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28 aprile

LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Pietro Chanel (+ 1841), missionario nel Pacifico del Sud, martire

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Pietro Chanel, presbitero e martire (calendario romano e ambrosiano)
Prudenzio (IV-IX sec.), vescovo e martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (20 barmūdah/miyāzyā):
Pafnuzio di Denderah (III-IV sec.), eremita e martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Johann Gramann (+ 1541), poeta in Prussia

MARONITI:
Giasone e Sosipatro (I sec.), martiri

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
I 9 martiri di Cizico (III sec.)
Giasone e Sosipatro, apostoli (Chiesa melkita)

SIRO-OCCIDENTALI:
Daniele di Edessa (VII sec.), vescovo

27 aprile

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Leggi tutto: 27 aprileAvvakum (+ 1682)
e tutti i martiri Vecchi Credenti

Il 14 aprile del 1682 sale sul rogo l'arciprete Avvakum, leader storico di quei cristiani russi passati alla storia come i Vecchi Credenti. Nella chiesa russa del XVII secolo, scossa dalla grave decadenza morale del clero e animata dal profondo desiderio religioso del popolo, diversi furono i tentativi di riforma spirituale che si succedettero, provocando scontri a volte violenti nella popolazione sia nella gerarchia. Con l'elezione del patriarca Nikon, che poi sarà condannato dal concilio di Mosca del 1666, vennero introdotte in Russia riforme liturgiche e disciplinari ispirate alla tradizione greca, che tuttavia sconvolsero la vita quotidiana dei cristiani.
Avvakum e i suoi compagni organizzarono una reazione molto tenace alle riforme, giungendo a forme di vero e proprio fanatismo religioso. Per questa loro ostinazione essi vennero condannati dal medesimo concilio del 1666. Da quel momento ebbe origine un corposo scisma in seno alla Chiesa ortodossa russa. Ancor oggi i seguaci della «vecchia fede» sono numerosissimi in tutta la Russia. Dal 1667 al 1971, quando il Santo Sinodo di Mosca toglierà le condanne contro gli usi dei Vecchi Credenti, questi ultimi subirono a più riprese feroci persecuzioni da parte delle autorità pubbliche, a volte appoggiate nelle loro repressioni dalla gerarchia moscovita. Avvakum ci ha lasciato nella sua Vita un eccezionale documento che permette di comprendere le grandezze e le miserie di uomini che hanno comunque offerto nel corso della storia una grande testimonianza, disposti a morire per quella che credevano essere la genuina fede cristiana. Per questo motivo è doveroso ricordare nella preghiera tutti i Vecchi Credenti morti perché perseguitati in odio alla loro espressione religiosa.


TRACCE DI LETTURA

Ora chiedo perdono a tutti i veri credenti. Ci sono state delle cose che riguardavano la mia vita di cui non avrei dovuto parlare affatto. Non a noi, ma al nostro Dio la gloria. Ma io non sono niente. L'ho detto e lo ripeto: sono un fornicatore e un predone, ladro e assassino, amico di pubblicani e peccatori. Nel giorno del giudizio tutti riconosceranno i miei atti, se buoni o cattivi. Ma se anche sono ignorante nelle parole, non lo sono nell'intendimento; non ho studiato né dialettica né retorica né filosofia, ma ho in me l'intendimento di Cristo, come dice l'Apostolo: «Sono un ignorante nell'arte del parlare, ma non nella dottrina».

(Avvakum, Vita scritta da lui stesso)


Leggi tutto: 27 aprileMechitar di Sebaste (1676-1749)
monaco

La mattina del 27 aprile 1749, al termine di una vita totalmente spesa per Dio e per la formazione religiosa dei fratelli, si spegne a Venezia Mechitar (Mxit'ar) di Sebaste, monaco e fondatore della congregazione armena di San Lazzaro. Mechitar, che al battesimo aveva ricevuto il nome di Manuk, era nato a Sebaste nel 1676. Entrato giovanissimo nel locale monastero della Santa Croce, egli desiderava unire un'intensa vita interiore a un'insaziabile ricerca intellettuale. In quegli anni l'Armenia era scossa da divisioni interne alla chiesa, causate dagli strascichi delle controversie cristologiche del primo millennio. Mechitar decise allora di studiare a fondo tali controversie, per cercare vie di pace all'interno della chiesa armena e con la sede apostolica di Roma. Trasferitosi a Sebaste, entrò in relazione con diversi uomini di chiesa d'oriente e d'occidente, e maturò l'idea di fondare un centro monastico dove lo studio della tradizione potesse formare una nuova generazione di uomini aperti al dialogo e iniziati alla mitezza evangelica. Quando il vescovo di Erzurum, ostile al dialogo con Roma, divenne patriarca, Mechitar dovette fuggire con i suoi compagni e si rifugiò nel Peloponneso; costretto a un nuovo esilio per l'avanzata ottomana, egli finì per stabilirsi a Venezia, sull'isola di San Lazzaro. Nella laguna veneta fu accolto molto bene, e la sua congregazione monastica, che aveva fondato già nel 1711, crebbe rapidamente. A San Lazzaro Mechitar portò a termine il suo progetto di un monachesimo promotore del dialogo e della pace attraverso lo studio e la preghiera, nella convinzione che una verità che non tenesse conto del fratello non si sarebbe mai potuta dire veramente cristiana.


