23 novembre
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CLEMENTE DI ROMA (I-II sec.)
pastore e martire
Agli inizi del II secolo muore martire Clemente, secondo la tradizione terzo vescovo di Roma e autore di un'Epistola ai Corinzi, che è uno dei più toccanti testi letterari della cristianità primitiva. Secondo il Liber Pontificalis, Clemente nacque nel I secolo nel quartiere romano di Montecelio. Di lui si sa con certezza che fu vescovo a Roma sotto gli imperatori Galba e Vespasiano, e che, a nome degli anziani della sua chiesa ritenne opportuno intervenire per riportare la concordia nella chiesa di Corinto, lacerata da divisioni riguardanti l'autorità nella comunità cristiana. Nella sua lettera, con un tono umile e al tempo stesso pieno di sapienza e di parresia evangeliche, Clemente ricorda ai cristiani di Corinto che la via dell'unità e della pace tracciata da Cristo passa per l'umiliazione e la sottomissione reciproca per amore, secondo gli insegnamenti di san Paolo, che costituivano un legame profondo tra i cristiani di Roma e quelli di Corinto. La sua fama di uomo mite ed evangelico crebbe a tal punto che nei secoli successivi fiorirono numerose tradizioni a suo riguardo. Secondo alcune di esse, Clemente morì martire in Crimea, dove fu annegato per ordine dell'autorità romana.
TRACCE DI LETTURA
Chi può spiegare il vincolo della carità di Dio? Chi è capace di esprimere la grandezza della sua bellezza? L'altezza ove conduce la carità è ineffabile. La carità ci unisce a Dio: «La carità copre la moltitudine dei peccati». Nulla di banale, nulla di superbo nella carità. La carità non ha scisma, la carità non si ribella, la carità tutto compie nella concordia. Senza carità nulla è accetto a Dio. Nella carità il Signore ci ha presi a sé. Per la carità avuta per noi, Gesù Cristo nostro Signore, nella volontà di Dio, ha dato per noi il suo sangue, la sua carne per la nostra carne e la sua anima per la nostra anima.
(Clemente di Roma, Epistola ai Corinzi 49)
PREGHIERA
Creatore e Padre eterno,
il tuo martire Clemente
ha reso testimonianza con il sangue
all'amore che proclamava
e al vangelo che predicava:
donaci un cuore riconoscente
mentre celebriamo la tua fedeltà
rivelata a noi nelle vite dei tuoi santi
e rafforzaci nel nostro pellegrinaggio
alla sequela di tuo Figlio, Gesù Cristo,
nostro Signore, che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.
LETTURE BIBLICHE
Pr 15,1-4; Fili 3,17-4,3; Lc 14,7-11
Il 23 novembre del 615 si spegne nel monastero di Bobbio, sull'Appennino tosco-emiliano, Colombano, monaco irlandese e pellegrino per Cristo. Ciò che sappiamo di lui è contenuto principalmente nella Vita scritta dal discepolo Giona di Bobbio. Nativo della provincia irlandese di Leinster, Colombano sentì presto la chiamata a lasciare la propria terra, secondo l'esempio di Abramo, caro a tutti i monaci, per porsi in cammino verso la patria dei cieli, sulle tracce di Cristo.
Dopo essersi formato alla vita monastica nel celebre cenobio gallese di Bangor, Colombano proseguì il suo cammino lasciando i paesi celtici assieme a dodici compagni. Arrivato in Bretagna attorno al 590, iniziò a fondare monasteri e a svolgere un'azione missionaria. Uomo di forte personalità e di radicale attaccamento al vangelo, egli si scontrò spesso con i potenti del suo tempo, e fu costretto a più riprese a ripartire per nuove peregrinazioni. Alcune sue fondazioni, in particolare quella di Luxeuil, in Francia, divennero centri importanti dell'irradiamento monastico irlandese in Europa. Colombano fu esiliato da Luxeuil a causa dei suoi aspri rimproveri al re Teodorico, e dopo un tempo trascorso presso il lago di Costanza raggiunse Bobbio, due anni prima della morte. Colombano fu un aperto sostenitore delle tradizioni ecclesiali irlandesi, e non esitò a rivolgersi a Gregorio Magno per esporre le ragioni dei cristiani irlandesi sulla data della Pasqua e sulle nuove discipline penitenziali da loro introdotte in tutta l'Europa. Le sue regole monastiche ebbero una certa diffusione, ma saranno più tardi soppiantate dall'imposizione a tutto l'occidente della Regola di san Benedetto.
TRACCE DI LETTURA
È proprio dei pellegrini affrettarsi verso la patria, ed è egualmente loro caratteristica sperimentare la precarietà durante il cammino, la sicurezza invece nella patria. Affrettiamoci dunque verso la patria, noi che siamo viandanti. Dio è così grande che non si può vedere in tutta la sua grandezza. Tuttavia bussiamo forte, soprattutto qui, sia per entrare in cielo da veri familiari, sia per comprendere in modo più chiaro i beni che ci aspettano.
(Colombano, Istruzioni 8,1)
PREGHIERA
Signore,
tu hai meravigliosamente riunito
in san Colombano
la sollecitudine per l'evangelizzazione
e l'attaccamento alla vita monastica:
fa' che per la sua preghiera
anche a noi sia dato di porre
tutte le nostre forze
nella ricerca del tuo amore
e nell'accrescimento di coloro
che hanno fede in te.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.
LETTURE BIBLICHE
1Re 19,16.19-21; Mt 7,21-27
LE CHIESE RICORDANO...
ANGLICANI:
Clemente, vescovo di Roma, martire
CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Clemente I, papa e martire
Colombano, abate (calendario romano e ambrosiano)
COPTI ED ETIOPICI (14 hatūr/ ḫedār):
Martino (+ 397), vescovo di Tours (Chiesa copta)
LUTERANI:
Clemente di Roma, vescovo
Colombano, evangelizzatore dell'Irlanda
MARONITI:
Anfilochio (+ 400 ca), vescovo di Iconio
Sisinnio (IV sec.), vescovo di Cizico
ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Anfilochio, vescovo di Iconio
Gregorio (VI-VII sec.), vescovo di Agrigento
Antonio Sihastrul (XVI-XVII sec.), esicasta (Chiesa romena)
SIRO-ORIENTALI:
Clemente, papa e martire (Chiesa malabarese)
VETEROCATTOLICI
Colombano, evangelizzatore dell'Irlanda