu innanzitutto un biblista, e nei propri sermoni egli interpretava la Parola di Dio, e non si limitava a citare la Bibbia come prova o testimonianza. Secondo la felice espressione di Bucharev, la Bibbia rappresentava per lui «i pensieri del Dio vivente e onnisciente, discesi dalla sua irraggiungibilità alla nostra comprensione». Intellettualmente Filarete viveva nell'elemento biblico.

(G. Florovskij,  Le vie della teologia russa)


PREGHIERA

Acquisita la grazia dello Spirito santo,
o santo e sapiente vescovo Filarete,
hai predicato giustizia e verità
illuminando le menti degli uomini;
come maestro della fede e sentinella insonne
hai custodito il gregge russo
con lo scettro della rettitudine.
Tu che con audacia e piena fiducia
intercedi presso Cristo Dio,
chiedi per la chiesa il dono della saldezza
e per le nostre anime la salvezza.


LETTURE BIBLICHE
Eb 7,26-8,2; Gv 10,9-16


 
LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (23 hatūr/ ḫedār):
Cornelio il Centurione (I sec.) (Chiesa copta)

LUTERANI:
Jan van Ruusbroec, padre spirituale nei Paesi Bassi

MARONITI:
Abacuc (VII sec. a.C.), profeta

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Abacuc, profeta
Filarete, metropolita di Mosca e Kolomna (Chiesa russa)
Ilarione il Georgiano (+ 875 ca), monaco (Chiesa georgiana)

VETEROCATTOLICI:
Lucio (+ 200 ca), vescovo e martire