TRACCE DI LETTURA

Te, o santo padre Antonio,
desidero lodare con cuore fermo,
perché tu risplendi pur dalla terra,
come il sole che brilla dal cielo.

Fosti capo di eremiti
e padre di schiere di uomini santi,
tu fondatore di molti ordini,
fiume dell'Eden, sorgente di rivi.

Giunse una voce a te,
dalla bocca del Signore questa parola,
che tanto ti saresti fatto insigne,
che ti avrebbero conosciuto tutte le genti.

Sebbene nelle lettere istruito non fossi,
pure alle correnti dello Spirito ti abbeverasti,
del regno cancelliere fosti
e dei dotti più in alto.

La divina parola di vita
tu insegnasti a molte anime
come una fonte ricca di rami
ti riversasti nei cuori di chi ti ascoltava.

Quindi anche noi, tuoi seguaci,
ti imploriamo di essere nostro maestro
e di farci tuoi discepoli,
alle tue parole docili e obbedienti.

(Mechitar di Sebaste, Inni)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Christina Rossetti (+ 1894), poetessa

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Caterina (+ 1478) e Giuliana (+ 1501) del Sacro Monte di Varese, vergini (calendario ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (19 barmūdah/miyāzyā):
Simeone l'Armeno (IV sec.), vescovo di Persia, martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Origene (+ 254 ca), dottore della chiesa a Cesarea

MARONITI:
Simeone, fratello del Signore, martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Simeone, parente del Signore, vescovo di Gerusalemme e ieromartire

26 aprile

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Leggi tutto: 26 aprileTertulliano (II-III sec.)
testimone

Vi sono uomini che annunciano il vangelo con la vita, e magari non sono in grado di verbalizzare la profonda esperienza di comunione con il Signore che hanno vissuto. Altri, invece, sono dotati di uno spirito profetico e sono capaci di letture profonde e originali del mistero di Dio, ma la loro vita ci appare segnata dalla contraddizione. È forse il caso di Tertulliano, teologo e autore spirituale tra i più profondi e decisivi tra il II e il III secolo, il quale tuttavia si chiuse sempre di più agli altri al punto di morire circondato da pochi adepti, lontano dalla comunione con la grande chiesa e lontano perfino dall'intesa con i profeti montanisti che pure aveva sostenuto con vigore. Membro di un'agiata famiglia pagana di Cartagine, Tertulliano era nato verso il 160 e aveva ricevuto una solida cultura classica. La sua passione per la speculazione si accompagnò sempre con una precisione di linguaggio propria degli ambienti giuridici romani. Questo gli consentì di essere il fondatore del linguaggio teologico che prevarrà nella teologia latina. I suoi scritti sul battesimo, sulla preghiera e sul martirio saranno ripresi abbondantemente da molti autori successivi. Ma il suo rigore intellettuale, unito a una verve da grande polemista e all'incontro con i movimenti profetici di forte ispirazione ascetica degli ambienti montanisti, portò Tertulliano a una progressiva intolleranza. La sua rottura con la grande chiesa si consumò nel 213, ma i dati storici sull'esito della sua vicenda ci restano in gran parte ignoti. Tertulliano ha lasciato un corpus di pregevoli insegnamenti. Forse non comprese pienamente la condiscendenza di Dio verso le debolezze degli uomini, ma certamente il Signore avrà purificato questa sua lacuna, mostrandogli infine la sua infinita e incompresa misericordia.


