Maria, Vergine del Silenzio

Tu sei silenzio: silenzio di chi veglia
silenzio di chi attende, silenzio di chi scopre una presenza. 

Santa Maria, prega per noi.

Tu sei silenzio: silenzio di chi ascolta
silenzio di chi accoglie, silenzio di chi vive in comunione.

Santa Maria, prega per noi.

Tu sei silenzio: silenzio di chi ama
silenzio di chi serve, silenzio di chi sta presso la croce.

Santa Maria, prega per noi.

Tu sei silenzio: silenzio di chi piange
silenzio di chi soffre, silenzio di chi porta la sua croce.

Santa Maria, prega per noi.

Tu sei silenzio: silenzio di chi è povero
silenzio di chi è semplice, silenzio di chi è uno nel suo cuore.

Santa Maria, prega per noi.

Tu sei silenzio: silenzio di chi prega
silenzio di chi è in pace, silenzio di chi sta davanti a Dio.

Santa Maria, prega per noi.

Tu sei silenzio: silenzio della chiesa
silenzio della Sposa e dello Sposo, silenzio della grande comunione. 

Santa Maria, prega per noi.

 

Innario di Bose

Cenere e acqua

Cenere in testa e acqua sui piedi.
Tra questi due riti, si snoda la strada della quaresima.
Una strada, apparentemente, poco meno di due metri.
Ma, in verità, molto più lunga e faticosa.
Perché si tratta di partire dalla propria testa per arrivare ai piedi degli altri.
A percorrerla non bastano i quaranta giorni
che vanno dal mercoledì delle ceneri al giovedì santo.

Occorre tutta una vita,
di cui il tempo quaresimale vuole essere la riduzione in scala.
Pentimento e servizio.
Sono le due grandi prediche che la Chiesa affida
alla cenere e all’acqua, più che alle parole.
È difficile sottrarsi all’urto di quella cenere.
Benché leggerissima, scende sul capo con la violenza della grandine.

E trasforma in un’autentica martellata quel richiamo all’unica cosa che conta:
“Convertiti e credi al Vangelo”.
Così pure rimane indelebile per sempre quel tintinnare dell’acqua nel catino.
È la predica più antica che ognuno di noi ricordi:
l’offertorio di un piede, il lavarsi di una brocca,
il frullare di un asciugatoio, il sigillo di un bacio.

Una predica strana.
Perché a pronunciarla senza parole,
genuflesso davanti a dodici simboli della povertà umana,
è un uomo in ginocchio.

La cenere ci bruci sul capo,
come fosse appena uscita dal cratere di un vulcano.
Per spegnere l’ardore,
mettiamoci alla ricerca dell’acqua da versare sui piedi degli altri.

Pentimento e servizio.
Binari obbligati su cui deve scivolare il cammino del nostro ritorno a casa.
Cenere e acqua. Ingredienti primordiali del bucato di un tempo.
Ma, soprattutto, simboli di una conversione completa,
che vuole afferrarci finalmente dalla testa ai piedi.

 

Antonio Bello

Sollevaci alle regioni della santa umiltà

O santo Spirito Paraclito,
perfeziona in noi l’opera iniziata da Gesù,
rendi forte e continua la preghiera che facciamo
a nome del mondo intero,
accelera per ciascuno di noi
i tempi di una profonda vita interiore;
da’ slancio al nostro apostolato,
che vuol raggiungere tutti gli uomini e tutti i popoli,
tutti redenti dal sangue di Cristo
e tutti sua eredità.

Mortifica in noi la naturale presunzione
e sollevaci alle regioni della santa umiltà,
del vero timor di Dio, del coraggio generoso.
Nessun legame terreno ci impedisca
di far onore alla nostra vocazione:
nessun interesse, per ignavia nostra,
mortifichi le esigenze della giustizia,
nessun calcolo riduca gli spazi immensi della carità
dentro le angustie dei piccoli egoismi.

Tutto sia grande in noi:
la ricerca e il culto della verità,
la prontezza al sacrificio fino alla croce e alla morte;
e tutto, infine, corrisponda
all’estrema preghiera del Figlio al Padre,
e a quell’effusione che di te,
o santo Spirito di amore,
il Padre e il Figlio vollero sulla Chiesa e sulle sue istituzioni,
sulle singole anime e sui popoli.

Amen!

Giovanni XXIII