20 novembre
RABBI ΆQIVA (ca 50-135)
martire ebreo
In un giorno imprecisato dell'anno 135 dell'era volgare, muore a seguito delle torture subite per mano dei suoi carcerieri romani Rabbi Άqiva, felice di adempiere in tal modo il precetto della Torah: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze». Originario della Galilea, Άqiva nacque probabilmente attorno alla metà del I secolo, in una povera famiglia di 'am ha-arez. Mentre esercitava la professione di pastore, fu assoldato da un ricco proprietario terriero di Gerusalemme, il quale però si oppose fortemente al matrimonio di Άqiva con la propria figlia Rachele. I due furono così abbandonati all'estrema povertà, ma secondo la tradizione Rachele accettò di sposare Άqiva a condizione che questi si votasse totalmente allo studio della Torah. Egli passò allora 13 anni alla scuola di Lidda, e forse un tempo analogo in quella di Javneh, divenendo uno dei più grandi tannaim, e probabilmente il massimo studioso ebreo del suo tempo. Aperta una propria scuola a Benè Beraq, Άqiva si dedicò con grande umiltà al commento della Torah, e fu tra i più ardenti sostenitori della canonicità del Cantico dei cantici. Il suo grande amore per la Scrittura non gli impedì tuttavia di svolgere un'intensa attività a favore dei più poveri. Con la rivolta di Bar Kokhvà, iniziata nel 132, egli si unì a coloro che speravano fosse giunta l'era messianica. Άqiva fu imprigionato, perché non volle rinunciare a insegnare pubblicamente la Torah, a dispetto dei divieti imperiali. Egli poté così coronare con la morte un'esistenza interamente dedicata all'ascolto obbediente del Signore, fino a santificarne il Nome con il dono supremo della vita nel martirio.
TRACCE DI LETTURA
Allorché Rabbi Άqiva fu portato al supplizio, era il termpo di recitare lo Shema', e gli strappavano la carne con uncini di ferro, ed egli accettò il giogo del Regno dei cieli. Gli dissero allora i suoi discepoli: « O nostro maestro, fino a questo punto arrira la tua forza d'animo?». Egli rispose: «Per tutta la mia vita io ero turbato dal versetto biblico: "Con tutta la tua anima ", interpretandolo: "Anche se egli ti toglie l'anima". Io pensavo: quando avrò l'occasione per compiere ciò? Ora che ho l'occasione, non dovrei forse compiere tale precetto?». Ed egli prolungò la parola « Unico» fïnché non esalò l'anima, dicendo sempre la parola «Unico». Allora risuonò una voce celeste: «Beato Rabbi Άqiva che ha esalato l'anima con la parola "Unico "».
(Talmud babilonese, Berakhot 61b)
LE CHIESE RICORDANO...
ANGLICANI:
Edmondo (+ 870), re degli Angli orientali, martire
Priscilla Lydia Sellon (+ 1876), ripristinatrice della vita religiosa nella Chiesa d'Inghilterra
CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Crispino di Ecija (III sec.), vescovo (calendario mozarabico)
COPTI ED ETIOPICI (1 hatūr/ ḫedār):
Anna, madre della vergine Maria
Pacomio (+ 346), monaco
Elsā', monaco (Chiesa etiopica)
LUTERANI:
Bernwardo di HildeshIeim (+ 1022), vescovo
ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Vigilia dell'ingresso nel Tempio della santissima Madre di Dio
Gregorio il Decapolita (+ ca 862), monaco
Proclo (+ 446), arcivescovo di Costantinopoli
Dasio di Durostoro ( + 303), martire (Chiesa romena)