TRACCE DI LETTURA

La carne risorgerà: tutta la carne, proprio la carne, e la carne tutta intera. Ovunque si trovi, essa è in deposito presso Dio, in virtù del fedelissimo mediatore tra Dio e gli uomini Gesù Cristo, che restituirà Dio all'uomo e l'uomo a Dio, lo spirito alla carne e la carne allo spirito, lui che in se stesso ha già sancito l'alleanza di entrambi, procurando la sposa allo sposo e lo sposo alla sposa. O anima, perché hai in odio la carne? Non hai nessuno da amare, dopo Dio, che sia così vicino a te: nessuno ti è più fratello di lei, che nasce insieme a te anche nella vita divina. Sei tu che avresti dovuto invocare, per lei, la resurrezione: è a causa tua che le è accaduto di peccare.

(Tertulliano, La resurrezione dei morti 63)


Leggi tutto: 26 aprileOrigene (ca 185-254)
presbitero e martire

A seguito dei maltrattamenti subiti durante le persecuzioni di Decio, muore martire attorno al 254 Origene, presbitero della chiesa universale. Nativo di Alessandria d'Egitto, era stato profondamente segnato dal martirio subito dal padre Leonida quando egli aveva appena otto anni. Desideroso a sua volta di testimoniare la propria fedeltà a Cristo, Origene abbandonò non appena lo poté la sua professione di grammatico per dedicarsi totalmente alla catechesi. Egli visse una vita monastica ante litteram, nell'assiduità orante con le Scritture, che saranno il suo fondamentale nutrimento spirituale, e fu probabilmente il commentatore della Bibbia più profondo e originale dell'antichità cristiana. A lui attingeranno pressoché tutti i padri sia greci sia latini. Fu un apprezzato catecheta, e diversi vescovi gli chiesero di predicare sebbene fosse un laico. Questo gli provocò molti problemi con il vescovo di Alessandria, che lo mise al bando e non ne riconobbe l'ordinazione presbiterale conferitagli in Palestina. Origene, uomo di grande obbedienza alla chiesa oltre che al vangelo, accettò di buon grado e si ritirò finché la sua ordinazione non venne riconosciuta e gli fu consentito di tornare a predicare e a insegnare. Il suo ministero di maestro itinerante della fede terminò quando si scatenò la persecuzione dell'imperatore Decio. Arrestato, torturato, egli fu salvato dal martirio propriamente detto per l'improvvisa morte dell'imperatore, anche se per l'età ormai avanzata sopravvisse ben poco ai tormenti subiti. Alcune sue affermazioni, compiute sotto l'influsso della filosofia neoplatonica che dominava ad Alessandria, saranno condannate nei secoli successivi, ma più per gli eccessi di coloro che si rifaranno ai suoi insegnamenti che per la reale portata di quelle che, per Origene, non erano altro che ipotesi di lavoro.


TRACCE DI LETTURA

Vorrei essere un figlio della chiesa. Non essere conosciuto come l'iniziatore di una qualunque eresia, ma portare il nome di Cristo. Vorrei portare questo nome, che permane come una benedizione sulla terra. Desidero che il mio spirito come le mie opere mi diano il diritto di essere chiamato cristiano.
Se io, che agli occhi degli altri sono la tua mano destra, io che porto il nome di presbitero e ho come missione l'annuncio della Parola, se io arrivassi a commettere qualche errore contro l'insegnamento della chiesa o contro la regola dell'Evangelo fino a diventare di scandalo per la chiesa, che la chiesa tutta intera allora, con decisione unanime, mi tronchi via, proprio me, sua mano destra, e mi getti lontano.

(Origene, Preghiera)

Il Salvatore è disceso sulla terra mosso a pietà del genere umano, ha sofferto i nostri dolori prima ancora di patire la croce e degnarsi di assumere la nostra carne; se egli non avesse patito, non sarebbe venuto a trovarsi nella condizione della nostra vita di uomini. Prima ha patito, poi è disceso e si è mostrato. Qual è questa passione che per noi ha sofferto? È la passione dell'amore. Persino il Padre, Dio dell'universo, pietoso e clemente e di grande benignità, non soffre anche lui in certo qual modo? Nemmeno il Padre è impassibile. Se lo preghiamo, prova pietà e misericordia, soffre di amore e si immedesima nei sentimenti che di per sé non potrebbe avere, data la grandezza della sua natura.

(Origene, Omelie su Ezechiele 6,6)


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Timoteo, discepolo dell'apostolo Paolo (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (18 barmūdah/miyāzyā):
Arsenio (III-IV sec.), martire (Chiesa copta)

LUTERANI:
Tertulliano, dottore della chiesa in Nordafrica

MARONITI:
Cleto (+ 90 ca), papa
Basilio di Amasea (+ 322 ca), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Basilio di Amasea, ieromartire, e Glafira sua compagna, martire